Visti con il Professionista/9: Assassinio sull’ Eiger

giugno 11th, 2009 by Alessio Lazzati

VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

Assassinio sull’Eiger

A cura di Stephen Gunn

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 Il significato del film è riassunto in una parola citata nei dialoghi ma omessa nel titolo italiano della pellicola quanto in quello nella prima edizione del romanzo (Il castigo dell’Eiger, Garzanti). “Sanzione”, nel gergo dei servizi segreti, sta per omicidio. Come lo stesso protagonista dice: “lavori bagnati, ritiro, sanzione,…vuol sempre dire omicidio”. E lui ( Hemlock, “Cicuta”, interpretato da Clint Eastwood) lo sa bene. In apparenza il film sembra un’escursione nello spionaggio di un attore all’epoca ancora molto legato alle tematiche del suo maestro Siegel. Una versione spy dell ’Ispettore Callaghan. Le nefandezze non si limitano alla cattiva traduzione del titolo. Il film apparve nel ’75 gravato da tagli di lunghe sequenze che ne rendevano quasi incomprensibile il significato. Tutto il sub-plot basato sul recupero di una formula di un’arma batteriologica, la trappola ordita dagli americani per indurre l’Altra Parte a credere di aver messo le mani su un microfilm di valore, il concetto che la CIA si serviva di ex nazisti e i rapporti tra il protagonista e la bella agente di colore sono totalmente assenti. Visto dopo anni, in edizione restaurata e completa, The Eiger Sanction acquista un significato e un valore totalmente differente. Eastwood è Johnatan Hemlock, assassinio prezzolato da una branca del controspionaggio chiamata C-2 . Il suo capo è un albino completo, il signor Drago, ex criminale nazista e astutissimo “masterspy”, manipolatore gelido e vagamente “bondiano” nella sua mostruosità fisica e morale. Hemlock è, esteriormente, un cinico, un solitario, amante dell’arte (che considera patrimonio di pochi) e dell’alpinismo. Ha lasciato il servizio perché: “ Prima o poi gli assassini vengono assassinati” e si è ritirato dietro la copertura di severo professore universitario. In realtà è un uomo tormentato (lo si comprende meglio leggendo il romanzo originale di Trevanian che scava ancor di più nel suo passato) e, a suo modo, ha un codice etico molto meno reazionario di quanto la critica dell’epoca volle sottolineare. Un agente del C-2 viene assassinato a Zurigo e, per vendetta, Hemlock viene incaricato di eseguire due sanzioni, eliminando a sua volta i sicari nemici. Di questi solo uno è stato identificato con certezza. Si tratta di un cubano che Hemlock uccide senza troppe difficoltà o rimorsi. Ma qui cominciano i guai perché Drago ordisce un ricatto in cui la bella nera Jeminah funge da esca. Caduto nella trappola, Hemlock dovrà trovare è uccidere anche il secondo killer per poter essere libero di ritirarsi. Compito non facile perché le scarne informazioni raccolte indicano l’assassino come uno scalatore che parteciperà alla conquista di uno dei picchi più inaccessibili della storia dell’alpinismo. L’Eiger (L’Orco), infatti, è una bestia nera nella realtà quanto nella fantasia. Nel romanzo ne viene riassunta la storia e ben si capisce che Hemlock provi timore e attrazione nei confronti della montagna che diventa un vero e proprio avversario da abbattere. Sull’Eiger Hemlock ha già provato il gusto amaro della sconfitta, per due volte. Ma, a farlo decidere definitivamente, è la notizia che l’agente ucciso a Zurigo è Henry Baq, un vecchio commilitone dell’Indocina, che gli ha salvato la vita. Mentre Hemlock comincia la sua preparazione nello splendido scenario della Monument Valley, assistito dal vecchio compagno di scalate Bowman, comincia un intrigo di amicizie, tradimenti, vecchi rancori e sotterfugi. Non solo Hemlock non conosce esattamente quale dei suoi futuri compagni di ascensione sia l’assassino ma è anche all’oscuro che tutta l’operazione riguardante l’arma batteriologica è un falso. Drago, infatti, ha sacrificato Baq fornendogli una falsa formula e ordinato le “sanzioni” per rendere credibile l’inganno. Come se non bastasse entra in scena Miles Mellough, il corriere che ha portato al Nemico la formula e che, incidentalmente, è l’uomo che ha tradito Baq e Hemlock in Indocina. Mellough si presenta come una macchietta di omosessuale ( ha uno Yorkshire che richiama… “Finocchio”!) ma è un pericoloso manipolatore. Lui sa chi è il vero bersaglio di Hemlock e cerca di barattare l’informazione con la propria vita. Visto che Hemlock non sembra interessato, cerca di assassinarlo, inducendo la figlia di Bowman a iniettargli una dose mortale di morfina. Il piano fallisce e la vendetta del professore-killer è implacabile. A questo punto inizia la fase finale e più emozionante della storia. Hemlock assistito dal fido Bowman a e raggiunto da Jeminah (che alla fine è innamorata realmente del tenebroso scalatore-sicario) affronta la parete nord dell’Eiger. Benché l’intrigo spionistico continui a tenere saldamente avvinta l’attenzione dello spettatore(ancora non sappiamo chi sia l’assassino da sanzionare) è l’avventura allo stato puro a imporsi sullo schermo. Guidato da una troupe di cascatori e scalatori professionisti, Eastwood girò le sequenze alpinistiche senza controfigura. Durante le riprese uno stuntman perse la vita per un incidente molto simile a quello che, nella finzione, capita a Montaigne, il vecchio scalatore francese.

Bloccati dal maltempo, Hemlock e i suoi compagni devono rinunciare alla vetta. L’unica possibilità è raggiungere una galleria al centro di un ghiacciaio. Sfortuna vuole che anche gli altri compagni di ascensione vengano inghiottiti dal vuoto. Hemlock rimane solo e l’unico in grado di recuperarlo è proprio Bowman. Il finale ci riserva numerose emozioni. Sotto il profilo puramente avventuroso-spettacolare la sequenza in cui Hemlock deve recidere la corda che lo regge per agganciarsi a quella passata dal suo amico, è forse una delle più memorabili. Di fatto chiunque abbia un minimo di esperienza di montagna sa che tagliare la cima che ti sostiene è il peggior incubo di uno scalatore. Tanto più che, nel finale, Hemlock nota che Bowman zoppica. Infatti è lui il secondo nemico da sanzionare. Tutto si decide nel giro di qualche tesissimo minuto. Bowman salva Hemlock e gli confessa di aver partecipato(ma non attivamente) all’omicidio di Baq spinto da Mellough che lo ricattava a causa dei trascorsi nel mondo della droga della figlia. Ma ormai il piano di Drago ha avuto successo e l’albino è convinto che, nell’impossibilità di identificare l’agente nemico, Hemlock abbia ucciso tutti gli altri. Il sicario potrà tornare alle sue opere d’arte in compagnia di Jeminah risparmiando la vita a Bowman che, alla fine, è sempre un suo amico. I veri colpevoli sono stati puniti. Analizzando la vicenda nella sua interezza come permette la nuova versione, si comprende che non ci troviamo di fronte al “solito” film d’azione. Anche se Eastwood non ama molto il genere spionistico la sceneggiatura rispetta lo spirito del romanzo originale. Trevanian è lo pseudonimo di uno degli autori cult della spy-story. Con il personaggio di Hemlock scrisse anche un altro romanzo (Il Castigo del cavallo di bronzo ) e approfondì la figura dell’assassino professionista in I”l ritorno delle gru” che resta il suo capolavoro. La figura del killer solo, cinico in un mondo molto più corrotto di lui (“Quando penso che gente come Drago sta dalla nostra parte comincio a credere che il nemico non possa essere tanto peggio!”,dice Hemlock in una delle sequenze tagliate) è sottolineata dal rapporto dell’uomo con la nuda roccia e dalla musica di John Williams che allontana la pellicola da altri similari prodotti d’azione. L’inutilità del Grande Gioco delle Spie, la freddezza con cui gli agenti vengono messi uno contro l’altro, i complessi rapporti di amicizia e odio tra i vari personaggi ne fanno un piccolo classico da rivalutare.

 

SCHEDA TECNICA. Genere: Agenti D’assalto

 

Assassinio sull’Eiger(The Eiger Sanction) diretto da Clint Eastwood-1975- sceneggiatura di Warren Murphy, Rod Whithaker e Hal Dresner dal romanzo Il castigo dell’Eiger di Trevanian- Durata 124’- Interpreti: Clint Eastwood :Johnatan Hemlock – George Kennedy: Ben Bowman- Vonnetta McGnee: Jeminah Brown- Ted Cassidy: Miles Mellough)- – realizzato dalla Universal disponibile in Dvd in una versione che ripropone sottotitolate le parti tagliate e riproduce i magnifici colori della valle dei Monumenti e dell’Eiger.

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9 Responses

  1. f.t.denard

    accipicchia, ricordo di averlo visto da bambino, ma non avrei mai creduto fosse una spy story. Dovrò subito andare a recuperarlo nella sua versione integrale. Grazie al Professionista di questa scheda interessantissima!

  2. Alessio Lazzati

    Stessa cosa per me Denard. L’avevo visto da piccolo e ci avevo capito davvero poco. Ora che ho saputo dei tagli, tutto si spiega però.

  3. Quiller

    Questo sembra proprio da recuperare, sia come film che come libro.
    Immagino, ed è una sorpresa, che il Warren Murphy coautore della sceneggiatura sia il creatore del mitico Remo Williams, il “Destroyer” di una lunghissima serie di romanzi d’azione.

  4. Luca Conti

    Sì, è lo stesso Warren Murphy (che ha anche sceneggiato il secondo episodio di Arma Letale).

  5. Quiller

    Grazie, Luca: volendo forzare un’analogia, i battibecchi tra Riggs e Murtaugh possono riecheggiare quelli tra Remo e Chiun…ma in effetti tutti gli Arma Letale erano così :-)

  6. il professionista

    Segretissimo, come dicevo, pubblico una versione ahimè tagliatissima del castigo dell’Eiger per ragioni di paginazione. Se avete fortuna nelle bancarelle cercare il castigo dell’Eiger, il castigo del cavallo di bronzo sempre di trevanian. la personalità di Hemlock esce molto meglio e anche la trama spionistica. Giusto per non negarci nulla, e questo lo trovate ancora con facilità Rizzoli o Bompiani, il Ritorno delle Gru, l’etica dell’assassino perfetto sempre Trevanian. Un capolavoro da cui avrebbero davvero dovuto fare il film

  7. Quiller

    @professionista: quand’e’ così, direi che cercherò Il Ritorno delle Gru in italiano e gli altri in inglese…grazie!

  8. il professionista

    volessi cercare anche il Ritorno delle gur in Inglese il titolo è Shibumi…

  9. Luca Conti

    Be’, Il ritorno delle gru vale la pena anche in italiano. E’ opera di uno dei migliori traduttori del nostro paese, Vincenzo Mantovani.

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