Un collega mi racconta che un suo alunno all’esame di terza media commentando una poesia di Leopardi ha affermato che la composizione apparteneva al periodo cosiddetto del “pessimismo comico”.
A parte il fatto che è una battuta geniale rispetto alla solita tiritera scolastica da antologia (e non è un caso che il ragazzo sia diventato un attore), ma coglie una verità profonda: se c’è una cosa che fa ridere è il pessimismo.
Fatevi una foto quando siete nella vostra fase più nera. Conservatela. Riguardatela a distanza di tempo o quando state per ricadere in quello stesso vortice oscuro: vi verrà da ridere. Le linee del viso contratte e tirate, il cipiglio cagnesco, la fronte aggrottata.
Vi verrà da ridere perché il pessimista fa ridere. Ridiamo di ciò che non conosciamo e sotto sotto ci turba. Ridiamo di noi quando portiamo maschere che un demone interiore ci costringe a indossare. E quella del pessimista è una delle maschere più comiche.
La risata che la vostra foto “pessimista” vi strapperà, strapperà via anche la maschera del pessimismo “cosmico” che state per indossare di nuovo e forse vi salverà da quella condizione innaturale: rende brutti, rovina il sonno e l’appetito, consuma le energie necessarie a venirne fuori e rende la vita agli altri meno piacevole.
Lo so che la domenica sta per finire e siete pessimisti sulla settimana che inizia. Non sarà il caso di farvi una foto?
2 commenti
Caro Prof. Alex,
anche stavolta esponi un’osservazione molto, molto acuta.
In effetti è vero. Quante volte ridiamo pensando e raccontando le nostre sventure passate, con o senza foto.
Sarà per questo che certi personaggi perennemente perseguitati dal pessimismo, come Fantozzi (alias Paolo Villaggio) fanno tanto ridire?
Un giorno, farà ridere pure l’altro Fantozzi – Augusto – per il pessimismo sull’Alitalia?
Bye,
Charles
L’idea della foto non è niente male! L’ho provata e…devo dire che fonziona. Stavo malissimo e riguardandola mi sono fatta una sana risata! Grazie!