Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.
Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.
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7 commenti
“Il tuo migliore tu”…prof, non so quale sia il titolo del tuo romanzo, ma se ne scrivi un altro con questo titolo…farai venire la pelle d’oca ancora prima di leggerlo.
Carmen
…e inoltre insegnarti l’italiano.
Carmen: buona idea! Grazie.
Professoressa Trinciabue: lapalissiana. Non c’è altra strada. Altro che inoltre…
Prendere forma sulla base dell’essere…
Sono le prime parole che ho pensato guardando l’immagine e la frase, senza riflettere.
Post semplicemente autentico, originale e unico.
Sei e sarai un autore di autori…
Ciao prof
A me sembra tirar fuori il vero essere sulla base di un non ben definito essere.
Ciò che siamo prima di tirar fuori il “nostro migliore noi” è il fango della statua prima della forma.
Ciò che siamo dopo aver tirato fuori il “nostro migliore noi” è l’essere che comincia ad “essere” davvero.
Forse mi sono capita solo io…!
Per Michelangelo la scultura era “un arte per via di togliere”, togliere dal blocco di pietra le schegge del marmo per liberare le figure che in potenza la pietra contiene…
Per “prendere forma” mi riferivo al processo formativo:
per giungere ad “estrapolare il tuo migliore tu”, l’insegnante interpella un alunno che già “E’” in potenza, che possiede già gli ingredienti e la complessità di una persona irripetibile e lo guida affinchè si manifestino tutte le sue potenzialità.
Del resto la persona, nonostante le imperfezioni(le schegge di marmo) tende sempre alla perfezione(l’opera d’arte completa) e un prof dà gli strumenti necessari per “essere uomo” nella sua totalità, quindi lo aiuta a prendere forma.
Ho spiegato il perchè del termine, ma con i vostri commenti sto imparando tante altre cose…
Grazie!