Se esiste una malattia cronica, che dovrebbe colpire ogni insegnante, è proprio la speranza.Dedicato a Sbit e a tutti i miei colleghi.
Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.
Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.
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6 commenti
Purtroppo molti insegnanti da noi conosciuti hanno cercato di tagliare le ali e spezzare i sogni ai ragazzi!Speriamo che inizi una nuova epoca con insegnati pieni di speranza che incoraggino i ragazzi , si sforzino di capirli e li aiutino ad intuire la loro strada per “volare”!
Non sapete quanti…
(danni spesso irreversibili.)
… e alla luce di quanto ci siamo detti, possiamo dichiararci “disperatamente ottimisti”, dove l’avverbio è riferito al fatto che non speriamo di “guarire” dal nostro ottimismo.
A Vanda, se posso permettermi, faccio notare che pochissimi insegnanti cercano di tagliare le ali, sebbene moltissimi, ahimè, ottengano questo risultato. Non tagliano le ali intenzionalmente, ma perché loro per primi non sanno volare.
Per fortuna ci sono tanti Prof (2.0 ma anche 1.0 che ce ne sono di bravi) che sono malati di speranza e continuano a far bene il loro lavoro. Auguro a tutti molte speranze croniche e inguaribili!
Io ho un sacco di colleghi pieni di speranza. Quando i prof non lo sono le famiglie che fanno? La scuola attuale è uno di quei posti in cui anche se la gente lavora male non puoi fare niente. Non ci vorrebbe un po’ di professionalità in più, come ci aspettiamo in tutti gli ambienti? Come siamo arrivati a questo punto?
Quando si parla di speranza a volte mi viene in mente questa scena del film “Il Signore degli Anelli – Le due torri”:
“«Noi non dovremmo neanche essere qui… ma ci siamo. E’ come nelle grandi storie padron Frodo, quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli e a volte non volevi sapere il finale; perché come poteva esserci un finale allegro, come poteva il mondo tornare com’era dopo che erano successe tante cose brutte. Ma alla fine è solo una cosa passeggera quest’ombra; anche l’oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire ora; adesso so: le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l’hanno fatto, andavano avanti perché loro erano aggrappati a qualcosa»
«Noi a cosa siamo aggrappati Sam?»
«C’è del buono in questo mondo, padron Frodo; è giusto combattere per questo»”
Voi a cosa ‘siete aggrappati’? Su cosa poggia la vostra speranza? E la mia? (questa domanda è per me naturalmente)
1sorriso!
A.
ps.”La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose; e le cose buone non muoiono mai” (dal film “Le ali della libertà”, tra i miei preferiti)
pps.grazie della vostra speranza cronica e contagiosa!!
Grazie A., anche tu non scherzi quanto a “cronicità”…