7 gennaio 2009

Grazie al cielo!

Nevica da due giorni (la foto lo dimostra…). Le macchine sono pandori ambulanti. Le strade deserti freddi, tracciati da Suv che, per la prima volta, trovano una ragion d’essere che non sia la volontà di potenza. Gli alberi piegati dal dolce carico fioriscono in un’apoteosi di fiocchi bianchi come fiori di ciliegio. Prof 2.0 guarda il cellulare da quando si è svegliato e spera che arrivi il fatidico messaggio: la scuola è chiusa. Nulla.
La gente per strada è più buona, a differenza di quando finiscono le feste. Sarà la neve che rende tutto e tutti più immacolati, con il suo legare misteriosamente terra e cielo, come la pioggia non sa fare. La scuola è semideserta. Tanti hanno rinunciato, tanti non ce l’hanno fatta ad arrivare. I pochi alunni sopravvissuti si sentono in vacanza. Prof 2.0 li rimprovera per questo loro atteggiamento fancazzista nevaiolo. Cosa dovrebbe mai cambiare un po’ di vapore acqueo condensato che copre tutto nascondendo il grigio e rendendolo meraviglioso e aggraziato? Già. Cosa? Ipocrita. Prof 2.0 ipocrita! Tu che avevi aspettato lo stesso messaggio che aspettavano loro. E tu sei un adulto! E non solo tu. I tuoi colleghi, anche quelli insospettabili, ti confidano che speravano nello stesso messaggio… Tutti uguali: prof e alunni, questi sinceri i primi no… Tutti presi dalla smania del bianco. Trascorrono le ore di lezione in modo più piacevole e disimpegnato, dato il numero di assenti. Quando Prof 2.0 esce da scuola ammira lo spettacolo più bello: i bambini della materna giocano con le maestre nel cortile della scuola a palle di neve. Loro sono gli unici che hanno capito. Noi adulti abbiamo fatto anche oggi il nostro stupido dovere.

Sembra che domani e dopodomani la scuola resti chiusa.
Non siamo ipocriti: grazie al cielo!

Una replica a “Grazie al cielo!”

  1. Charles ha detto:

    Carissimo Prof 2.0, apprezzo moltissimo la tua sincerità. Come sempre del resto.

    Io adoro la neve. In montagna ed in città.
    Certo non capisco come mai, appena si depositano i primi fiocchi,le città vadano in tilt. Trasporti alla moviola, protezione civile allertata, panico da finimondo.

    Un tempo a Milano e Lombardia nevicava anche molto di più, ma mio padre ed i miei nonni, in bicicletta, tram, carretto o furgone, sono sempre andati a lavorare a chilometri di distanza, senza lamentarsi. Nessuna fabbrica o scuola chiudeva.

    Ammettiamolo, con altrettanta sincerità.
    Nella società contemporanea, benestante nonostante la crisi ed un po’ dandy, il lusso più grande di cui possiamo godere è il tempo libero.
    Ogni espediente per riservarci del tempo per noi stessi è valido.
    Sotto certi aspetti anche etico.

    Nel concludere, vorrei esprimere una mia soggettiva valutazione.
    Quando nevica, le persone più chiuse, materialiste, insensibili, imprecano.
    Quelle che, a discapito dell’età matura, conservano vivace un bambino nel loro animo, sorridono ai paesaggi canuti e spalancano gli occhi come fanciulli..

    Benediciamo la neve perchè ci fa tornar bambini e… se non diventerete come bambini, non entrerete mai…

    Bye,
    Charles

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