I funerali di Lino Aldani

febbraio 3rd, 2009 by Admin Urania

Nel racconto di Giuseppe Lippi.

Lunedì 2 febbraio in tutta la Lombardia c’è neve; non ce la sentiamo di partire in macchina e alle 12,05 prendiamo un treno in Centrale. Alle 12,33 siamo a Pavia, dove ci raccoglie il genero di Lino, dottor Angelo Corsico. Essendo medico, ci fornisce alcune informazioni sulla patologia: Lino Aldani è stato bene fino all’estate 2008, ma in settembre ha cominciato ad accusare disturbi alla prostata. Fattosi esaminare, ne è uscito con una diagnosi tranquillizzante per quanto riguarda il problema specifico, ma con la scoperta (casuale, a quanto sembra) di un piccolo tumore al polmone. Nonostante le dimensioni ridotte, si tratta di una forma particolarmente aggressiva: adeno-carcinoma. Non è uno dei tumori che attaccano preferibilmente i fumatori, ma di quelli che possono colpire chiunque; il fatto paradossale è che Lino Aldani non aveva alcun disturbo respiratorio.

Arrivati all’Istituto per le Malattie del lavoro, saliamo al terzo piano; qui ha sede una fondazione che assiste i malati terminali. Ancora fino a Natale, raccontano il dottor Corsico e sua moglie Elettra, figlia unica di Aldani, lo scrittore era riuscito a partecipare alla vita di famiglia, sia pure sempre più inappetente e con difficoltà motorie. Per spostarsi da una stanza all’altra usava la poltroncina a rotelle dello studio: questo perché il tumore aveva cominciato a diffondersi nelle ossa. La situazione è precipitata dopo Capodanno e l’8 gennaio, in seguito allo spezzarsi del femore, è stato necessario trasportarlo all’ospedale. Qui Aldani è rimasto poco più di tre settimane: prima presente a se stesso e impaziente di essere dimesso (“Sto morendo”, diceva ad Elettra, “fatemi tornare a casa mia”), poi gradualmente più stanco e, negli ultimi giorni, meno lucido. Non c’è stato niente da fare e si è spento la notte tra venerdì 30 e sabato 31 gennaio. Avrebbe compiuto 83 anni il 29 marzo.

Nella camera ardente arriviamo poco prima della chiusura della bara. In qualche minuto è tutto finito e il convoglio delle macchine prende la strada di San Cipriano Po, il paese di Aldani a una ventina di chilometri.

Qui, alle 14,00, si svolge una breve cerimonia civile nella sala comunale, alla presenza del sindaco Pietro Faravelli, dei parenti stretti e alcuni amici: gli editori Ugo Malauti e Armando Corridore, vari affezionati lettori. Diamo un breve addio allo scrittore di “Buonanotte Sofia”, “37° centigradi”, Quando le radici ed Eclissi 2000. Ugo Malaguti parla della sua fantascienza realistica e impegnata, io stesso ricordo l’apertura dei tempi in cui Aldani cominciò a scrivere, il breve periodo del boom negli anni Sessanta. E’ strano parlare di fantascienza davanti a una cara persona morta: penso che sia la prima volta che mi capita e, spero, l’ultima. Molti hanno le lacrime agli occhi; Mirella, moglie di Aldani, è stretta tra le cognate. La fantascienza sarebbe davvero fuori posto, se non fosse anche ciò che ha rappresentato l’arte di Aldani. E per un uomo che scrive, vita e creazione sono una cosa sola.

Del resto, molti dimenticano che “fantascienza” è un’etichetta di comodo, una gabola quasi, ma è il fantastico che sta al cuore dell’operazione e Lino Aldani è stato un grande del fantastico, definizione che non credo respingerebbe. Fantasia lucida e avvertita, si è detto, per capire la realtà invece che sfuggirla. E che da oggi vivrà nel ricordo e nei suoi libri.

La mattina di martedì 3 febbraio, Aldani è stato cremato e l’urna inumata nel cimitero di San Cipriano Po.

G.L.

Posted in Antigravità

4 Responses

  1. gattostanco

    Non ho potuto esserci. Grazie infinte per queste parole.

  2. Fabio Pagan

    Grazie, Giuseppe, per questo semplice resoconto, senza enfasi e senza retorica. Nel ricordo mi rimarrà la bella festa per gli ottant’anni di Lino, nel 2006, al Ponte della Becca e poi a casa sua, a San Cipriano Po.

  3. alessandro

    Grazie anche da parte mia. Hai detto molto, hai detto tutto, nel modo sobrio che era così suo.

  4. The Babe

    Ma avanti, non disperate! Come tutti gli scrittori, Lino grazie alle sue meravigliose opere vivrà per sempre… Ha lasciato la sua traccia indelebile e, accidenti, non è da tutti! Grazie, Lino

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