Un quindicenne è una persona o un mattone?

mattoni

Oggi vorrei usare le parole di un anonimo liceale lettore del blog che mi ha scritto una bellissima lettera in cui ad un certo punto dice:

“Io nella mia vita ho già avuto molti prof. E non ne ho mai neanche immaginato uno che realmente si interessasse ai suoi alunni, forse sono io ad essere arido o troppo cinico, ma comunque tutti gli insegnanti che ho avuto mi hanno sempre trattato come una “materia prima” più che come una persona, mi guardavano come un operaio guarda i mattoni o come un netturbino guarda un cumulo di spazzatura. Insomma come qualcosa su cui lavorare così, in modo freddo senza sentimenti senza impegno, senza nulla. Lei no. Lei si impegna, lei li vede, anzi ci vede (perché anche io sono un liceale) come persone vere e proprie, che hanno un proprio “ego” dei sogni delle speranze delle paure…”

Ma è così difficile vedere in un quindicenne una persona vera?

25 commenti

  1. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:15 | Permalink

    No non è così difficile. Sono un’insegnante piemontese e faccio con pasione il mio lavoro senza andare a raccontare ogni singolo gesto su un blog per renderlo epico. Dammi un buon motivo per comprare il tuo libro, prof 2.0

  2. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:16 | Permalink

    Il tuo commento un po’ ti tradisce: da come scrivi sembra che ti vanti del fatto di lavorare così senza ‘andare a raccontarlo’.

    Un anonimo che leggerà il libro perché ha avuto la fortuna di conoscere il bene che ha già fatto prima ancora di uscire in libreria.
    Grazie Prof 2.0!

  3. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:17 | Permalink

    Anonimo: cara collega, non è il raccontare le cose che le rende epiche, ma il farle. E quindi anche tu fai parte di questo epos, in più io faccio lo scrittore, quindi non posso fare a meno di raccontarle, e non per mettermi in mostra, ma per condividere con chi vuole questo epos. La fama va e viene, come tutte le cose. Che povera vita avrei se puntassi su questo… Io do testimonianza di ciò che può essere la scuola, dato che a furia di stare in silenzio la scuola sembra essere quella gabbia di matti, raccontata dalla tv.
    Un buon motivo per leggere il libro? L’amore per la lettura e l’amore per i ragazzi.
    Con stima.

    Anonimo2: grazie!

  4. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:17 | Permalink

    Si,sembra che in questo blog sia tutto perfetto:i ragazzi del prof 2.0 sono perfetti,lui è perfetto,i suoi amici sono perfetti,la sua famiglia è perfetta,la tua ragazza o moglie sarà anche perfetta?
    Eviterei di pubblicare lettere in cui è un contenuto un vanto per te.Pubblicam ciò che scrivono certo,ma senza autocelebrarti perche come dici di essere tu ce ne sono tanti,che non stanno tanto a raccontare ma agiscono in silenzio e fanno molto più bene senza far sentire gli altri inferiori.Scusa prof 2.0,ma da questo blog sembra che tu abbia tutto e non fai altro che sbandierarlo ai quattro venti.C’è modo e modo per raccontare e ci si può raccontare anche senza vantarsi.

  5. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:17 | Permalink

    Cara collega ti invito ad una riflessione. Dopo due anni di blog solo l’altro giorno ho pubblicato la copertina del libro con il mio nome e cognome. Volutamente il blog è costruito su un personaggio metaforico, quindi ha un taglio letterario e come tutte le scritture tende alle cose così come possono essere. PEnsa che il pezzo di lettera è di un ragazzo che neanche conosco. Il blog è un diario pubblico. Non scrivo per vantarmi nè per far sentire gli altri inferiori.
    PErchè giudicare gli altri così in fretta.
    TI ripeto della perfezione vera o presunta non mi importa nulla. Ritengo la perfezione la menzogna più grande che un uomo possa costruire. La perfezione non è umana. Nè mi importa mettermi in mostra. Mi interessa l’ottimismo, provocare, spronare.
    Comunque io sarei felice di scoprire persone felici. COme mai questo ti infastidisce così tanto?
    Nella mia vita ci sono tante cose che non vanno, ma quelle le racconto al mio cuore e chi ha a cuore il mio cuore. Non ti pare?
    Mi spiace ti senta messa in inferiorità. Io non sono nessuno. Però sono felice. Scusa se lo sbandiero ai quattro venti.
    Grazie delle tue considerazioni, nelle quali avverto però molta amarezza.
    ps. come potrei amare una ragazza perfetta?

  6. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 13:18 | Permalink

    Chi ti ha fatto il commento sulla perfezione o presunta tale sono io, non l’anonima collega piemontese.Io sono una collega ligure invece.E rimango della mia idea.Mostri tutta la perfezione ma le cose non vanno non le racconti e non mi riferisco alla tua vita privata,neanche la voglio sapere.
    Mi spiace ma continuo a pensare che sia un pò tutto costruito o finto.Persona,blog,tutto il resto.
    Io la penso così e non m’importa di dirlo.

  7. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:13 | Permalink

    Questo è proprio uno dei problemi della scuola italiana e del dialogo tra le generazioni: non credere ai più giovani o ai giovani in generale. Il giorno in cui dirò ad un mio alunno o alunna che è tutto costruito, finto, persino la sua persona, lo avrò massacrato. Per fortuna io sono adulto e mi faccio una risata, perchè so la verità su di me. Ti consiglio solo di non essere così con i tuoi allievi.Ma sicuramente con loro sei diversa.
    Buon lavoro!

  8. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:15 | Permalink

    Dimenticavo: quando vuoi venirmi a trovare per una chiacchierata sono a tua disposizione, in carne, ossa e ottimismo. Non certo perfetto.

  9. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:19 | Permalink

    Penso che tu qui sia finto perchè ti limiti a raccontare le cose “belle” della scuola che guarda caso, sembra che succedano solo a te e nella tua scuola.
    Penso che rispondere così come hai fatto tu con la tua solita ironia che a volte urta, sia finto perchè è solo un modo per difenderti.
    Penso questo e scrivo le cose così come stanno.
    E se penso che un mio alunno sia finto perchè dice una bugia o perchè si mostra quello che non è, gli faccio solo del bene perchè gli tiro via la maschera.
    La realtà è questa prof 2.0 e tu la mascheri e non te ne rendi conto.

  10. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:33 | Permalink

    Non c’era ironia. Neanche una punta.
    Come fai a dire che una persona dice una bugia senza conoscerla? Sei sicura che la frase “la realtà è questa” non possa essere tanto parziale quanto “la realtà” che racconto io? Hai sempre ragione quando pensi che un tuo alunno menta?

  11. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:33 | Permalink

    All’ inegnante piemontese:se fosse tanto certo di essere un tanto bravo insegnante non velerebbe la sua invidia dietro le parole di un blog.
    All’ insegnante ligure:anche io che sono uno sciocco quattordicenne(che lei reputerebbe appunto un mattone)so che il blog non mostra tutta la realtà ma neanche la pura invenzione.Penso anzi che a prof. come lei dia fastidio anche solo l’ idea che una scuola,un prof una realtà simile a quelle del blog,esistano davvero.
    Al prof 2.0:Sono contento che la lettera le sia piaciuta tanto da pubblicarne una parte sul suo blog.
    Io so che al C.S.C. (la scuola dove insegna) le cose non sono perfette…
    ma sono stato in scuole allo stesso livello del C.S.C che avevano professori totalmente indifferenti a me e a ciò che ero o intendevo essere, questo mi ha spinto a vedere me stesso come “mattoni o spazzatura”.
    PS nella lettera (quella originale)le prime 5 parole dopo”caro prof” non sono totalmente vere.Il mio vero nome non le direbbe nulla ma io la conosco e so che è realmente così come si descrive.
    Firmato Sadwriter

  12. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:34 | Permalink

    Ciao, è la prima volta che lascio un commento. Una riflessione “da madre” che sta riflettendo su questi argomenti (grazie al Cielo, però, non ho ancora un figlio liceale, siamo alle elemtari e tanto basta ;-): quanto siamo in grado, tutti noi, di vedere nei nostri figli/scolari persone e non mattoni? Non “figli da costuire” e “scolari da educare” perché devono essere felici nella vita, avere successo, portare avanti il buon nome della scuola e avere una vita perfetta, ma persone libere?

  13. Ale
    Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:35 | Permalink

    Spero, e capisco dalle sue parole, che il prof2.0 non creda che il mondo sia perfetto, nè tantomeno la sua vita. Io credo che la vita possa risultare perfetta o solo grazie a una profonda fede o grazie a una razionalità perfetta. Per il resto penso che prima di giudicare si debba leggere il libro del prof. e poi capire se la risposta che vi è contenuta sia definitiva o meno.

  14. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:36 | Permalink

    Sbaglio o c’è nell’aria un po’ d’invidia? Perchè è così difficile condividere l’entusiasmo e la gioia di vivere del prof. 2.0 e si insinua che, come quel tizio del mito, sia solo un vanesio innamorato delle propria immagine? E’ così difficile intuire, da ciò che scrive e da come lo scrive, la ricchezza del suo mondo interiore?
    Io non lo conosco di persona, ma lo sento sincero, senza maschere, umanissimo, quindi divinamente imperfetto.
    Sono certa che anche lui, come tutti noi prof., qualche volta si è sentito inutile o si è scontrato, soffrendone, con le tante contraddizioni del mondo della scuola. Sono certa che, come ogni relazione vera, anche la sua con i suoi ragazzi conosce momenti di luce, di buio e di penombra. Ma che senso avrebbe narrare questi ultimi? A chi servirebbe? I momenti tristi vanno vissuti intimamente, perchè solo nel silenzio si trova la forza per superarli.Raccontare la gioia di vivere con e per i ragazzi, invece, rincuora, infonde ottimismo, entusiasmo. Ogni volta che lo leggo, torno a innamorarmi della professione che ho scelto, perchè, quando i miei occhi sono troppo stanchi o tristi, tramite i suoi ne riscopro la bellezza.
    Anonima magno-greca

  15. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:38 | Permalink

    Sarebbe bello che chi sospetta finzione nel prof si firmasse col suo nome e cognome. Per un docente, che si sforza di aiutare i suoi alunni a scoprire la propria identità, è triste nascondersi nell’anonimato, fare una critica (liberissimi, le critiche sono utili) senza scoprirsi. Sarebbe bello sottoscrivere le proprie affermazioni; sarebbe bello che un post di un’insegnante ad es. fosse firmato (che so, Lucia Mondella,docente di italiano, liceo statale A.Manzoni, Como)

  16. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:39 | Permalink

    Mi firmo allora.

    Lucia, dal lago di Como

  17. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:39 | Permalink

    Scusate. Mi sembra che si sta cadendo in basso. Questo blog non lo merita. Perchè non tornare al punto? I ragazzi sono mattoni, spazzatura o perle preziose?

  18. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:40 | Permalink

    “sono al mondo per trovare la bellezza ovunque essa si trovi e per provare a donarla agli altri”.
    queste sono le parole di un post di prof 2.0.. questo è il suo blog,peccato ke c’è gente che non ne approfitta.. che non prende spunto.. anzi addirittura che fraintende.
    non sarebbe piu facile lamentarsi per il prof? ma cosa ce ne facciamo delle lamentele di una persona che neanche conosciamo alcuni di noi lettori?
    magari ognuno di noi provasse a trovare la bellezza ovunque…
    grazie prof 2.0, anche se non ti conosco.. perche’ anche quando sono scoraggiata ho bisogno di leggere i tuoi post.. perche parlano della BELLEZZA, ci danno una speranza.. noi giovani abbiamo BISOGNO di bellezza.. cosa ce ne facciamo del male?? già ce n’è abbastanza
    X

  19. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:40 | Permalink

    “Questo è proprio uno dei problemi della scuola italiana e del dialogo tra le generazioni: non credere ai più giovani o ai giovani in generale.”

    Uhm, io credo invece che uno dei problemi maggiori della scuola italiana sia la tendenza a credere troppo negli studenti, a preoccuparsi dei loro “sentimenti” piuttosto che della loro formazione culturale e intellettuale, ovvero l’unico “regalo” che un docente può davvero fare ad uno studente in quanto persona e per la vita.

    Ci sono molti insegnanti che svolgono il loro lavoro come si deve e sanno anche catturare l’attenzione dei loro studenti.
    Eppure pare proprio che oggi ad un docente si chieda altro: una sorta di ala protettiva, quasi il protrarre l’infanzia il più avanti possibile. La scuola non dev’essere questo. Deve preparare le persone al mondo reale, metterle in condizioni di capire, di esser critici, di poter sostenere un discorso, di poter leggere un libro serio. Succede infatti che all’università, proprio per colpa di questo clima di buonismo e superficialità della scuola ma in generale della società italiana, le persone arrivino senza idea di cosa sia lo studio e senza gli strumenti per affrontarlo, anzi con idee del tutto distorte su come vada il mondo reale.

    Per la comprensione, i giochi e le confessioni intime ci sono altri ambienti e altre situazioni. E sia chiaro che non sto sminuendo il valore didattico del gioco, né tutti gli artifici che un bravo docente usa per mantenere viva l’attenzione.

  20. Dan
    Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:42 | Permalink

    Concordo pienamente con l’ultimo post. Non finirò mai di ringraziare una mia “Prof” in particolare (ma non solo lei) per averci sempre trattato da persone, e mai da mattoni o, peggio ancora, da amici.

    Lei amava e ci faceva amare le sue materie**. E’ riuscita ad imprimere nella mia anima una passione, un ‘modus cogitandi’, che non si dissolveranno mai. E, soprattutto, da lei ho imparato ad affrontare la realtà verso la quale l’età mi stava -inesorabilmente- trascinando: l’Università.

    Tutto questo per dire che quando si parla di “amare i propri alunni liceali”, non si deve far riferimento ad un atteggiamento “buonista” o “smielato”. Amarli -per la mia modestissima esperienza di discente- significa “svezzarli” e “responsabilizzarli” al mondo accademico e professionale successivo (e non solo), cosa che molto spesso i genitori non riescono a fare.

    I prof. cosiddetti buoni, estremamente flessibili, amici (nel senso negativo della parola), non fanno altro che sfavorire la maturazione degli alunni, causando loro un danno che subiranno indirettamente in futuro. I prof che invece sanno valorizzarli e amarli davvero, riescono a trasmetterli la loro passione, pur mantenendo quell’educativo rapporto di serietà professionale “docente/studente-liceale-non-più-cittadino-di-coccolandia”

    My 2 cents,
    dan

    ** proprio come sembra fare Prof 2.0 che saluto ora per la prima volta, e che vorrei ringraziare per il Servizio che fa a noi lettori con questo blog.

  21. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:43 | Permalink

    Proprio oggi mio figlio è tornato a casa da scuola e chiacchierando è venuto fuori che l’insegnante di italiano gli ha detto:”Ma tu dove ce l’hai il cervello?” Addirittura uscendo dalla classe gli chiede ad alta voce se gli è rimasto qualcosa dalla lezione!Tenendo conto che essendo anche il referente della classe gli avevamo spiegato, all’inizio dell’anno,che nostro figlio è dislessico.Premetto che è un ragazzo intelligente,è uno dei migliori in classe,educato e forse troppo timido.Anche dovuto al fatto che dalle elementari incontriamo maestre e pseudo insegnanti incredibili,potrei scrivere un libro sulle crudeltà di certi malevoli personaggi che sono nella scuola!A cominciare dalla maestra delle elementari che lo chiamava “Mummia” di fronte ai compagni ,alle medie che l’insegnante di inglese al primo colloquio aveva esordito senza salutare ma solo dicendomi:”Ma suo figlio è handicappato?”.Quella di italiano che di fronte alla classe gli diceva:”Tu non sei dislessico sono i tuoi genitori che sono ansiosi!” Al liceo dopo un mese gli insegnanti hanno chiesto un colloquio perché chiedevano un insegnante di sostegno,quando i dislessici non ne hanno bisogno,anche loro reputandolo handicappato!Abbiamo cambiato scuola ,ma evidentemente certi personaggi rimangono ovunque.L’insegnante di matematica offende i ragazzi con parolacce e addirittura dice:”Figlio di…”,ma essendo di matematica nessuno ha il coraggio di dire niente!Per fortuna nostro figlio va benissimo!
    All’inizio delle nostre disavventure scolastiche eravamo anche andati fiduciosi dai presidi che si dichiaravano impotenti e che sapevano cosa accadeva ma non potevano fare niente oppure non credevano alle nostre parole!
    Se poi raccontassi degli altri nostri figli veramente scriverei un libro degli orrori!
    Sono così amareggiata!E’così difficile chiedere e ottenere il rispetto nella scuola ?
    Forse per questo ci siamo affezionati al Prof2.0 sappiamo che qualcuno nel mondo ha voglia di insegnare e soprattutto pensa ai suoi allievi come persone!

  22. M.
    Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:43 | Permalink

    @Vanda
    comprendo la tua amarezza, immagino lo sconforto che può cogliere una madre costretta a una simile odissea e, soprattutto, penso alla sofferenza di tuo figlio. Io, che vivo per i miei ragazzi, rimango senza parole davanti alla narrazione di simili “gesta” di alcuni colleghi. Ma non giudico. Mi limito a osservare che, prima di mettere piede in un’aula, tutti noi dovremmo essere sottoposti a una selezione rigorosa, sulla base delle capacità relazionali. Abbiamo a che fare con persone in crescita, costitutivamente fragili, vulnerabili. Una parola o un atteggiamento inopportuno può facilmente ferirli. Spero e prego che ai colleghi come quelli di cui racconti si aprano gli occhi, che comprendano quale inestimabile tesoro sia loro affidato ed agiscano di conseguenza.
    Non mollate!

  23. Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:44 | Permalink

    Carissimo anonimo M grazie!!!
    Quando ho cominciato a scrivere il mio commento piangevo e lo sfogo mi è servito.Grazie della tua solidarietà!
    Mio figlio è diventato fortissimo , si è impegnato in modo incredibile e ha superato le sue difficoltà egregiamente!
    Anche gli altri figli ognuno a modo suo sono riusciti a non farsi “abbattere”,grazie anche alla nostra famiglia che è molto unita.
    Al contrario io sono divenuta fragilissima…sigh!
    Come vorrei ,per “salvare” altri ragazzi che ci fosse un controllo per l’operato degli insegnanti,spesso i ragazzi ,tanto vituperati e denigrati ,in realtà sono i giudici migliori anche dal punto di vista professionale dell’insegnamento sanno riconoscere chi è valido e chi no.
    Che bello leggere le parole:”Inestimabile valore”riferito ai ragazzi!!!
    Grazie!

  24. M.
    Pubblicato il 2 febbraio 2010 at 15:44 | Permalink

    @Vanda
    Sono unA anonimA e ci tengo a dirlo per sottolineare che, pur non essendo madre, ti capisco da donna a donna. Comprendo le tue lacrime e la tua fragilità. E so bene che ci vuole coraggio per piangere, e tanta forza per riconoscersi fragili. Tu possiedi l’uno e l’altra.
    I ragazzi sono speranza, gioia, bellezza, libertà, sogno…
    E, credimi, non siamo in pochi a pensarla così. Mi dispiace che i tuoi figli non abbiano potuto farne esperienza.
    Un caro saluto

  25. Pubblicato il 4 febbraio 2010 at 15:28 | Permalink

    @prof2.0 non c’è bisogno di rispondere a tutte le polemiche, il tuo libro è molto bello e parla al cuore di chi non si ostina a tenerlo chiuso e vedere tutto nero (o tutto bianco)
    @vanda, sono una mamma di un bambino che sembra avere difficoltà di lettura. Come avete capito che tuo figlio è dislessico? Quale specialista deve diagnosticarlo?

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