Lo “spettatore” della storia

ottobre 19th, 2012 by Moderatore

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Moore è uno di quegli autori che, pur avendo scritto relativamente poco ­– cinque romanzi, una manciata di racconti – si è conquistato di diritto un posticino nel ristretto pantheon degli autori “classici”. In una ideale classifica sui “cento migliori romanzi” prodotti dalla sf, non potrebbe certo mancare il suo Anniversario fatale, da più parti definito “un classico minore”. Ma prima di addentrarci nell’esame di questo romanzo, vediamo brevemente chi era il suo autore.

Ward Moore nacque a Madison, nel New Jersey, il 10 agosto 1903: in seguito la sua famiglia si trasferì a Montreal, dove il giovane Moore seguì pochi e discontinui studi. Autodidatta, si dedicò a una serie affascinante di lavori, una caratteristica che si trova in molte biografie di autori statunitensi. Mentre fa il commesso in una libreria newyorkese, pubblica alcune poesie su giornali minori; in seguito, ne aprirà una propria nel Midwest.

Nel 1929 lo troviamo a Los Angeles dove lavora in una fattoria; dopo aver lavorato nell’edilizia e in un cantiere navale – durante la seconda guerra mondiale – si inserisce nel mondo dell’editoria mantenendosi come recensore, scrivendo come “negro” per conto terzi oppure in proprio. Nel 1942 pubblica il suo primo romanzo, Breathe the Air Again, scritto in uno stile picaresco che ricorda da vicino il mondo tratteggiato da Steinbeck in romanzi come La corriera stravagante e Vicolo Cannery.

Fa il suo ingresso nel mondo della sf con Più verde del previsto, romanzo caustico sugli effetti “a valanga” di una nuova qualità di fertilizzante che in breve farà conquistare all’erba tutte le terre emerse. E di tanto in tanto, su riviste e antologie, appaiono suoi racconti, in cui si avverte sempre la mano felice dello scrittore di razza.

Nel 1953 dà alle stampe il suo capolavoro: pubblicato prima su rivista; poi allargato per il mercato librario – una pratica comune negli Usa – basta da solo ad assicu­rargli fama imperitura. Il titolo originale, Bring the Jubilee (qualcosa come “festeggia il giubileo”) viene da una delle canzoni in voga durante la guerra civile ameri­cana (quella erroneamente conosciuta da noi come “guerra di secessione”, termine sconosciuto negli Usa) e cantata dalle truppe sudiste, Marching Through Geor­gia. Si tratta di uno dei primi e più maturi esempi nella subcategoria dei mondi paralleli e dei viaggi nel tempo. Al contrario però di altri romanzi ambientati su una Terra parallela (il più famoso dei quali forse resta La svastica sul sole di Dick), in cui l’autore ha la possibilità di inserire quanti cambiamenti desidera alla storia a noi nota (e di questa possibilità molti ne abusano) qui le linee temporali divergono solo a partire dalla battaglia di Gettysburg (combattuta dal 1° al 3 luglio del 1863). In più, a differenza di altri romanzi del genere, qui s’inne­sta il tema del viaggio nel tempo che, creando un para­dosso, modifica il futuro fino a farlo coincidere con il nostro. Scritto in tono vagamente elegiaco, ma sempre centrato sul tema primario del tempo, il libro è anche una controversia un po’ dotta tra determinismo e libero arbitrio; non a caso Moore insiste sulla qualifica di “spettatore” del suo protagonista, uno spettatore che, seppure involontariamente, sconvolge a tal punto le linee della storia da divenire il più importante “facito­re” di storia mai nato. La sua “non azione” sconvolgerà a tal punto la storia da modificarne l’intero corso.

Nel 1954 Moore pubblica Lot, un racconto lungo che, unito al successivo La figlia di Lot, rappresenta un eccellente contributo alla tematica dell’olocausto e delle sue conseguenze. Strutturato sul tema biblico della distruzione di Sodoma (la moderna Los Angeles) e delle sue conseguenze, i due racconti hanno trovato anche la via dello schermo nel 1962 con Il giorno dopo la fine del mondo, diretto e interpretato da Ray Milland (un film che non rende alcuna giustizia ai testi da cui è stato tratto).

Nel 1962 scrive Joyleg insieme ad Avram Davidson, romanzo satirico sui guasti prodotti dalla burocrazia. Il suo ultimo romanzo, Caduceus Wild, che in realtà  aveva scritto nel 1959, verrà pubblicato postumo. Ward Moore muore il 29 gennaio 1978.

              

                                                                                                           Marzio Tosello

 

 

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One Response

  1. Il Trasfigurato

    @ Marzio Tosello

    Bentornato !

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