Campi di Morte – Torna il Professionista
CAMPI DI MORTE. TORNA IL PROFESSIONISTA
Di Stefano Di Marino
A un anno di distanza da Beirut gangwar Chance Renard torna sulle pagine di Segretissimo. Non è che nel frattempo il Professionista e il suo autore siano rimasti con le mani in mano. In realtà nell’estate del 2008 oltre al succitato romanzo i lettori hanno potuto rileggere I lupi muoiono in silenzio ( avventura pubblicata per la prima volta in Anime nere e quindi ripubblicata nel SuperGiallo, storia temporalmente successiva a Gangland). Oltre a questo racconto sull’antologia Legion (Supersegretissimo) è apparso il racconto Contratto veneziano che sancisce l’incontro tra Antonia Lake e Chance in uno scenario italiano ed è successivo a Rififi a Pigalle apparso in coda a Beirut gangwar. Questo intrecciarsi di racconti non tutti presentati in ordine cronologico ha ragioni editoriali per cui è opportuno fare un po’ d’ordine. Avvicinandosi il quindicennale del personaggio, la serie sta affrontando alcuni mutamenti di ambientazione e di tono, allargando non solo gli scenari a una realtà, quella italiana, più vicina a noi, ma sfiorando il nero criminale oltre che approfondire l’abituale storyline spionistica. Inoltre il termine (forse solo temporaneo…) della serie Vlad ha stimolato il passaggio di uno dei personaggi più amati di quella saga a quella del Professionista. Ovviamente si tratta di Antonia Lake, l’assassina feroce e seducente presente contro e a fianco di Vlad dall’episodio Senza nome né legge. Il Segretisismo di febbraio 2009 Vladivostok hit, firmato sempre Gunn era dedicato tutto ad Antonia e alle sue vicissitudini con il gruppo 666 che in Contratto veneziano vediamo apparire anche nell’universo di Chance. Restava però aperta una linea narrativa, più noir, legata alle ragioni che hanno spinto il Professionista a lasciare Parigi. Lana, l’amata Lana, chiede vendetta. Così è nato Pietrafredda uno spin off pubblicato da Perdisa che mi ha regalato molte soddisfazioni. Campi di morte, però, si svolge prima di Pietrafredda e, in effetti, è stato scritto un anno fa, prima della novella pubblicata da Perdisa. È una lunga avventura, più di 300 pagine, di stampo classico con un blocco di azione bellica ambientato in Nigeria ‘preparato’ da un’indagine spionistica che porta il Professionista a Tallinn, a Caserta con un inserto tailandese dedicato ad Antonia. Una storia molto dura in cui ritroverete personaggi ormai noti (Sylviette, Gregor, Antonia, Yao e Pietro) a fianco di nuovi e pericolosi comprimari quali Boris Spalko e Raven che viene dalla saga di Bruno genovese (L’Ombra del Corvo e Sole di fuoco).
Mettiamo un po’ di ordine nella cronologia dunque.
– Gangland
– I lupi muoiono in silenzio
– Colori di Guerra
– Beirut gangawar – Vladivostok Hit(contemporanei)
– Rififi a Pigalle
– Contratto veneziano
– Campi di Morte
– Pietrafredda
Posted in Segretissimo, Segretissimo Foreign Legion
settembre 1st, 2009 at 14:09
Giusto per fare un po’ di ordine nella cronologia…
settembre 1st, 2009 at 15:13
Prima o poi ci vorrà un opera omnia per mettere ordine! …in 99 uscite settimanali :-))
settembre 1st, 2009 at 17:23
suggerirei un Meridiano… così per non montarsi la testa….
settembre 2nd, 2009 at 00:03
Ottima l’idea di riordinare le idee con una cronologia.
Ah, e che bel trailer! 😛
settembre 2nd, 2009 at 07:59
Ottimo come sempre il nostro Stefano.
Ci voleva proprio questo riassunto.
settembre 2nd, 2009 at 11:10
Trailker magnifico Lucius come sempre tutti i tuoi… grazie…
settembre 4th, 2009 at 00:09
Un Meridiano(anche con le pagine sottilissime) non sarebbe sufficiente… ci vuole tutto il mappamondo!
Apprezzo anch’io, come sempre, il lavoro di Lucius
settembre 4th, 2009 at 11:57
hanno fatto il “il giro del mondo con SAS” possono fare anche l’ Altalnte del Professionista! 😀
settembre 4th, 2009 at 13:55
Io, più realisticamente, mi accontenterei di una ristampa delle avventure di Chance, anche trimestrale.
Dico più realisticamente, ma magari invece esiste un “Mexican Stand-Off” tra TEA, Mondadori e l’autore circa i diritti, e la cosa forse è impossibile, mah…
settembre 7th, 2009 at 10:20
ahimè esiste un mexican stanoff tra il gruppo Longanesi e il sottoscritto…
settembre 7th, 2009 at 13:51
I romanzi di Stefano Di Marino migliorano di continuo…ora chiedo ai “vertici” della Mondadori: ma non avete qualche scrupolo di coscienza a lasciarli solo all’edicola, non prevedendo un’edizione per la Libreria?
Il fatto è che in Italia succede questo:
A) Uno scrittore scrive un romanzo con una storia “normale”, una persona si innamora, ha dei figli, diventa nonno, muore. E’ così bravo però nella descrizione dei personaggi , delle loro psicologie, creando dei personaggi “indimenticabili”, che: 1) vince un premio letterario, 2) viene citato nelle storie della letteratura italiana come grande scrittore;
B) Uno scrittore scrive un romanzo (ma anche 2, 5, ecc.) pieno di colpi di scena con personaggi ben descritti (magari non al livello del puntoA ma comunque funzionali alla storia e anche loro, in qualche misura, “indimenticabili”), e succede che: 1) viene etichettato come “scrittore di genere”, magari di “action-thriller”, 2) viene “relegato” in edicola e magari “dimenticato”, snobbato dalla critica giornalistica e/o accademica (quest’ultimo aspetto verosimilmente perché nessun critico e/o ricercatore, professore universitario, ecc, ama veramente la letteratura di genere).
Ora la Mondadori, vista il suo impegno nelle collane , appunto, “di genere”, potrebbe fare qualcosa per cambiare questo stato di cose… Superando eventuali stand-off, ovviamente…
settembre 8th, 2009 at 19:25
Comprato e letto tutto d’un fiato. Splendido. Dovrebbero farne un film.
settembre 8th, 2009 at 19:30
un graziesincero a tutti voiche avete seguito il Prof in questa ennesima avventura..è per me un grande piacere essere ancora una volta riuscito a divertirvi.
sono d’accordo che sarebbe un film spettacolare…ma ci vorrebbero moltisismi soldi e magari una produzione italiana che non si vergogni di realizzare film… d’evasione.
settembre 29th, 2009 at 23:39
una recensione di Luca Giudici su Sugarpulp
Campi di morte
di Stefano di Marino
di Sugarpulp Crew
di Luca Giudici
E’ l’ultima avventura del Professionista, anche se cronologicamente si situa prima di “Pietrafredda”. Il romanzo scorre liscio, scivola pagina dopo pagina, scritto con la maestria e la perizia a cui Stefano Di Marino ci ha da lungo tempo abituato. Non ho intenzione di fare spoiler, per cui non racconterò nulla della trama, articolata e suggestiva, svolta in maniera eccellente tra flashback e tempo reale. I riferimenti pre¬senti nel testo sono come sempre in numero molto elevato, da quelli più espliciti, ad altri molto più nascosti. Herzog, Chatwin, i templari, le dottrine esoteriche europee e orientali, la cinematografia di genere e molto altro. Di Marino si rivela ancora una volta, nella sua modestia, uomo in pos¬sesso di enciclopedica cultura, oltre che di una conoscenza approfondita e di prima mano delle location in cui ambienta i suoi romanzi, che si tratti di Bangkok, della Corsica, di Tallin o dell’interno della Nigeria. Quindi ancora un’opera eccellente, in linea con le altre avventure del Professionista. Certamente la serialità non ha abbas¬sato la qualità in questo caso. Ci sono però degli aspetti che – pur non essendo delle novità a tutti gli effetti – rappresentano delle tendenze in corso nella scrittura di Di Marino. Una considerazione si pone immediatamente a proposito della neces¬sità di incalzare tematiche che siano adeguate all’attualità. La situazione geopolitica nelle opere del profes¬sionista è sempre perfetta e pre¬cisa, così come la pre¬senza e l’utilizzo di strumentazioni scientifiche – oltre che di armamenti – che sono assolutamente verificabili ed esistenti (al di la della logica della fiction: verificabili nel senso di pos¬sibili).
Di questo si deve dare merito a Di Marino ed alla sua profes¬sionalità, ma è un indice anche del sempre più alto livello qualitativo dei lettori di “Segretissimo” che certo non si limitano a sfogliare le pagine acriticamente.
Inoltre con lo stesso spirito devono essere interpretate le questioni etico-morali che Chance Renard sempre più frequentemente si pone riguardo alla sua vita ed al suo lavoro. Oggi è doveroso – per compiere una seria costruzione narrativa – pre¬sentare questioni che qualsiasi essere umano si pone. Specie nel momento in cui il tuo lavoro ti porta ad avere a che fare con il lato peggiore degli individui. Sempre più spesso Chance e Antonia si chiedono tra le righe il senso ed il valore di ciò che fanno. C’è una relazione tra ciò che si è, ovvero — come ci racconta da sempre la tragedia greca – il proprio destino, la propria intima natura, e le proprie scelte?
Sempre più spesso Renard si chiede se è vero che non può vivere fuori da quel mondo, e la domanda si allarga di fronte a lui, assumendo scenari globali, ma è proprio vero che non si può vivere in un mondo di pace? Davvero dobbiamo dare per scontato che il nostro sia un mondo di dolore e sofferenza?
Il Professionista fa il suo lavoro, ma lo fa sempre meno volentieri, seguendo il decorso del vecchio compagno che muore di cancro e gli chiede: “Ma non hai mai pensato a cambiare vita?” Il mondo delle spie e dei contractors cambia sempre più velocemente, e Renard, uomo della Legione, uomo dotato di valori, con dei principi, che spesso è costretto ad infrangere, ma che conosce intimamente, non si riconosce in ciò che sta diventando.
Ed è qui che lo pos¬siamo dire: Chance Renard sta diventando vecchio. La sua ‘anzianità di servizio’ gli pesa, il combattimento non lo gratifica più come un tempo, e l’adrenalina è ormai solo una reazione bio¬logica. Il rettile è stanco, ed in fondo avverte il suo essere pre¬istorico, stellarmente lontano da chi vive la guerra dietro ad una scrivania comandando droni o robot.
Non si combattono più ideali, ma solo grandi complessi industriali che hanno inglobato ogni aspetto della globalizzazione: dall’industria ai traffici peggiori (esseri umani, armi bio¬logiche, rifiuti tos¬sici), dagli armamenti alla finanza. Il rettile non ha nulla a che fare con questi soggetti. E’ vecchio, cinico, stanco e sfiduciato. La sua donna è morta ammazzata, e lui sappiamo che ha ancora una vendetta da compiere. Ha visto morire tanti amici intorno a se, e non vede alcun tipo di futuro di fronte a se. Questo però non gli impedisce di rischiare tutto ciò che ha per salvare una bambina, e solo perché è una bambina.
Hasta siempre, Chance Renard !