Sanctius his animal mentisque capacius altae
deerat adhuc, et quod dominari in cetera posset.
Natus homo est, sive hunc divino semine fecit
ille opifex rerum, mundi melioris origo,
sive recens tellus seductaque nuper ab alto
aethere cognati retinebat semina caeli,
quam satus Iapeto mixtam pluvialibus undis
finxit in effigiem moderantum cuncta deorum;
pronaque cum spectent animalia cetera terram,
iussit et erectos ad sidera tollere vultus.
Ma ancora mancava l’essere più nobile che, dotato
d’intelletto più alto, sapesse dominare sugli altri.
Nacque l’uomo, fatto con seme divino da quell’artefice
del creato, principio di un mondo migliore;
o plasmato dal figlio di Giàpeto, a immagine di dei
che tutto reggono, impastando con acqua piovana
la terra recente che, appena separata dalle vette
dell’etere, ancora del cielo serbava il seme nativo;
se gli altri animali contemplano a testa bassa la terra,
la faccia dell’uomo l’ha sollevata, ordinò che vedesse
il cielo, che fissasse, eretto, il firmamento.
Ovidio, Metamorfosi I, 76-85