Visti con il Professionista/13

agosto 21st, 2009 by Alessio Lazzati

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VISTI CON IL PROFESSIONISTA. I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO:

 

I CANNONI DI NAVARONE

 

A cura di Stephen Gunn

Narratore scozzese veterano della seconda guerra mondiale, Alistair MacLean (1922-1987) firmò un gran numero di romanzi di guerra e avventura,a volte con lo pseudonimo di Ian Stuart. Nelle sue storie c’è sempre un risvolto spionistico, un gioco d’inganni, la missione impossibile, anche quando racconta il West come Agguato al passo del nibbio (una storia di traffico d’armi con gli indiani portata sullo schermo con Charles Bronson nel film Io non credo a nessuno). Tra tutte le sue avventure quella forse più celebre e più attinente al tema di questa rubrica resta I cannoni di Navarone portata al cinema nel 1961.

 

Ancor più di Dove osano le aquile (che ha risvolti spionistici marcati ma è forse più bellica, almeno nella realizzazione per lo schermo) questa storia non solo riassume tutti gli elementi fondamentali dello spionaggio bellico d’azione ma è anche modello per tutto il filone “agenti d’assalto” di cui 007 è alfiere indiscusso. La trama è apparentemente semplice. In un’isoletta del Mediterraneo un contingente inglese è destinato al massacro. La Germania vuole mostrare i muscoli con un’azione spettacolare che convinca la Turchia a scendere in campo a fianco dell’Asse . I soldati asserragliati e senza riserve non possono essere evacuati perché nella vicina isola fortificata di Navarone i tedeschi possiedono due micidiali cannoni a lunga gittata che impediscono il passaggio di qualsiasi flotta di soccorso. Prendere militarmente l’isola sarebbe un suicidio. Così il comandante Franklin (Anthony Quayle) organizza una squadra di commando incaricata di risolvere il problema con un’azione di forza. Cinque giorni a disposizione e sei uomini non tutti dal passato cristallino. A comandare il team insieme a Franklin c’è Mallory (Gregory Peck) duro, asciutto, un uomo con una missione, disposto anche a dimenticare la sua umanità pur di portarla a termine. È l’epitome perfetta di quello che, negli anni a venire, diventerà l’agente d’assalto della spy-story. Intelligente, efficace nell’azione e dotato di un innegabile carisma. Il suo contraltare è Miller (David Niven) esperto di esplosivi ma uomo comune trascinato in guerra suo malgrado. Pieno di scrupoli umanitari è la coscienza di Mallory con cui sarà in contrasto sino alla fine quando, insieme, risolveranno la missione. Poi c’è il tostissimo colonnello Andrea Stravru (Anthony Quinn), più che mai calato in un ruolo etnico come hollywood lo dipinse. Ufficiale dell’esercito greco, Stavru è un duro, un contrabbandiere, un killer a sangue freddo. Ma ha perso la famiglia e ritiene responsabile Mallory della tragedia. Ha giurato di ucciderlo a fine missione. Arriva il cupo Braun, spietato al punto essersi guadagnato il soprannome di “Boia di Barcellona”. Interpretato da uno spigoloso Stanley Baker è un personaggio secondario ma ben caratterizzato. Il killer stanco di uccidere, l’uomo che esita e, per questo, pagherà il suo sbaglio. Ultimo del gruppo Paulo Papadinos ( James Darren), giovane emigrato greco che a New York, è diventato un gangster e torna nella sua isola ignaro di ritrovarvi la sorella Maria (Irene Papas, donna forte a capo dei partigiani. Con lei troviamo anche Anna (Gia Scala) che incarna l’elemento più femminile e seducente della storia che poco concede al sentimentalismo. Una vicenda di pura guerra? No, perché sin da principio la missione segreta appare segnata da sospetti (il cameriere curdo sorpreso a origliare…) continui assalti dei tedeschi che rivelano la presenza di uno o più traditori nel gruppo. L’azione procede incalzante tra sparatorie agguati e una magnifica scena di tempesta in mare seguita da una scalata a un costone roccioso sotto la pioggia. In questo frangente Franklin cade e si rompe la gamba in due punti. Per la missione diventa un peso. Non solo. Se non verrà curato con i sulfamidici immediatamente rischia di morire di cancrena. Ma se i tedeschi lo prendono potrebbe rivelare tutto suo malgrado sotto l’effetto della scopolamina. Lo spettro dell’eliminazione di un compagno per salvare la missione prende forma nel gruppo e forse è proprio questo il problema al centro della vicenda. I commandos sono uniti da un unico scopo ma carattere e interessi personali generano correnti di odio sotterranee. Mallory, che qui si rivela agente esperto, rivela al ferito una falsa informazione: un presunto attacco in forza sul versante opposto dell’isola. In effetti dopo alcune traversie i commando vengono catturati dai tedeschi. Riescono a fuggire ma Franklin cade nelle mani delle SS e, come previsto, rivela un’informazione falsa che cambia gli equilibri di forza tra tedeschi e commandos.

 

Il conto alla rovescia non permette esitazioni. Ma proprio all’ultima notte Miller scopre che gran parte dei suoi esplosivi sono stati resi inutilizzabili. E qui la storia di spionaggio raggiunge il suo picco perché per tutta la durata del film lo spettatore è stato costantemente stuzzicato dall’idea che nel gruppo ci sia un traditore. Ed è proprio la bella Anna che si rivela debole, collaboratrice dei nazisti non per avidità o ideale ma per paura. Le cicatrici che dovrebbe avere sulla schiena, prova delle torture subite dai tedeschi, non esistono. Smascherata, mette il gruppo in una difficile situazione. Miller sfida Mallory a ucciderla, quasi per ribellarsi di fronte alle sue fredde macchinazioni spionistiche.

 

Mallory, che pure è attratto da Anna e ne comprende le motivazioni, si prepara a eseguire la condanna. Sarà proprio la ruvida Maria a giustiziare l’amica togliendolo d’impaccio. Maria, pur restando un personaggio di contorno, conferisce alla storia umanità e nerbo. La sua presenza risolve anche il problema della vendetta di Stavru che, innamorato di lei, decide di perdonare Mallory.

 

La parte finale del film è tutta azione. Il commando s’infiltra nella montagna fortificata e tra sparatorie, corse contro il tempo ed esplosivi che tardano a fare il loro lavoro, lo spettatore ha la sua bella dose di emozioni. Anche a tanti anni di distanza resta un grandissimo film d’azione e spionaggio.

 

Molti dei personaggi e delle situazioni oggi possono sembrare dei clichè ma come al solito, è necessari ricordare che si tratta di un film e una storia imitati in cento occasioni diverse. In pratica ha fatto scuola generano tantissimi epigoni.

 

Molto efficaci i duelli, le sequenze di movimento che ben si inseriscono nella cornice greca ricostruita con sapienti tocchi di colore. A rendere tutto però più drammatico è il cast che riesce pur con una sceneggiatura che non ha tempo per divagazioni a far salire la tensione anche quando non si spara.

 

 

 

SCHEDA TECNICA

Genere: Spie in Guerra

 

I cannoni di Navarone(The Guns of Navarone), USA, 1961- durata 157’- regia di J. Lee. Thompson. Sceneggiato da Carl Foreman dal romanzo di Alistair MacLean- Interpreti: Gregory Peck: Mallory- David Niven- Miller- Anthony Quinn. Stavru- Irene Papas. Maria Papadinos- Stanley Baker: Braun- James Darren: Paulo Papadinos- Gia Scala: Anna- realizzato da Columbia disponibile in DVD in numerose edizioni widescreeen con colori rimasterizzati.

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