Il peso della firma

Firmiamo continuamente senza rendercene conto.

Queste sono le firme che non scorderò:La mia prima giustificazione scolastica da diciottenne.

La correzione del primo compito da professore.

Il registro dei testimoni per il matrimonio di mio fratello.

Oggi: il contratto per il mio romanzo, che uscirà con Mondadori a gennaio.

Tutte queste firme le ricorderò, perché nome e cognome per esteso, al momento della firma, pesavano quanto la vita che c’era dietro. Pesa nel ricordo la vita che pesa.
Il nome e cognome pesano quando ci si prende delle responsabilità, cioè quando si risponde alle chiamate della vita con un bel: Eccomi! Sottoscrivo! Come durante l’appello a scuola…

Invece l’anonimato è, oltre che insostenibilmente leggero, troppo comodo e assai spesso mortifero… Un alunno che risponde all’appello poco convinto perderà quella giornata. Un amore che diventa anonimo muore.

Sarà per questo che alla fine della vita sarà consegnato a ciascuno un sassolino bianco con su scritto il proprio vero nome?

7 commenti

  1. Pubblicato il 16 giugno 2009 at 21:04 | Permalink

    hai dimenticato la firma che hai messo in fondo al romanzo…
    poi spero di vederne una sulla prima pagina della copia che mi dedicherai…

  2. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 10:44 | Permalink

    Cara Flannery hai ragione. Come sempre…

  3. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 13:52 | Permalink

    titolo del romanzo??

  4. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 14:30 | Permalink

    Provvisorio: Bianca come il latte, rossa come il sangue. Ma probabilmente cambierà.

  5. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 17:16 | Permalink

    grazie!
    m

  6. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 17:47 | Permalink

    Le parole di ciò che hai scritto hanno colpito la mia coscienza.
    E’ vero, un nome e un cognome racchiudono la responsabilità di ogni nostro gesto e di qualsiasi nostra attività nella nostra vita.
    Immagino l’emozione quando hai sentito scorrere sul foglio del tuo contratto la penna che ha siglato il tuo traguardo!
    E immagino l’emozione che avrai provato nel rivedere il tuo nome e cognome scritti su quel foglio.

    Ps. Credi davvero che un alunno, solo per il fatto di rispondere incerto all’appello non sia responsabile o abbia perso la giornata? Non potrebbe essere paura o timidezza?

    Ciao prof,
    io "senza nome" nel blog, aspetto con ansia di leggere il tuo libro
    e mettere lì, nelle prime pagine il mio nome (ovviamente dopo la tua dedica)
    =)

  7. Pubblicato il 17 giugno 2009 at 22:37 | Permalink

    è un po' quello che succede durante gli appelli d'esame.
    Ascolti il tuo nome tra tanti,e puoi nasconderti nella folla,certo che nessuno se ne acccorgerà;e allora prendi in mano la carta d' identità,brandendola,e capisci che sei tu,e solo tu,che devi rispondere a quella chiamata.
    Alla fine,a volte soddisfatto,a volte meno,metti la tua firma,perchè sei responsabile di ciò che hai fatto.

    Complimenti per il romanzo;spero davvero,un giorno,tu possa apporre la tua firma anche sulla mia di copia.
    Ciao,Claire.

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libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

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