Comincia a camminare

Oggi nelle vetrine delle librerie ci sono piramidi di “Bianca come il latte, rossa come il sangue”.

Quella è la mia creatura.

Come tutti i genitori apprensivi ho paura che si faccia male cominciando a camminare da solo.

Ma so che devo lasciarlo andare, libero, per la sua strada.

Vorrei solo che riposasse nei cuori dei lettori, tutte le volte che sarà stanco di camminare…
Copertina Libro

15 commenti

  1. Pubblicato il 28 gennaio 2010 at 01:53 | Permalink

    caro prof, sono arrivata ora alla fine di pagina 254 del romanzo – comprato ieri fresco fresco – volevo dirti grazie; è molto bello e molto vero. Mi raccomando, non fermarti qui!

  2. Pubblicato il 28 gennaio 2010 at 21:13 | Permalink

    Caro prof 2.0,
    ho letto il suo romanzo dopo aver letto la presentazione che ne ha fatto Allegra nel suo Canto delle Sirene, che seguo da anni ormai.
    Da come ne ha parlato Allegra, mi ha incuriosito e sono andata a comprarlo.
    L’ho finito poco fa…ho pianto e ho sorriso, ho ricordato, è come se avessi amato di nuovo.
    Grazie…e spero di essere nel blog giusto, Allegra nel suo post ne ha indicati due.
    Elena

  3. Pubblicato il 31 gennaio 2010 at 22:11 | Permalink

    Camminerà.
    Prima a passi incerti, sostenuto da chi ce l’ha a cuore, poi finalmente libero e sicuro. Prenderà per mano lettori sconosciuti e li aiuterà a guardare gli adolescenti con tenero stupore, ad accompagnarli con delicata fermezza fino al cuore del loro cuore, dove si nascondono i loro sogni.

  4. Pubblicato il 31 gennaio 2010 at 22:38 | Permalink

    Ciao Alessandro, ti do del tu visto che siamo coetanei. Ho scoperto il tuo libro da un’intervista sul giornale. Mi ha incuriosito e l’ho comprato. Sto per iniziare a leggerlo, sono molto curioso. Nel frattempo ho navigato sul tuo blog e ho cercato di capire qualcosa di più. In bocca al lupo per il libro e ti manderò appena l’avrò finito un commento. Non so dirti il motivo, ma ho la sensazione che mi piacerà.
    Ciao,
    Alessio

  5. Pubblicato il 1 febbraio 2010 at 09:34 | Permalink

    Ci sono volte in cui ti sembra che un libro rispecchi perfettamente la condizione in cui ti trovi immerso da una vita, che sia la tua storia, tua, e di nessun altro. E allora ti senti un eroe: tragico, romantico, grottesco, ma pur sempre un eroe; credi di poter sistemare le cose, di poter cambiare il mondo. e sono istanti felici ma solo istanti. E ci sono libri, invece, che vanno al di là del singolo, che ti spingono a ricercare qualcosa di più della tua smania di essere l’unico, l’irraggiungibile, che ti definiscono; perlomeno per quelli che ti stanno accanto. Sono le storie che ti restano dentro. Sono storie come le sua. Quindi non si preoccupi troppo. Silvia[un’altra…]

  6. Pubblicato il 1 febbraio 2010 at 10:36 | Permalink

    Caro prof.,
    il “trasloco” penso che ogni tanto faccia bene.
    Poco fa ho dovuto affrontarne uno (veramente!) e mi sono resa conto di quante cose inutili a volte ci si riempe la vita!
    Cose che ti incollano a questa terra e ti rendono molto pensante…
    Ma oltre a quelle più “pesanti” impari anche a capire quali sono le cose veramente importanti, che vale la pena portare sempre con te…(che vale la pena traslocare!!!)
    Insomma è dura: ma a volte fa proprio bene!

  7. Pubblicato il 1 febbraio 2010 at 23:18 | Permalink

    Caro Prof, oggi nel curiosare fra gli scaffali della Feltrinelli, (posto in cui adoro perdermi)mi sono imbattuta nel suo libro. Colpita dal titolo e dalla descrizione l’ho comprato e spero le faccia piacere sapere che l’ho letto in circa due ore,tutto d’un fiato. MI è piaciuto davvero, dalle frasi di libri che ha scelto di riportare, alle canzoni che ha usato( IO ADORO I COLDPLAY)! Ma soprattutto leggendo del rapporto che lega Leo e Silvia, ho sorriso più volte pensando al mio migliore amico, che credo stia diventando qualcosa di più..(anche noi abbiamo la nostra panchina! ) Concludo ringraziandola, per questa storia che come ha già detto prima Silvia ” ti entra dentro”, e le auguro che il libro piaccia agli altri tanto quanto è piaciuto a me.

    Saluti,
    Francesca

  8. Pubblicato il 4 febbraio 2010 at 21:31 | Permalink

    Me lo hanno consigliato martedi dicendomi che a Palermo era già difficile trovalo. L’ho preso in aeroporto aPunta Raisi prima di un viaggio di lavoro e l’ho letto immediatamente. GRAZIE. Mi ha dato veramente tanto!
    Purtroppo i miei figli sono ancora piccoli per farglielo leggere ma lo conserverò gelosmente e lo consiglierò a tanti.
    Mi piacerebbe sapere le date di eventuali presentazoni in Sicilia.

  9. Pubblicato il 5 febbraio 2010 at 16:59 | Permalink

    Ciao Alessandro,
    mi permetto di darti del tu perchè abbiamo la stessa età e perchè facciamo un lavoro simile. Sono un ricercatore universitario e AMO insegnare. Ho letto il tuo libro (comparato per caso, attirato dal titolo accattivante) e mi sono rivisto nel personaggio del prof. “che ci crede”. Insegnare all’università non è poi tanto diverso dal farlo al liceo, se non per l’impossibilità di creare un rapporto veramente profondo con i ragazzi dato il numero (a volte più di 200) e la brevità del “rapporto” (un trimestre!). Ma per il resto immagino che le sensazioni siano le stesse: la paura di non suscitare interesse, la gioia nel riconoscere una scintilla negli occhi di chi ti ascolta, la soddisfazione quando riesci a creare un dibattito, quando senti una partecipazione attiva….e poi la pace interiore che si prova di fronte ad un sorriso lanciato al volo nei corridoi da parte di qualcuno che, a suo modo, vuole ringraziarti e farti capire che stai facendo bene il tuo lavoro.
    Volevo condividere con te questi piccoli pensieri. In bocca al lupo per tutto
    Marco

  10. Pubblicato il 8 febbraio 2010 at 12:42 | Permalink

    …l’ho finito. E per la prima volta in vita mia (non che sia tanto lunga se si crede che in 20 anni si possano fare poche cose), ho pianto per ben 2 volte. Non amo granchè i romanzi. Ma, leggendo una sua intervista su Vanity Fair, e rimanendo affascinata nel constatare che ci sono ancora persone che nel proprio lavoro ci mettono il cuore e l’anima (sopratutto vivendo nella realtà universitaria che lei conosce sicuramente meglio di me), il giorno dell’uscita nelle librerie mi sono fiondata a comprarlo. Ametto anche che preferisco, quando mi imbatto in un capitolo, averne prima scorto + o meno il contenuto dal titolo del capitolo stesso.
    Ma ieri sera, dopo una bella scorpacciata del mio programma preferito alla televisione, non contenta di averne letto per qusi tutto il pomeriggio, mi sono imbattutta nel finale della sua opera. Chiuso il libro, volevo avesse altre 200 pagine perchè non mi sentivo sazia. La storia è travolgente e il personaggio di Leo ti trasmette la voglia di innamorarti ancora. E la volevo ringraziare perchè di cose del genere non se ne incontrano spesso: profondità e attualità, intensità e scrittura non pesante ma, al contrario, piacevole e leggera. Anche il riferimento a Dio (o meglio: Fin!) è veramente azzeccato perchè a quell’età è uno dei punti interrogativi che, se lasciati tali, si protraggono nel tempo e perdono del loro significato primordiale.
    Non ho potuto fare a meno di scrivere qualche frase del suo libro su Facebook. Perchè è bello condividere periodi, paragrafi, pensieri che ti hanno colpito per rendere il tuo stupore universale e per regalare emozioni anche agli altri.
    Grazie, davvero!
    Alla prossima. E non ci faccia aspettare troppo!
    Francesca, Bologna

  11. Pubblicato il 23 febbraio 2010 at 16:53 | Permalink

    Ciao!!!Prof 2.0 xD
    Sono una ragazza della 3a media… La mia prof. di italiano mi ha letto una sua intervista su ‘Vanity Fair’. Il giorno stesso sono andata a comprare il libro, e in pochi giorni me lo sono finito!!!
    Mi è piaciuto un SACCOOOO.
    Questo forse è uno tra i più bei libri che abbia mai letto…
    Mi leggevo 70/80 pagine al giorno, cosa mai fatta.
    La ringrazio per le emozioni che mi ha regalato.
    P.S. Sono diventata fan su Facebook ma non so se è lei la persona che lo ha creato 😀
    P.P.S. Mi stavo mettendo a piangere quando ho saputo che Beatrice era morta T.T
    Alla prossima e spero di incontrarla!
    Rebecca.

  12. Pubblicato il 27 febbraio 2010 at 19:04 | Permalink

    Caro Alessandro,
    come altri che hanno commentato il tuo libro, io l’ho comprato, iniziato e finito d’un fiato…
    L’idea di raccontare la storia attraverso le parola di un adolescente è, secondo me, il valore aggiunto di questo romanzo.
    Tanti ragazzi di oggi che noi reputiamo stupidi e frivoli, privi di sentimenti in realtà nascondono un animo profondo, capace di cose grandi, proprio come Leo.

    La scelta di questo libro è stata dettata per me dal titolo ma soprattutto dal fatto che abbiamo un curriculum vitae similare(anch’io come te ho in tasca una Laurea in Lettere Classiche e ho inizato il primo anno di Dottorato in questa materia).
    Leggendo questo romanzo mi sono trovata a piangere calde lacrime seduta sulla carrozza del treno che mi riportava a casa da Torino, dove faccio il dottorato…mi hai toccato l’anima e da quell’istante ho provato fortissimo il desiderio di conoscerti di persona, anche se credo che questo rimarrà solo un sogno…I sogni, tuttavia, ci fanno vivere e se lottiamo qualche volta possiamo anche vederli avverati…
    Credo che, se lo vorrai, per te non sia impossibile contattarmi… Mi faresti un immenso dono…
    Elena

  13. Pubblicato il 5 marzo 2010 at 21:14 | Permalink

    Egregio professor D’Avenia,
    mi ha lasciato senza parole. Ho finito di leggere proprio ieri sera il Suo meraviglioso libro, e ho pianto da pagina 225 fino alla fine.
    Lo sa?, è molto strano. Ho sempre guardato con sfiducia i libri scritti dai professori, perché spesso questi ultimi sono soltanto vegliardi che, per via della loro professione, credono di avere la finestra con vista sul cervello di noi ragazzi e si sentono in dovere di spiegare al mondo cosa credono di aver visto. Ma quello che hanno visto è in realtà soltanto un simulacro di quello che abbiamo dentro, un’abile contraffazione di anima e sentimenti, e la lettura è -per noi- faticosa e stentata. Ma il Suo libro… sa che anche io ho la mania degli MMM? Ma non sempre li salvo, anzi spesso li cancello prima di scriverli. Lei è riuscito perfettamente ad inquadrare la mia generazione, fatta di adolescenti anti-congiuntivo, di rabbia, di spacconeria, di rock e di sms. Lei ha toccato davvero l’anima dei Suoi studenti, e mi piacerebbe moltissimo essere una di loro perché credo che una lezione con lei sarebbe davvero preziosa.
    Sinceramente
    Bianca L.G.

  14. Pubblicato il 11 marzo 2010 at 10:40 | Permalink

    Caro prof,
    la volevo ringraziare per il coraggio di aver messo mano al suo romanzo. E’ stata una lettura emozionante e coinvolgente. Le vorrei offrire il punto di vista di un genitore le cui figlie, entrambe adolescenti, rappresentano una quotidiana sfida al confronto con un universo emotivo che si compone di eccessi e chiusure. Troppo spesso il monosillabo è la misura della risposta alle mie domande, ed altrettanto spesso la tentazione di credere che ci sia poco da dire è in agguato. Lei mi ha restituito una prospettiva ricca di sensibilità, attenzione, consapevolezza ed entusiasmo verso i nostri ragazzi, che dicono poco, è vero, ma sentono molto. Grazie prof, grazie di cuore. Ari

  15. Pubblicato il 27 marzo 2010 at 11:48 | Permalink

    Grazie dal profondo del cuore !
    Era da tempo che un libro non riusciva a farmi piangere.
    Amo le parole e cerco sempre di non usarle a dismisura, ma mi creda, la sua opera racchiude la forza e la magia di una carezza d’amore, è così vera che tocca l’anima.

    Fara’ presentazioni in toscana?
    Spero di si.
    Un abbraccio, Monica.

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libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

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