Radici lontane
In occasione della riedizione di Quando le radici in “Urania Collezione”, presentiamo un profilo di Lino Aldani tracciato da Giuseppe Lippi.
Lino Aldani era considerato il principale esponente della fantascienza italiana ed è morto a Pavia sabato 31 gennaio 2009, per un’incurabile malattia a un polmone. Suo genero, il dottor Angelo Corsico, è medico e ci fornisce alcune informazioni sulla patologia: Aldani è stato bene fino all’estate 2008, ma in settembre ha cominciato ad accusare disturbi alla prostata. Fattosi esaminare, ne è uscito con una diagnosi tranquillizzante per quanto riguarda il problema specifico, ma con la scoperta (casuale, a quanto sembra) di un piccolo tumore al polmone. Nonostante le dimensioni ridotte, si trattava di una forma particolarmente aggressiva: adeno-carcinoma. La situazione è precipitata dopo il Capodanno 2009 e l’8 gennaio, in seguito allo spezzarsi del femore, è stato necessario trasportarlo all’ospedale. Qui Aldani è rimasto poco più di tre settimane: prima presente a se stesso e impaziente di essere dimesso (“Sto morendo”, diceva ad Elettra, “fatemi tornare a casa mia”), poi gradualmente più stanco e, negli ultimi giorni, meno lucido. Non c’è stato niente da fare e si è spento la notte tra venerdì 30 e sabato 31 gennaio. Avrebbe compiuto 83 anni il 29 marzo.
Per ricordarlo ancora una volta, ma soprattutto per porgere il suo capolavoro ad una nuova generazione di lettori, abbiamo pensato di ristampare il primo e forse più autobiografico romanzo di Aldani, Quando le radici (1977). La stesura, in realtà, era già cominciata negli anni Sessanta, quando Aldani viveva a Roma e faceva l’insegnante di matematica, in preda ad alcuni dei dubbi e delle angosce che il protagonista del libro, Arno, denuncia nella parte iniziale. Come Aldani, a un certo punto Arno sente di dover tornare dove è nato, oltre il Po, per cercare di dare un senso a un’esistenza spaccata. Non sarà facile perché l’Italia del futuro che immagina il romanzo è un paese pieno di insidie e tranelli: autostrade mostruose, Tir evoluti e minacciosi, strade interrotte e dietro foreste oscure. Ma è un cammino necessario per ritrovare quello che la città di pietra gli ha tolto da tempo, per ricostruire una casa. Del resto Arno, come Aldani, un po’ romano lo è diventato e non solo nella parlata: anche la separazione ha il suo prezzo, l’inizio del viaggio è come la partenza per un’odissea. Ma il senso di una vita è nelle scelte che si fanno e Arno, come il suo autore, scavalca le strade rotte, supera i crepacci, entra nei boschi, lasciandosi alle spalle le tracce di incombente distruzione per vedere se e dove sia possibile rivivere. Arno è un italiano che, nonostante gli intrighi e i veleni, la corruzione e l’assopimento degli ideali, non scappa ai Caraibi o a Puerto Escondido come gli eroi di una generazione dopo, Diego Abatantuono nei film e tanti altri per davvero; anzi, non scappa affatto ma cerca di arrivare. Lì dove intende approdare non è un paese straniero, semmai straniato: ma questo fa parte del quadro. E’ il suo paese irriconoscibile e coperto di spine, lo stesso al quale Aldani aveva dedicato un primo romanzo, inedito, negli anni Cinquanta, affrontando l’odissea della Resistenza. In definitiva, Quando le radici è il romanzo della prossima resistenza: quella che ci sarà da combattere se e quando il paese si scuoterà di dosso il giogo del sonno. La corruzione, l’abuso di potere, l’ingiustizia sono manifestazioni dell’egocentrismo e dunque, in ultima analisi, dell’irrazionale; per nascondere il cadavere della corruttela bisogna distorcere i fatti, nascondere le verità. Il romanzo di Aldani adombra, pur in molto pessimismo, il bisogno di tornare a guardare in faccia la ragione; di scoprire il paese per quello che è. Come spesso accade in fantascienza, anche in questo caso il futuro è il deposito di un segreto che sta invece nelle origini, nella storia: Quando le radici vuol dire, in sostanza, quando riapriremo gli occhi per scoprire chi siamo.
Autore di racconti arrivato al romanzo solo più tardi, Aldani tuttavia ne ha pubblicati diversi, mentre è in attesa di vedere la luce, e ormai uscirà postumo, uno dei suoi primi libri di narrativa, peraltro di genere realistico. I romanzi di fantascienza apparsi dopo Quando le radici sono: Eclissi 2000 (1979), già ripubblicato in “Urania Collezione” e che l’autore definisce “una professione di fede: l’astronave Terra Madre rappresenta il socialismo e il romanzo poggia sulla tesi che non puoi costituire un governo, anche socialista, senza dire bugie e promettere cose false”. Nel segno della luna bianca (ovvero Febbre di luna, 1980, in collaborazione con Daniela Piegai), è “un fantasy dichiaratamente di sinistra, e come tale fu attaccato da più parti. Questi detrattori lo giudicarono il peggior romanzo sporcaccione prima di Porci con le ali…” La genesi de La croce di ghiaccio (1989) “può essere cercata nel fatto che avevo un amico prete”, raccontava l’autore in un’intervista. “E’ stato quest’amico a introdurmi nel mondo degli zingari, ed è lui che nel romanzo viene ammazzato dai gironiani. In realtà il problema religioso non è pertinente o centrale al mio libro…”. Il suo quinto romanzo, un’avventura tra il popolo rom che si svolge parzialmente a Trieste, si intitola Themoro korik ed è apparso nel 2007 presso la casa editrice Perseo (ora Elara) di Bologna, che ha in catalogo l’opera completa di Aldani, sia per quanto riguarda i romanzi che i bellissimi racconti. Elara ha pubblicato altresì, nel 2007, il vecchio romanzo del 1961 Aleph 3, che Aldani non aveva mai voluto dare prima alle stampe.
G. L.
[Nell’illustrazione, Lino Aldani visto da Giuseppe Festino.]
Posted in Profili
settembre 15th, 2009 at 11:45
libro che incuriosisce certamente. Fa voglia di comprarlo
settembre 16th, 2009 at 19:17
Parziale OT:
Urania collezione #80 Quando le radici, è uscito in edicola a Parma.:)
Un’ edicola c’è: quella in via Garibaldi, di fronte al Magistrato del Po.
settembre 17th, 2009 at 19:17
Caro Giuseppe hai una capacità incredibile di incuriosire i tuoi lettori. Appena comprato e letto ci risentiamo.
settembre 17th, 2009 at 20:11
Non prenderò questo libro e spero tanto per il futuro in scelte diverse per i titoli della collana. Spero nel ripescaggio di titoli, usciti nella collana madre anni fa, e che da anni attendono una riedizione secondo me più meritevoli di questo libro.
settembre 20th, 2009 at 11:08
Mondo bello e vario: prenderò questo libro e spero per il futuro in scelte analoghe, perchè è giusto riscoprire romanzi e autori italiani poco conosciuti, insieme ovviamente ai titoli validi usciti dalla collana madre!
settembre 21st, 2009 at 21:43
ciao a tutti e scusate se commento fuori tema, spero mi perdonerete e soprattutto spero che qualcuno mi risponda. 😉
oggi a una bancarella ho trovato “Medusa, e altri dei” (Urania 1114), antologia di racconti di Sturgeon.
Non avendo “I figli di Medusa” (Collezione Urania 18), ma essendo intenzionato a prenderlo alla prima occasione, mi chiedevo se fosse la stessa opera o no…
grazie in anticipo a chi saprà aiutarmi!
settembre 22nd, 2009 at 09:30
@mino
Ciao,
I figli di Medusa è un romanzo:
http://www.mondourania.com/collezione/%20collezione%201-20/uraniacollezione18.htm
dunque si tratta di un’opera diversa.
settembre 22nd, 2009 at 13:25
Kronos H santo subito!
grazie della risposta. Ora posso riprendere la mia ricerca de I figli di Medusa.
settembre 26th, 2009 at 21:39
caro Alessandro d., credo che una chiusura così perentoria sia un’ errore, una tale certezza in realtà potrebbe celare delle grosse lacune.
Prima di tutto dovresti leggere un libro prima di cassarlo, o quanto meno, se la tua fosse una motivazione ideologica, devi esporla altrimenti non ci permetti di capire.
Secondo alcuni classici urania non appartengono più alle licenze della mondadori, quindi non possono essere ripubblicati in Urania Collezione.
Non ti rimane che acquistare le nuovi edizioni riedite oppure fai come me e ti fermi ad ogni bancarella o negozio pieno di maleodorante umidità e tutta la polvere del creato, a cercare vecchi titoli, nelle più belle versioni di tutto il pianeta terra!!!e ti diverterai come un pazzo
ciao a tutti e buone letture
settembre 28th, 2009 at 14:11
A questo punto sorge una domanda:
di quali autori Urania non ha più i diritti? Si tratta di tutte le opere dell’autore o solo di alcune di esse?
Se qualcuno risponderà, i lettori del Blog non farebbero più domande senza risposte.
settembre 28th, 2009 at 17:03
@Giuseppe P: credo che una risposta esaustiva alla tua domanda richieda la creazione all’istante di 4-5 nuovi posti di lavoro come niente…:-)
settembre 29th, 2009 at 10:15
@Giuseppe P.
Domanda senza senso.
Nessuno acquista i diritti per la vita, salvo casi molto particolari.
Quindi Urania può pubblicare tutto quello che vuole a patto di:
-non badare al prezzo
-esercitare le dovute pressioni sui detentori esclusivi
-trovare i detentori dei diritti
-avere una risposta dai detentori
-trovare i testi (in genere è la cosa più semplice).
Prima o poi Lippi, queste semplici verità le ridirà (magari in un posto dove sia facile reperire una risposta a questa domanda che è una delle più frequenti).
Mondadori potrebbe pubblicare con la formula: “l’editore ha cercato di reperire gli aventi diritto…” ed attendere che l’autore si faccia vivo, ma di solito non lo fa (salvo che per i traduttori).
settembre 29th, 2009 at 21:07
Per Quiller ed Ernesto
La mia domanda era un pò provocatoria per sollecitare una risposta, dal momento che molti lettori chiedono un libro X o Y
sia pubblicato di recente sia non pubblicato da anni.
D’altronde la “storia dei diritti” è per lo più sconosciuta alla maggioranza dei lettori.
BEN VENGANO I CHIARIMENTI:
per questo è bello avere un blog dove si possa discutere di Urania e “intorno” ad Urania.
ottobre 3rd, 2009 at 21:00
Sono abbonato ad Urania collezione e, dopo aver letto il libro “Quando le radici” sono molto in forse se continuare a rimanere abbonato.
Leggo fantascienza da 42 anni e mi sono abbonato ad Urania collezione nella speranza di ritrovare quei classici che, letti da ragazzo, mi hanno dato un’emozione e che quindi rileggerei molto volentieri.
Tra questi, ben pochi sono stati ripubblicati da Urania collezione.
Francamente non riesco poi a considerare Aldani fantascienza, è un misto di Orwell, Buzzati e forse altri sulla stessa falsariga. Gradevole la prosa ma il messaggio, la trama sono triti e ritriti. Forse era un precursore. Certo fino a pochi giorni fa non sapevo nemmeno chi fosse, ma non me ne rammarico.
Perchè non viene ripubblicato niente di M. Leinster, perchè così poco di C. Simak, di A. Clarke di A. E. Van Vogt?
Fortunatamente c’è la fantascienza inglese contemporanea con capolavori come La Crisi Della Realtà, e la trilogia di Alystair Reynold, appena introdotta da Urania con il titolo “Rivelazione/1″. Un consiglio: da non perdere.
Scusate lo sfogo ma Urania collezione, con l’ultimo libro mi ha veramente deluso