Mordecai Roshwald

ottobre 2nd, 2008 by Admin Urania

Torna con un romanzo inedito l’autore di Livello 7, profeta della prossima apocalisse. Ce lo presenta Giuseppe Lippi.

Mordecai Roshwald è nato il 26 maggio 1921 in Polonia, da genitori ebrei, e ha vissuto in varie parti del mondo: Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti. E’ un accademico che ha insegnato presso molte università, conquistandosi la stima e l’affetto di importanti colleghi. Bertrand Russell e Fred Hoyle salutarono con entusiasmo l’uscita del suo primo romanzo, Level 7 (1959); Russell, in particolare, lo definì “uno di quei libri che dovrebbero essere letti da qualunque persona adulta, sia nel blocco occidentale che in quello orientale”. Level 7 è apparso da poco in una nuova edizione della prestigiosa Library of America, la collezione che consacra i grandi libri prodotti nell’ambito culturale statunitense, e la traduzione che ne abbiamo riproposto l’anno scorso in “Urania collezione” è basata scrupolosamente su di essa. Nominato Professor Emeritus all’Università del Minnesota, Mordecai Roshwald vive attualmente nel Maryland.

Come autore di letteratura, la sua fama poggia su due soli libri: Level 7 appunto, che “Urania” tradusse per la prima volta nel 1960, alla fine della gestione Monicelli, e il presente A Small Armageddon (1962), che lo stesso autore ci ha inviato dopo essere entrato in contatto con il nostro editor Sergio Altieri. Entrambi i romanzi appartengono al genere fantapolitico o fantabellico, una forma di racconto a suspense che negli anni a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta esprimeva le preoccupazioni degli intellettuali sull’uso delle armi atomiche. Buona parte di quei racconti si servivano della forma dell’apologo, mostrando al pubblico, in modo spettacolare, le conseguenze di un uso dissennato del potere: alcuni ricorderanno film come L’ultima spiaggia (On the Beach, 1959) tratto dal romanzo di Nevil Shute e diretto da Stanley Kramer; A prova di errore (Fail Safe, 1964) di Sidney Lumet, e lo stesso, magistralcomico Dottor Stranamore (Dr. Strangelove, or, How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, 1964) di Stanley Kubrick. Level 7 appartiene alla medesima categoria e non a caso ne venne ricavato il film per la TV Level 7 (1966), diretto da Rudolph Cartier e andato in onda il 27 ottobre 1966 nel programma antologico Out of the Unknown, a quell’epoca alla seconda stagione. L’adattamento fu scritto da J.B. Priestley e una scheda in inglese del telefilm si trova all’indirizzo http://www.imdb.com/title/tt0279922/ .

La differenza tra fantascienza del dopobomba e racconti fantabellici è che la sf classica ama descrivere il mondo dopo l’olocausto, mentre, di solito, gli apologhi descrivono le premesse della crisi e la crisi stessa in presa diretta, come se la fine del mondo stesse svolgendosi sotto i nostri occhi. Un esempio cui sembrano calzare entrambe le definizioni è Lot di Ward Moore, ma non ve ne sono molti. A Small Armageddon, uscito tre anni dopo Level 7, è ambientato in un altro luogo claustrofobico, una specie di equivalente marino del tunnel del primo romanzo. Si tratta di un sommergibile atomico americano che sorveglia i movimenti dei russi sotto le acque della banchisa polare. Il problema, naturalmente, non nasce dal sommergibile o dalle testate nucleari in sé, ma dagli uomini a bordo. Consapevoli di trasportare gli ordigni della fine del mondo, questi uomini si sentono irrimediabilmente attratti verso l’unico peccato che gli antichi, più saggi di noi, considerassero davvero grave: la hùbris. Orgogliosi come dei, con varie testate atomiche sotto il cavallo, concepiscono un piano di distruzione totale commisurato ai propri interessi privati.

Nonostante che i personaggi di Roshwald si presentino a noi come i nuovi marinai nucleari, e dunque esseri prometeici, il racconto non sembra fare troppe concessioni al mitologico: A Small Armageddon resta innanzi tutto una secca storia di guerra all’americana. Quello che preoccupa Mordecai Roshwald non è tanto il sorgere di una razza di titani che diano la scalata al cielo “con la violenza dell’uragano” (oltretutto, avrebbero poche possibilità di goderne i frutti), ma il fatto che al giorno d’oggi un singolo gesto, una singola mossa sbagliata possa scatenare la distruzione della vita. Come il presidente impazzito de La notte di Camp David, l’ufficiale impazzito di A Small Armageddon vuole la distruzione del mondo come coronamento dei propri delirii d’(im)potenza.

Mordecai Roshwald sarà ricordato a lungo per questi due romanzi, classici moderni come è un classico moderno la bomba atomica loro ispiratrice. Enrico Fermi, Oppenheimer e gli altri padri dell’Energia liberata ne sarebbero orgogliosi.

Giuseppe Lippi

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