Di chi è la colpa?

Ho proposto un tema che prendeva spunto da un articolo di Alberoni apparso sul Corriere, nel quale si suggeriva una moratoria di due mesi all’anno da internet, chat, ipod… per i giovani, che altrimenti diventano incapaci di rapportarsi alla realtà e di creare dall’interno, come si diceva nel post precedente. Mi ha colpito la veemente risposta degli alunni nei loro scritti. Ecco alcuni passi significativi che mi hanno fatto riflettere:
“Se ci deve essere però una disintossicazione dai mezzi multimediali, dovrebbero seguirla sia giovani che adulti. Quelli che hanno da ridire sulla tecnologia e sulla comunicazione, infatti, sono i primi ad usare internet per ore e a vivere in simbiosi con il telefonino. Per questo il motivo della nostra dipendenza è semplice: i nostri genitori fanno altrettanto.
Noi non abbiamo il potere di decidere come essere cresciuti. Quindi sarà davvero colpa nostra se vogliamo evadere dalla realtà?”.

“E’ l’invidia che provano gli adulti che li porta a diffamare la nostra immaginazione. Non riescono a distrarsi, non hanno tempo e nemmeno voglia di provare. Ma in fondo, quando non li vediamo, sono i primi a voler scappare, solo per qualche minuto, dalla realtà e provano invidia; rimpiangono i tempi in cui anche loro, quando potevano, se ne fregavano del mondo”.

“Una moratoria periodica? No, non cambierebbe le cose. Anche senza internet, cellulari e discoteche, i giovani sono talmente creativi, da potersi divertire lo stesso. Una soluzione? Cercare di far placare le acque tra figli e genitori e far capire a questi ultimi che quando si dà alla luce un figlio, bisogna assumersi le proprie responsabilità. Un figlio è un essere vivente che prova emozioni e sentimenti e, se viene lasciato a se stesso, cadrà in un vortice nero dal quale sarà difficile tirarlo fuori”.

8 commenti

  1. Pubblicato il 12 marzo 2009 at 17:13 | Permalink

    D’accordissimo soprattutto con il passo del tema scritto in verde!
    Ciao prof!
    Carmen

  2. Pubblicato il 12 marzo 2009 at 17:41 | Permalink

    Uhm… Questa omogeneità di pareri porta a riflettere sul rapporto odierno genitori-figli e mi sembra ci sia un’evidente e ragionevole richiesta dei ragazzi di una maggior disponibilità da parte dei genitori a comunicare; ma tale impegno non può e non deve essere preteso da una sola parte. Insomma, francamente mi sembra che questi ragazzi tendono a difendere la loro posizione scaricando un po’ troppo facilmente la responsabilità delle loro scelte (in questo caso l’utilizzo dei socialnetwork) sull’atteggiamento contraddittorio dei genitori: il rischio di farsi scudo con le “colpe” degli adulti può essere quello di riconoscere difficilmente il peso delle azioni compiute in autonomia. Essere adolescenti non significa essere automi a cui vien dato un programma da eseguire e, infatti, spesso, i ragazzi stessi si levano in massa contro questo tipo di etichette che il mondo dei grandi tende ad affibbiare loro; eppure, quando si tratta di dover mettersi in discussione rispetto a certi comportamenti che destano preoccupazione, ecco che il coraggio sembra venire meno e quello scudo-genitori è lì, a portata di mano. Ragazzi, se pensate che il mondo degli adulti debba essere infallibile per poter dire la sua, non lascerete mai che la vita vi educhi: se riconoscete gli errori nei comportamenti dei genitori, fateli loro presente. Anche i genitori hanno bisogno di essere aiutati.

  3. Pubblicato il 13 marzo 2009 at 11:20 | Permalink

    Il titolo del post era provocatorio. Genitori e figli si rinfacciano colpe reciproche. Ma il senso di colpa non porta a niente. Si tratta di trovare un territorio di dialogo e aiutarsi a vicenda, dando ognuno qualcosa all’altro.

  4. Pubblicato il 13 marzo 2009 at 11:27 | Permalink

    Avevo scritto un commento lunghissimo, ma mentre lo inviavo si è cancellato. Ora non ho la possibilità di ricominciare. Il succo però era che, come dicono i tuoi ragazzi, lo stesso dovrebbe valere per gli adulti da cui imparano questa modalità di relazione.
    Proporrei la moratoria della TV per i genitori: sei mesi senza accenderla mai. Poi forse si potrebbe parlare del resto.
    Ciao e a presto.
    Fioridiarancio

  5. Pubblicato il 14 marzo 2009 at 09:31 | Permalink

    mmm da meditare!Io sono appassionata di internet, a mio marito piace la tv.I nostri figli hanno preso più da me ,apprezzano i bei film ,che guardano in streaming ,ma non la tv.Però ci scriviamo delle mail anche fra di noi in famiglia(prima erano lettere che ci facevamo trovare uno con l’altro),perché a volte dire qualcosa è più difficile che esprimerle per scritto.E’ bello scriversi pensieri e parole affettuosi,frasi e considerazioni ,anche link di qualcosa di bello che si è trovato!Ieri anche il più piccolo dei miei figli,il più “superficiale “e giocoso mi ha mandato una mail con le frasi più belle che aveva trovato,anche un passo di Alessandro Manzoni :0 !!!E’ sempre una forma ,anche se non la sola per comunicare,certo ci deve essere un colloquio familiare forte ,ma che bello dire cose personali ed intime e scrivendole è più facile!Anche con mio marito abbiamo creato un’isola felice di mail ,ogni mattina ,in cui ci scriviamo lontani dalla quotidianità e dai problemi !Che bello essere 2 “fidanzati “che si scrivono aprendosi il cuore e scherzando si raccontano!
    E la tranquillità del cellulare?Sapere che chi ha bisogno di me mi può contattare in ogni attimo!Condividere con un SMS un attimo di gioia o tristezza!
    Impagabile e indispensabile!
    E che dire di quando si lavora con l’mp3?Anche l’obbligo più noioso diventa più sopportabile!
    Dunque viva la tecnologia e le nuove forme comunicazione!

  6. Pubblicato il 14 marzo 2009 at 21:53 | Permalink

    Sono d’accordismo con i ragazzi al 200%!

    Stimo da tempo Alberoni, ma stavolta mi sembra che sia caduto in luoghi comuni.

    Oggi si depreca internet, ieri la TV, l’altro ieri la stampa, prima la musica vera (rock e pop), prima ancora le correnti artistiche.

    Quando gli intellettuali si toglieranno la muffa e saranno capaci di riparametrare i valori con lucidità?

    Quando i dotti ed i potenti impareranno ad ascoltare ed imparare dai ragazzi?

    Sai, prof, potresti raccogliere questi pensieri acuti e penetranti dei tuoi allievi e farne un libro.
    Sarebbe un vero tratato di sociologia contemporanea.
    Loro si che se ne intendono.
    Loro sono i giovani e gli evergreen, piante diverse dagli alberi grossi che col tempo, ahimé perdono le foglie…

    Bye,
    Charles

  7. Pubblicato il 15 marzo 2009 at 23:44 | Permalink

    sono mamma di quattro figli e stasera la più piccola (di anni 13) mi ha detto: mi piace proprio questa famiglia!” parlando della nostra. E’ Stato bellissimo! Forse la chiave del dialogo tra genitori e figli è divertirsi insieme!

  8. Pubblicato il 16 marzo 2009 at 17:25 | Permalink

    Charles: sono d’accordo con te. Alberoni giudica dall’alto, non scende nella mischia…

    Anonimo: evviva le famiglie belle, e soprattutto quelle che se lo dicono! Quanto al divertirsi non ho dubbi. O c’è amicizia all’interno dei componenti della famiglia oppure non è una famiglia…

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