Intervista a Chris Grabenstein

marzo 16th, 2010 by Alessio Lazzati

Ho avuto il piacere di scambiare quattro parole via email con Chris Grabenstein, l’autore di “Weekend all’inferno”, Segretissimo di Febbraio e in passato di due Gialli Mondadori (Giro della morte, N°2946 e Giro di Killer, N°2970) in occasione del suo esordio sulla collana. Grazie a Chris, persona davvero simpatica e disponibile, per la chiacchierata.

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AL – Buongiorno Chris e benvenuto sul blog di Segretissimo Mondadori.

CG – Grazie per avermi invitato!

AL – Due tuoi romanzi sono già usciti in passato per il Giallo Mondadori. Cosa puoi dirci di «Weekend all’inferno»?

CG – “Weekend all’inferno» è stato ispirato da una domanda: cosa succederebbe se la più grande minaccia alla sicurezza americana venisse non da un gruppo di terroristi stranieri, ma da una cellula cresciuta all’interno degli USA e che impiega le stesse tattiche di Al Qaeda? È interessante e triste al tempo stesso notare che con la vittoria di Barak Obama, primo presidente nero della storia americana, questi gruppi, specie quelli per la supremazia della razza bianca che descrivo in «Weekend all’inferno», stanno guadagnando forza. Ho fatto in modo che il mio eroe, Christopher Miller, si sia trovato a fronteggiare i medesimi ostacoli incontrati dagli agenti dell’FBI che, prima dell’11 Settembre, dovettero interrogare musulmani sospetti che stavano prendendo lezioni di volo.

AL – La serie dei romanzi con protagonista Miller è più orientata all’azione?

CG – Cerco di scrivere i thriller con Miller dandogli lo stesso ritmo della serie TV «24». Colpi di scena senza sosta, un continuo gioco tra gatto e topo con sorprese e capovolgimenti di fronte inaspettati. Parecchi lettori non sono riusciti a mettere giù il libro finché non l’hanno terminato!

AL – Il fulcro del romanzo è la minaccia della supremazia bianca. Posso permettermi di chiederti quanto è concreta questa minaccia e a cosa ti sei ispirato?

CG -Come dicevo, è una minaccia in crescendo e molto concreta. In America abbiamo Glenn Beck, un personaggio della TV, che cerca di instillare nella gente una sorta di fervore rivoluzionario, proprio come il predicatore misterioso del mio libro. Solo che Beck lo fa alla TV nazionale! Ho preso ispirazione dalla mia infanzia nel sud degli Stati uniti, dove atteggiamenti razzisti sono ancora fin troppo diffusi. Scrissi il romanzo anni prima dell’elezione di Obama. Oggi temo che potrei aver predetto il futuro.

AL – Ho letto sul tuo sito che hai iniziato come autore per la pubblicità. Come sei diventato un narratore?

CG – Sì, ho scritto testi di pubblicità per diciassette anni. A dire la verità, il mio primo capo nel settore fu un signore di nome James Patterson, uno degli autori più venduti in America e nel mondo. Molti autori di thriller hanno cominciato nel mio stesso settore: Clive Cussler, Ted Bell, Stuart Wood, e l’elenco potrebbe continuare. Nel campo della pubblicità si acquisisce la disciplina necessaria per scrivere otto ore al giorno, davvero preziosa quando si tratta di completare un romanzo. Si impara anche a non sprecare il tempo del proprio pubblico. Nel settore della pubblicità televisiva, se lo annoi, lo spettatore cambierà canale. Così i mie libri, credo che ve ne accorgerete, non sono mai noiosi!

AL – Su cosa sei al lavoro in questo momento? Quale sarà il tuo prossimo lavoro e quando uscirà?

CG – Quest’anno sto scrivendo tantissimo. Il 5 Maggio l’editore Pegasus pubblicherà qui negli States «Rolling thunder» il sesto volume delle avventure di John Ceepak. Il primo racconto breve con Ceepak protagonista uscirà sull’Alfred Hitchcock Mistery magazine di Giugno. In Agosto il mio racconto «Demon in the Dunes» sarà nell’antologia dedicata al soprannaturale curata da Charlaine Harris, l’autrice dei libri da cui è tratta la serie TV True Blood. Sempre in Agosto poi uscirà il mio nuovo libro per adolescenti, The Smoky Corridor, per la Random House.

AL – Hai qualche consiglio per gli aspiranti scrittori?

CG – Leggere, leggere, leggere. Poi scrivere, scrivere, scrivere. Una buona idea è prendere un libro che avete adorato e leggerlo tre o quattro volte. Durante la terza e quarta lettura, cominciate a smontarlo come farete col motore di un’auto, per vedere come funziona. È così che ho imparato le regole del thriller e del Mystery. Trovate la struttura, la spina dorsale della narrazione e poi filtratela con la vostra voce!

AL – C’è qualche episodio divertente o curioso capitato durante la tua carriera che ti va di raccontarci?

CG – Le cose più divertenti probabilmente sono quelle che capitano quando svolgo le mie ricerche. Nel romanzo «Hell Hole» il quarto della serie di Ceepak per esempio, dovevo far succedere un omicidio all’interno di un gabinetto pubblico chiuso, lungo un’autostrada. Per riportare ogni dettaglio in maniera corretta, ho dovuto svolgere un sopralluogo in una struttura parecchio puzzolente e fare delle fotografie. Quando ho tirato fuori la macchina fotografica vicino agli orinatoi mi sono beccato davvero delle brutte occhiate.

AL – Qualcos’altro da aggiungere per i lettori di Segretissimo? Ti lascio la scena.

CG – È entusiasmante vedere le proprie storie tradotte in un’altra lingua. Non tutti gli americani sono fuori di testa come i cattivi di «Weekend all’Inferno», ma purtroppo, alcuni di noi sì!

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One Response

  1. AgenteD

    Ringrazio il curatore del blog per l’intervista; il romanzo, poi, l’ho letto con molto gusto!

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