Un mondo di 37 abitanti – primo giorno di scuola

Oggi ne ho partoriti 37. In due classi.
Li ho chiamati uno per uno, con il loro nome, come fossero figli. Ogni nome un volto e qualche secondo di silenzio, per cogliere dietro quello sguardo un mondo caotico e pieno di meraviglie. Un mondo che in qualche modo mi è affidato. Ogni classe è un mondo in miniatura e una promessa per il futuro. Un mondo di 37 abitanti è il mio mondo.
Sì erano lì difronte a me. Con i loro sguardi impauriti, le loro timidezze e paure da primo giorno di scuola. Con i loro sorrisi disarmanti e qualche amarezza nascosta nell’angolo dell’occhio.
Do loro cinque minuti per parlare con il loro vicino e poi li chiamo uno ad uno a presentare la persona che hanno appena conosciuto. Dell’altro esiste il nome, l’età, i fratelli/sorelle, il nome dei genitori, un animale domestico e qualche sport, magari anche qualche libro preferito. Loro sono quello che li circonda, così le loro domande. Ancora non pongono domande sul cuore profondo di una persona (cosa hai a cuore?), un po’ perché è troppo presto – è solo il primo giorno – un po’ perché non conoscono ancora tanto bene il loro di cuore.
Cresceranno, matureranno, scopriranno chi sono e che storia sono venuti a raccontare su questa terra. Una storia che nessuno al loro posto potrà raccontare e che noi grandi proveremo a incoraggiare (e non a scrivere al posto loro…).
Fra cinque anni saranno diverse le domande che sapranno porre agli altri.
E il segreto di questa età non è avere le risposte giuste, ma le domande giuste. E per questo c’è la scuola.
Questo è il mondo che mi è affidato. 37 sono gli abitanti. Proverò a prendermi cura di loro come fosse il mondo intero.

14 commenti

  1. Pubblicato il 10 settembre 2008 at 17:10 | Permalink

    “… come fosse il mondo intero”. Ottimo spunto per un neo-papà! Grazie Ale!

  2. Pubblicato il 10 settembre 2008 at 18:50 | Permalink

    wellà proffff!!!!!!BELLISSIMO L’INTERVENTOOO!!speriamo ke qst 5 anni siano veramente belli!grazie prof!!

  3. Pubblicato il 10 settembre 2008 at 20:41 | Permalink

    è davvero bello quello ke ha scritto!!!speriamo di passare 5 anni indimenticabili…e alla fine di essi, speriamo di essere in grado di raccontare la nostra storia, come ha detto lei.
    GRAZIE…

  4. Pubblicato il 10 settembre 2008 at 22:15 | Permalink

    anonimo: prego. Grazie a te! E buon inizio dei lavori…

    cecy: grazie. Saranno belli nella misura in cui cercheremo la bellezza!

    anonimo: io sono fiducioso. L’importante che lo sia anche tu. Se è così siamo già a metà strada… Grazie.

  5. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 09:02 | Permalink

    Caro Prof, non immagini quanto ti invidio…
    Buona fortuna con i tuoi 37 figlioletti e, mi raccomando, falli cogitare presto e bene!

  6. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 09:48 | Permalink

    Solo per salutarti.
    In bocca al lupo prof.
    “Come fosse il mondo intero”.

  7. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 17:39 | Permalink

    cogito e ape: grazie mille!

  8. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 18:07 | Permalink

    Sera Prof!
    Che dire?! Bell’intervento e soprattutto belle parole. Prima di scrivere qui il commento ho letto molti tra i suoi interventi, rimanendo ogni volta affascinata dal modo in cui scrive, cioè il modo in cui io stessa vorrei imparare a scrivere. Attraverso quello che scrive, attraverso le parole che usa scrivendo, riesce ad esprire al meglio le sue emozioni ed i suoi pensieri e personalmente, io ammiro molto questa qualità. Sono sicura che passeranno cinque anni fantastici. Durante questi anni impareremo a conoscere noi stessi, cresceremo e matureremo senza neanche accorgercene e mentre succederà tutto questo lei ci sarà, ci osserverà e sarà pronto a prendersi cura di noi “come fossimo il mondo intero”… beh, la ringrazio perchè ha deciso di partorire questi 37 abitanti sapendo comunque a cosa sarebbe andato in contro, cioè un mondo di pesti. Beh.. adesso scappo a riordinare la camera che sennò mamma strilla! Grazie ancora prof!!

    Stelletè*

  9. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 19:01 | Permalink

    …mio novello Ulisse…tu sarai il loro nostromo che li guiderà in questo folle volo verso la maturità.
    Purtroppo, non passerai un infinità di giorni con loro…
    ma più tempo trascorrerai con loro,
    più questi dipenderanno da te,
    più questi dipenderanno dalle sensazioni che saprai trasmettergli,
    più questi impareranno a vincere i confini di questo metaforico viaggio verso quella realtà che ancora ignorano,
    più questi impareranno a viver non come bruti, ma a seguire virtute e canoscenza!

    Prof., buon inizio d’anno! :-)
    Alessio

  10. Pubblicato il 11 settembre 2008 at 21:11 | Permalink

    Stelletè: con il tuo entusiasmo siamo sulla buona strada. Se hai talento per la scrittura lo scopriremo strada facendo, se non lo hai scriverai bene lo stesso. E da come scrivi già adesso posso intuire che riusciremo a fare bene.
    Davvero tu consideri il tuo un mondo di pesti? E come mai?
    Sappi che per essere bravi scrittori bisogna mettere in ordine la stanza tutti i giorni, prima che la mamma strilli. Credi che scrivere 10 righe ordinate sia più facile che mettere a posto la tua stanza? Io l’ho imparato strada facendo e da quando metto in ordine la stanza (e i miei libri soprattutto) scrivo meglio… A presto!

    Alessio: grazie grazie grazie. Ci addentriamo per l’infinito mar dell’essere per rimanere in compagnia di Dante. Certo di pericoli la navigazione ne presenterà molti… Speriamo di superarli… E ritrovare Itaca. Tu sei dei nostri?

  11. Pubblicato il 15 settembre 2008 at 14:58 | Permalink

    veramente impressionante e bello qll k ha scritto!!! ma soprattutto è importante k lei voglia “acquisire” una certa amicizia e spontaneità cn i suoi allievi penso che sia la cosa migliore…spero anzi ne sn certa k qsti 5 anni saranno i migliori della mia vita, i lasceranno un’impronta definitiva nel mio carattere (ovviamente positiva!)…GRAZIE PROF!!!!!!

  12. Pubblicato il 15 settembre 2008 at 16:46 | Permalink

    bennyina: questi anni saranno i migliori se ti serviranno come trampolino per rendere ancora migliori quelli che verranno dopo.
    Lasciare un’impronta nel carattere: è proprio un’immagine perfetta. La parola carattere viene dal greco e indicava una superficie di cera morbida su cui si potevano imprimere figure o segni. I cinque anni del liceo serviranno proprio a questo: modellare il carattere perché acquisti la forma più adeguata possibile alla tua persona, a chi veramente sei.
    Che ne dici?

  13. Pubblicato il 15 settembre 2008 at 19:32 | Permalink

    dico che ha ragione prof e che spero che qst anni mi facciano diventare 1 persona migliore…grazie mille prof

  14. Pubblicato il 16 settembre 2008 at 17:05 | Permalink

    Prego. Ma la fatica di questo lavoro sta a te. Ricordatelo.

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