Intervista a Bob Mayer (Robert Doherty)
Cari lettori e lettrici, ho avuto il piacere e la grandissima soddisfazione di rivolgere alcune domande a Bob Mayer, l’autore (con lo pseudonimo di Robert Doherty) del numero di Marzo di Segretissimo, «Bersagli Perduti».
Prima di tutto permettetemi di presentarvi l’autore tramite la biografia che mi ha fornito.
Autore di bestseller secondo la classifica New York Times, Bob Mayer ha pubblicato 38 libri. Al momento ha circa tre milioni di volumi in commercio, ha venduto oltre sei milioni di copie ed è richiesto come consulente e formatore in materie di leadership, lavoro di squadra e motivazione, grazie ai concetti sviluppati nel suo libro «Who Dares Wins: The Green Beret Way».
Nato nel Bronx, ha frequentato l’accademia militare di West Point dove si è specializzato in psicologia, prestando poi servizio come comandante di un plotone di fanteria, di un battaglione di scout di una brigata ricognitori della 1st Cavalry Division. In seguito è entrato nelle Forze Speciali, arrivando a comandare un A-Team dei Berretti Verdi. Ha anche prestato servizio come ufficiale del Secondo Battaglione, 10° Gruppo, delle Forze Speciali e con il Comando Occidentale per le Operazioni Speciali nelle Hawaii. Successivamente ha insegnato al Corso di Abilitazione per le Forze Speciali presso il John F. Kennedy Special Warfare Center e a Fort Bragg, al corso di addestramento per i Berretti Verdi. Nel corso della sua vita ha vissuto in Corea, dove ha praticato arti marziali giungendo ai più alti livelli e nel Tennesse dove si è laureato in Scienze dell’Educazione.
Bob utilizza tutte queste esperienze per scrivere romanzi e manuali, tra cui «Who Dares Wins: The Green Beret Way to Conquer Fear & Change» e «The Novel Writer’s Toolkit: A guide to Writing Great Fiction And Getting It Published». Su questo argomenti, tiene regolarmente corsi e lezioni. Attualmente è nelle librerie con «Lost Girls» («Bersagli Perduti», Segretissimo Mondadori di Marzo 2009) e con «Agnes and The Hitman» (St.Martin Press) scritto in collaborazione con Jennifer Crusie.
Maggiori informazioni su Bob Mayer si trovano nel suo sito ufficiale: www.bobmayer.org
Grazie per aver acconsentito a quest’intervista Bob, parliamo un po’ di «Bersagli Perduti»: cosa ci puoi dire? Cosa dovranno attendersi i lettori? Hai inserito nel libro il tuo bagaglio di esperienze militari?
Il punto di partenza di «Bersagli Perduti» è il rapimento di una giovane donna. Il protagonista è in lotta contro il tempo per salvarla, anche se lei nel frattempo fa un ottimo lavoro per cercare di tirarsi fuori dai guai. I cattivi sono spinti dalla vendetta. Traditi, vogliono farla pagare ai traditori. Il tema principale che attraversa il romanzo è: chi controlla e governa il mondo delle «operazioni segrete»?
Quanto della tua vita è stato riportato, in maniera autobiografica e realistica, nel romanzo?
Le parti che riguardano le operazioni speciali e segrete sono tutte basate sulle mie esperienze nelle Forze Speciali. Sapete, qualche anno fa ho anche compiuto un’operazione con le Forze Speciali italiane. Fu un’ esperienza piuttosto interessante. Erano molto più calmi e rilassati di quanto non lo fossimo noi. Ho operato con un bel po’ di Corpi Speciali in giro per il mondo. Mi sono anche diplomato alla Danish Combat Swim School (dove vengono addestrati gli uomini-rana dell’esercito danese).
Hai scritto un gran numero di libri. La mole della tua produzione è impressionante. Dove trovi ispirazioni sempre nuove? Quali sono le tue fonti (se ce le puoi rivelare… )?
Scrivo in continuazione. Mi interessa non solo il mondo delle Forze Speciali ma anche la Storia, da cui scaturiscono le idee per alcuni dei miei romanzi. Al momento sto pensando di scrivere un libro sull’impero romano e una famosa battaglia dell’epoca, che non è mai stata raccontata dettagliatamente.
Spesso nei tuoi libri si mescolano diversi generi, lo spionaggio, il genere militare e la fantascienza ad esempio: come ti definiresti sotto questo aspetto?
Non mi considero uno scrittore di fantascienza. Con la serie «Area 51» (Urania, «Area 51», N°1334, e «Area 51 Minaccia dal cosmo», N° 1364 come Robert Doherty) e la serie «Atlantis» (Segretissimo N° 1442, come Greg Donegan) ho cercato di scrivere un genere definibile come «techno-myth»: mitologia e tecnologia che si fondono. Nel caso di «Atlantis» lo spunto era «cosa succederebbe se la forza che distrusse Atlantide tornasse a minacciare il nostro mondo?»
In Italia c’è molta curiosità e un lungo dibattito in corso sull’uso degli pseudonimi. C’è qualche ragione particolare dietro l’uso dei tuoi? (Joe Dalton, Robert Doherty, Greg Donegan, Bob McGuire)? E come li hai scelti?
Doherty era il cognome di mia madre. Gli altri sono stati scelti in maniera casuale. Si tratta di una scelta prettamente commerciale. Scrivo tre o quattro libri all’anno, troppi per la maggior parte degli editori. Quindi, con lo pseudonimo, posso diventare ogni volta un autore diverso.
Ho letto della tua collaborazione con Jennifer Crusie: l’idea di scrivere a quattro mani per mostrare i diversi punti di vista (maschile e femminile) mi sembra interessante. Puoi dirci qualcosa su questo esperimento, come è nato e si è sviluppato, le difficoltà, i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnica?
Io e Jennifer abbiamo viaggiato insieme su un volo verso Maui per insegnare allo stesso seminario per scrittori. Le nostre classi erano vicine e ci siamo resi conto di avere una visione comune. Volevamo provare qualcosa di differente. Ora abbiamo concluso il nostro terzo libro, «Wild Ride». Tratta di un parco dei divertimenti che è in realtà una prigione per demoni. Cominciamo sempre con due personaggi e da questa premessa sviluppiamo la trama. I romanzi hanno la particolarità che Jennifer scrive le parti che narrano la vicenda dal punto di vista della protagonista mentre io naturalmente manovro il protagonista maschile. Ne risulta un ritratto realistico delle differenze uomo/donna. Nel primo romanzo, la sua eroina ad un certo punto si infuria con il mio personaggio: a tutt’oggi non ho ancora idea del perché. Gli uomini, le donne, e i loro diversi punti di vista sono i fondamenti dei nostri romanzi. Romanzi veloci, divertenti, che parlano di noi, dei nostri rapporti sociali.
Una sera, a Maui, Jenny Crusie stava ammirando il tramonto sul pacifico. Bob Mayer le si sedette vicino e le chiese: «Tu che cosa scrivi?» Jenny rispose: «Bè, fondamentalmente, nei miei libri le persone fanno sesso e si sposano.» Bob disse: «Nei mie libri, fanno sesso e muoiono».
Tradotto dal sito degli autori: http://www.crusiemayer.com/
Ogni scrittore è anche un lettore. Cosa ti piace leggere? Continui a trovare piacevole la lettura dopo così tanto tempo passato a scrivere?
Certo. Leggo soprattutto saggistica, cercando di imparare cose nuove, e un sacco di libri di storia. A proposito, ho appena concluso un lavoro che sto faticando non poco a vendere qui negli stati uniti, basato su fatti storici. Si intitola «The Jefferson Allegiance». Sono partito dalla sorprendente coincidenza che Thomas Jefferson e John Adams sono entrambi morti il 4 Luglio del 1826, a cinquant’anni dalla dichiarazione di indipendenza. Poi la storia si sposta nel futuro prossimo, coi militari alle prese col tentativo di rovesciare un presidente imperialista. Parecchi editori mi hanno detto è troppo cupo, ma a mio parere è invece piuttosto realistico. Continuerò a cercare di venderlo.
Hai anche scritto libri di carattere tecnico, sull’arte della scrittura. Che consigli ti senti di dare ai nostri lettori? Cosa dovrebbe fare, a tuo parere, un aspirante scrittore? Quali sono le abilità fondamentali da acquisire?
Ho scritto il manuale «The Novel Writers Toolkit» per aiutare gli altri scrittori. A Giugno uscirà un altro libro, «Who Dares Wins: The Green Beret Way to Conquer Fear & Change» in cui prendo ciò che ho appreso nel mondo delle Forze Speciali e lo applico alla vita di tutti i giorni. L’ho già presentato negli Stati Uniti e in Europa ed è andato davvero bene. Per un aspirante scrittore, la chiave è focalizzarsi sul lettore. Non sullo scrittore. Molti aspiranti scrittori sono troppo concentrati su se stessi. In quanto autori, siamo intrattenitori. Possiamo anche informare, certo, ma prima di tutto dobbiamo divertire i nostri lettori.
Grazie Bob! Questa era l’ultima domanda. Vuoi dire qualcos’altro ai nostri lettori?
«Bersagli Perduti» insieme a «Bodyguard of Lies» è uno dei miei libri preferiti. I due romanzi hanno alcuni personaggi in comune. Penso che i personaggi femminili in entrambi i libri siano davvero tosti e abili. Dieci anni fa, quando misi giù la prima stesura di questi romanzi, non era una cosa tanto comune, ma sembra esserlo molto di più oggi. Mi piace il modo in cui la giovane vittima del rapimento tenta di liberarsi!
Grazie per l’attenzione, spero che vi godrete il libro!
Grazie a te Bob! A presto
Intervista di Alessio Lazzati
Posted in Black Ops, Interviste, Segretissimo
marzo 2nd, 2009 at 13:27
devo ancora comprarlo. Lo leggerò con interesse.
marzo 3rd, 2009 at 02:26
[…] Articolo completo fonte: Il Blog di Segretissimo » Blog Archive » Intervista a Bob Mayer … […]
marzo 3rd, 2009 at 15:33
Salve, mi chiamo Massimiliano da Bologna.
Non ho capito se “Who dares wins” è (o sarà) disponibile in lingua italiana.
Grazie e cordiali saluti
marzo 3rd, 2009 at 15:58
Gentile Massimo, “Who Dares Wins” al momento non è disponibile in Italia. Sul futuro, è ancora parecchio presto per pronunciarsi, ma su queste pagine troverete spesso aggiornamenti sulle uscite italiane di Mayer. Grazie.
marzo 3rd, 2009 at 16:56
Grazie Alessio della cortese e rapida risposta.
Sono un assiduo lettore di questo blog.
Fino ad ieri avevo comprato solo i libri di Marcinko, ma grazie alla tua intervista, ho conosciuto Bob Mayer.
Chiaramente oggi ho fatto un salto in edicola e ho preso “Bersagli perduti”.
marzo 3rd, 2009 at 17:13
Grazie a te e scusami se ho scritto Massimo anziché Massimiliano nella foga. Bob Mayer è un autore decisamente eclettico, che in passato ha pubblicato in Italia anche in Urania.
Per tutti quelli che sanno l’inglese, sul suo sito ufficiale si può leggere un estratto di “Bersagli Perduti”.