“La più altruistica delle missioni”: Daniel F. Galouye

novembre 21st, 2008 by Admin Urania

Una presentazione di questo grande autore della fantascienza, anticipatore di panorami virtuali e interprete dell’angoscia esistenziale contemporanea, a firma del nostro curatore Giuseppe Lippi.

Se c’è un autore che quest’anno “Urania” ha trattato con i guanti bianchi, questi è Daniel F. Galouye.  Dopo una lunga assenza dalle nostre edizioni, in pochi mesi abbiamo riproposto il celebre dittico di Stanotte il cielo cadrà (“Urania collezione”, agosto) e ora, nel “Millemondi” invernale, ripubblichiamo quasi tutto quanto c’era ancora da ripubblicare tra le opere già tradotte in italiano. Per gli inediti, ci stiamo organizzando.

Né siamo i soli, ad aver voglia di ritrovare questo narratore mai troppo famoso, mai esaltato alle cerimonie ma caro a tutti quanti (autori e lettori) amino la buona fantascienza ricca d’invenzioni. Nel 2007 Galouye è stato scelto per un premio postumo che già nel nome la dice lunga: il Cordwainer Smith Rediscovery Award, patrocinato dalla famiglia di un altro grande della sf e dedicato alle riscoperte doverose nel campo. Scrive sul sito Rosana Hart, figlia di Smith: “Cosa possiamo dire di Daniel F. Galouye? Nato nel 1920, era di poco più giovane di mio padre. Come lui, è morto dopo aver toccato la cinquantina (1976). Durante la Seconda guerra mondiale era stato pilota e aveva riportato ferite alla testa che alla lunga anticiparono la sua fine. Galouye viveva a New Orleans, dove è stato redattore del ‘New Orleans States-Item’. All’attività di giornalista, negli anni Cinquanta e Sessanta  ha affiancato quella di scrittore di fantascienza per riviste come ‘Galaxy’ e ‘Fantasy & Science Fiction’. Tra i suoi romanzi più famosi ricordiamo Universo senza luce (noto anche come Percezione infinita, 1961) e Simulacron 3 del 1964. Universo senza luce fu candidato al premio Hugo 1962 ma perse a favore di Straniero in terra straniera di Robert A. Heinlein. Oltre ad aver ispirato un film e una serie televisiva, Simulacron 3 ha avuto un certo influsso su Matrix”.

La serie televisiva, in realtà un film di 205 minuti diviso in due parti, s’intitolava Il mondo sul filo (Welt am Draht, 1973) ed era diretta nientemeno che da Rainer W. Fassbinder.  Il film Il tredicesimo piano (Abwärts in die Zukunft, 1999) è altrettanto tedesco ed è interpretato fra gli altri da Vincent D’Onofrio.

Tornando per un momento al Cordwainer Smith Rediscovery Award, notiamo che negli anni precedenti il premio era stato vinto da Olaf Stapledon (2001),  R. A. Lafferty (2002), Edgar Pangborn (2003), Henry Kuttner & C. L. Moore (2004), Leigh Brackett (2005), William Hope Hodgson (2006). Quest’anno (2008) è andato a Stanley G. Weinbaum. Insomma, alcuni tra gli autori più amati ― spesso segretamente amati ― della fantascienza angloamericana di tutti tempi. A quando la loro raccolta in una maxiantologia dedicata a quello che veramente conta, gli autori del cuore? Ci fermiamo qui o saremo accusati di deamicisismo, ma promettiamo che “Urania” ci penserà per un “Millemondi” futuro o un volume di Natale.

Ancora qualche parola per completare il quadro biografico. Non è vero che Galouye abbia scritto solo per riviste di prestigio come “F&SF” oppure “Galaxy”, anzi a volte il suo nome spiccava su testate minori (il che non vuol dire meno interessanti) come “Imagination”, dove è stato pubblicato Stanotte il cielo cadrà, oppure “If”, tutt’altro che minore e valida consorella di “Galaxy”. Non è stato un autore importante solo per il pubblico affamato di nuove idee (e quelle di Galouye lo erano sempre: la realtà autentica dell’universo, quella virtuale, un mondo al buio eccetera), ma anche per i colleghi scrittori. E per gl’intellettuali, se è vero che l’eminente biologo Richard Dawkins, autore del Gene egoista, considera Universo senza luce uno dei suoi libri preferiti insieme a La nuvola nera di Fred Hoyle.

Nel presente volume abbiamo unito il celebre Simulacron 3 (noto anche come Counterfeit World) a un romanzo relativamente dimenticato ma degno di un’immediata riscoperta, Psychon (Lord of the Psychon) e a un romanzo breve che molti fra i lettori più maturi ricorderanno con piacere, Il tempio di Satana (Satan’s Shrine, 1954, che ci riporta alla prima fase della carriera galouyana). In più, abbiamo deciso di ripubblicare la raccolta Partenza domenica e altri racconti (The Last Leap and Other Stories of the Supermind, 1964) che offre una parte della non grandissima produzione breve di Daniel F. Galouye.

Cominciamo dal testo più antico. Uscito su “Galaxy” ― la rivista leader nel genere sociologico degli anni Cinquanta ― rimane un racconto lucido ed esemplare grazie al ritmo serrato dell’azione. Ma c’è di più, e il contenuto è riassunto al meglio nella prefazione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini all’omnibus L’ombra del 2000: “Per un ‘pessimista’ come Pohl… si trova sempre un ‘ottimista’ come Daniel F. Galouye, che nel suo Tempio di Satana trasforma la tirannia nella più altruistica delle missioni”.

Psychon è una storia dell’orrore. Ma un orrore programmatico, scientifico, aggiornato che più di così non si potrebbe. Niente ectoplasmi, niente maledizioni qui; al contrario, “le città della forza: enormi prismi, obelischi, cubi, cilindri, romboidi, cupole, piramidi, dai colori abbacinanti e corruschi… dove s’annidano i Padroni del Psychon! E ‘il giorno dell’orrore’ s’avvicina di nuovo. Una data ormai ricorrente sulla Terra, in cui una sinistra rete luminescente s’accampa contro il cielo, e l’umanità superstite si contorce in preda a tormenti senza nome. Ogni anno la Rete dell’Orrore si stringe di più. E un piccolo gruppo di uomini dalle uniformi stracciate, miseri resti dell’Esercito e della Marina degli Stati Uniti, è tutto ciò che rimane per salvare la Terra dalla caduta finale nel mostruoso universo dei Padroni del Psychon”. (La prosa iperuranica, naturalmente, è di Carlo Fruttero.)

Simulacron 3 parte, in modo molto originale, dal vecchio problema del “vero. Falso. Simulato. Sono queste le categorie che sfidano oggi  la capacità di osservare e capire la realtà. Ma la fantascienza [e la filosofia, aggiungiamo noi] l’avevano già capito. Ad esempio con questo singolare romanzo finalmente ripresentato al pubblico italiano. Fuller ha messo a punto un simulatore in grado di creare un mondo virtuale popolato di personalità fittizie, programmato per riprodurre specifici aspetti della società e sperimentare nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Quando Fuller muore in un incidente, Douglas Hall assume la direzione del progetto. Ma c’è un problema: uomini e oggetti cominciano a sparire in misteriose circostanze e, stranamente, Hall sembra il solo a rendersene conto. Si proietta quindi nel mondo del Simulacron per indagare, e qui incontra Morton, l’unico abitante del mondo virtuale che sia consapevole di vivere in una creazione artificiale… Se ogni certezza svanisce in una vertigine di mondi fittizi, dove cercare a questo punto la realtà?” E’ una bella domanda, non c’è che dire. Tonda e opportunamente riportata in fondo alla quarta di copertina della riedizione Nord (1998).

In Partenza domenica, infine, “lasciamo al lettore di vedere con quanta originalità si combinino il tema classico dell’invasione, quello della telepatia, e quello della telecinesi. Nel secondo racconto non ci sono extraterrestri, ma c’è, ignorata fino all’ultimo, qualcosa che non è la Terra…; gli aliens ricompaiono nel terzo, sotto forma di pseudo-scimmie, e nel quarto sotto forma del figlio di un diplomatico interplanetario; in entrambi i casi, comunque, la molla dell’azione resta quella dei ‘poteri della mente’. ‘Gli occhi del cane’, quinto e ultimo racconto, conclude con una trovata straordinaria questa antologia del ‘super-normale’” (C.F. & F.L.).

Dopo quest’antologia di giudizi, non ci resta che augurarvi buona lettura. G.L.

[Immagini: in alto, particolare della copertina del volume dei Classici di Urania n. 193. In basso, la copertina di Simulacron 3 nell’edizione della Nord.]

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8 Responses

  1. LupodeiCieli

    Ovviamente l’unico che non avete inserito è Universo senza Luce che è anche l’unico che non posseggo e non ho letto. Grazie

  2. LupodeiCieli

    Scherzi a parte è un autore che merita una riedizione, spero di non dover attendere a lungo gli inediti.

  3. Stefano

    Spiacente ragazzi,
    ma ho trovato la lettura di Galouye assolutamente insopportabile,tanto da aver abbandonato “Stanotte il cielo cadrà” a metà.
    Scusate la franchezza,ma la Fantascienza quando va esaltata lo si fa senza riserve,così come quando va,senza retorica,criticata.

  4. marco milani

    Mi accodo a Stefano.
    La prima parte l’ho finita. Discreta ma non esaltante, e non mi dato l’input per andare avanti.
    La seconda ho tentato… non sono riuscito a proseguire.
    Proverò qualcos’altro di Galouye, poi non è detto il suo stile sia consono a tutti. :)

  5. ilgattosilver

    Consiglio, a chi ha interrotto la lettura, di leggere però Il Tempio di Satana: merita sicuramente…

  6. Stefano

    Quello l’ho letto,ed effettivamente è migliore di altre opere di Galouye:l’idea non è afftto male,e il colpo di scena finale chiude un bel racconto lungo.

  7. Il Trasfigurato

    A proposito di Galoye e di “Psycon” in URANIA Millemondi, nella più grande edicola-libreria di Palermo non sono riuscito a comprarlo ! L’ho acquistato come reso in una fumetteria che li vende con un piccolissimo sconto, ed ho finito di leggerlo da relativamente poco. Spero di non sbagliare il thread, ( si dice così?), ma non sono molto pratico di blog e premetto che sono nuovo del blog di URANIA e che solo moooolto occasionalmente ho scritto qualcosa sul web (per Wikipedia in occasione della ristampa de “I reietti di Ragnarok” di Tom Godwin), e che la unica forma di contatto con gli appassionati di Urania è stata la iscrizione al sito del Trifide come il “Trasfigurato” ma solo per celia e buonumore.

    Ho riletto con piacere Psycon, dopo tanti anni, mi ricordo che rimasi tanto impressionato da copiare la copertina di Karel Thole facendone un quadretto ad olio con colori e forme “interpretate”. Ma non avevo mai letto “Simulacron” che mi appare ora come una evoluzione concettuale del primo racconto.
    Ne ho parlato con mio figlio che studia in Accademia di Belle arti e si è fatto quattro belle risate prima guardando il quadretto, e poi, soprattutto, quando gli ho suntato la trama dell’altro racconto “Simulacron”, per me era e ed è una idea genialissima ed assolutamente futuristica. Visto che in passato mi ero occupato all’universita ( economia) del famoso pamphlet di Vance Packard ” I persuasori occulti”
    Mi ha apostrofato (con sguardo di compatimento):” papà, ma guarda che esiste una serie di giochi per PC della ditta Maxis a nome SIMCity, tra cui l’ultimo SimCity Societes è proprio come il tuo Simulacron !! “.

    Breve ricerca in Wikipedia e scopro che è proprio così. Ma allora la Maxis ha “copiato” da Galoye, o che ?
    Qualcuno ne ha un’idea ?

  8. anacho

    Lupo, alla fine universo senza luce è arrivato. XD

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