Le persone non sono maschere

Palmipedone si è rivelato un ex-alunno.
I prof sono portati dal loro mestiere a “incasellare” gli alunni, a dare loro una maschera. Per poterli giudicare devono farli “entrare” nel palcoscenico della loro testa e dar loro una parte precisa (apatico, studioso, distratto, furbo…). Risolverli come un problema matematico, invece di accettarli e conoscerli nella loro complessità di persone. Ma i prof hanno un mestiere da compiere, che a volte prevale sulla meraviglia che quel mondo in miniatura, che è la classe, dovrebbe e potrebbe suscitare.
E tutti sappiamo quanto è difficile riammorbidire la maschera di cartapesta appioppata ad una persona (tanto il prof mi mette sempre lo stesso voto! si lamentano…). Il dialogo con Palmipedone ha mostrato alcuni aspetti della sua persona che erano sfuggiti. Anche se a Prof 2.0 bisogna dare atto che:a) Palmipedone (per fortuna!) è cresciuto e non è lo stesso di qualche anno fa (e trovarselo “titanicamente” palmipedone è stato divertente)
b) Alla fine si è giunti ad un reciproco svelamento in linea con il passato ma molto più ricco di allora

Ci sono alunni che aiutano i prof a imparare da loro (grazie Palmipedone!). Ci sono prof disposti (anche se a fatica) a mettersi in gioco. Ma dell’una e dell’altra categoria è dato raramente di vedere esemplari a Shit City…

PS. Quante persone spesso incaselliamo troppo presto, rendendoci quasi impossibile accettarle e precludendoci la meraviglia di conoscerle davvero. Forse è il momento di fare una lista e riscoprire qualcuno dietro la maschera che gli abbiamo attribuito…
Prof 2.0 pensa al suo miglior amico, incontrato (quando ancora non lo conosceva) centinaia di volte nei corridoi dell’università e sempre evitato (ma guarda quello!), per poi ritrovarselo accanto il giorno di un esame di dottorato, all’inizio di un viaggio che dura tutt’ora (meno male che ci sei!).

22 commenti

  1. Pubblicato il 13 maggio 2008 at 11:16 | Permalink

    L’etichettatura dell’altro avviene quando si sfugge la relazione personale vera. “Persona” non viene da “prosopon” che vuol dire “maschera”?

  2. Pubblicato il 13 maggio 2008 at 20:30 | Permalink

    È una verità della vita che l’istruzione di una persona comincia solo quando diventa un maestro: che tutto ciò che è importante per essere un maestro si impara dal proprio allievo.

  3. Pubblicato il 14 maggio 2008 at 09:49 | Permalink

    Per anonimo: sì prosopon (maschera in greco) è diventato persona in latino (ciò attraverso cui risuona la voce: per-sonare, suonare attraverso). La filosofia cristiana si è poi impossessata di questo termine per dare un significato tutto nuovo: l’uomo come spirito incarnato, lo spirito risuona nel corpo e fa risuonare il corpo in un tutt’uno. è bella questa storia, sembra che noi tutte le volte che smettiamo di essere persone o di aver a che fare con persone, regrediamo a personaggi o facciamo regredire gli altri a personaggi. Dalla persona tutta intera, alla maschera che è in origine…

    Per Palmipedone: non sono d’accordo.

  4. Pubblicato il 14 maggio 2008 at 15:58 | Permalink

    Lo dice Obi-Wan Kenobi, comunque.

    Lucy in the sky.

  5. Pubblicato il 14 maggio 2008 at 20:58 | Permalink

    Mai sopportato Oby…

  6. Pubblicato il 14 maggio 2008 at 21:39 | Permalink

    Un po’ troppo indottrinato, è vero. A volte fare il tuo dovere non è fare la cosa giusta.

  7. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 10:04 | Permalink

    Prima del dovere sempre le persone.

  8. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 11:28 | Permalink

    Prima delle persone la cosa giusta.

  9. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 12:07 | Permalink

    La cosa giusta nella situazione concreta.

  10. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 12:27 | Permalink

    Ma senza presunzione. La presunzione di fare qualcosa nel nome della giustizia può essere devastante.

  11. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 17:29 | Permalink

    Sono d’accordo con te, infatti ho scritto “la cosa giusta nella situazione concreta”: solo la situazione reale può fare emergere il giusto da fare.

  12. Pubblicato il 15 maggio 2008 at 20:28 | Permalink

    Allora siamo d’accordo, e apriremo un bistrot. Lo chiameremo ‘il professore e lo studente': lei sta alla cassa e io intrattengo la clientela.

  13. Pubblicato il 16 maggio 2008 at 08:25 | Permalink

    Bene. Trova il posto e si comincia!

  14. Pubblicato il 16 maggio 2008 at 14:16 | Permalink

    C’ho ripensato: meglio che stia io alla cassa. Con l’abilità di prof2.0 in matematica al posto di tre euro ci ritroviamo con tre milioni.

  15. Pubblicato il 17 maggio 2008 at 09:38 | Permalink

    E non ci conviene?

  16. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 09:19 | Permalink

    Ci conviene, sì. Ma in realtà sono sempre tre euro: vivremmo di illusione.

  17. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 09:31 | Permalink

    sempre tre euro sono…

  18. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 12:40 | Permalink

    Togliamoci i veli di Maya.

  19. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 18:11 | Permalink

    Anche Schopenauer hai letto? Secondo me la tua dieta intellettuale è un po’parziale…

  20. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 19:13 | Permalink

    Io sono all’ingrasso.

  21. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 20:19 | Permalink

    Il titano è sempre all’ingrasso di sè stesso.

  22. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 18:26 | Permalink

    Sono d’accordo.

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