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Archivio articoli contenenti il tag: ‘la ragazza drago 3’

News da La ragazzo drago 3!

scritto il novembre 22nd, 2010 da alphabetcity

Pensavate che ci fossimo dimenticati di voi?!? E invece no! Al contrario, stavamo lavorando per voi! Cari ragazzi drago ecco news fresche, fresche sui cntest organizzati:

– I 5 racconti scelti per il contest Scrivi il tuo fantasy e incontra Licia Troisi sono in viaggio verso Licia! Finalmente la nostra amata scrittrice ha un po’ di tempo per leggerli e scegliere il suo preferito! EVVIVA! :)

– Stiamo organizzando gli incontri con Licia… non disperate e incrociate le dita!

La pazienza è la virtù dei forti… non demordete! Noi ci siamo sempre!

Pubblicato in Contest | | 330 Commenti »

La fine?!?

scritto il ottobre 25th, 2010 da alphabetcity

Carissimi e fantasiosissimi ragazzi drago, l’ultima puntata sta per scorrere di fornte ai vostri occhi… Curiosi?

Il nostro genellaggio continua e perciò la prima parte di questa attesissima decima puntata la potrete trovare su Licia Fantasy!

Ho molto altro da dirvi, ma immagino quanto voi siate curiosi e quindi lascio le chiacchere per dopo la lettura! :)

Solo i saggi occhi di Camlost videro la scena, solo i suoi occhi atti a comprendere le scienze arcane videro la fitta rete di fili che il destino stava  tessendo con crudeltà e precisione. Un filo, una trama. Una trama, un sogno. E, per Tilly, un sogno, un incubo. La fatica stava per avere la meglio su Kevrah quando la grotta gli apparve dinnanzi come per incanto illuminata di rosso da una luna impietosa. Si avvicinò all’antro tremante e stremato mentre la sua protetta nel sonno si agitava a tal punto che anche solo tenerla in braccio era diventata una impresa impossibile. Ainwen si rivelò uscendo dall’ombra, strane e profonde rughe solcavano quel viso che fino a un attimo prima era apparso giovane e radioso: “Ho infranto il patto che avevo con Guglielmina e che tutti gli abitanti del mondo magico mi invidiavano senza sapere quanta crudeltà quella donna fosse in grado di covare dentro di sé. Non sono più sua serva, aiutandoti mi sono ribellata e la vita fugge da me come avrebbe dovuto fare man mano in questi anni. Tra pochi minuti sarò solo polvere” I capelli le si fecero bianchi e radi, la voce divenne un rantolo sottile: “Se vuoi davvero aiutare Tilly dovrai spargere sui tuoi occhi la polvere magica del vecchio Camlost e ti ritroverai nell’incubo della guardiana. Potrai aiutarla, sarai persino più potente di Guglielmina, ma…” un rantolo le spezzò il fiato in gola: “Ma?” le fece eco Kevrah impaziente: “Ma tutto ha un prezzo ragazzo” il viso invecchiato stava perdendo sottili starti di epidermide e lasciava intravedere le ossa del cranio: “Dovrai rinunciare alla tua libertà mezzelfo. Per sempre”. Quella che era stata la più bella strega del regno si tramutò in polvere spazzata via da una folata di vento.
Kevrah sgranò gli occhi: era paralizzato. Pallido in volto e con la bocca spalancata rimase fermo e muto per un istante che parve non avere mai fine. Tilly continuava a lamentarsi e a delirare.

Stava soffocando. Nessuna speranza, nessuna alternativa. Stava soffocando. Stanca di divincolarsi Tilde pensò al suo triste destino. Proprio in quel momento la zia mollò la presa:

“Ora che hai capito chi è la più potente tra noi hai due scelte: morire o consegnarti a me. Avanti piccina, fai la scelta giusta”

“…”

“Prendi pure fiato. La tua resa sarà epocale, voglio sentirti scandire le parole”

“…”

“Ti suggerisco una frase semplice del tipo: sarò la tua umile schiava”

“Non mi avrai mai vecchia strega!”

Una lampo di luce squarciò il cielo. Tilde si ritrovò catapultata sulla cima di un monte con di fronte la sua nemica giurata: “Sono io che comando insulsa marmocchia!” furono le sue ultime parole prima di lanciarsi in una folla corsa verso il nulla. Quando i piedi della donna si staccarono da terra la figura della vecchina scomparve per lasciare posto a quella di un enorme drago violaceo nero. Le sue fauci, i suoi artigli e l’odio nei suoi occhi rossi di rettile fecero indietreggiare la ragazzina che, terrorizzata, urlò con tutto il fiato che aveva in gola.  Il drago le si parò di fronte e la folata di vento causata dal movimento delle sue ali spinse la sua preda verso il precipizio. È la fine pensò. E lo pensò indietreggiando verso il baratro. Tilly, con le lacrime agli occhi, nella sua disperazione si decise. “Non mi avrai!” E di colpo saltò. Ma un altro drago ne impedì la caduta. Le sue scaglie emanavano una luce potente e prima di accasciarsi sulla sua schiena la ragazzina sussurrò abbozzando un sorriso: “Kevrah…” In un attimo i due furono in piedi l’uno accanto all’altra pronti a lottare per difendere Onyrism. Le fiamme del drago lucente invasero l’intera scena, per la prima volta Kevrah rivolse il muso verso la compagna e il suo sguardo le disse tutto in un istante.
Solo in quel momento Tilly intuì per quanto tempo lui doveva averla osservata nei sogni, mentre cresceva e come quell’incontro nel giardino, avvenuto pochissimo tempo prima, per lui fosse stato solo l’ultimo passo di una lunga serie di eventi cercati e desiderati.
Lei era più importante della libertà a cui Kevrah anelava.
Kevrah, il mezzelfo era innamorato di lei.
E per questo amore ora lui rinunciava a tutto pur di salvarla.

Tilde si risvegliò ai bordi della cascata con accanto il vecchio Camlost: “Sei stata brava ragazza e questa è la tua ricompensa!” A pochi passi da lei Earine le sorrideva finalmente libera dalle acque: “Per fare in modo di poter interferire sulla tua educazione, anche se ciò non mi era concesso, ho accettato una maledizione che mi imprigionava in questo luogo. Ma ora, ora che Guglielmina ha preso il mio posto restando per sempre intrappolata, sono libera, libera di chiamarti figlia e di donarti il cristallo”. La ragazzina toccò la pietra magica e si sentì improvvisamente piena di una nuova energia. Il mondo intorno a lei si riempì di voci: poteva sentire i sogni di tutto il regno, poteva avvertirne l’immenso potere. Da quel momento solo i sogni che lei avrebbe avvertito come profondamente sinceri e pieni d’amore si sarebbero realizzati. Ma la felicità passò in fretta dal suo volto: “Kevrah? Kevrah dove sei?”. Il vecchio Camlost le mise una mano sulla spalla: “Potrai venire qui a trovarlo, ogni volta che vorrai. Ora questo fiume è la sua casa, la sua finestra
su questo mondo, la sua prigione.”
Tilly restò li a lungo, a piangere e gli sbuffi vaporosi di acqua parevano prendersi gioco di lei. Kevrah la prendeva in giro anche ora.

Nel suo cuore la ragazza sapeva che, però, non tutto era perduto. La guardiana dei sogni non avrebbe mai lasciato che uno dei desideri più puri mai espressi dalla notte dei tempi cadesse nel vuoto rimanendo inascoltato. Tilly avrebbe lottato per riavere la sua guardia, il suo amico, il suo amore…

Cosa?!?! Diranno alcuni di voi: perché il finale è aperto?

Semplice: perché arriverà venerdì insieme all’annuncio del nuovo contest in associazione con Licia Fantasy! L’idea è questa: dato che questo nostro Minifantasy verrà consegnato a Licia in persona, non è il caso di disegnare una cover adatta? Cominciate aspolverare matite e pennarelli cari ragazzi drago e… intanto decidete se preferite un finale aperto oppure l’happy end suggerito nei commenti alla nona puntata, o, ancora, sbizzarritevi di nuovo!!!

:) VI ASPETTO!!!

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La Guardiana dei sogni…

scritto il ottobre 19th, 2010 da alphabetcity

Cari ragazzi drago, PRIMA DI LEGGERE QUESTA PUNTATA correte subito sul sito Licia Fantasy

Ovviamente, non solo perché è un altro bel blog che ha a che fare con il mondo di Licia Troisi ma perché, in occasione di queste ultime due puntate del contest abbiamo istituito un gemellaggio!

Quindi la prima parte di questa nona puntata non la troverete qui sotto ma proprio su Licia Fantasy, mentre la seconda parte è quella che potete leggere qui di seguito!

Tutto questo anche perché i nostri amici di Licia Fantasy si sono offerti di lanciare un contest che troverà il disegno per la cover del nostro minifantasy! Non pensate che sia fantastico? (La prossima volta vi farò avere maggiori dettagli, ma già non sto nella pelle!)

Dunque ora vi lascio alla penultima parte delle avventure di Tilde… (ma ricordatevi prima di leggere l’inizio del racconto su Licia Fantasy! -scusate se mi ripeto! 😉 – )

… Quando arrivarono nel fitto della foresta i due ragazzini erano bagnati fino all’osso. Come al solito Camlost si fece trovare di spalle. “Tornate pure sulla vostra strada viandanti. Qui non c’è e non ci sarà nulla per voi. Il mio sapere non è a disposizione di chi vuole sovvertire i princìpi secolari di questa terra magica: nessun mezzelfo è mai stato sciolto dal suo voto da quando la mia secolare memoria è in grado di ricordare! Questa è la regola.”
“E chi l’ha scritta questa regola?” chiese Tilly animosamente “Chi ha stabilito che questa regola sia immutabile? Come può rispedirci al mittente senza neanche degnarci di uno sguardo? Avanti, si volti e si renda conto che io sono qui per voi, per il vostro mondo, per i vostri sogni. I sogni sono ciò che dà colore alla vita…” Stava perdendo di nuovo le forze, ma non voleva mollare: “Quindi ora la pianti di fare resistenza e ci aiuti”. Camlost sgranò gli occhi e aprì la bocca per ribattere a tanta insolenza ma Tilly era un fiume in piena, ne aveva le tasche piene di queste creature antiche come le montagne e altrettanto immobili nelle loro prese di posizione: “Lei non capisce, è solo un vecchio in mezzo ad una foresta antica. Io ho perso mia nonna e tutto ciò che credevo fosse reale nella mia vita si è dimostrato una menzogna, un inganno, persino mia zia non è altro che una traditrice”.

Quest’ultima affermazione destò l’interesse del saggio che finalmente si voltò mostrando il suo volto rugoso: “Quella donna ha tradito di nuovo? Questo cambia tutto, avvicinati, ragazza dal carattere focoso…lascia che io legga nel tuo animo la storia che porti con te…”

Furono minuti di grande pace, ogni creatura vivente restò in silenzio, si udiva solo lo scrosciare della pioggia in lontananza. Camlost conobbe Tilly attraverso le immagini che il suo cuore conservava con un misto tra dolore e tenerezza: la culla colpita dall’incantesimo, i quadri della nonna, il racconto dell’elfa e la tavolozza. La ragazzina si sentiva riavere, lo sguardo del vecchio la rinvigoriva di secondo in secondo, rendendole sopportabile l’eccesso di energia che affatica eccessivamente un umano quando si trova in un mondo magico a cui ancora non sente di appartenere.

“Tilde, vuoi veramente diventare la Guardiana dei sogni di Onyrism?”

“È il mio destino”

“Ma tu lo desideri davvero?”

“Voglio diventare colei che mia nonna sperava sarei diventata. Lo voglio con tutta me stessa.”

“E sia! Domani mattina riceverai il cristallo che ti consacrerà Guardiana per tutta la vita”

Camlost si portò una mano sul cuore, estrasse da una tasca segreta della polvere magica e la soffiò su Tilde. Lei sprofondò in un sonno profondo e cadde a terra.

“Cosa le hia fatto? Sei forse impazzito? È la punizione per aver tentato di sovvertire delle sciocche regole?” Kevrah si lanciò al capezzale della sua compagna e continuò: “ Come ti sei permesaso di farle questo? Dovevi aiutarla a sopportare l’energia magica di questo posto, dovevi addestrarla… Guglielmina regnerà su tutti noi e realizzerà solo i sogni che più la aggraderanno dando sfogo alla sua immensa sete di potere; e tutto questo solo perché tu, stupido vecchio presuntuoso e retrogrado, non potevi permettere che un mezzelfo come me assaporasse la libertà che dovrebbe spettare di diritto ad ogni creatura!”

“Ogni Guardiana deve superare una prova, un addestramento. La giovane Tilde sta avendo il suo. Puoi starle accanto se vuoi e se supererà la notte tu avrai il tuo premio. Lascio un pizzico si polvere magica su questa pietra, conservala, potrebbe esserti d’aiuto. Ma tu fai pure come preferisci, dopo tutto, questo è solo il parere di un vecchio retrogrado.”

Kevrah non potè scusarsi. Camlost era scomparso.

Questa volta niente A e B per voi! Cari ragazzi drago, ci si avvia alla conclusione definitiva: sbizzarritevi! Come sappiamo, Guglielmina invierà un incubo a Tilly (era l’opzione A della scorsa volta e vi era molto piaciuta) ma cosa accadrà di preciso? Come può Kevrah aiutare Tilly? Ruscirà il mezzelfo ad avere la sua libertà? come mai la mamma di tilly è stata confinata in una cascata? Questo ha a che fare con il ruolo della ragazza? Cosa metterà in funzione la pietra? Che fine farà la zia Guglielmina? Queste e altre domande (tutte quelle che volete!) aspettano solo voi e la vostra imbattibile fantasia!

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Le cose si complicano…

scritto il ottobre 8th, 2010 da alphabetcity

Cari ragazzi drago,  che piacere ritrovare la vostra brillante fantasia e scoprire qualche nuova firma nei commenti!

Questa volta mi sono davvero sbizzarrita e quindi vi lascio all’ottava puntata…

 

La radura che li accolse era la stessa del quadro ma copletamente deserta.

“Piacere Kevrah. Le regole di Onyrism mi impeddivano di rivelarti il mio nome fino a che tu non ti fossi dimostrata degna di essere accolta nel regno” il ragazzo pronunciò questa frase di presentazione con grande solennità accorgendosi solo dopo che Tilde, nonostante avesse lo stupore ancora dipinto sul viso, stava scimmiottando i suoi movimenti con aria stizzita. Stava  per rimproverarla quando la vide accasciarsi al suolo. “Fantastico” pensò tra sé e sé: “Cosa sta succedendo? Devo salvaguardare la vita di questa creaturina altrimenti per il mondo magico e per me sarà la fine. Non mi resta che portarla dal vecchio Camlost e sperare che per una volta si dimostri gentile col prossimo.”

Sollevò Tilly e si mise in cammino: “Lo so che non puoi sentirmi, ma forse è meglio così, avevo pensato di raccontarti la mia storia, come mai sono qui, come mai proprio io, ma mi rendo conto che già non mi sopporti e che forse non ti importa un bel niente di sapere qualcosa che mi riguarda. Nel dubbio, cara mia, te lo racconto adesso, così non potrai rimproverarmi di non averti detto niente. Dunque: molto tempo fa, su Onyrism, quando ancora agli uomini era permesso accedere in tutta libertà a questo mondo fatato, una sanguinosa e lunga guerra vide scontrarsi elfi ed umani per la custodia del cristallo dei sogni. Ora che ci penso, cara, sarebbe meglio che tu stessi un minimo attenta perché è questa la pietra che ti consegnerà ufficilamente al tuo destino, ma se preferisci dormire fai pure. In ogni caso io vado avanti. Così, i mezz’elfi come me, frutto dell’unione delle due razze, vennero rinnegati da tutti e perseguitati. L’allora capo della comunità mezz’elfa, per salvare ciò che restava della nostra razza, si rivolse alle ninfe in cerca di protezione e accettò un patto che avrebbe cambiato le vite di tutte le generazioni a venire: i mezzelfi di Onyrism sarebbero stati i guardiani delle ninfe per sempre, non uno di noi, una volta compiuti i quindici anni sarebbe

sfuggito al suo destino. Beh, io ho quattordici anni e mezzo e non ho nessuna intenzione di fare questa fine. Voglio decidere per me stesso in totale autonomia, e tu sei la mia unica speranza: tua madre mi ha promesso la libertà se riuscirò a proteggerti e a guidarti in questo cammino. Quindi…” In quel momento una vocina flebile lo interruppe

“Kevrah”

“…”

“Sono sveglia da un po’”

“Quantifica po’”

“Circa dall’inizio”

“…”

“Non è vero che non ti sopporto”

“Stai zitta e risparmia le forze. Sei bollente e devo portarti dal vecchio Camlost al più presto”

 

Il dialogo tra i due ragazzi echeggiava ancora nell’aria dell’antro della caverna. Guglielmina si voltò verso la stupenda strega che le aveva mostrato la nipote e Kevrah nell’enorme sfera di Cristallo che emanava una luce rossastra e le disse: “Non scuotere la testa Ainwen, hai già imparato moltissimo tempo fa che non puoi evitare di sottostare al mio volere. La catena che ti imprigiona in questo luogo ti terrà in mio potere ancora per un mese.” :”Non essagerare vecchia megera” fu la risposta: “La purezza d’animo che quella ragazza possiede è la più forte delle armi. Se prenderà coscienza di sé diventerà imbattibile. Tua sorella con lei ha fatto un’ottimo lavoro.” :”Taci!” le ordinò la donna che, salita in sella al drago appena fuori dalla grotta volò via in un lampo.

Ainwen, la strega che si era sottomessa a Guglielmina in cambio di un ritratto della sorella che le aveva donato l’eterna giovinezza, sospirò e scosse la testa rassegnandosi al destino che aveva scritto per se stessa tanto scioccamente.

 

A

Il drago e Guglielmina sorvolarono l’inetra Onyrism fino a che non furono sulle tracce di kevrah e Tilde, ma si tennero abbastanza lontani da passare inosservati. La diabolica donna aveva in mente un piano folle: seguire la ragazza in tutte le sue mosse, lasciare che scoprisse la sua vera natura e che venisse sottoposta alla prima fase dell’addestramento e poi, durante la sua ultima notte nel mondo magico, quella precedente al mattino in cui le sarebbe stato donato il cristallo, inviarle un incubo orribile in cui sarebbe rimasta intrappolata per sempre.

(qui si potrebbe utilizzare il suggerimento per cui Kevrah è anche guardiano degli incubi, o comunque attribuire al mezzelfo la capacità di aiutare a superare le paure)

 

B

Il drago e Guglielmina sorvolarono l’inetra Onyrism fino a che non furono sulle tracce di kevrah e Tilde, ma si tennero abbastanza lontani da passare inosservati. “Arriverò prima di loro e convincerò in qualche modo il vecchio Camlost e tutte le più antiche creature del regno che non sono degni di ricevere il loro aiuto… nessun anziano vorrà bche un mezzelfo venga sciolto dall’accordo che lo lega alle ninfe e, a quel punto, una volta rimasta sola, Tilly non potrà fare altro che rivolgersi a me.

 

Allora: A o B?

Ma soprattutto: Cosa succederà? O meglio: Cosa vorreste che succedesse?

Forza! Forza! Forza! L’epilogo è dietro l’angolo…

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L’arrivo nel mondo magico (o settima puntata che dir si voglia)

scritto il ottobre 1st, 2010 da alphabetcity

Oggi niente preamboli, accendete la fantasia e partiamo subito per il mondo di Tilly, dove molte cose fondamentali stanno per accadre! 😉

 

Tilde lo capì fin dai quei primi istanti che niente sarebbe più stato lo stesso, ma in fondo quegli occhi le ispiravano fiducia e poi, a dirla proprio tutta, guerriero o giardiniere che fosse, quello che aveva di fronte era davvero un bel ragazzo. “Come ti chiami? Come facciamo a tornare nella radura? Chi è la mia vera mamma? La zia Guglielmina è davvero un’infida traditrice? Qual è il mio vero compito? Da cosa devi proteggermi?” non poteva smettere di fargli domande. Per tutta riposta lui le mise con fermezza una mano sulla bocca e la trascinò in una angolo lontano da sguardi indiscreti: “ Dì un po’, sei per caso impazzita? Così, in pieno giardino, ti metti a fare queste domande? Tua zia ci metterà un attimo a scoprirmi!”. La ragazzina arrossì violentemente, un po’ per l’imbarazzo un po’ perché era la prima volta che si trovava così vicino a un ragazzo. “Senti Tilde” continuò lui: “levati dalla faccia quella espressione da adolescente in preda agli ormoni e apri bene le orecchie” improvvisamente non le erà più tanto simpatico, ma Tilly non smise di ascoltarlo: “ Abbiamo poco tempo, perché tra meno di un mese compirai quattordici anni e sarà troppo tardi per addestrarti. La prima cosa da fare è scoprire se, nonostante la tua fantasia sia stata frenata dall’incantesimo che ti impediva di sognare, è in grado di farti dipingere. Quindi non perdere tempo, corri a prendere la tavolozza della nonna,  e tutto il necessario, mettili in uno zaino e, dopo aver detto a tutti che vai a fare un pic nic per stare un po’ da sola, raggiungimi vicino al torrente prima del paese.”

L’unica risposta che ottenne fu un cenno col capo e il rapido allontanamento della sua interlocutrice che, per altro, sembrava avere un’aria decisamente urtata. Rimasto solo Kevrah, questo era il nome del guerriero, ritornò di fronte alla porta, la aprì e scese le scale e attraversò l’intera sala. Si fermò di fronte ad un grande quadro con una cornice dorata a forma di drago che seguiva il perimetro dell’immensa tela piena zeppa di disegni fantastici (è l’opzione A del primo racconto che vi era tanto piaciuta e che finalmente è tornata! Contenti?). In lontananza si intravedevano, oltre un fitto bosco in cui lampeggiavano piccole fate, le figure avvolte in una fosca nebbia di una strega incatenata al dorso di un drago che, a guardar meglio, poteva sembrare in procinto di spiccare il volo. La parte centrale della raffigurazione, che invece ritraeva una radura luminosa nel mezzo della boscaglia, sembrava una sorta di limbo in cui un elfo senza pupille teneva fieramente incoccata una freccia nel suo arco, come mirando verso qualcosa al di fuori del dipinto, e un giovane di una rara bellezza sedeva su di un masso pizzicando una cedra quasi a cercare di strappare un sorrsio ad una piccola ninfa dall’aria assente che guardava assorta qualcosa nel fitto del bosco. In primissimo piano una cascata riempiva la scena di schizzi dai colori cangianti, e sotto la parete d’acqua scrosciante si intravedeva la sagoma di una donna. Proprio a questa donna si rivolse Kevrah: “Non fallirò mia signora, ti riporterò tua figlia, ma tu non deludermi, sai bene cosa ti ho chiesto in cambio”

 

Poco dopo i due si ritrovarono vicino al torrente. Quando il ragazzo arrivò, Tilly tentava con caparbietà di bagnare i colori secchi sulla tavolozza nel tentativo di scioglierli: “ Se era così semplice perché mai avrebbero mandato me?” :”Già, perché mai avrebbero mandato te?” rispose lei con aria seccata. Cominciava a non sopportarlo più. Era carino, questo era vero, ma aveva una atteggiamento che la mettava a disagio. “Perché hai bisogno di me. Lo capisco; non ti piace, ma questo non è il momento di fare le bizze. Quindi ecco l’unico indizio che posso darti: per ridare vita ai colori devi far vivere lo spirito che è dentro di loro”.

Tilde si coprì il viso con le mani e scosse la testa: “Ora lo strozzo!” pensò: “Non solo fa il gradasso ma ora è anche saccente”. Poi si sedette sull’erba e cominciò a pensare a sua nonna, alle passeggiate che mille volte avevano fatto mano nella mano per i parti e le colline nei pressi della casa. Ricordò il suo profumo, e le favole, la fatica e la gioia di raccogliere un piccolo tesoro ogni volta: un petalo di rosa, un filo d’erba, una goccia di rugiada intrappolata in un fazzoletto di seta… : “Ma certo!” la scattò in piedi uralmdo trionfante e cominciò a raccogliere nei dintorni i più diversi doni della natura per ricomporre, con molta grazia, tutti i colori della tavolozza. Quando ebbe finito si avvicinò al suo nuovo compagno di avventure e gli staccò un capello: “Scusa! Mi mancava il nero!”.

Quando ogni cosa fu finalmente al suo posto la tavolozza, come per magia, tornò al suo antico splendore.

A

Emozionata come non era da tempo, Tilde cominciò a dipingere con foga la radura che aveva visto nella visione e nel sogno, le immagini le riaffiorvano con facilità, come se fossero familiari, e in un attimo arrivavano al pennello. “Voglio tornare lì. Voglio capire. Voglio impadronirmi di ciò che mi spetta di diritto” Il quadro era quasi finito quando, sotto gli occhi fino a quel momento soddisfatti della sua guardia personale, un enorme drago viola spuntò dal nulla e la trascinò via con sé, in alto, verso le nuvole e verso uno strano cielo rosa che profumava di un odore di fiori forte e dolciastro che risvegliava in lei una profonda nostalgia dqualcosa, anche se non riusciva a capire bene cosa.

Kevrah la guardò scomparire nel cielo e, afferrando la tela esclamò: “Ci siamo Tilly, non avere paura!”.

 

 

B

Emozionata come non era da tempo, Tilde cominciò a dipingere con foga la radura che aveva visto nella visione e nel sogno, le immagini le riaffiorvano con facilità, come se fossero familiari, e in un attimo arrivavano al pennello. “Voglio tornare lì. Voglio capire. Voglio impadronirmi di ciò che mi spetta di diritto” Il quadro era quasi finito quando, come colpita da un’improvviso momento di collera si girò verso il ragazzo e disse: “Basta! Non lo vedi che non funziona? Non succede niente! Tanta fatcia per non arrivare da nessun aprte! E intanto tu te ne sti lì a fissarmi con un’espressione da beota senza enanche avermi detto come ti chiami…”Per un attimo le sembrò che la sua rabbia stesse facendo tremare la terra, poi si accorse stava succedendo davvero. Tremava il cielo, tremava l’erba e tremava anche l’acuq del fiume. Tutto intorno a lei stava cambiando. Era entrata nel quadro.

 

Questa volta cari i miei ragazzi drago, la questione è semplicissima:

–         Ao B?

–         Cosa ha promesso la vera madre di Tilde  a Kevrah?

–     Cosa accade una volta che Tilde è arrivata nell’altro mondo? Come verrà addestrata? La zia Gulgielmina riuscirà a raggiungerla per metterle i bastoni tra le ruote? Siamo alla settima puntata; tra tre sarà tutto finito: la nostra storia deve viagggiare verso una conclusione!

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Sesta puntata. Gli eventi prendono una piega interessante!

scritto il settembre 25th, 2010 da alphabetcity

“Oggi è sabato domani non si va a scuola!” una canzone di qualche tempo fa cantava qualcosa del genere! In questo caso, invece, potremmo dire: “Oggi è sabato e leggo il minifantasy!”

Quindi, dopo aver specificato che sarei davvero lieta di leggere moltissimi commenti, ma che trovo unici e prerziosi quelli che leggo abitualmente da settimane, cominciamo con la sesta puntata; ossia, ecco come Tilde apprenderà tutto il racconto del suo passato che abbiamo svelato la scorsa volta e che cosa le succederà subito dopo!

Pronti? Io sì! VIA!

La notte del primo sogno di tutta la sua vita Tilly si svegliò sconvolta. Sudata e con le palpitazioni si alzò dal letto e si precipitò alla culla dove aveva lasciato la tavolozza e la lettera della nonna. Non era bastato far finta di niente: il suo destino era di fronte a lei, avvolto da un fitto mistero che, però, non doveva scoraggiarla. Era arrivato il momento di combattere per scoprire la verità. Proprio in quel momento un pensierò le illuminò il viso spazzando via l’ulitma traccia di sonno: “Sono le due di notte, tutti dormono, se mi muovo senza fare rumore nessuno saprà che sono sveglia e potrò esplorare questa casa in piena libertà senza che la mamma e, soprattutto, la zia Guglielmina se ne accorgano”. Questa volta non si cambiò neanche. Infilò le scarpe da ginnastica e, con ancora addosso la camicia da notte tutta fiocchi e merletti secese le scale per cominciare la sua esplorazione. Quando incrociò la sua immagine in uno specchio non poté fare a meno di pensare che somigliava ad una curiosa versione da Jogging della Bella Addormentata armata di torcia elettrica. Ma non era il momento di ridere: occorreva concentrarsi. “Pensa Tilly, pensa, pensa ai disegni nei quadri…un drago, la mia culla, un’elfa dai capelli verdi, quella creatura mostruosa… ho bisogno di trovarli…” Si aggirava assente per il pian terreno e senza accorgersene si ritrovò in giardino. Il vecchio muro di cinta attirò la sua attenzione. Tilde si avvicinò cauta e cominciò a tastare sotto il fitto dell’edera: “Una maniglia!” urlò nel silenzio della notte ricordandosi solo dopo che avrebbe dovuto fare piano: “Una maniglia!” ripeté sussurrando a se stessa, e la girò. La porta segreta si aprì su una rampa di scale di cui non si vedeva la fine.

Coraggiosamente e con un filo di incoscenza la ragazzina iniziò la sua discesa senza esitare neanche un secondo. Diversi gradini dopo lo spettacolo che si mostrò ai suoi occhi la ripagò dalla fatica: un intera stanza, molto, molto più grande di quella che le aveva mostrato la zia, piena zeppa di quadri della nonna. Avrebbe voluto avere il tempo di guardarli uno ad uno, di pensare alla sua nonnina almeno un po’, di piangere perché le mancava tanto. Ma una forza che non sapeva di avere la spinse ad avvicinarsi alla parete senza lacrime e con aria decisa. Una serie di quadri posti vicinoi e tutti delle stesse dimensioni attirarono la sua attenzione, la protagonista non le era affatto nuova: era l’elfa dai capelli verdi. La storia narrata era di una tristezza commovente: un amore disperato, scoccato proprio tra l’elfa dai capelli verdi e una creatura condannata a vagare nelle tenebre. Tilde man mano che osservava i quadri li staccava e li poggiava sul pavimento, quasi a formare un fumetto. Quando vide i due innamorati costretti a separarsi cominciò a piangere. Le sue lacrime sciolsero il colore. Piangeva di cuore, con gli occhi chiusi e l’animo disperato, quando sentì una voce: “Non piangere bambina, sono passati moltissimi anni e neanche io penso più al mio destino infelice” a parlare era proprio l’elfa: “Hai avuto pietà di me, hai amato la mia storia dal profondo e questo lenisce la mia sofferenza. Per ringraziarti voglio raccontarti qualcosa che sono sicura che ti sarà utile” (ovviamente il racconto è quello riportato nel post della quinta puntata). Quando la creatura smise di narrare Tilly quasi non poteva credere alle sue orecchie: “Grazie, grazie mille, ma ora io… io non so cosa fare…”: “Non preoccuparti” le rispose l’elfa che ormai stava svanendo, “sei riuscita ad avviare gli eventi, rimani sempre te stessa e non dimenticarti mai di come sei stata cresciuta dalla tua buona nonna.”

Con la sensazione di avere su di sé il peso di una responsabilità molto più grande di lei, Tilde tornò a dormire.

A

Ancora incredula di quello che aveva vissuto nel corso della nottata, si svegliò con una gran voglia di fare. Scese a fare colazione in un baleno già vestita e preparata di tutto punto. Bevve il latte a velocità supersonica e in un secondo sapzzolò la fetta di ciambellone a lei destinata. Finalmente libera da sguardi indiscreti si finse impegnata nella ricerca di cocccinelle in giardino e tornò nel luogo esatto della notte precedente. La porta era scomparsa. Di essa neanche una traccia. Che fosse un sortilegio della zia Guglielmina? Quella donna ormai la seguiva ovunque e, forse, era stata astuta e l’aveva spiata anche durante la sua avventura notturna. Che fare? La ragazzina capì che aveva bisogno della nonna, dei suoi quadri, dei suoi poteri. Doveva tornare a casa, tornare nella stanza dei dipinti dove aveva avuto una visione. C’era un quadro, non quello piccolo che aveva attirato la sua attenzione la prima volta, ma una tela molto più grande, che non riusciva a mettere bene a fuoco che era certa le sarebbe stato d’aiuto. Battagliera e convinta rientrò in casa per chidere alla mamma di porre fine al soggiorno toscano. Voleva arrivare nella radura delle sue visioni. Voleva scoprire chi era veramente. E ci sarebbe riuscita.

B

Ancora incredula di quello che aveva vissuto nel corso della nottata, si svegliò con una gran voglia di fare. Scese a fare colazione in un baleno già vestita e preparata di tutto punto. Bevve il latte a velocità supersonica e in un secondo spazzolò la fetta di ciambellone a lei destinata. Finalmente libera da sguardi indiscreti si finse impegnata nella ricerca di cocccinelle in giardino e tornò nel luogo esatto della notte precedente. Proprio lì di fronte, con tanto di cappello di paglia e di salopette un ragazzo poco più grande di lei era intendo a potare l’edera. “Sei il nuovo giardiniere?” lui si voltò e suoi occhi brillarono di una luce tutta speciale. “No, sono un guerriero. Sono la tua guardia cara predestinata, mi manda tua madre, la tua vera madre. Sei pronta a cominciare l’avventura per cui sei stata messa al mondo?” Tilde rimase basita a fissarlo. “Fin’ora sei stata brava ma ti facevo più loquace!” esclamò lui. “Impertinente come guardia!” pensò la ragazzina, e poi sorridendo con una punta di furberia gli chiese: “Sai come arrivare nella radura delle mie visioni?”.  Quello era l’esatto momento che avrebbe segnato le loro vite per sempre

A voi la scelta e, come sempre, sono apertissima ad ogni tipo di suggerimento! L’appuntamento è per venerdì!

P.S.  Vilma la tua idea per far funzionare la tavolozza non è andata perduta e verrà utilizzata ben presto! 😉

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Attenzione! Attenzione!

scritto il settembre 20th, 2010 da alphabetcity

Alcuni di voi si chiederanno: Ma come? Non era il giorno della nuova puntata?

Effettivamente sì, lo era, ma c’è stato un cambiamento in corso d’opera! Niente paura però, le trasmissioni riprenderanno regolarmente al più presto, cioè mercoledì!

Quindi vengo al dunque e vi spiego questa piccola pausa momentanea: l’ultimo post ha solo 5 commenti! Quindi ho pensato di darvi più tempo! Non solo, ho deciso di mettere questo post anche perché così i nuovi utenti, o quelli che era da un po’ che non facevano un saltino da queste parti, non si sentano spaesati o, peggio, esclusi! Infatti se vi siete persi l’iniziativa del minifantasy per intero o solo per qualche puntata non vi resta che andare a sbirciare i post precedenti e troverete tutto!!!

Perciò non deludetemi e accorrete nuovamente numerosi altrimenti che minifantasy corale è se non siamo in tanti a partecipare! Niente letargo per i fan di Licia Troisi, in autunno vi voglio più attivi che mai!

Naturalmente, però, un grazie speciale va ai miei fedelissimi che sono fantastici!

Prima di darvi appuntamento a mercoledì (quando comunque pubblicherò la sesta puntata) voglio segnalare a tutti voi un nuovo blog sulla vostra beniamina!

http://liciafantasy.blogspot.com/2010/07/concorsi.html

Vi anticipo che potrete trovarvi un’iniziativa particolarmente carina e originale, soprattutto se vi piace disegnare!

Per ora è tutto cari i miei ragazzi drago VI ASPETTO IN TANTIIIIIIII E PIENI DI ENTUSIASMO!!!

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Quinta puntata: il momento della verità!

scritto il settembre 13th, 2010 da alphabetcity

Carissimi ragazzi drago, per questa settimana i vostri interessantissimi suggerimenti mi hanno portata su una strada inusuale: il passato. Dato che questo nostro minifantasy è come un minilibro, ho pensato che un salto nel passato era proprio il caso di farlo, un capitolo a parte che cominci a diradare la fitta nebbia intorno alla nascita di Tilly. Alla fine, dunque, le scelte da fare saranno molteplici, sia per quel che riguarda lo svolgimento della storia che per quel che, invece, riguarda la sistemazione di questo racconto del passato all’interno della narrazione. Insomma, una valanga di decisioni aspetta solo voi: si parte!

 

Fin dall’antichità il mondo magico di Onyrism (se avete altri suggerimenti per il nome sappiate che sono disponibilissima e lieta di sostituirlo!) ha avuto una sola regola: le guardiane dei sogni, sovrane incontrastate di ciò che avviene mentre l’intero regno dorme, sono scelte dal Fato e dal Fato soltanto perché il loro potere, in una terra dove i sogni che bruciano di una passione autentica hanno il potere di realizzarsi, è troppo grande per poter essere veicolato da qualunque creatura.

Dopo secoli di pace e di giustizia, però, la nube del malcontento era calata sulle teste degli abitanti di Onyrism poiché ogni popolo di questa terra magica, elfi, streghe, draghi, ninfe e molte molte altre razze fantastiche, aveva cominciato a sospettare che la Guardiana, in quanto appartenente ad Onyrism, avrebbe potuto correre il rischio di essere influenzata dai desideri e dalle richieste dell’una o dell’altra popolazione. Fu allora deciso di cercare, per una e una sola volta, sulla Terra una nuova prescelta che, da quel momento in poi, avrebbe portato con sé la sua succeditrice, sempre crescendola lontano da ogni sospetto di corruzione. Erano state allora scelte due bambine, notate dall’elfo più saggio per la capacità della più piccola di disegnare mondi così simili a Onyrism e della più grande di inventare storie fantastiche a partire da quei dipinti: rispettivamente Giuseppina e Guglielmina. La prima crescendo si era rivelata buona, gentile e altruista mentre la seconda, man mano che la sua fantasia infantile andava esaurendosi, aveva cominciato a provare invidia per l’infinito talento della sorella. Così, anche se entrambe erano state ammesse al mondo magico, solo Giuseppina era diventata la Guardiana dei sogni.

La vita di Onyrism aveva allora continuato a scorrere regolarmente ed era tornata in vigore l’antica legge per cui ogni madre quando nasce una bambina con gli occhi verdi è costretta a portarla dalla Guardiana che, leggendole l’anima attraverso gli occhi, potrà capire se sarà lei a prendere il suo posto. Il giorno in cui nacque Tilly le cose sarebbero dovute andare in questo modo e, infatti, la sua stupenda mamma si stava incamminando per andare a consegnare la sua piccina quando, proprio nella radura bagnata dalle acque della cascata nella quale viveva, un elfo con una cetra aveva iniziato a cantare una strana nenia sulle terribili gesta di una traditrice che avrebbe incrinato l’equilibrio del regno. Guglielmina, infatti, era in aguato, accordatasi con un ghoul aveva deciso di compromettere per sempre il futuro della bimbetta.

Mentre la donna si avvicinava Giuseppina, però, una freccia scoccata da un elfo cieco, il miglior tiratore del reame perché sensibile e sempre viglie, tenne la sorella traditrice incollata ad un albero. I pochi minuti così guadagnati bastarono per far sì che la lattante venisse riconosciuta e battezzata come Tilde, la prossima Guardiana.

Con l’arrivo della neonata nella loro villa sulla Terra le due sorelle si riappacificarono. Ma, una notte, Guglielmina, sopraffatta dalla brama e dall’invidia, si alzò, invocò il ghoul suo servo e lanciò la maledizione sulla picccola che dormiva beata nella sua culla: nessuna visione le sarebbe mai apparsa in sonno e, se entro il tredicesimo anno di età non si fose ricordata nulla del compito che le spettava di diritto e non fosse riuscita a recuperare il suo innato dono onirico, la donna avrebbe preso il suo posto piegando l’intero regno ai suoi voleri.

La legge del mondo di Onyrism prevede che fino a tredici anni nessuna prescelta venga addestrata. Da quel momento in poi Giuseppina, la quale sentiva che non avrebbe avuto una vita lunghissima, affidò Tilde a sua figlia naturale chiedendole di amrla come se fosse sua e cominciò a dipingere alcuni quadri che sarebbero serviti alla sua nipotina a ritrovare la sua vera identità

 

Ed ora viene il bello:

 

1)      Chi racconterà questa storia a Tilly:

A)    l’elfa dai capelli verdi che la ragazza aveva visto in una delle figure del primo quadro dopo che, in qualche modo, è riuscita ad entrare in possesso del dipinto e a liberare lo spirito della creatura magica (potete anche dire come è riuscita a liberarla!)

B)     l’anziana madre della cuovca della villa che ha insegnato alla nonna a disegnare

C)    Il ghoul pentito e spaventato dai diabolici piani della zia (quali?) decide di confessare

 

2)      Una volta venuta a conoscenza della storia come potrà Tilde essere addestrata e recuperare i suoi poteri?

Vi lascio libera scelta di suggerirmi ciò che preferite!

 

3)      Mi piace l’idea che una creatura del mondo magico possa riuscire ad arrivare alla villa per aiutare Tilly. Chi è? È un ragazzo? Può rivelare la sua vera identità o deve aspettare che sia lei a scoprirlo?

Anche qui siete liberissimi di lasciare correre la vostra fantasia!

 

Un’ultima raccomandazione prima dei saluti: ricordatevi che siamo alla quinta di dieci puntate e che quindi dobbiamo cominciare ad inccminnraci verso il finale!

Ci leggiamo lunedì!

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Quarta puntata: Tilly ritorna a sognare

scritto il settembre 7th, 2010 da alphabetcity

La sensazione di essere già stata in quel luogo assalì la ragazza come un odore acre, di quelli forti, che penetrano nei vestiti per non andare più via. Si accorse che si stava inavvertitamente mangiando le unghie: era nervosa, tesa, sommersa da uno stato d’ansia che quel luogo le comunicava senza alcuna ragione plausibile. Era davvero possibile che non ricordasse assolutamente niente dei suoi primi tre anni di vita? Cominciò a gironzolare per la stanza, a toccare gli oggetti, a spostarli: una bambola, una trottola, una coperta, il letto a baldacchino con le tende ingiallite a fiorellini. Quasi in uno stato di ipnosi si avvicinò alla culla e spostò le tendine. All’interno un piccolo cuscino sopra il materasso; Tilly lo sollevò e scoprì un tassello nella gomma piuma con inserita all’interno una scatola nera, che sotto la polvere lasciava intravedere la sua lucentezza. Si sedette per terra e la aprì con la mani tremanti. Il curioso oggetto contenteneva una tavolozza, tre pennelli e una lettera: “Mia cara Tilly, ti scrivo oggi, prima di portarti via da questa casa. Mentre la penna scorre sul foglio tu gironzoli spaesata per la stanza cercando i giochi che sono già stati portati a Roma. Non sarò qui quando tornerai, lo sento. Ma tu non preoccuparti tesoro mio, guiderò lo stesso la tua mano, ma tu dovrai essere forte e coraggiosa. Per ora posso dirti solo questo perché riuscire ad ottenere tutto l’aiuto che posso darti dipenderà da te. Un’ultima cosa amore mio: ricorda sempre che un mondo senza sogni è una tela senza colori e un sognatore che si smarrisce è un pittore senza tavolozza. Un bacio dalla tua nonna”. Per Tilly era abbastanza. Lasciato tutto sul pavimento corse giù per le scale e si offrì volontaria per accompagnare la cuoca a fare la spesa, poi l’aiutò a cucinare, a ripulire, e a fare qualunque altra cosa pur di tenersi occupata. Ma non si può sfuggire al proprio destino: quella fu la notte in cui fece il suo primo sogno.
Era di nuovo in quel mondo fatato che aveva visto quando era svenuta nella stanza dei dipinti, ma questa volta la visione era più nitida e le figure si distinguevano alla perfezione. Nella radura un elfo cieco stava incoccando una freccia pronto a colpire qualcosa nel filto del bosco mentre la figura che aveva visto sotto la cascata si rivelò, una volta messo piede nell’erba una bella donna giovane, vestita di bianco, con dei lunghissimi capelli del colore della notte e la pelle di un candore straordinario. Teneva in mano una bimba in fasce e camminava con aria preoccupata  ninnandola con dolcezza. Dopo un ultimo sguardo pieno di lacrime Tilde l’aveva vista porre la neonata a terra e poi, con sua grande meraviglia, il fagottino era stato raccolto da… sua nonna!

Se sceglierete A la trama evolverà con Tilly che scopre di essere la guardiana dei sogni a cui però la zia, gelosa di questo ruolo che comporta un enorme potere, ha fatto un incantesimo che le impedisce di ricordare il suo passato e quindi la sua vera identità. Le guardiane dei sogni, infatti, non possonbo sognare, ma solo avere visioni notturne. La zia è riuscita a mantenere la situazione sotto controllo fino ad ora. Perché? Cosa vuole ottenere? Come può Tilly liberarsi dell’incantesimo? Può aiutarsi con la tavolozza?  Cosa sono in realtà i quadri della nonna?

Se sceglierete B Tilly scoprirà di essere una ninfa designata da un oracolo a sedere sul trono del regno che ha appena sognato. Solo con la sua ascesa la pace potrà di nuovo regnare. Ritrovare i suoi sogni la asiuterà a sedersi sul trono. Come si svolgerà l’azione? Perché la zia non vuole che sieda sul trono? A cosa servono la tavolozza e i quadri della nonna?

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Terza puntata: cosa accadrà a Tilde?

scritto il agosto 30th, 2010 da alphabetcity

Eccoci di nuovo qui! Noto con gioia (e con molta soddisfazione personale!!!) che le due opzioni vi colpiscono più o meno equamente e quindi la proposta di Fabio è stata accettata visto che aveva anche riscosso un discreto successo! Ecco dunque il risultato della fusione.

 

Poche ore dopo Tilly prese a girarsi e a rigirarsi nel letto. Non aveva mai sofferto d’insonnia, mai un incubo o un brusco salto avevano turbato le sue notti, mai un pianto, neanche da piccola. E ora proprio non riusciva a dormire. L’immagine della culla la tormentava e aveva ancora addosso la sensazione spiacevole provocatale dalle parole della zia.

Si alzò di scatto, a piedi nudi e senza neanche indossare vestaglia e pantofole uscì dalla stanza e si ritrovò a camminare con passi lunghi e rapidi verso il corridoio. Una volta entrata nella camera dei dipinti, un istinto inspiegabile la guidò fino all’esatto centro della stanza dove scorse una piccola macchiolina di colore bluastro. Si chinò per toccarla e al  primo contatto della sue dita con il gelo del pavimento sprofondò in un sonno profondo. Il freddo del marmo si trasformò ben presto in una strana sensazione di umido: era acqua. Si trovava sotto la superficie di un fiume ma riusciva perfettamente a respirare. Quasi distrutta da un’incomprensibile quanto improvvisa stanchezza non riuscì a muovere un solo dito e, così, si limitò a guardare. Scorse sulla superficie una creatura orribile e inquietante che, accingendosi ad entrare nell’acqua si illuminva di una luce pallida e accecante trasformandosi in una ragazza dai lineamenti ancora non perfettamente percettibili ma bellissimi. Intanto una musica dolce suonava, sembrava provenire da una radura lontana. Tilde aprì gli occhi di scatto, preda di un’irrefrenabile necessità di agire e in un attimo ritornò nella sua stanza. Via la camicia da notte da scolaretta, via le due trecce che la mamma si ostinava a farle portare per ordinare le onde dei suoi lunghi capelli. Scarpe da ginnastica, leggings e un maglietta lunga a pois, la sua preferita, uscì nel corridoio e corse a perdifiato fino allo studio del nonno, forzò la serratura e, come posseduta da un istinto irrefrenabile, si lanciò ai piedi della gigantesca cassettiera in mogano senza neanche accendere la luce. Un pallido raggio di luna la aiutò a raggiungere l’interruttore della lampada della scrivania. La ragazzina cominciò a rovistare con forza all’interno dell’ultimo cassetto: “Trovato!” quasi urlò per l’emozione mentre rovesciava per terra decine e decine di fotografie e pezzi di carta contenuti in una cartellina viola con su scritto “proprietà”. Dopo una ventina di minuti di ricerche un brivido le percorse la schiena: la villa in Toscana esisteva davvero. Foto, indirizzo, vari documenti dell’acquisto, bollette, curriculum vitae della servitù, non mancava niente. Tilde si alzò e aprì la finestra per fare entrare un po’ d’aria, un’ombra si mosse nel giardino sotto di lei. Incredibile: sembrava la zia Guglielmina, e non era sola.

 

E ora passiamo al terzo episodio! Questa volta vorrei che vi scatenasse, che nei commenti non vi limitaste a scegliere A o B ma che aggiungeste di pugno vostro un po’ di suggerimenti come già stanno facendo alcuni di voi. Quindi quelle che seguiranno l’introduzione saranno una parte A e una parte B un po’ più brevi del solito e alla fine vi farò delle domande ben precise sperando di stuzzicarvi e (ovviamente!) anche di divertirvi!!!

 

Per quanto cercasse di sporgersi per vedere chi fosse il misterioso interlocutore della zia, la ragazzina non riusciva a distinguere alcun lineamento con il semplice aiuto della luce della luna. Neanche l’acustica era ottima, Tilly non poté a sentire niente, o quasi; alcune parole della zia la colpirono in pieno: “Capisci bene che se la ragazza ritrovasse la capacità di sognare per noi sarebbe la fine e dovremmo arrenderci alla sovranità della nuova predestinata…”. Una doccia fredda, gelata, glaciale, la investì e la costrinse ad accucciarsi a terra: “Non ho mai sognato, io non ho mai sognato, non ho mai sognato e neanche ho mai badato a questa mia stranezza…” A questo punto le tornò in mente l’immagine della culla, sentiva di essere lei quella bimba in fasce, sentiva che le era stato fatto qualcosa. Che Guglielmina stesse parlando con lo stesso essere misterioso di cui si intravedeva la presenza nel dipinto della nonna?!? Non c’era tempo da perdere, bisognava passare all’azione immediatamente e la prima cosa da fare era convincere la mamma a portarla nella villa in Toscana che, secondo quel che risultava dai documenti, non era affatto stata venduta.

Bastarono uno sciopero della fame all’ora di colazione e un’innocente bugia sulla nonna che la aveva promesso di portarla a trascorrere qualche giorno proprio in quella villa, per convincere la mamma a fare la valige e partire, ma nessun capriccio e nessuna scusa riuscirono a far rimanere la zia a casa. Tilde, preoccupata, curiosa ed eccitata nello stesso tempo, si ritrovò in viaggio in men che non si dica.

Qualche ora fu sufficiente per arrivare a destinazione e sistemare i bagagli. Alla ragazzina venne data quella che, come le raccontarono i domestici, era stata la sua stanza fino all’età di tre anni e che, effettivamente, all’interno aveva un letto da bambina in cui entrava a malapena e una culla identica a quella del ritratto.

 

Se sceglierai A Tilde scoprirà la porta magica che porta ad un altro mondo. Descrivi questo mondo e le creature magiche che lo popolano.

 

Se sceglierai B Tilde rovistando tra i vecchi oggetti della sua stanza troverà una tavolozza magica e una lettera della nonna scritta molti anni prima.

 

Altre idee? Per esempio, qual è lo scopo ultimo della missione di Tilly? A cosa è predestinata? Perché la zia non vuole sottostare al volere della predestinata? Che potere potrebbe avere Tilly di presciso? Diamo corpo alla nostra fantasia perché dalla prossima puntata entreremo nell’ambito del fantasy vero e proprio!

 

P.S: quelli di voi che volessero cimentarsi del disegno, possono mandare la loro opera, disegnata al cimputer o scansionata, all’indirizzo: contest@laragazzadrago.it

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