5 commenti

  1. Pubblicato il 27 febbraio 2009 at 20:59 | Permalink

    Ancora un post che lascia senza fiato!
    Per capire se stessi, gli altri ,i propri errori,la responsabilità delle proprie azioni.Il perdonarsi e il perdonare gli altri.Forse ,dunque ,è vero che chi non si rende conto di aver “peccato” non può comprendere i propri simili,gli altri, ed elevarsi così ad un gradino più alto,migliorarsi grazie alla consapevolezza dei propri errori,anche se incancellabili e inconfessabili.
    A volte ci sono persone così illuminate ,che qualsiasi fede o ideologia abbiano, ci stufano.
    E che dire dell’altruismo, ormai raro,di conversare pensando solo ad un vero dialogo,al capire l’altro?!?!

    Grazie!

  2. Pubblicato il 28 febbraio 2009 at 12:35 | Permalink

    Prof,posso dire di essere l’uomo maturo che sono, perchè ripercorrendo tutta la mia vita, ho rivisitato tutte le cose belle e quelle brutte che mi hanno visto come protagonista, e le ho accettate tutte; appagato dalle prime prime e mortificato e pentito per le altre, oggi sono sereno e in grado di offrire agli altri un me stesso migliore, consapevole dei propri limiti, ma sempre disposto a combattere per modificarli e migliorare. Il mio corpo è ricoperto di tante cicatrici rimarginate, ma non rinuncerei a nessuna di esse, sono state causa di dolore, ma testimoniano una vita spesa con coraggio,anche nella consapevolezza di poter sbagliare,ma al contempo di poter sempre rettificare.
    Penso proprio di poter dare la risposta alla tua domanda: si,e senza presunzione, ho carattere !
    Basta non mentire mai a se stessi !
    Baffo

  3. Pubblicato il 28 febbraio 2009 at 12:47 | Permalink

    Prof 2.0 ha necessità di una vacanza?
    Le suggerisco, allora, di migrare verso lidi più caldi.
    C’è una terra piena di colori, profumi e forti contraddizioni,luogo ideale per ritrovarSI e prendere fiato.
    indovina indovinello…

  4. Pubblicato il 28 febbraio 2009 at 19:12 | Permalink

    Penso che a volte ciò che blocca “il carattere” è la paura di riconoscere i propri errori, come se tale rionoscimento incidesse sul valore che riteniamo di avere. E’ come se crollasse un mito…. quello del nostro Io.
    E’ bello pensare invece che tale valore non dipende da una inesistente perfezione ma dalla capacità di ricominciare, subito , cercando di rimediare ; dalla capacità di guardare ed acoltare veramente il respiro dell’altro ed il nostro stesso respiro.

  5. Pubblicato il 1 marzo 2009 at 10:33 | Permalink

    Vanda: prego. è così bello scoprire di avere tatuaggi profondi e non solo superficiali…

    Baffo: “ma non rinuncerei a nessuna di esse”. Non aggiungo altro.

    anonimo: mi sa che parli della mia terra… a marzo, con l’inizio della primavera fuggo lì, magari con un costume…

    anonimo: il mito della perfezione è proprio un mito… duro a morire…

Scrivi un commento

Devi fare login per scrivere un commento.

libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

Leggi la trama »