Victor Togliani Studio Report
Report dallo Studio di Victor Togliani
di Alessio Lazzati e Stefano Di Marino
A volte si parte con l’idea di realizzare una classica intervista. Poi però ci si rende conto che in certi contesti, la formula è rigida e limitativa. Ecco perché quando io e Stefano Di Marino abbiamo amichevolmente invaso lo studio di Victor Togliani per fargli alcune domande, abbiamo cambiato in corsa il progetto originale. Ne è scaturita una chiacchierata a ruota libera, a 360 gradi, sul lavoro di un artista poliedrico. Il tutto accompagnato dalla visione ravvicinata di alcune delle sue creazioni più sbalorditive. Questo articolo quindi danzerà sula linea sottile tra il reportage e l’intervista. Mano a mano che l’occhio veniva catturato da qualcosa, ecco che partivano le domande e le curiosità. Impossibile non notare appena entrati nell’ambiente di lavoro, le splendide sculture, i modellini e le action figures customizzate. Chiedo a Victor di spiegarmi la tecnica che utilizza per la modellazione. «Per le sculture più piccole utilizzo una sostanza chiamata Apoxie: si modella a mano, con un margine di qualche ora prima di solidificarsi: poi aumentando le dimensioni, cambia il materiale. Per le sculture più grandi, che diventeranno di bronzo o di resina, utilizzo la plastilina.»Victor rivela la «doppia natura» delle sue sculture: oltre all’opera d’arte in se, ogni scultura o parte di essa è un modello. Victor è solito fotografare parti delle sue creazioni per utilizzarle ad esempio nelle elaborazioni fotografiche delle copertine Mondadori.
Un altra nota sui materiali utilizzati è che spesso nelle strutture complesse, e a questo punto Victor ci mostra due sedili «provenienti» da un’astronave realizzati per uno spot pubblicitario, si trovano materiali riciclati. In questo caso, due carene di scooter riadattate possono diventare (e il risultato è sorprendente) le postazioni di comando di due astronauti, oppure la plastica di televisori è utilizzata per creare un modello di astronave partendo completamente da zero!
«Sono in un certo senso un riciclatore, mi piace riadattare gli oggetti e modificarne le forme. Quando lavoravo alla realizzazione di ‘Nirvana’ di Salvatores, giravamo negli ex stabilimenti dell’Alfa di Piazzale Accursio. Non era insolito vedermi girare di notte per i capannoni alla ricerca di qualche pezzo da riadattare in qualche oggetto di scena.»
Viene il momento di affrontare il discorso copertine: vogliamo cercare di capire (almeno in parte, senza svelare «trucchi del mestiere») come si ottiene l’effetto caratteristico a metà strada tra la foto e il disegno. Tutto nasce dalla fotografia, o meglio, dalle foto. Ogni soggetto di una copertina, sia «Segretissimo», «Urania», «Giallo» o «Passion», è composto da più parti di altri soggetti fotografati. Ecco perché ad esempio non c’è una modella per le donne, ma ognuna è composta da elementi di altre, fusi insieme fino formare la creatura di fantasia desiderata da Victor. La foto è la base, lo scheletro da cui partire. Il risultato finale ( nel frattempo osserviamo Victor scomporre in livelli una copertina per mostrarci le varie aggiunte) è qualcosa che conserva gli elementi delle foto, ma al tempo stesso enormemente distante. Su tutto poi interviene l’esperienza di Victor come disegnatore e pittore. «Uso lo strumento aerografo di Photoshop, esattamente come uso l’aerografo tradizionale. Poi applico al foto ritocco lo studio delle luci praticato nella mia attività di pittore e disegnatore. Se osservate una copertina con attenzione, potete notare che ci sono degli aloni di luce intorno a certi bordi: sono aggiunti a mano, ma non sono dei punti luci inseriti nell’immagine: sono colore. Mi servono per far emergere un soggetto da uno sfondo, quando i colori sono simili.»
La nostra attenzione si sofferma anche sulla bellezza degli sfondi: mentre scorriamo il database delle copertine, una villa gotica spicca tra le altre. Victor fa un pausa. «Questa ve la voglio raccontare. Si tratta della casa che un mio amico ha venduto ad una notissima scrittrice inglese. Un anno, eravamo ospiti a casa sua per Pasqua e abbiamo deciso di andare a fare gli auguri all’autrice. Putroppo non era in casa, ma non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di fotografare la sua splendida abitazione. Modificata e ritoccata, è diventata uno sfondo per ‘Segretissimo’!»
Abbiamo il piacere di osservare la nascita di una cover di «Passion» a partire dai corpi e dai volti: vediamo la base di partenza, Evangeline Lily (una delle protagoniste di LOST) cambiare per diventare una donna travolta dalla passione, simile ma tremendamente diversa dalla bella attrice che funge solo da ispirazione. Victor poi riprende a scomporre davanti ai nostri occhi la cover di «Pace Armata – Il Veleno di Belfast» di «Segretissimo». Ancora una volta è entusiasmante vedere il modello in carne e ossa trasformarsi, fornire la struttura ma cambiare nei tratti somatici. Lo sfondo è composto da un collage di due diverse vedute di Londra. Le armi, fotografate dalla enorme collezione di sof-air in possesso di Victor, vengono modificate, così come l’abbigliamento, a cui vengono aggiunti sia dettagli presi da altre foto, sia particolari fatti a mano. Il database a cui attinge è impressionate per dimensioni e qualità: un esempio su tutti quello dei cieli. Foto di cieli a centinaia, fotografati in massima parte durante le vacanze, vengono ritoccate acquistando i colori con cui siamo ormai familiari e modificate nella colorazione così da diventare parte del panorama di Kabul, Mosca o Sarajevo. Cogliamo l’occasione per farci passare alcune illustrazioni e cover di Segretissimo, così da potervi mostrare l’immagine intera, senza il tradizionale tondo, ormai trademark delle collane da edicola. L’ultima domanda è d’obbligo: chiediamo a Victor si che cosa è al lavoro attualmente (oltre alle copertine): «Ho scritto un soggetto per il cinema, dal titolo ‘Time of Gods’, sull’epopea di Gilgamesh, il mitico re dei sumeri che regnò sulla città di Uruk». Concludiamo la visita ringraziando Victor per la gentilezza e la disponibilità: il tempo di scattare qualche foto e gettare un ultimo sguardo ai dipinti che diventarono le cover dei libri di Jean M. Auel, e ci salutiamo.
Foto 1 – Stefano Di Marino
Immagini 2,3,5 – Per gentile concessione di Victor Togliani
Foto 4 – Alessio Lazzati
Posted in Interviste, Segretissimo, Segretissimo SAS
marzo 23rd, 2009 at 09:52
doveroso tributo a un autoreche ha ridato grinta all’immagine di Segretissimo e ha ancora molte altre storie da raccontare….
marzo 23rd, 2009 at 16:46
bella sorpresa, non me lo aspettavo
marzo 24th, 2009 at 20:10
Avete intervistato un mostro sacro delle illustrazioni!
Complimenti e …un po di invidia
marzo 25th, 2009 at 00:23
ammetto che vedere Victor nel suo antro al lavoro è stata un’esperienza esclusiva… anche da narratore ho sempre avuto il desiderio di vedere come materialmente vengono realizzate le idee
marzo 26th, 2009 at 23:31
Bellissime le illustrazioni allegate