Paul Di Filippo

dicembre 19th, 2012 by Moderatore

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Ha scritto romanzi, manuali discrittura e fumetti, ma il suo

genere preferito resta il racconto

Nato il 29 ottobre 1954 a Providence, Rhode Island – la città di H.P. Lovecraft – Di Filippo è uno degli autori più innovativi della fantascienza moderna. “Urania” l’ha introdotto nel suo carniere con la raccolta di racconti L’imperatore di Gondwana (2005) apparsa nel n. 1520, ed è stato subito un buon successo. Perché Di Filippo non scrive soltanto romanzi – fra cui ricordiamo Would It Kill You to Smile? (1998), Muskrat Courage (2000), Little Doors (2002), Fuzzy Dice (2003), Spondulix (2004), Beyond the Farthest Precinct, Time’s Black Lagoon (entrambi 2006), Cosmocopia (2008), Roadside Bodhisattva (2010) e la novella La principessa della giungla lineare (2010) – ma  soprattutto short stories e romanzi brevi. Le sue raccolte sono di un tale qualità che è proprio con questo genere che abbiamo pensato di presentarlo al pubblico italiano. A cominciare dalla Trilogia Steampunk del ’95 per continuare con Destroy All Brains! (1996), Ribofunk (1996), Fractal Paisleys (1997), Strange Trades (2001), Neutrino Drag (2004), L’imperatore di Gondwana (2005), il presente Vendesi tempo, affare sicuro (Shuteye for the Timebroker, 2006), fino a Harsh Oases (2009) e After the Collapse (2011), si tratta di libri magnifici fin dal titolo provocatorio e non di rado intriso di humour noir. I racconti di Paul Di Filippo non sono a base di teorie fisiche più o meno “estrapolate” o di rutilanti avventure di circostanza: o meglio, contengono avventure (qualcuno) ed escursioni nel possibile della scienza (qualcun altro), ma contengono anche tutto il resto, cioè il mondo in bilico che ci circonda, con la sua pericolosa tendenza a diventare un ideogramma, una cifra sospesa tra quella che ieri consideravamo la realtà e quello che lo sarà domani, dopo infinite manipolazioni sociali e culturali. Sono, in altre parole, narrazioni moderne o postmoderne, tranci di visione insaporiti dal gusto dell’intreccio narrativo, ma rispecchianti una varietà di situazioni che non è comune riscontrare in fantascienza o in altri generi circoscritti. Insieme, tutti questi ingredienti formano la totalità di uno sguardo sul reale, ovvero (come l’ha definita lo stesso Di Filippo che non si nasconde dietro un dito), “una fantascienza sbalordita e ripiena, multiplex-massimalista, ricomplicata e a banda larghissima”.

Cosa ne penseranno i lettori di “Urania”? ci siamo chiesti in primo luogo. La risposta è arrivata, entusiastica, dopo la pubblicazione della precedente raccolta di Paul, L’imperatore di Gondwana. Il pubblico ne ha pensato tutto il bene possibile, ricollegando idealmente le sorprendenti trovate del nostro a quelle di altri autori di punta: Brian W. Aldiss, Michael John Harrison o John Crowley, solo per fare qualche esempio. Di Filippo è un autore appassionante, come già sanno i lettori della celebre trilogia Steampunk pubblicata dodici anni fa dalla Nord e ripresa più tardi da Delos Books. La materia di questo inventore straordinario è solo in parte la scienza o il futuribile: è evidentemente la fiction che lo interessa di più, sia nel senso delle sue personali finzioni che della letteratura in generale. Come si sa, la parola inglese “fiction” designa qualunque forma di narrativa, dal racconto al romanzo, e di qualsiasi genere. Ecco dunque Di Filippo mettere al suo arco una serie di frecce che si allontanano sempre più dal quotidiano e dal banale, e che, pur conservando una traiettoria rigorosa e calcolata al millimetro, quando raggiungono il bersaglio aprono una breccia nel centro del fantastico. E’ il tragitto, a pensarci bene, di tutta la narrativa che valga qualcosa: parte da solide premesse, da una realtà che si riteneva conosciuta e conoscibile, e sfreccia verso… dove? Una galassia di possibilità che nel caso di Paul Di Filippo consiste molto spesso negli universi alternativi della creazione. Si accede ai suoi mondi non solo attraverso astronavi o falle dimensionali, ma attraverso libri, scrittori e personaggi storici: per questo i suoi eroi sono così spesso romanzieri o inventori.

La presente raccolta costituisce la traduzione integrale del volume americano Shuteye for the Timebroker del 2006 e vuole confermare l’attenzione di “Urania” verso un autore che è grande nelle sue storie steampunk, acutissimo nei pastiche letterari (ci siamo divertiti a leggere una sua reinterpretazione del mito della Creatura della Laguna nera, Time’s Black Lagoon) e assolutamente originale anche quando deve scrivere il soggetto di un fumetto, come Top Ten: Beyond the Farthest Precinct (2005) e Doc Samson (2006). Ma non è meno brillante  quando consegna alle stampe un manuale di scrittura creativa, per cui rimandiamo a How To Write Science Fiction (A Maximalist And Recomplicated Travel Into Sci-Fi, 2011). Quello che più conta, non è un autore che segua mode, correnti o scuole: potete incasellarlo come volete, ma Paul sfida tutte le categorizzazioni; è lui e basta, come Sheckley era Sheckley e Bradbury non aveva altri capiscuola che se stesso. Ad entrambi i grandi narratori americani Di Filippo deve qualcosa, ma in primo luogo la sua autonomia e il suo occhio critico. Poi, se vogliamo, quella punta di umorismo nero che francamente ci sta come un candito sull torta, e che a tratti può ricordare il riso a denti stretti di Kurt Vonnegut.

Paul Di Filippo in Italia. Di origine italiana, probabilmente campana, Paul Di Filippo è tornato recentemente nel nostro paese, ospite della Italcon di Bellaria. Così, a fine maggio, eccolo sbarcare a Bologna con la moglie Deborah Newton e proseguire per Bellaria (Rimini), dove finalmente abbiamo potuto conoscerlo di persona e intavolare più di una curiosa conversazione con lui. Dopo l’acclamazione alla convention – in compagnia di un altro gradito ospite americano, David Gerrold – Paul e Deborah hanno proseguito per la Sicilia insieme ad Armando Corridore e Ugo Malaguti che li accompagnavano nel viaggio. Questo incontro ravvicinato del terzo tipo non ha fatto che migliorare il feeling già esistente tra “Urania” e Paul, al punto che… è nato un progetto di cui parleremo in uno dei prossimi numeri.

Per il momento, segnaliamo ai lettori l’utilissimo sito dell’autore (in lingua inglese):

http://paul-di-filippo.com/

E la voce su Wikipedia italiana:

http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Di_Filippo

Raccomandiamo anche l’introduzione di Salvatore Proietti a La principessa della giungla lineare (Delos Books), il cui incipit si può leggere gratuitamente su Amazon.com (sito americano): www.amazon.com e quindi La princpessa della giungla lineare (Italian Edition), nel reparto Kindle ebooks.

Inoltre, sono leggibili online gli estratti di due interviste (in inglese) fatte a Paul dalla rivista “Locus”:

settembre 2003 – http://www.locusmag.com/2003/Issue09/DiFilippo.html

marzo 2012 – http://www.locusmag.com/Perspectives/2012/03/paul-di-filippo-chameleon/

G.L.

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3 Responses

  1. Il Trasfigurato

    In effetti è una boccata di ossigeno di inventiva…

  2. Claudio Chillemi

    Paul è di origine siciliana, per la precisione di Messina. In Sicilia, ad accompagnarlo, c’era solo Armando Corridore che per l’occasione è stato assistito dall’intera redazione di Fondazione, oltre me, Enrico Di Stefano e Rosaria Leonardi. Non c’era Ugo Malaguti. Insieme a lui anche David Gerrold, altro ospite di Bellaria. Non posso che ringraziare l’Elara, vale a dire Armando Corridore ed Ugo Malaguti, per averci permesso di godere della presenza di questi due grandi scrittori, sia a Bellaria che in Sicilia. Paul, è rimasto con noi in ottimi rapporti, tanto da intervenire con entusiasmo, in videoconferenza, durante l’ultima Convention siciliana, l’Aetnacon 2012.

  3. lasec

    E’ il momento di Di Filippo.
    Tutti lo pubblicano: Delos, Elara e Mondadori. Arriverà anche la Fanuci?

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