Epix 5: Bad Prisma

luglio 23rd, 2009 by Admin Urania

Da un’idea di Danilo Arona, un’antologia inedita di racconti italiani incentrati sulla figura dell’enigmatica Melissa.

Chi è Hassilhem? Che cosa rappresenta questa malefica entità proteiforme? Quale arcano la tiene confinata in un prisma di tenebra? Quale enigma celano le sue continue apparizioni nei tempi più terribili della Terra? Quale suo potere demoniaco riesce a scatenare la furia omicida dell’uomo? Dalla decadenza del Giappone imperiale alla Vienna inquietante di Sigmund Freud, dalla tetra provincia del Ventennio nero alle strade maledette della mafia, da un esperimento comportamentale suggellato dalla sterminio ai feroci campi di fuoco del Medio Oriente fino all’ultimo, disperato giorno dell’umanità, ecco la saga senza tempo dell’imperatrice del Male Assoluto.

Indice del volume

Prefazione di Luigi Bernardi. Melissa anch’io

INTRO – Una storia di genesi di Yon Kasarai (Monte Herat, 4000 anni prima dell’avvento dell’Egira)

1. Kitsune, la donna volpe (Giappone, 1601) di Stefano Di Marino
2. La scomparsa di Melissa Prigione (Italia, Bassavilla, 1925) di Danilo Arona (snodo)
3. Berggasse 19 (Austria, Vienna, 1925) di Alessandro Defilippi
4. La buca del settimino (Italia, Bassavilla, 1948) di Danilo Arona (snodo)
5. Il passato è davanti a noi (Italia, Bassavilla, 1948) di Giorgio Bona (Italia, Bassavilla, 1948)
6. L’ultimo colpo di pistola (Italia, tra le provincie di Pavia e Bassavilla, 1967) di Angelo Marenzana
7. La settima notte (Italia, Bassavilla, 1976) di Bob Orsetti
8. Le bambole non uccidono (Modena, 1987) di Barbara Baraldi
9. Le bambole uccidono (Bassa romagnola, 1989) di Gianfranco Nerozzi
10. Il tratto nero (Italia, Palermo, 1993) di Giacomo Cacciatore
11. La fiammiferaia (Italia, Bassavilla, 1998) di Giuliano Fiocco
12. 29 dicembre 1999 h. 5, 20 (snodo) di Danilo Arona
13. Dalla nebbia (Italia, nel triangolo di Melissa, 1999) di Mauro Smocovich (snodo)
14. La forcella del diavolo (Val Pusteria, Bolzano, 2007) di Andrea G. Colombo
15. M3li$$@ (Cyberspazio, 2007) di Alessio Lazzati
16. La decima arcata (Italia, Bassavilla, 2008) di Gian Maria Panizza
17. Melissa’s Syndrome (Italia, nel triangolo di Melissa, oggi – è l’oggi del lettore…) di Edoardo Rosati
18. Zona Zero (Iraq, 2009) di Alan D. Altieri
19. Melissa Project (Spazio, 2015) di Novelli & Zarini
20. L’ultima fine d’estate (Monastero di Thule, nord del mondo, nell’ultimo giorno dell’umanità) di Claudia Salvatori

Sul blog ufficiale di Bad Prisma è possibile visionare il booktrailer e altro materiale sull’opera collettiva.

[Vai alla quarta di copertina.]

Posted in Epix, Fantasy

72 Responses

  1. GVNN

    Ma che bella copertina!

  2. :A:

    Godetevi anche le fasi della lavorazione della cover, opera di Ausonia: http://ausonia-pinocchio.blogspot.com/2009/07/epix.html

  3. stefano di marino

    Finalmente ce l’abbiamo fatta… Melissa cammina tra noi….

  4. luigi m.

    Attendo fuori l’edicola anche di notte che esca:-)
    Una notazione su Epix: ma perche’ mettere insieme horror e fantasy?? Io saltero’ tutti i volumi di maghi stregoni reami e draghetti.
    Avrei preferito che il fantasy avesse il suo pur giusto spazio in altre apposite collane, ma magari sbaglio e’ solo un opinione.
    Saluti a tutti

  5. Attilio Funel

    Francamente preferisco un horror intelligente (difficile da fare) a un fantasy stupido (facilissimo da fare). Spero che quest’antologia mantenga le promesse della pubblicità iniziale, anche perché è il primo numero di Epix che non sia una ristampa, e lo considero pertanto il primo vero numero della collana.

  6. Ernesto

    Attilio Funel
    Dove è apparsa la prima edizione di Monster Nation?
    Sono angosciato: non posso essermela lasciata sfuggire!

  7. dhr

    Melissa: la strega “discinta e scalza”, con i capelli al vento, che conduce al luogo dove riposano le ossa del mago Merlino.

  8. Ernesto

    @The Babe
    Mi stupisco che ti abbiano censurato. L’unico motivo potrebbe essere che l’argomento fosse fuori tema. D’altra parte è decisamente difficile commentare qualcosa che non si è letto.
    Se poi fosse una questione di gusti, be’ i gusti non si discutono.
    Ovviamente il tuo commento mi è sfuggito e posso parlare solo in via di ipotesi.
    X di norma è molto tollerante, ma potrebbe essere intervenuto un filtro automatico a depennare il tuo commento. La percezione di cosa sia civile o meno non può essere lasciata al giudizio di chi ha scritto il commento. Deve essere sempre un terzo a decidere.
    Arona può piacere o non piacere. E non è detta che un autore debba sempre piacere. Di solito le sue storie ambientate a Bassavilla, si lasciano leggere benissimo. Non è la prima volta che Danilo coinvolge altri autori su sue ambientazioni. Ed anche in questi casi, fa centro.
    Il libro non l’ho ancora letto, ovviamente. Ma lo leggerò di sicuro (a Borgomanero, con i nn. 3 e 4 è stato distribuito in diverse edicole, quindi non dovrei avere difficoltà a reperire il n. 5; mal che vada conterò sulla Divina Provvidenza).
    È possibile che ne parli, ma sarà difficile. Solo gli obbrobri o i capolavori mi scaldano a sufficienza.
    Non è sempre obbligatorio dire la propria opinione.
    Anche se l’horror non è il mio genere, l’horror di Arona spesso ingloba temi fantascientifici. Se non conosci Arona (motore dell’antologia) questa potrebbe essere una buona occasione (a poco prezzo, poi). Se lo conosci bene, amen: sei certamente in grado di decidere cosa vuoi leggere.

  9. Antonio F

    Il tema non sarebbe interessante: va bene, ma quale tema? L’horror? Non è un tema ma un genere. Melissa? Non è un tema ma un personaggio. La Morte? Direi che è un tema inesauribile. Il Male? Idem…
    AF

  10. Ernesto

    @The Babe
    Sei sfortunata/o. Il commento va e viene.
    Comunque sarebbe più positivo che si parlasse con cognizione di causa.
    I commenti generici lasciano il tempo che trovano.
    I temi, i motivi possibili, stando al Bleiler,della letteratura fantastica sono 11. Ognuno è suddiviso in sottocategorie per un totale di 290 (ci sono alcune voci che hanno ulteriori livello di dettaglio, ma non le ho contate).
    La struttura tipica è: Numero Romano.Lettera MAIUSCOLA.Numero Arabo.Lettera minuscola
    A lungo andare, se leggi abbastanza, tutti i temi sono ritriti.
    Le storie arturiane sono così scontate che non si dovrebbero nemmeno prendere in mano, eppure, ogni tanto qualche romanzo piacevole da leggere salta fuori.
    Le critiche non piacciono a nessuno, ma qui si possono fare. Certo che quelle a priori non sono utili ad alcuno. Se le scelte dei curatori ti fanno schifo a priori, vai ad esercitare la tua vocazione missionaria da un’altra parte. La pazienza dell’ospite, per quanto immensa, ha un limite.
    A te il tema del libro di Arona sembra trito e ritrito, ma se debbo dar retta al tam-tam sarà un indubbio successo. Al mio giornalaio, l’han già chiesto. Fortunatamente metterà via la mia copia.

  11. stefan marton

    come gia chiesto per annharra ma all’edicola della stazione dei treni di padova non li spedite gli epix ? dato che la non si e’ visto nessun numero finora !

  12. RiccardoF

    Ausonia???????? Quell’uomo è un grandissimo!! Dicevo che la copertina mi era piaciuta troppo ma non avevo capito si trattasse proprio di lui! Spero diventi un costume e non rimanga un caso isolato! Meravigliosa cover come tutte le sue opere!! Grazie a tutti per questa grande release!

  13. luciano / idefix

    Ernesto: citi EF Bleiler e la sua catalogazione (i temi del fantastico sono 11…le sottocategorie 290…). Saresti così gentile da indicarci il riferimento bibliografico? Grazie davvero.

  14. GVNN

    Bad Prisma è stato distribuito nelle edicole?

    Io non lo trovo ancora nella mia città.

  15. Ernesto

    @GVNN
    Direi che viene distribuito assieme a Urania, quindi a seconda delle zone il 1° mercoledì o il 1° giovedì del mese.

  16. GVNN

    Trovato!

  17. bibliotecario

    Firenze 1° mercoledì del mese.
    Acquistato Urania e Epix…..
    ….anticipazioni su uscite di settembre per Urania, Urania Collezione e Epix da infarto :-)
    Per chi ancora non sà non dico niente per non sciupare la lietissima sorpresa.

  18. Ernesto

    Siamo contenti: arrivato pure a Borgomanero

  19. Gabriel

    X bibliotecario

    Che invidia !!! sicuro che non ti va di anticipare niente?

  20. Giuseppe P.

    Eppure qualcuno in altro tempo in altro spazio ha detto cosa accadrà per Urania e sorelle nel mese di settembre.

  21. kitiaram

    @ Luigi m io invece volevo fosse solo Fantasy che mostri e vampiri lasciano il tempo che trovano! Salterò quindi tutti gli orror, d’altronde l’epica è fatta di guerrieri e maghi dall’inizio dei tempi!

  22. Gundam70

    Sebbene sia a solo meta’ libro, voglio postare subito il mio giudizio.
    Strepitoso! Magnetico! Un’antologia cosi’ non me la potevo nemmeno sognare.
    Immagino lo sforzo di concertare cosi’ tanti scrittori attorno ad una traccia comune ed evitare problemi di continuity.
    Alcuni bravi, altri ancor piu’ bravi.
    Complimenti a tutti.

    Gundam70

  23. zeder999

    Sono accecato io o a Milano non è ancora uscito? Ogni edicolante mi dà una risposta differente: – Non è ancora arrivato!- -E’ uscito ieri ma già terminato!- -Mi hanno chiesto resa stamattina, entro due giorni dovrebbe arrivare…- Melissa si fa attendere come ogni vera signora…

  24. Ernesto

    @luciano / idefix
    La tua domanda mi è sfuggita. Ma potevi scrivermi per sollecitare la risposta.

    Comunque: Science-Fiction: The Early Years, The Kent State University Press, 1990. ISBN 0-87338-416-4, sip (a suo tempo mi costò qualcosa come 120 $; ora temo sia un pezzo da collezione).

    Rispetto al lavoro precedente del nostro, The Checklist of Science-Fiction & Supernatural Fiction
    Firebell Books, 1978, i motivi classificati sono cresciuti di numero, anche se il libro non comprende la Supernatural Fiction, alla quale ha dedicato un altro libro (ma dove i motivi non sono tabellati).

  25. Alessandro

    Bad Prisma.
    A tutto il 28 agosto non l’ho trovato nelle città del Golfo del Tigullio (Chiavari, Lavagna, Sestri levante, Rapallo), nè tanto meno nelle edicole del centro di Genova (dove sono ancora presenti i numeri precedenti di Epix).
    Saluti

  26. Lorenzo

    Ma come lo avete distribuito questo libro? E’ introvabile! Non se ne trova copia in tutta Firenze, niente a Viareggio….. Ci sono edicolanti che nemmeno hanno mai sentito parlare della collana epix!!!
    Capisco si trattasse di un libro di un piccolo editore, ma come è possibile che un volume mondadori sia introvabile?

  27. zeder999

    Dopo settimane di ricerca ho rinunciato… A Milano non ne ho trovata una sola copia. Capisco che d’estate forse gli italiani leggano di più ma, pensando ai problemi della distribuzione agostana, non era meglio anticiparlo o posticiparlo di un mese?

  28. Antonio F

    A Torino c’era. Una splendida antologia. Gli italiani sono degli ottimi scrittori.

  29. Gian Luigi Bona

    Antologia molto bella. Spero di leggere al più presto altro materiale di questi scrittori.
    Italians does it better !!!

  30. iguana jo

    Non so se sono stato fortunato o no, ma Bad Prisma l’ho trovato al primo colpo. (per la cronaca abito a Modena, l’ho preso nell’edicola di un centro commerciale).

    Poi l’ho letto, e beh… m’è rimasto un grosso dubbio. Qualcuno lì in Mondadori i racconti se li è letti prima di mandarli in stampa?

    Perché credo che quest’antologia sia la peggio cosa made in Segrate mi sia capitata in mano dopo Pace eterna. Non tanto (o non solo) per la qualità dei racconti, ma proprio per la qualità del trattamento editoriale riservato al volume.

    Insomma, mi piacerebbe davvero capire come possa verificarsi un simile disastro, soprattutto per un progetto ambizioso come mi pareva fosse considerato questo Bad Prisma.

  31. dhr

    veramente, “Pace eterna” in versione Urania (moderna) non è ancora uscito, che mi risulti…

    Dario Rivarossa (il traduttore)

  32. Luca

    Grande antologia! Più spazio agli scrittori italiani, se sono di questo livello. Valorizziamo di più i nostri e meno esterofilia. Spero in altre antologie di pregio come queste.
    Un osservazione a Iguana: ho visto il tuo blog e la tua recensione. Potresti avere almeno il coraggio di esprimerti su questo blog alla stessa maniera di come ti sei epresso sul tuo, faresti più bella figura. Solo che esprimersi con lo stesso linguaggio maleducato e un tantino da frustrato, probabilmente da scrittore mancato, sul blog della Mondadori, è un altra cosa… Ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ci mancherebbe altro, basta che lo faccia in maniera educata.

  33. iguana jo

    @ Dario: Urania 1336 del maggio 1998.
    Sono sicuro che la tua versione sarà infinitamente migliore.

    @ Luca: un dubbio: ma è più maleducato chi fa delle ilazioni personali sull’autore di un testo o chi critica pubblicamente un libro indicandone i punti dolenti?

    Vabbé passiamo oltre.

    Ecco qualche nota per rispondere ai punti che sollevi nel tuo commento.

    – se i difetti che segnalo per te non sono tali meglio così, non trovi? C’è bisogno di incazzarsi se qualcuno non la pensa come te?

    – nei commenti di un blog si cerca, nei limiti del possibile di essere il più chiari e sintetici possibile. Il link al mio blog è lì in tutta evidenza, basta cliccare sul mio nome. Nessuno nasconde niente.

    – Non mi interessa fare “bella figura”. Mi interessa segnalare un problema e ricevere, se possibile, una risposta.

    – Mi indichi per favore in che passaggio del mio post sarei stato maleducato?

  34. dhr

    @iguana jo
    Nessun problema. Per un attimo ho temuto che INVECE la mia versione fosse uscita, e che fosse una fetenzìa. Sospiro di sollievo 😉

    Inoltre ti dò appoggio: ma perché la gente se la piglia tanto se Tizio o Caio non è d’accordo su qualcosetta?

  35. Antonio F

    Ma certo: senza dissenso, non c’è discussione. Allora discutiamo un po’, del racconto di Altieri, ad esempio. iguana jo si chiede (sul suo blog, non qui) perché i suoi personaggi passano con tanta disinvoltura dall’italiano all’americano. Beh, nella finzione letteraria, se introduco degli americani, e li faccio parlare in italiano, è come se stessi traducendo il dialogo. Se lascio alcune espressioni in slang è per caratterizzarli meglio (un po’ come fa Camilleri con i siciliani). iguana jo si chiede anche per quale motivo, in un racconto il cui fulcro è il pessimismo apocalittico di una realtà devastata dall’intervento armato dell’uomo, si presentano armi e tecnologie belliche con tanto declamatorio entusiasmo. Questo tratto, in Altieri, è ricorrente, e non si ritrova solo in questo racconto. Anche qui, in parte ha a che fare con la caratterizzazione dei personaggi. Ma, più in profondità, il punto è che la critica di Altieri scava, erode e svuota dall’interno le situazioni e i personaggi. Nelle sue storie non ci sono pacifisti e guerrafondai che si contrappongono, ma diversi modi di interpretare il mestiere del soldato: dal più fanatico al più disincantato sono tutti ugualmente destinati a soccombere al moloch della distruzione. Non c’è contraddizione, né compiacimento. L’entusiasmo declamatorio viene utilizzato per mostrarne l’insensatezza, con più efficacia di un discorso diretto di condanna. Questo è il mio parere.

  36. Lorenzo

    Ho finalmente trovato il libro grazie a un amico. Divorato in un paio di pomeriggi. Ottimo, tranne un paio di racconti che non ho digerito ma ci può anche stare.

    Due parole riguardo alle critiche senza senso di quel signore Iguana.
    Ma che libro ha letto?

    Capisco i gusti ma che metro di giudizio può avere una persona che definisce “indecente” questo volume?
    E poi che razza di tono maleducato… ma si può parlare così di un libro? Con tutto quel risentimento? Forse che abbia pagato il volume 49 euro anziché 4,90???
    Allora (forse) si spiegherebbe…… :)

    Comunque non mi pare che questo signore abbia le idee tanto chiare, anche perché criticare un racconto per colpa di una maglietta dell’uomo ragno mi sembra davvero ridicolo!!!!

  37. iguana jo

    @ Antonio: bene! una sana discussione sul merito invece che sulle intenzioni. Benvenga!
    Sui dialoghi misti: capisco la necessità di caratterizzare al meglio i due protagonisti di Zona Zero. In effetti se ci scappava un mothafucka ogni tanto probabilmente non ci avrei nemmeno fatto caso. È l’uso smodato dello stesso artificio retorico che alla lunga m’è venuto a noia. Quasi che non si fossero trovate parole equivalenti in italiano per rendere la stessa atmosfera. Oltretutto lo spazio relativo occupato dalle due lingue è quasi equivalente, e fa un po’ impressione sentire ‘sti due omoni che parlano amabilmente (si fa per dire!) in ottimo italiano, per passare quasi arbitrariamente all’americano corrotto delle periferie urbane. Dal mio punto di vista sarebbe stato più efficace, e avrebbe distratti meno il lettore, mantenere tutto in un’unica lingua. Tu citi Camilleri, ma dimentichi che i suoi personaggi parlano davvero così, mescolando liberamente italiano e dialetto siciliano. Non credo che di quelli di Altieri si possa dire altrettanto.
    Per quanto riguarda invece il contenuto politico del racconto, non posso che confermare quanto scrivevo nel blog. Qui non si tratta di fare il processo alle intenzioni (sono convinto anch’io che quelle di Altieri siano ottime), ma di offrire una lettura coerente con il testo del racconto.
    A me pare che lo sciorinare le caratteristiche tecniche dei vari strumenti di morte presentati nel racconto sia un ottimo sistema per deresponsabilizzare l’utilizzatore finale, che a quel punto diventa solo un ulteriore strumento di distruzione. Nella logica di Zona Zero questo va benissimo, ci mancherebbe, solo che a me non va proprio giù quest’ennesima trasformazione della guerra in mero videogioco distruttivo.
    Se lacolpa è di tutti, nessuno è colpevole. Via col massacro quindi. Del resto, che alternative abbiamo?

  38. iguana jo

    @ Lorenzo
    Eccomi qua a rispondere, spero esaustivamente, ai tuoi numerosi dubbi:
    Ma che libro ha letto? L
    Lo stesso che hai letto tu, immagino. Ma sai come si dice, Quot capita, tot sententiae (miiii… anche il latino!).

    Capisco i gusti ma che metro di giudizio può avere una persona che definisce “indecente” questo volume?
    No, secondo me non capisci i gusti. Ma la mia è solo un’opinione. Magari se davi un’occhiata più attenta al blog potevi notare i riferimenti ad altri libri letti. Così ti potevi fare un’idea sul mio “metro di giudizio”.
    Ribadisco, forse ce ne sia bisogno, che il mio “indecente” si riferisce alla cura editoriale pressoché nulla con qui questo volume è stato dato alle stampe, non al contenuto narrativo dell’antologia nel suo complesso.
    E poi che razza di tono maleducato… ma si può parlare così di un libro?
    Di un libro sì. Perché no?

    Con tutto quel risentimento?
    Non è risentimento. È proprio rabbia. Rabbia per l’ennesima occasione perduta, rabbia per la fiducia malriposta, rabbia per la mancanza di professionalità dimostrata.
    Poi la notte dormo bene lo stesso, però visto che in teoria qui ci legge chi di questo volume s’è occupato mi spiaceva non provare almeno a chiedere una spiegazione. Ti sembra tanto sbagliato?

    Forse che abbia pagato il volume 49 euro anziché 4,90???
    Perché? Tu giudichi una storia da quanto l’hai pagata?

    Comunque non mi pare che questo signore abbia le idee tanto chiare, anche perché criticare un racconto per colpa di una maglietta dell’uomo ragno mi sembra davvero ridicolo!!!!
    Perché ridicolo?
    Sarà che io credo che le parole siano importanti, che se uno scrittore si impegna tanto per sceglierle e metterle in fila deve avere dei buoni motivi per farlo. Se un autore decide che in una scena è fondamentale evidenziare il particolare di una maglietta, immagino che questo particolare sia importante. Se poi invece scopro che quella maglietta ce l’ha messa a cazzo, allora, se permetti, come lettore mi sento un pochino preso per il culo. E tanto per cambiare, chiedo una spiegazione.
    Anche questo ti sembra un comportamento ridicolo?

  39. Lorenzo

    Caro iguana, inizio dalla fine.
    Come lettore ti senti “preso per il culo” perché l’autore decide di descrivere una maglietta? Oppure perché la cosa è sfuggita all’editor?
    Sei davvero sicuro che il tuo metro di giudizio sia sereno? Visto che le parole sono importanti, come dici, sei certo che abbia un senso giudicare un’opera perché l’autore descrive UNA MAGLIETTA in maniera (per te) non propria?
    E’ un dettaglio ininfluente.

    Tu sei davvero convinto che l’autore si sia messo di proposito a prendere per il culo qualcuno DECIDENDO di mettere Spiderman sulla maglietta???
    Sei davvero certo che un editor debba controllare ogni riga verificando che l’autore abbia collocato ogni oggetto nella epoca giusta, abbia azzeccato ogni riferimento geopolitico, fisico o chimico?
    E chi dovrebbe essere questo editor?
    Leonardo da Vinci?
    Perché quello che magari è lampante per te per i fumetti, magari per chi dei fumetti se ne sbatte, non è così immediato. E un buon editor non credo che debba dimostrare al momento della assunzione di conoscere la biografia di Stan Lee.
    Roba da nerd coi fiocchi.

    Il tuo è e resta un intervento sopra le righe e secondo me pure un po’ maleducato.

    “occasione perduta, rabbia per la fiducia malriposta, rabbia per la mancanza di professionalità dimostrata.”

    E tutto per una maglietta di Spiederman? Non ce la dai a bere…
    Scrittore frustrato? Editor senza lavoro? Giornalista free lance in cerca di impiego?
    Nessuno si arrabbia così per un libro con difetti di editing se non ha dentro qualcosa che je rode. Fattene una ragione.

  40. Antonio F

    @iguana jo
    Camilleri però usa il miscuglio italsiculo anche nel discorso indiretto. Per il resto, perché sciorinare le caratteristiche tecniche di un’arma dovrebbe deresponsabilizzare l’utilizzatore finale? Altieri trasferisce sugli “strumenti di morte” l’enfasi emotiva che sembra mancare agli uomini che sparano e uccidono, ma è solo un espediente stilistico, una sorta di metonimia dell’angoscia, un dare anima allo strumento inanimato, per trasmettere l’orrore della guerra. Questo è ciò che ci vedo io, comunque.

  41. iguana jo

    Lorenzo, non pigliamoci per il culo.
    Le mie osservazioni sul volume le dovresti aver lette, possibile che riesci a parlare solo di una maglietta?
    Quello è uno dei difetti del volume, ce ne sono molti altri.

    Ma ok, visto che evidentemente ti preme approfondire il discorso parliamo della maglietta e del motivo per cui secondo me la sua presenza è un errore grave.

    Quando leggi una storia, sei più che disponibile a sospendere l’incredulità, soprattutto se i suoi pregi (che possono essere narrativi, stilistici, immaginifici, etc.) riescono a trascinarti nel vortice del racconto.
    Quando non si crea questa magia tra il lettore e il testo, tutti i difetti dell’opera risultano amplificati, non dimentichiamo che il diavolo è nei dettagli.

    Se nel racconto “Melissa’s Syndrome” tutto il resto fosse stato perfetto, anche il dettaglio della t-shirt sarebbe scomparso sullo sfondo.
    Purtroppo con me non è andata così. Non ho trovato il racconto interessante e in più ci ho trovato quel paio di errori fattuali che lo hanno fatto precipitare nella mia considerazione.
    Ribadisco: se un autore decide di introdurre elementi narrativi importanti, dovrebbe farsi il favore di verificare che non ci siano controindicazioni. Far indossare la t-shirt di Spiderman a un bambino del dopoguerra (e sottolinearlo!) non ha il minimo senso da qualunque parte la si guardi. Fare avvenire un incidente sull’autostrada Bologna-Padova nello stesso periodo è altrettanto grave.
    A verificare ci si mette trenta secondi, mentre l’errore stampato rimane per sempre. Col rischio di lasciare il lettore con l’impressione che lo scrittore non avesse la minima idea di quello che stava effettivamente scrivendo.

    Detto questo ripeto quanto già detto sopra: se a te il racconto è piaciuto, perché te la prendi tanto per delle critiche che ho cercato di mantenere sul piano dell’oggettività?

    Perché accanirsi a trovare dei secondi fini nelle mie parole e non limitarsi a contestare le mie critiche con argomenti un po’ più solidi della mia presunta frustrazione o invidia?

    Se questo è il livello a cui vuoi portare la discussione mi dispiace, io mi fermo qui.

  42. iguana jo

    Antonio, se Altieri avesse usato il mix italo/americano anche nel discorso indiretto non ne saremmo usciti vivi! :-)

    Poi chiedi: “perché sciorinare le caratteristiche tecniche di un’arma dovrebbe deresponsabilizzare l’utilizzatore finale?
    Perché rende l’arma più solida e presente, più vera</i insomma, della persona destinata a usarla. Tanto che l’utilizzatore a quel punto si riduce a un mero accessorio, scevro da ogni coinvolgimento, libero da ogni responsabilità.
    Che è poi la stessa cosa che scrivi anche tu, solo con una chiava interpretativa opposta.
    Per me l’orrore del conflitto è molto più evidente quando sono le persone ad esserne gli artefici e le vittime. Disumanizzare la guerra, come fa Altieri, la rende, sempre secondo me, decisamente più asettica e in qualche modo divertente (per dire: i due protagonisti non danno l’idea di essere davvero fighi? l’episodio del tiro al sopravvissuto non ha lo stesso tenore che avrebbe in un qualsiasi becero action-movie made in USA?).

  43. Antonio F

    Non mi pare che Altieri disumanizzi la guerra. Al contrario, la umanizza molto, usando degli stilemi che sono tipici dell’action movie, come dicevi tu, ma cambiandoli di segno, estremizzandone la logica fino al punto da farla implodere. Questo è il suo stile, la sua originalità. La tua griglia interpretativa un po’ “tradizionale” lo porterebbe, se vi si adeguasse, a perdere i suoi tratti più personali. Naturalmente lui non ha alcuna intenzione di cambiare stile, immagino, e tu hai a tua volta il diritto di non condividere la sua impostazione.

  44. Lorenzo

    Iguana, adesso che si parla di te, vai per il sottile? Uno che scrive sul suo blog che un racconto gli ha fatto venire i CONATI, non riesce a reggere qualche mia osservazione?

    Ti prego non fare il permaloso. Se pretendi di avere la libertà di definire indecenti e vomitevoli opere altrui, puoi anche continuare a parlare con me che mi sono guardato bene dall’offenderti.

    Se non sei in grado di reggere lo stress, allora la prossima volta invece di fare lo splendido nel sicuro della tua stanzetta, vola più basso e renditi conto che un po’ di umiltà e buona educazione non guastano mai.

    Detto questo: nemmeno a me “Melissa’s Syndrome” è piaciuto, ma ribadisco che tutto il tuo argomentare appare a un osservatore esterno (e non arrabbiato come te) assolutamente pretestuoso. Non c’è modo di convincere un lettore medio (e pure ignorante, perché no) come me che un errore ridicolo come quello della datazione di una maglietta, possa fare arrabbiare qualcuno o far gridare allo scandalo.

    Riguardo alle tue critiche che a tuo dire sarebbero rimaste sul piano dell’oggettività, insisto col dire che non contesto quello che tu pensi sul libro, ma il modo come lo fai e i pretesti che usi. Ti ripeto che visto da fuori, tu mi pari incazzato come una bestia e i motivi di tanto livore risultano incomprensibili se non con motivi che esulano dalla oggettiva qualità del volume.

    Tu hai qualcosa che ti rode, è evidente. Ce l’hai con Mondadori o con l’editor o con qualcuno degli autori. Il tuo gioco è talmente sfacciato che fa quasi tenerezza e il fatto che adesso pretenda di tirarti indietro quasi offeso la dice lunga sui due pesi e due misure che stai usando.

    Mi chiedo: non sarebbe il caso che Mondadori chiedesse agli autori di intervenire in questa discussione? Vorrei proprio vedere un Cuor di Leone come te offendere a viso aperto queste persone. Anzi, perché non organizzano una bella cena: tu e Altieri e tu gli spieghi il tuo punto di vista.

    Si può fare questa cosa? Mi farebbe molto godere vi prego! 😉

  45. X

    Ok, provocazione per provocazione, direi che ora la possiamo fare finita qui. D’accordo o no, ogni inutile aggiunta a questa polemica verrà moderata dal sottoscritto. Quindi vi invito alla massima collaborazione.

  46. Anna Feruglio Dal Dan

    Ciao Lorenzo

    Secondo me non hai colto la ragione per cui Giorgio evidenzia il problema di far comparire una t-shirt con un superuomo Marvel negli anni Cinquanta, o di far accadere qualcosa, sempre negli anni Cinquanta, ai bordi di un’autostrada la cui costruzione è iniziata nel 1966.

    Il punto non è se il racconto sia bello o brutto. A te è piaciuto, a Giorgio no, io non l’ho letto, non è questo il punto.

    Il punto è che Giogio parla della cura editoriale del prodotto. E parte della cura editoriale è controllare che non ci siano in un testo errori grossolani.

    Nell’editoria anglosassone ci sono professioniti ben pagati (pagati più di un traduttore in Italia, in effetti) che fanno esattamente questo: leggono il testo con grande attenzione, segnalano discrepanze (“Nota: Qui Jovanca ha gli occhi azzurri, mentre a pagina tre erano verdi”), rilevano errori fattuali (“Lo Spitfire non era ancora stato progettato nel 1932″).

    In Italia non ci sono i fondi per far questo, e di solito è il curatore o il correttore di bozze che supplisce. Il che vuol dire che raramente ha il tempo di andare a controllare (come ho appena fatto io) in che anno è comparso lo Spitfire.

    Ma che i bambini negli anni cinquanta non indossassero t-shirt della Marvel e che l’autostrada Padova-Tarvisio non esistesse non sono particolari oscuri che occorre consultare Wikipedia per notare. Se faccio mente locale e immagino mio padre giocare per strada non me lo vedo con una maglietta dell’uomo ragno. Il punto di Giorgio è che gli anacronismi di questo genere dovrebbero venire notati e corretti (a meno che non abbiano ovviamente una buona ragione) prima di arrivare in stampa.

    Personalmente, capisco come un errore possa disturbare e irritare. Avevo un amico che diceva che Indiana Jones e L’Ultima Crociata era indecente perchè gli aerei che inseguono i Jones padre e figlio non esistevano in quell’anno, non disturbava me più che tanto. Ma quando in un libro inglese trovo gli italiani che si riferiscono a qualcuno come “Signore Smith” invece che “signor Smith” mi viene un urto di nervi che non aiuta.

  47. iguana jo

    Lorenzo, io sono più che disponibile a proseguire la discussione. Solo mi pare fossimo qua a discutere di Bad Prisma non dei possibili motivi per cui io esprimo le mie opinioni. O mi sbaglio?
    Per cui se hai voglia di mantenere la discussione sui binari della qualità letteraria/editoriale/stilistica/etc etc. del volume in questione io sono qua, se invece preferisci fare della psicologia d’accatto, beh… come dicevo sopra, non sono interessato.

    Un’altra cosa, per quanto io possa essere stato cattivo esprimendo le mie critiche sulla cura editoriale di Bad Prisma e sulla qualità di alcuni racconti, non mi sono mai permesso di azzardare giudizi sulle persone coinvolte nel progetto (del resto come potrei? a parte Yon Kasarai e Sergio Altieri, di cui ho la massima stima, gli altri non li conosco proprio. Magari si facessero vivi qui dentro!).
    Detto questo, potresti magari provare a spiegarmi perché a te ““Melissa’s Syndrome” non è piaciuto. Magari ne viene fuori qualcosa d’interessante.

    (PS: a cena con Altieri ci sono già stato. No, non da solo, e non c’è stata occasione di scambiare quattro chiacchiere sulla sua produzione letteraria – che del resto conosco molto poco. Se ci saranno altre occasioni non mancherò, puoi starne certo, di proporgli il mio punto di vista. Cavolo, le discussioni letterarie dal vivo sono solitamente molto più divertenti che in rete!)

  48. X

    Giorgio, a che ti servirebbe avere qua dentro gli autori se il tuo giudizio è ormai formulato, e per di più non tanto contro le singole opere dei singoli autori (che si limitano a svolgere, parole tue, più o meno bene il loro compitino, in maniera più o meno dignitosa, etc.) ma contro il progetto editoriale nella sua interezza?

    Al momento io ho letto appena un paio di racconti, ma li ho trovati entrambi in linea con lo spirito dell’iniziativa: rendere omaggio all’universo letterario concepito da Arona, concedendo qualche ora di svago al lettore con un gioco di specchi tra la mitologia e la fascinazione contemporanea delle leggende metropolitane. Non mi sono ancora imbattuto in imprecisioni come quelle 2 contro cui hai puntato il dito, né contro altre meno gravi. Quando capiterà, sarò curioso di confrontare la mia reazione con la tua.

    Per il momento mi limito solo a constatare che, se la cura editoriale del volume ti ha fatto gridare allo scandalo, dal momento che questa è “in assoluto la peggiore antologia” che ti sia capitata di leggere, devi essere stato veramente fortunato nella tua lunga carriera di lettore.

    Mi auguro che il confronto prosegua su toni civili.

  49. Lorenzo

    Anna forse non hai letto attentamente il mio intervento: nemmeno a me quel racconto è piaciuto! Ma un conto è dire: “Ok, questo non mi è piaciuto”, un altro è scrivere un post come ha fatto il Sig. Iguana, arrabbiatissimo.
    Se per te è normale ARRABBIARSI per la lettura di un libro non discuto, pace.

    Detto questo, ho già chiarito che secondo me l’idea che Iguana (e adesso anche tu) ha di un editor è assolutamente irrealistica.
    Ogni riga di ogni racconto sarebbe da controllare. Si dovrebbero avere conoscenze specifiche IN OGNI SETTORE dello scibile umano, altrimenti è impossibile sapere se quello che si legge potrebbe celi o meno una incongruenza.

    Ti ripeto: io non avevo idea della data di nascita di Spiderman. Evidentemente come me, anche l’editor. E’ una colpa per un editor non avere conoscenze di tale tipo?
    Secondome no.
    E’ un errore, non lo discuto, è palese. Ma che sia un errore in grado di fare incazzare qualcuno, mi sembra fuori dal mondo.

    Ma detto questo, il pezzo sul blog del Sig. Iguana dice in maniera chiara che le colpe sono degli autori.

    <>

    e se non fosse chiaro:

    <>

    A me non sembra che serve aggiungere molto altro: si parla di scelta di racconti. Di libro indecente. Si ironizza sugli autori. Dai, il Sig. Iguana ha il dentino avvelenato. Non è possibile scrivere cose simili solo di un libro che non è piaciuto.
    Tra l’altro, perpura curiosità, ho googlato un po’ e non ho letto un solo altro blog dove si spali così tanto fango su questo libro.
    Questo è il fatto che a mio sindacabilissimo giudizio il libro mi sia piaciuto, qualche dubbio me lo fanno venire.

  50. Lorenzo

    Chiedo scusa, citando due brani del blogdi Iguana devo aver fatto casino…

  51. Lorenzo

    Iguana, io avrei voluto leggere un tuo commento sulla qualità “letteraria/editoriale/stilistica” dei racconti. Ma se tu nel tuo blog ti limiti a scrivere: “la maggior parte dei partecipanti si accontenta del compitino più o meno dignitoso, più o meno – solitamente molto meno – originale.” sono io a chiedere a te di parlarci di stile e letteratura.

    Facci capire: sei arrabbiato con Mondadori o con gli autori?
    Secondo te liquidare questi racconti definendoli tutti in un botto “compitino più o meno dignitoso” è una recensione? E’ un sapido commento? Io lo leggo e non capisco.
    Poi leggo il libro e capisco ancora di meno.

    Che esperienza hai per affermare una cosa simile? Non te lo chiedo per offenderti: voglio capire quale sia il tuo metro di giudizio. Io leggo horror da quando ho 14 anni, tonnellate di volumi. E ti dico che la maggior parte (non ho detto TUTTO, ho detto lamaggior parte) dei racconti di questo volume ha stile, ritmo ed è di pregevole fattura.

    Se tu mi dici che non è così PER TE ottimo. Ma non sono io ad aver scritto un pezzo su un blog. Sei tu. E ti sei messo “alla berlina” così come gli autori. Quindi sei criticabile quanto loro. Io non ho velleità autoriali, né giornalistiche. Forse tu sì.
    Accetta tu per primo la critica, se vuoi avere il diritto di esercitarla.

  52. Darkyo

    @Lorenzo
    Senza entrare nel merito della questione, non credo che scrivere un commento su un blog equivalga a esercitare la professione giornalistica.
    Al contrario, criticare un libro o, in generale, un’opera letteraria è DIRITTO INTANGIBILE di ogni Lettore.

  53. Lorenzo

    @Darkyo
    Io sono lettore ANCHE del blog di questo Iguana adesso. Quindi è mio DIRITTO INTANGIBILE esprimere quello che penso del suo elaborato. Ed è proprio il mio diritto che ho appena esercitato.

    Oppure vuoi dirmi che è un diritto che funziona solo in un senso?

  54. Casval Som Daikun

    Una grande raccolta,con storie tutte valide e alcune da antologia,sopratutto “Katsune,la donna volpe” “Zona Zero” e M3li$$@

  55. Darkyo

    @Lorenzo
    Dipende dai punti di vista. Personalmente ritengo che i blog siano più assimilabili a commenti personali (valutazioni personalissime su un qualcosa) che agli articoli giornalistici, i quali comunque possono esprimere valutazioni personali, ma secondo canoni deontologici di professionalità.
    Ad ogni modo, criticare una “valutazione personale” di un utente del blog facendo riferimento a sue “situazioni personali” dell’autore (vere o presunte che siano) mi pare, in questo caso, poco significativo nonché poco costruttivo ai fini discussione.

  56. Lorenzo

    @Darkyo:

    Non ho criticato la valutazione personale, ma le motivazioni e il tono. Se per Iguana è normale definire il lavoro altrui indecente e vomitevole, non vedo perché io non possa esprimere concetti simili sul suo operato.

    Lui addirittura avanza ipotesi che mi chiedo come possa verificare (ha intervistato tutti gli autori?) sull’impegno degli autori coinvolti dicendo che se ne sono sbattuti proponendo un compitino.

    E io nemmeno posso giudicare bizzarro il suo operato? Non so scritto:

    IL BLOG DI IGUANA MI VA VENIRE I CONATI ED E’ INDECENTE!

    Sono stato assai più educato e moderato. Se Iguana vuole usare la sferza sugli altri e pretende che si usi il guanto di velluto quando viene il suo turno, mi sa che ha sbagliato a fare i calcoli.

    Che li rifaccia e si adegui.

  57. Fabio N

    Bad Prisma è un’antologia godibile. Sono contento d’averla letta, e a chi fosse incuriosito suggerisco di cedere alla tentazione. L’investimento è minimo e, come in tutte le antologie, c’è sempre la possibilità di testare anche autori per noi nuovi, oltre che incontrare quelli che già conosciamo.

    Non posso onestamente affermare che tutti i racconti mi siano piaciuti in egual modo, la forbice in tal senso è ampia. Con due dei racconti, proprio non mi sono trovato. Gusto personale, beninteso. Discreti, buoni e anche molto buoni tutti gli altri.

    Nell’esprimere giudizi su Bad Prisma, andrebbe necessariamente tenuto conto che il progetto, al quale va riconosciuta anche una dose d’originalità e una complessità d’intenti, non si presentava di facile realizzazione. Come esperimento antologico, nasce un po’ sui generis. In tal senso, l’obiettivo ambizioso può aver creato in alcuni lettori una aspettativa superiore, solo parzialmente disattesa, determinando in alcuni casi giudizi più severi del dovuto.
    Il lavoro di Arona come ideatore e curatore può essere oggetto di critiche da parte di chi lo ritiene opportuno (non il sottoscritto), ed è giusto che sia così per libertà d’opinione e per la proficuità del dialogo. Ma la curatela non può essere denigrata.

    Constato comunque che i pareri sono discordi, ma in prevalenza l’accoglienza è stata favorevole.

    Tra i racconti che io ho preferito, metterei in prima linea quelli di Giacomo Cacciatore e Andrea G. Colombo. Poi i vari Defilippi, Lazzati, Di Marino, Baraldi, etc… Il racconto di Altieri, di cui si è parlato? Beh, come ho avuto modo di dire varie volte, la scrittura di Altieri “o si ama o si odia” (sto un esagerando, sia chiaro…) proprio per le sue caratteristiche. Il racconto proposto dell’antologia è in pieno stile e contenuti alteriani. Dei quali sono un ammiratore di lunga data, quindi: vuol dire che mi ci trovo.

    Ci sono imprecisioni, sviste, in alcuni dei testi? E’ vero. Ma sì, dai, anch’io mi sono accorto della maglietta di Spiderman fuori tempo, e il pensiero è stato: ma dai :)! Ma non ci sono morto sopra. Va bene sensibilizzare gli autori su questi aspetti, senza però poi farne un dramma.

    Apro una parentesi… venale.
    Negli scambi sopra, ad un certo punto si è parlato di “valore” di un libro.
    Qualcuno ha sottolineato che il vero valore di un libro non può venir legato al costo (non cito testuale, perdonatemi, il senso è quello). Sacrosanto. Ci mancherebbe altro. Si sceglie un libro per i contenuti e per l’autore, in primis. Nondimeno, il lettore (a meno che non frequenti solo le biblioteche e non sia affetto come molti dei lettori dalla malattia del possesso e della collezione) acquista. E se acquista, spende. E se spende, deve far i conti con le finanze, proprie o familiari. Si chiama scelta responsabile.
    Quindi, siamo franchi: a meno che uno non abbia il popò economicamente coperto, a parità di “vero valore” delle opere, il prezzo del volume che ne fa da veicolo può ragionevolmente fare la differenza.

    @Iguana
    Credo proprio che non ci sarebbe stata nessuna levata di scudi o repliche veementi in seguito al post sul tuo blog (più “pesante” di quello piazzato qui) se le stesse identiche tue critiche e osservazioni fossero state esposte pur anche con la stessa energia e passione, ma con maggior rispetto (che immagino ci sia, ma viene soffocato dal resto) per gli autori e il curatore, e una espressione meno esacerbata, polemica, vagamente violenta e alla fin fine offensiva. Ci sono frasi e parole che, messe giù pubblicamente, è inevitabile ingenerino irritazione o rabbia in chi non condivide una posizione. A me, lo ammetto, hanno dato fastidio; e l’amicizia con vari degli autori coinvolti ci entra solo in parte. Attenzione, non i contenuti: i modi. Così non si riesce a ragionare o a discutere. Solo a catalizzare i meccanismi di azione e reazione. Seminare vento, raccogliere tempesta… Banale? Sì: ma umano. E quindi da prendere in considerazione a priori.

    Peccato, perchè nel tuo post i presupposti per una chiacchierata razionale (anche con qualche nuovo ospite del tuo blog) su quali siano i motivi per cui non hai gradito Bad Prisma c’erano. Anzi, ci sono. Ma il tono sopra le righe, scelto consapevolmente, che hai adottato ha inficiato in partenza una altrimenti più proficua discussione civile tra posizioni differenti. Non tutte le reazioni sono state pertinenti? Sì, concordo. E capisco. Anch’io mi incavolai, a suo tempo. Per poi lasciar perdere… Ma possibile che in anni di polemiche e discussioni nel fandom italiano non abbiamo ancora capito dove andiamo a finire se impostiamo possibili dibattiti in un certo modo?
    Non volevo intervenire su questo punto, perchè dubito arriveremo da qualche parte. Alla fine, ci sono arrivato.
    Il fatto è che, mi pare per il poco che ci bazzico rispetto agli altri, nel web si stanno moltiplicando interventi, spesso anche ben scritti, graffianti, franchi, più analitici e attenti di tante recensioni leggere e vacue, ma il cui entusiasmo e passione valicano i confini della critica, o dell’ironia leggera, per assumere i connotati della stoccata velenosa, diventando anche offensivi. Mancando alla fin fine di rispetto all’impegno degli autori. E talvolta anche lo scopo finale, se positivo, di confrontarsi sui loro lavori.

    Se il tentativo di questi appassionati è di rendere il prato della narrativa italiana più rigoglioso e curato, allora è giusto responsabilizzare i giardinieri e dialogare con gli altri astanti, non spargere agente orange, buono per “terminare” il parco, gli addetti ai lavori e anche le generazioni a venire.

    Se invece fosse dimostrare implicitamente che la narrativa di genere non è, salvo rare eccezioni, patrimonio “anche” degli autori italiani, allora comprenderei le loro azioni (a scanso di equivoci, sono sicuro che Iguana Jo non va in questa direzione, semplicemente ha una forte fiducia nelle qualità del diserbante 😉 ).

    Io preferisco curare il prato.
    Cercare di parlare con i giardinieri, e con chi prova piacere a frequentare il parco. :)

  58. Gerardo

    il racconto di Andrea G. Colombo è il più bello.

  59. il professionista

    bell’intervento, Fabio. Dire che sono d’accordo è ovvio.
    Sinceramente penso che Bad prisma sia un’antologia con pregi e difetti come moltissimi-se non la maggior parte- dei volumi che escono in edicola in libreria.
    mi ha stupito vedere quanta acredine -che sospetto nasca dall’invidia- abbia suscitato.
    bene, intanto se ne parla. Vorrei però rivolgermi ai colleghi, autori noti ed esordienti, che hanno accettato l’invito di Danilo con passione dando il meglio della loro capacità. Siate orgogliosi del vostro lavoro. Le critiche ci saranno sempre, a volte vale anche la pena di ascoltarle anche se non credo alla ‘critica costruttiva’ in sè. Di solito chi critica cerca di demotivare, di umiliare, spesso di offendere e quando lo fa in maniera subdola è ancora più antipatico di quanto lo fa apertamente.
    io non accetto nè per me nè per i colleghi insulti gratuiti omascherati da dotte dissertazioni sul genere.

    Quindi , cari amici, continuate a scrivere a raccontare le vostre storie. E quando(se mai) leggerete i capolavori di chi vi dileggia e spregia oggi non perdete tempo a criticare. ridete e continuate a scrivere.

  60. Darkyo

    @Lorenzo
    La mia era una puntualizzazione quasi formale, non volevo entrare nel merito né del contenuto dell’intervento di iguana (del quale -lo ammetto- condivido qualcosina), né tanto meno del tono dello stesso (sul quale nutro anche io delle riserve).
    Penso semplicemente che attaccare “sul piano personale” una persona perché ha esposto una critica forte e sprezzante, quasi ingiuriosa, oppure ha dato una sua valutazione con toni polemici, accesi e strafottenti, anche se “notoriamente”(?) motivata da fini egoistici e distruttivi, sia sempre e comunque inutile: basta semplicemente controbattere le tesi dell’avversario senza scendere sul personale. 😉

  61. iguana jo

    @ Giovanni: mi ero perso il tuo intervento, sorry.
    Credo che potersi confrontare con gli autori non sia mai tempo sprecato. Per quanto io abbia le mie idee, sai bene che non sono poi così testone da non saperle cambiare.
    Riguardo alla mia affermazione su “la peggiore antologia mi sia mai capitato di leggere”, ripeto che mi riferivo al trattamento editoriale che è stato riservato a Bad Prisma, non tanto al valore medio dei singoli racconti, che ok, mediamente non mi hanno entusiasmato, ma che comunque riservavano qualche gradita sorpresa.

    @ Fabio: finalmente un bell’intervento pacato e pacificatore! :-)
    Rispondo in breve ad alcuni punti che sollevi:
    Ok, prendo atto che il tono del mio post non sia stato digerito a dovere dai numerosi amici che chi ha partecipato a Bad Prisma ha in giro per la rete. Mi spiace per loro, ma non sono capace di scrivere in maniera più cauta (del resto mica faccio lo scrittore, io :-)).
    Se il tono del mio post è sopra le righe (e lo è, non faccio nessuna fatica ad ammetterlo) non è assolutamente per invidia o frustrazione come qualcuno non smette di insinuare. Semmai per troppo amore per la letteratura di genere, che io mi auguro possa finalmente avere quel guizzo che in Italia le è sempre mancato (giallo e noir esclusi). Se scrivo “indecente” o parlo di “conati” oltre che per reazione viscerale a fine lettura, è anche per bilanciare l’eccesso di entusiasmo che mi pareva di aver colto qua e là.
    Insomma a me sembra che questo Bad Prisma sia ben lontano dal rappresentare un punto di arrivo, il modello di riferimento per il nuovo gotico italiano, che sia anzi ancora parecchio lontano da quello che io ritengo sia uno standard accettabile per un’antologia che si riprometta di dire qualcosa di nuovo nel settore.
    Se me la prendo soprattutto con la curatela editoriale del progetto è perché, stante il valore medio non esaltante dei racconti (sempre secondo me, ci mancherebbe), l’unico strumento per raddrizzare un minimo la situazione era nelle mani del curatore, che a mio avviso si doveva prendere la responsabilità di rileggere, rifiutare, correggere quei racconti palesemente insufficienti. Invece nel corso della lettura il ruolo dell’editor m’è parso davvero inesistente (o quanto meno inefficace).
    Un’altra cosa che mi ha lasciato leggermente perplesso, e che credo abbia avuto le sue conseguenze sulla genesi del volume è la constatazione riportata con orgoglio dei legami d’amicizia che legherebbero tutti i partecipanti al progetto. Intendiamoci, che tra le persone coinvolte i rapporti siano ottimi è una bella notizia, però non credo che l’amicizia sia un requisito necessario alla buona scrittura. Anzi, secondo me il mescolare i rapporti personali e professionali, confondendo magari i ruoli per eccesso di confidenza, rischia di rivelarsi deleterio per la gestione di un progetto che richiede polso fermo e una certa intransigenza rispetto a uno standard qualitativo minimo. Non so come sono andate le cose per Bad Prisma, ma il discorso fatto sopra sulla carenza di editing potrebbe essere stato causato anche da un’eccessiva fiducia nelle capacità dei singoli autori di autogestirsi.
    Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti. Un’antologia come questa che a me sembra essere stata concepita avendo come obiettivo più la soddisfazione degli autori coinvolti piuttosto che quella del lettore.
    Queste almeno sono le impressioni del sottoscritto. Sbagliate? Boh… Contestabili? Certo! Ma oh… questo è quello che penso.
    Per quella che è la mia piccola esperienza un confronto franco e diretto è sempre preferibile all’accomodamento di circostanza o alla cura del proprio orticello. Gli autori dovrebbero rendersi conto che qua fuori c’è un pubblico che potrebbe essere molto più ampio e ricettivo di quello costituito da amici e fan. È a questi lettori che dovrebbero essere indirizzate le loro storie. È con il mondo esterno che dovrebbero avere il coraggio di confrontarsi, che a star sempre nel proprio giardino si sta magari belli comodi e coccolati, ma ci si perde il panorama circostante.

  62. Darkyo

    Sulla qualità dei racconti è inutile, non ci si troverà mai d’accordo perché i gusti son gusti: ci tengo solo a dire che il migliore è “Berggasse 19″ di Alessandro Defilippi, una ghost story che mi ha strappato qualche bel brivido. I miei complimenti all’autore.

    Ho apprezzato molto anche il progetto e l’idea dell’antologia, ma la realizzazione lascia un po’ a desiderare: gli errori segnalati (non solo da iguana),infatti, pur non rovinando il piacere della lettura, sono così macroscopici che fanno quasi imbestialire! Non si tratta di “cavillare”, ma di pretendere un minimo di “professionalità”. Ma, ne sono convito, andrà meglio la prossima volta.

    Il vero boccone amaro, però, è la scelta dell’ambientazione: perché tutti i racconti (tranne uno) si svolgono in Nord-Italia? Ch’è, qui in Terronia non abbiamo anche noi le strade e la nebbia? :( :( :(

  63. undermoon

    credo che tutti gli autori siano del nord. ci mancava che ambientassero qualcosa al sud e commettessero errori grossolani come mettere la Salerno/ReggioCalabria che passava a Bari. E chi li sentiva poi i Cercatori Di Punti neri?

  64. Lorenzo

    @IGUANA:
    “Se scrivo “indecente” o parlo di “conati” oltre che per reazione viscerale a fine lettura, è anche per bilanciare l’eccesso di entusiasmo che mi pareva di aver colto qua e là.”

    (MODE VULVIA ON)

    BILANCIATORI DI ENTUSIAMO.
    SU RIEDUCATIONAL CHANNEL.

    (MODE VULVIA OFF)

  65. Ernesto

    Mi sono letto il commento di IguanaJo.
    Ed ho imbucato la mia risposta.
    Per motivi vari ho iniziato tardi a leggere il libro.
    A parte il tono, molte delle osservazioni sono corrette. Il tono, visto che è a casa sua, può tenerselo come gli pare. Il giudizio che ha dato qui è decisamente più equilibrato. Non è un peccato parlar “male” di un libro, qui.
    Quello che scoccia a tutti sono le sistematiche denigrazioni. Non è il caso di IguanaJo.
    È stato scorretto chi ha voluto portare la polemica in questa sede, andandosi a prendere giudizi forse pesanti, ma che qui erano stati espressi nella dovuta forma.
    L’inizio non è stato incoraggiante.
    Il racconto pseudo giapponese di Di Marino non è male (il Giappone antico è un po’ diverso, ma la storia è piacevole). Ma il primo racconto di Arona, “La scomparsa di Melissa Prigione” grida vendetta, sotto il profilo storico. I fascisti parlano come i fascisti del 1930, la ragazza segue la moda del 1930, la Fiat 509 sarebbe stata presentata al Salone di Torino 7 mesi dopo gli avvenimenti. Probabilmente come Bassavilla non esiste nello spazio, così questa è una storia fuori dal tempo. Non si può fingere aderenza alla storia e poi bucare nelle piccole cose. Ne perde di credibilità il progetto. E da quanto dice IguanaJo mi aspettano delle sorprese.

  66. dhr

    @Ernesto e … tutti …

    Tutto si potrà dire di questo blog, tranne che non sia interessante. Anche per chi magari non legge il libro “x” ma legge le recensioni & considerazioni qui pubblicate.

  67. Quiller

    Ho finalmente letto anch’io il libro. Il giudizio è positivo, ci sono diversi racconti validi, altri meno riusciti ma dove si vede comunque la stoffa dell’autore. Mi sono particolarmente piaciuti i racconti di Gianfranco Nerozzi, Andrea G. Colombo e Giacomo Cacciatore.

    Le incongruenze segnalate da IguanaJo nel racconto di Rosati le avrei notate anche se non fossi stato avvertito (ma tutto il racconto mi è sembrato bisognoso di un’aggiustatina), quelle segnalate da Ernesto mi hanno attraversato completamente, per pura ignoranza da parte mia.

    Ma proprio mentre arrivavo alla fine, quel “lievitazione” al posto di “levitazione” nella penultima pagina del volume mi ha quasi completamente guastato l’atmosfera, ricca di accenti lirici, del bel racconto della Salvatori, che si presentava come un’oasi serena dopo lo stridore e l’accumulo di immagini “forti” del racconto di Altieri, solitamente meglio calibrato, qui in versione “telegramma da 40 pagine”. Refuso davvero infelice.

    Bilancio comunque positivo, però, tanto più che in genere le storie di fantasmi mi interessano pochissimo.

  68. Ernesto

    @Quiller
    Se non si bada alle incongruenze, il livello dei racconti è mediamente gradevole. Ma le incongruenze incidono molto sul piacere della lettura.
    Prendiamo “L’ultimo colpo di pistola”. Le autoradio erano una rarità nel 1967 e con l’antennone che necessitavano attiravano tutti i ragazzini. L’ideale per andare a fare una rapina. Gli espropri proletari sono venuti di moda dopo il 1970, così come dichiararsi prigionieri politici quando la polizia li beccava. Una storia che sarebbe stata perfetta nel 1977, stona nel 1967. L’autore dimostra una chiara simpatia per i suoi personaggi. Dovrebbe conoscere un po’ di storia… Ma evidentemente non è così. E siccome l’ignoranza è diffusa (purtroppo) può anche sperare di farla franca. Troppa fatica documentarsi? Allora si incassa la critica e si sta zitti.

  69. dhr

    @Ernesto

    Parole sante.

  70. Quiller

    E se avessero “semplicemente” retro- o post-datato alcune storie al di là delle intenzioni degli autori, in modo da sgranarle uniformemente lungo il secolo? Ipotesi azzardata (dopotutto uno dei racconti con anacronismi è proprio di Arona, il curatore) ma forse da prendere in considerazione.

  71. dhr

    Le ipotesi azzardate sono le UNICHE da prendere in considerazione :-)

  72. ryuchan

    ho appena finito di legger tutti (più o meno velocemente) i commenti e…beh, confesso che tanti errori non li ho notati nella lettura del libro, forse perchè mi faccio prendere più dalla storia che dai dettagli…

    cmq il libro non è stato male, con delle storie che mi sono piaciute più di altre alcune che non sono riuscita ad apprezzare…
    mi sarebbe piaciuto vedere più approfondite alcuni racconti, come per esempio quello introduttivo e quello conclusivo…mi hanno intrigata molto ^^!

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