Visti con il Professionista/18

aprile 19th, 2010 by Alessio Lazzati

Visti con il Professionista – I Classici del Cinema di Spionaggio/18 – Intrigo a Berlino

A cura di Stephen Gunn

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“Non si lascia mai veramente Berlino” dice uno dei personaggi di questa spy-story sofisticata, diretta con grandissima cura dei particolari e cinefila affezione da Steven Soderberg. Il romanzo originale di Jospeh Kanon, pubblicato qualche anno fa da Mondadori, creava un affresco della capitale tedesca nell’immediato dopoguerra senza decidersi tra l’intrigo politico e la fotografia d’ambiente.

Il film di Soderberg preferisce citare indirettamente Il Terzo Uomo, ma strizza l’occhio a Casablanca benché l’innegabile romanticismo sia stemperato dall’amarezza.

Ne esce una storia di emozioni che trova i suoi punti di forza nel bianco e nero che, a volte, sembra voler cancellare i mezzi toni e, in altri passaggi, vibra di sfumature.

La carrellata di immagini prese dagli archivi dell’Armata Russa sui primi giorni di “pace”, nel giugno del 1945, ci introduce in una città devastata dove in una lussuosa villa di Postdam si svolgerà la conferenza tra Alleati e Sovietici per la divisione dell’Europa. Jacob ‘ Jake’ Geismer, ex giornalista dell’Associated Press a Berlino prima del conflitto, e reduce lui stesso come inviato di guerra a Londra e in Europa, arriva in città per seguire la conferenza. Indossa panni militari, ma il suo grado non ha valore, uno dei tanti inganni di cui neppure lui si rende conto. A cominciare dall’autista assegnatogli d’ufficio, Tully. L’intraprendente giovanotto vive di traffici al mercato nero, si accompagna a una enigmatica e fascinosa prostituta locale, Lena, che, scopriremo, è stata amante e collaboratrice di Jake prima della guerra.

Berlino, nei giorni che precedono il lancio della bomba atomica su Hiroshima sta pianificando la divisione dell’Europa e preparandosi alla prossima guerra, quella “fredda” dominata dal terrore dei missili e dell’ossessione dei governi per la loro costruzione. Quindi alla frenetica corsa ad accaparrarsi i migliori cervelli teutonici, indipendentemente dai crimini commessi durante il regime nazista. Un tema che abbiamo già visto in numerosi film e romanzi dell’immediato dopoguerra.

Presto Jake Geismer comprende di essere al centro di una complessa partita che vede numerose forze in conflitto tra loro. I servizi americani guidati da Muller, il procuratore militare Bernie, alla caccia di criminali di guerra , l’ambiguo Sikorski del servizio d’intelligence sovietico e una manciata di poveracci che cerca di guadagnare da ogni commercio possibile all’interno di una città distrutta. Emblematico è proprio il personaggio dell’autista Tully, un furbo ragazzotto americano che vede in Berlino un ‘ventre molle’ da spremere e cerca di vendere segreti che lo sfiorano appena. Quello più importante è la presenza in città di Emil Brandt, segretario dello scienziato missilista Bettmann che gli americani già nascondono con l’intenzione di trasferirlo negli USA.

Emil è anche il marito di Lena. Si nasconde nelle viscere della città custodendo un segreto spaventoso: le orribili pratiche ordinate da Bettmann nel campo segreto Dora dove si costruivano i missili. Migliaia di prigionieri sacrificati, crimine che sarebbe più comodo attribuire a una non ben identificata volontà di sterminio nazista. Ma Emil, che si sente un ‘buon tedesco’, vuole espiare, raccontare le atrocità di cui è stato impotente testimone. La sua presenza e i suoi appunti diventano la posta di una partita incrociata. Gli americani sperano che Geisman attraverso la sua veccia fiamma Lena li porti a Emil.

Tully cerca di vendere il marito di Lena sia agli americani che ai russi e ci riuscirebbe se l’avidità non lo spingesse a pericolosi caroselli dentro e fuori dal settore sovietico. Finisce con una pallottola nella schiena; ma scoprire l’assassino, per Jake, si rivelerà più amaro di quanto immagina. E intorno al giornalista americano prende forma una città che, come in tutte le migliori storie di spionaggio di ieri e di oggi, è la vera protagonista della vicenda. Ciniche prostitute che farebbero di tutto per un ‘vero’ panino con il prosciutto, ebrei sopravvissuti senza gambe chevendono ogni cosa, spie, sbirri brutali, assassini dei servizi segreti. Si muovono sotto porticati in penombra, localacci fumosi, case circondate da cumuli di macerie e piazze affollate da parateche, invece di celebrare vittoria e prosperità a venire sono solo presagi di nuovi conflitti. In tutto questo intrigo di tradimenti, doppi giochi, rapide ma efficaci esplosioni di violenza.

Il rapporto tra Jackie e Lena si riaccende, diventa più complesso. Con il viso di Kate Blanchett , Lena è un personaggio sfaccettato, affascinante e terribile, ingenuo e pericoloso. Lena è una sopravvissuta, un’ebrea cui il destino ha regalato solo una spigolosa bellezza. Per sopravvivere ha tradito la sua gente, ha sposato un SS, dopo la guerra ha subito violenza da un sovietico e lo ha ucciso, tratta con tutti, da Tully ai vertici americani, è disposta a tutto pur di lasciare Berlino con una somma che le permetta di rifarsi una vita a Londra e ad espiare,a suo modo, concedendo al marito la possibilità di redimersi con una confessione. È persino disposta a fingere amore per Jack e, ingenuamente cede alle promesse di Bernie che, nel frattempo, ha barattato la vita di Emil con la possibilità di punire con la pena capitale dieci criminali di grosso calibro.

Così all’appuntamento che dovrebbe garantire una relativa sicurezza a Emil, si presenta un sicario di Muller. Qui Jake ha la sua occasione di mostrarsi eroe d’azione. Elimina l’assassino ma non prima che abbia ferito Lena e Emil. Questi fugge, indifeso, e viene eliminato da uno sbirro tedesco che completa il lavoro degli americani. Sulla Postdamer Platz sfila una parata di fronte ai potenti della terra mentre Hiroshima consuma la sua tragedia.

La guerra è finita ma non i travagli dei protagonisti. Sinceramente innamorato, Jake scambia i diari di Emil – dei quali è entrato in possesso – contro la libertà di Lena che, ristabilitasi, può imbarcarsi in una notte di pioggia sul volo per Londra. Sulla pista di volo la realtà emerge in tuta la sua crudezza. Lena è una vittima ma anche un carnefice, donna capace dei tradimenti più biechi pur di sopravvivere. Un futuro con Jake è impossibile anche se, dalle occhiate che si scambiano lo spettatore intuisce una passione che il Destino ha avversato. Una trama complessa che richiede attenzione e conoscenza della storia da parte dello spettatore ma che risulta coinvolgente grazie all’intensità degli interpreti, alle musiche scelte con cura e le immagini ancor una volta vere dominatrici dell’azione. Intrigo a Berlino è al tempo stesso un omaggio al cinema della guerra fredda e al noir americano anni ’40 con le sue donne fatali. La cornice storica conferisce alla narrazione un ulteriore interesse.

SCHEDA TECNICA

Genere: Guerra fredda

Intrigo A Berlino(The Good German) USA, 2006 – Durata103’- regia di Steven Soderberg. Sceneggiatura di Paul Attanasio dal romanzo omonimo di Josepf Kanon. Interpreti- George Clooney: Jacke Geismer. Kate Blanchett: Lena Brant- Tobey McGuire: Tully- Beau Bridges:Muller-. realizzato dalla Warner, è disponibile in DVD

Posted in Visti con il Professionista

2 Responses

  1. f.denard

    Chissà perché le storie ambientate in quegli anni, sono così affascinanti, tutte, dalla prima all’ultima. Un fascino che le storie odierne, non hanno più. Che ne pensate? Che sia la vecchiaia incombente?

  2. il professionista

    no caro f.denard è che i guai odierni nascono in quelle atmosfere fumose dove grigio e cenere coprono il bianco e il nero. la spy, vive di ambiguità e la fine della guerra fu l’ambiguità suprema perchè ne iniziò un’altra che nessuno voleva guardare…

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