Urania 1557: La valle dello zodiaco
Due romanzi italiani nel segno degli astri, nell’Urania di aprile prossimamente in edicola.
Claudio Asciuti è nato a Genova nel 1956, ha vinto il premio Urania con La notte dei pitagorici (1999) e ha pubblicato i romanzi Il signore della morte (1988) e I semi di Marizai (2006). E’ presente in questo volume con il romanzo: La valle dell’eclissi. Siamo in Val Chiusa per assistere a un’eclissi spettacolare: nulla di strano che ci sia anche un vecchio astronauta, arrivato al seguito di una misteriosa ragazza. Ma la valle, i due protagonisti e il sole stesso nascondono misteri.
Errico Passaro è nato a Roma nel 1966, ha pubblicato i romanzi Le maschere del potere (1999), Inferni (2001, a puntate) e Il regno nascosto (con G. Marconi, 2008), oltre a un centinaio di racconti su vari periodici. In questo volume presenta la sua ultima fatica, Zodiac. Il ritratto della più sconcertante società futura immaginata dalla science fiction recente: un mondo in cui l’astrologia è diventata legge e i cittadini devono vivere seguendo gli oroscopi dettati da un computer preveggente. Florian, però, non accetta il gioco e progetta di dare un diverso tipo di “assalto al cielo”.
[Clicca qui per visualizzare la copertina integrale.]
Posted in Urania Collana
aprile 2nd, 2010 at 09:25
Un nuovo romanzo di Asciuti, mi sembra una gran bella cosa.
aprile 2nd, 2010 at 11:20
Non conosco gli autori, ma incoraggio gli italiani, quindi lo compro si sicuro!
aprile 2nd, 2010 at 12:34
Copertina. Astronavi. Buco Nero?. Compro.
Riflesso Pavloviano.
aprile 2nd, 2010 at 20:14
Asciuti lo seguo su PUlP, sono curioso, non ho letto le sue cose precedenti.
aprile 4th, 2010 at 19:50
Congratulazioni ai due autori, e buona pasqua & pasquetta a tutti!
aprile 7th, 2010 at 21:21
Acquistato oggi, non mi resta che leggerlo!
aprile 8th, 2010 at 10:36
Acquistato oggi. Molto interessante la sinossi del secondo romanzo ;-P
aprile 8th, 2010 at 13:44
Anch’io ho provveduto stamattina. Si va consolidando, mi sembra, il format della cosiddetta “doppietta”: personalmente l’apprezzo molto. Un saluto a Claudio ed Errico. E compliments!
aprile 9th, 2010 at 15:44
Che poi cosa impedirebbe di fare la stessa operazione per presentare i romanzi brevi americani?
aprile 9th, 2010 at 16:32
Riccardo, ma perché, non lo si fa mai? Non lo so…Non comrpo tutti gli urania.
aprile 9th, 2010 at 16:39
Riccardo, la tua idea mi sembra ottima. Di romanzi brevi ce n’e’ a sufficienza da non pestarsi i piedi con altre case editrici. Credo che però i costi dei diritti salirebbero rispeto a un solo romanzo normale, e forse è questo il motivo. Ma forse mi inganno.
aprile 10th, 2010 at 10:00
Per carità la mia era solo una riflessione. NOn sarebbe male. Però vorrei dire una cosa alla redazione: perchè non lasciare i due titoli originali magari divisi dallo “/” anzichè inventarsi questi stranissimi ibridi?
aprile 10th, 2010 at 15:27
Però pensandoci bene si può imbastire un giochino inventandosi titoli “mash up” per ipotetici Millemondi:
– Neuromante genetico
– Il gioco di Isher
– I mercanti di Hyperion
o un azzeccatissimo
– Le sabbie di Dune
aprile 10th, 2010 at 19:22
Anche io sono in disaccordo con questi titoli ibridi. Come lo sono per le traduzioni che snaturano del tutto i titoli originali. Un caso su tutti: la svastica sul sole/the man in the high castle.
aprile 11th, 2010 at 17:18
Abbiamo acceso la miccia 😀
aprile 11th, 2010 at 18:24
Andrò controcorrente, Palmer, ma in quel caso a parer mio la traduzione del titolo originale avrebbe prodotto un titolo peggiore e più fuorviante de “La svastica sul sole”.
aprile 11th, 2010 at 18:45
…ma parliamo d’altro!
ho intravisto nelle pubblicità dell’urania l’autore del prossimo Millemondi: Peter Hamilton, ma non ricordo il titolo. Chi me lo ricorda per favore. thank
aprile 11th, 2010 at 19:17
“Il sogno del vuoto” (The dreaming void), primo di una trilogia. Il secondo è già uscito, il terzo sta arrivando.
La trilogia ha qualche debole legame con una “duologia” di qualche anno fa sempre di Peter Hamilton, che è ancora inedita da noi.
aprile 11th, 2010 at 20:37
Su The man in the high castle sono d’accordo con Quiller: La svastica sul sole mi sembra una buona traduzione. In ogni caso, l’edizione di Fanucci (L’uomo nell’alto castello) accontenta i puristi…
aprile 12th, 2010 at 01:03
Secondo me la svastica sul sole è fuorviante perché sposta l’attenzione su un aspetto del libro diverso da quello inteso dall’autore. Ricordo il mio disappunto quando a fine lettura de La svastica sul sole ho letto il titolo originale. Da allora quando inizio un libro leggo per prima cosa il titolo originale. Comunque il mio era solo un esempio. Mi sovviene anche – in questo caso per un film – Se mi lasci ti cancello. Eternal sunshine of a spotless mind è cosa ben diversa!
A mio avviso la scelta di un titolo, e parlo anche da copywriter free lance – è fondamentale per la percezione iniziale e complessiva.
Tornando in-topic, le ibridazioni di questo urania e del millemondi n. 50 non mi sono piaciute, anche se poi i titoli estesi sono all’interno.
Vabé, se mi date del precisino non mi offendo
aprile 12th, 2010 at 19:19
Letti tutti e due.Personalmente mi è piaciuto di più LA VALLE DELL’ECLISSE per la storia e per le atmosfere contenute.Su ZODIAC(non me ne voglia il buon Passaro)mi è sembrato un pò troppo scontato e compresso in alcuni passaggi.Incoraggio senza dubbio la Mondadori a continuare con gli Autori Italiani,magari con altre di queste doppiette.
aprile 14th, 2010 at 17:14
Finalmente l’ho preso!! ^_^
aprile 14th, 2010 at 17:46
scusate se posto qui, non ho trovato sezioni più appropriate; qualcuno sa darmi indicazioni per il reperimento di vecchi numeri di Urania (bancarelle o negozi di libri usati particolarmente forniti) a Roma, in zona centro-nord? Grazie
aprile 14th, 2010 at 22:16
@ Vanni: in zona Ottaviano, poco lontano dalla fermata della metropolitana, c’è una libreria dell’usato/fumetteria molto ben fornita. Idem nei paraggi di Piazza San Giovanni (non riporto il nome per evitare la pubblicità, ma su richiesta te ne fornisco privatamente le debite indicazioni necessarie alla localizzazione). Anche le bancarelle intorno a Piazza della Repubblica sono solitamente molto ben fornite. Buona caccia!
aprile 15th, 2010 at 14:03
Il buon Giovanni De Matteo mi scuserà, ma visto che è stato cosi’ cortese con Vanni gli chiederei se conosce analoghi negozi/bancarelle, sempre a Roma, zona Piramide-San Paolo e/o Ostia.
Grazie mille!!
aprile 15th, 2010 at 17:18
Be’, a Ostia c’è una libreria dell’usato in Corso Duca di Genova… adesso però mi sfugge il nome!
aprile 19th, 2010 at 16:04
Grazie Andrea, alla prima passeggiata ad Ostia farò un salto…mi aggiungo al commento che ha postato Nick, la valle mi è piaciuta menre Zodiac in tutta onestà mi è sembrato come se fosse il primo lavoro di uno scrittore… l’idea è sicuramente molto valida, ma forse io mi ero fatto un mio film di come l’avrei scritta (o come l’avrei voluta leggere)… non si arrabbi Passaro… comunque eventuali altre doppie saranno lette anche in futuro.
Ciao
aprile 28th, 2010 at 22:15
Una grande delusione.Asciuti ancora passabile anche se il finale fantascientifico è riservato alle ultime 5 pagine e non vengono chiariti
alcuni punti importanti della vicenda più prettamente fantasy.Passaro invece un disastro. Non sa scrivere neppure in italiano corretto. La vicenda e vecchia e puzza di muffa. Incomprensibele come dei libri vecchi di secoli siano inutilizzabili mentre
i videoregistratori no. Una fantascienza(?) da anni 50 con computer della stessa epoca.
aprile 28th, 2010 at 22:17
Neanche io so scrivere in italiano…in 5 righe ho fatto 2 errori gravi e uno di battitura
aprile 29th, 2010 at 01:23
Forse, Ferdinando, il romanzo di Passaro ti avrà fatto questa impressione di “vecchio” e di “muffa” perché in effetti si tratta della versione “ridotta” di un romanzo più lungo, dal titolo “Un giorno, le stelle”, giunto secondo alla prima edizione del “Premio Urania”, cioè più di vent’anni fa!
aprile 29th, 2010 at 10:36
“il romanzo di Passaro ti avrà fatto questa impressione di “vecchio” e di “muffa” perché in effetti si tratta della versione “ridotta” di un romanzo più lungo, dal titolo “Un giorno, le stelle”, giunto secondo alla prima edizione del “Premio Urania””
Io non ho letto questo Urania, ma se le cose stanno davvero come le descrive Birimbo66, mi spiegate qual è il senso di un’operazione editoriale di questo tipo?
Sappiamo tutti che la fantascienza
in genere invecchia più rapidamente di qualsiasi altro genere letterario, sappiamo pure quanti sono i (pre)giudizi sulla scena italiana: è possibile che non si riesca a trovare un romanzo decente scritto almeno in questo millennio?
aprile 29th, 2010 at 10:54
In effetti sarebbe meglio chiarire cosa significa “versione ridotta”. Si tratta di tagli fatti dall’autore stesso, dalla Mondadori o semplicemente è un racconto autonomo la cui ambientazione è simile al romanzo ?
aprile 29th, 2010 at 17:05
Mitico “Universi di Moras”!!! Grazie Catani per aver partecipato con la tua ottima opera (e averci salvato da questo “ottimo” secondo)… 1990, o sbaglio?
aprile 30th, 2010 at 14:07
In effetti sarebbe meglio chiarire cosa significa “versione ridotta”. Si tratta di tagli fatti dall’autore stesso, dalla Mondadori o semplicemente è un racconto autonomo la cui ambientazione è simile al romanzo ?
Beh, questo dovresti chiederlo all’autore e/o alla casa editrice…
aprile 30th, 2010 at 15:12
Non capisco.
Perchè non dirlo subito che si trattava di una versione ridotta?please…
maggio 1st, 2010 at 18:12
“il romanzo di Passaro ti avrà fatto questa impressione di “vecchio” e di “muffa” perché in effetti si tratta della versione “ridotta” di un romanzo più lungo, dal titolo “Un giorno, le stelle”, giunto secondo alla prima edizione del “Premio Urania”
Ma allora perché non dirlo con una breve introduzione per collocarlo più correttamente nel periodo della sua gestazione.
L’alternativa sarebbe stata una revisione più profonda con opportuni adeguamenti tecnologici, almeno compatibili con il presente.
settembre 23rd, 2010 at 14:00
A me, sinceramente, son piaciuti entrambi i romanzi: più “lirico” e letterario il testo di Asciuti, più sbrigativo (ma sorretto da una notevole idea di base) il testo di Passaro. Non ci trovo comunque niente di male nel pubblicare versioni ridotte di romanzi inediti anche di un ventennio fa se la scelta fosse basata rigorosamente sulla bontà del prodotto e, nonostante alcune(forse dovute al limite delle pagine)eccessive semplificazioni in alcuni punti della trama, ZODIAC è un lavoro interessante e una piacevole lettura.