Quando saremo capaci di amare?

Dopo la partecipazione alle Invasioni barbariche di ieri su La7 mi è tornata in mente questa canzone:

 

gaber03ha6.jpegQuando sarò capace d’amare

probabilmente non avrò bisogno

di assassinare in segreto mio padre

né di far l’amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace d’amare

con la mia donna non avrò nemmeno

la prepotenza e la fragilità

di un uomo bambino.

Quando sarò capace d’amare

vorrò una donna che ci sia davvero

che non affolli la mia esistenza

ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo

una poltrona, un libro o una rosa

lei avrebbe voglia di essere solo

quella cosa.

Quando sarò capace d’amare

vorrò una donna che non cambi mai

ma dalle grandi alle piccole cose

tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore

e avvicinarmi al suo mistero

non come quando io ragiono

ma come quando respiro.

Quando sarò capace d’amare

farò l’amore come mi viene

senza la smania di dimostrare

senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti

con gli occhi stanchi e l’animo gioioso

percepire che anche il sonno è vita

e non riposo.

Quando sarò capace d’amare

mi piacerebbe un amore

che non avesse alcun appuntamento

col dovere

un amore senza sensi di colpa

senza alcun rimorso

egoista e naturale come un fiume

che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni

senza altre strane deviazioni

che se anche il fiume le potesse avere

andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

15 commenti

  1. Pubblicato il 16 ottobre 2010 at 16:39 | Permalink

    …Perche?
    La canzone è molto bella anche se in alcune sue parti ambigua.
    Contestualizzala, non lanciare cosi questa tua impresiione, permetti a chi non ha seguito La7 di capire.
    Grazie

  2. Pubblicato il 16 ottobre 2010 at 16:48 | Permalink

    ciao alessandro,ti ho seguito ieri sera dalla bignardi,finalmente un insegnante in tv,soprattutto un insegnante degno di questo nome,io insegno da 20 anni e la penso esattamente come te,l’insegnante è prima di tutto un educatore,insegnare è un lavoro nobile, come mi disse un giorno un mio alunno,e non era il primo della classe, non studiava mai si addormentava sui banchi….dopo notti folli, il liceo non l’ha finito,ma abbiamo fatto un pezzo di strada insieme e spero di avergli fornito qualche strumento per leggere la realtà.Sono convinta che l’obiettivo della scuola rimanga quello di insegnare a ragionare con la propria testa fornendo tutti gli strumenti necessari per decifrare la realtà sempre più complessa,la letteratura ,l’arte,la filofofia,la matematica …sono i nostri strumenti del mestiere…continua così,la scuola ha bisogno di persone così,ciao daniela

  3. Pubblicato il 16 ottobre 2010 at 18:52 | Permalink

    Io ero sul divano a guardarti….Grazie grazie per aver portato la voce di noi insegnanti in tv. Eri speciale , vivo, vero, vicino a quei morti dentro; perchè chi sta con i ragazzi ,come noi, è vivo e “rinasce ogni giorno”!

  4. Pubblicato il 16 ottobre 2010 at 23:09 | Permalink

    Che nostalgia dell’amore, quello vero! Ma davvero questo è tutto ciò che abbiamo da offrire ai nostri fratelli, ai ragazzi, agli studenti, ai figli? Proprio non mi ci rassegno. C’è di più, l’amore è di più: l’amore che desideriamo è di più, quello che possiamo donare è di più, e soprattutto è diverso, come hai detto tu, Alessandro. Una società che ci illude di essere il centro dell’universo e di poter bastare a noi stessi, alla nostra piccola felicità ridotta a niente, che ci riempie di cose a portata di mano ma ce ne nasconde il significato reale, ci chiude gli occhi di fronte alla misura alta della nostra umanità, la tenerezza, all’eternità e alla verità che non c’è pienezza che possiamo raggiungere senza vivere quel vuoto che viene dal dare noi stessi così come siamo, senza pretendere che gli altri siano diversi da come sono, solo sperando di poterci accogliere davvero, tutti interi.

  5. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 08:31 | Permalink

    Questo testo è pura poesia, ma non mi ha mai convinto fino in fondo.
    Se fossimo o volessimo davvero essere capaci di amare, forse andrebbe un po’ cambiato.

    “Quando sarò capace di amare, la mia donna ci sarà davvero. Non affollerà la mia esistenza ma non mi starà lontana neanche col pensiero.
    E se io accarezzo una poltrona, un libro o una rosa, lei avrà voglia di essere solo quella cosa.
    Quando sarò capace di amare, la mia donna non cambierà mai, perché dalle grandi alle piccole cose tutto avrà un senso perché esiste lei, così da guardare dentro al suo cuore
    e avvicinarmi al suo mistero
    non come quando io ragiono
    ma come quando respiro.
    Quando sarò capace d’amare
    farò l’amore come mi viene
    senza la smania di dimostrare
    senza chiedere mai se siamo stati bene, perché il mio amore non avrà alcun appuntamento con le colpe o con il dovere, con le cattive o buone azioni e anche se avrà le sue deviazioni, sapremo raddrizzarle come un fiume che fa il suo corso e che torna sempre al mare”.

    Così, senza tanti “vorrò”.

    Perché saremo capaci di amare solo quando la smetteremo di desiderare che le persone siano così come noi vorremmo che fossero, quando avremo il coraggio di mettere la nostra vita nelle loro mani per il resto dei nostri giorni.
    Perché quando saremo capaci di amare, chi amiamo sarà esattamente quello di cui il nostro amore ha bisogno che sia per vivere.
    Saremo capaci di amare quando ci renderemo conto che l’amore non è riempiere i nostri vuoti, di qualunque amore si stia parlando, perché quando nel nostro vuoto cerchiamo l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto.
    “Vorrò una donna, vorrò una donna, vorrò una donna”…ma forse no.
    Perché “se mi ama”, lei sarà così come io la amo …”che se io tocco una poltrona, un libro, una rosa, lei avrebbe voglia di essere solo quella cosa”.
    E lo vorrà e lo sarà, semplicemente perché mi ama, senza tanti “vorrò” e senza tanti altri vuoti.

  6. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 11:30 | Permalink

    Mi piace quello che scrive Carmen.
    Senza tanti “vorrò”.
    Credo sia questo che spesso non ci permette di amare e ci pone sempre al centro dell’universo: voglio una donna che sia così.
    Tutto viene concentrato nel nostro desiderio di avere e di possedere, nell’amore a due come nelle cose più in generale.
    Non ci accorgiamo poi, di perdere quello che ci sta intorno.

  7. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 14:59 | Permalink

    A me piace soprattutto il verso che riguarda la “prepotenza e la fragilità di un uomo bambino”: a volte scambiamo per amore la soddisfazione dei nostri capricci.

  8. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 17:43 | Permalink

    Perché abbiamo bisogno di essere educati all’amore, non smetteremo mai di averne bisogno.
    Mi è venuto in mente lui che scrive:
    “Quello che ti chiedo adesso è di più, molto di più che bacio o sguardo:
    è che tu stia più vicino a me, dentro.
    Come il vento è invisibile, pur dando la sua vita alla candela.
    Come la luce è quieta, fissa e immobile
    fungendo da centro che non vacilla mai
    al tremulo colpo di fiamma che trema.
    Come è la stella, presente e sicura,
    senza voce e senza tatto,
    nel cuore aperto, sereno del lago.
    Quello che ti chiedo è solo che tu sia anima della mia anima,
    sangue del mio sangue dentro le vene, che tu stia in me
    come il cuore mio che mai vedrò
    nè toccherò e i cui battiti
    non si stancano mai di darmi la mia vita
    fino a quando morirò.”
    P.Salinas “Eterna presenza” – La voce a te dovuta

  9. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 18:50 | Permalink

    Non mollare mai.
    Parla.
    Scrivi.
    Ridi.

  10. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 21:43 | Permalink

    <>

    (PIETRO DI CRAON in “Annuncio a Maria” di Paul Claudel)

    …dobbiamo chiedere questo stupore destato dal presentimento del Vero.

  11. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 21:49 | Permalink

    Chi siete voi, fanciulla; e che parte s’è Iddio riservata in voi, perché la mano che vi tocca con desiderio e la carne stessa sia così colpita, come avesse tentato il mistero della sua residenza?

    (PIETRO DI CRAON in “Annuncio a Maria” di Paul Claudel)
    …dobbiamo chiedere questo stupore destato dal presentimento del Vero.

  12. Pubblicato il 17 ottobre 2010 at 22:25 | Permalink

    A me invece colpiscono questi versi: “Quando sarò capace d’amare mi piacerebbe un amore che non avesse alcun appuntamento col dovere”. Credo che a volte scambiamo per amore il compimento di qualcosa che ci sembra “bene” fare. L’amore invece è buono. E ha una libertà in sé sconvolgente, impensabile, che ti porta ad agire non perchè devi ma perchè desideri.

  13. Pubblicato il 18 ottobre 2010 at 09:28 | Permalink

    La vera libertà che nasce dalla verità, aggiungerei.
    Un amore vero è anche libero.

  14. Pubblicato il 19 ottobre 2010 at 13:29 | Permalink

    Bellissimo il libro BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE,
    letto in un giorno e regalato a mio nipote 18enne.

    Troppo poco spazio alla tua apparizione in Tv LE INVASIONI comunque
    complimenti almeno ci provi.

    Con ammirazione, un saluto.

  15. Pubblicato il 19 ottobre 2010 at 21:35 | Permalink

    Bellissima quella poesia di Salinas. Ti entra dentro, bellissima!

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libro

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Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

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