C’era una volta Nessuno. Un giorno incontrò Nulla. Nulla era bella ed unica, ma solo Nessuno era stato capace di accorgersene e se ne innamorò. Le disse che era proprio un bel Nulla. Nulla gli credette e cominciarono a frequentarsi. Un giorno Nessuno regalò un anello a Nulla che accettandolo gli disse che grazie a lui era Qualcosa. Ne fu felice Nessuno e rispose che al solo starle vicino diventava Qualcuno. Da quel giorno Nulla e Nessuno non furono più sè stessi: Qualcuno viveva per Qualcosa e Qualcosa per Qualcuno. E sembra che così vissero felici e contenti…
18 commenti
Bellissimo: due innamorati, che da soli non sono niente, insieme crescono e si migliorano vicendevolmente.
Bella storia prof!
Ah, una domanda: come mai nella parola “S.H.I.T.” hai messo un punto dopo ogni lettera? queste lettere sono la sigla di qualcosa? (oltre ad avere un significato tutte insieme)
Divertente e romantica questa breve storia.
Svela molteplici significati.
Charles
fa sorridere questa piccola storia.. ed è davvero difficile poter riportare a parole ciò che provoca interiormente un “racconto d’amore” che è stato scritto guardandolo da una prospettiva che si allontana dalla circoferenza del “comune”!
Immagino che ciò che mi rimane fare è custodire questo racconto tra i sorrisi che provoca. Complimenti!!
Ora capisco perchè in Sicilia si dice “Quello è nuddu miscatu cu ‘nnenti”.
Per James: il significato delle lettere è scritto sotto l’immagine del blog (Seeking Heaven In The – City).
Per Anonimo: custodire nel cuore è una delle risorse più preziose che abbiamo. Ma perchè dimentichiamo così facilmente?
Per Biancaneve: sei incorregibile!
Risposta per il Prof da Anonimo:
Questa è una di quelle domande che nessuna teoria psicologica, nessun pensiero filosofico, nessun ragionamento analitico/pragmatico sono in grado di dare una risposta abbastanza esauriente da lasciare al mondo una “ricetta” per non dimenticare!!
Anonimo prova ad aggiungere “carne alla brace” provando ad elaborare (senze competenze e autorità) una nuova teoria/ragionamento/pensiero: mi sembra che ogni giorno ricerchiamo con insofferenza grandi eventi “casuali” (ossia questo e quello) piuttosto che soffermarci a elaborare, costruire, coltivare, assaporare le “piccole cose” (ossia Qualcuno per Qualcosa e Qualcosa per Qualcuno) per farle diventare così una “piccola storia d’amore INDIMENTICABILE”.
Siamo dei fagiani (se posso osare), perchè il secondo approccio è la fonte da cui attingere significato per altre situazioni che si ripropongono sempre secondo il principio che Qualcuno vive per Qualcosa e Qualcosa per Qualcuno.
hai racchiuso in poche righe il succo dell’incontro che ci ha divisi tra cinici e “rosei”: non stare con uno/a, ma stare con QUELLO/A che fa uscire dall’anonimato, e da sicurezza!
Complimenti!
Laura
Per Anonimo la tua teoria della casualità mi piace. In effetti siamo spesso passivi e speriamo che la sceneggiatura della vita ci riservi sorprese… Ma la sceneggiatura della vita ha una particolarità: il protagonista è anche lo scrittore. E troppo spesso ce ne dimentichiamo…
Per Laura: grazie! Uscire dall’anonimato, un argomento che mi sta molto a cuore. Presto un post.
Per il Prof da Anonimo:
per imparare a non dimenticare possiamo considerare i rimedi della nonna.. mangiare tanto pesce, perchè contiene fosforo!!!
Anonimo e tu ancora ci credi?
Per il Prof:
beh.. credo che sia possibile non dimenticare.. ad esempio abbiamo una tendenza naturale a non dimenticare situazioni dolorose e piene di sofferenze che lasciano una traccia nel nostro cuore.. quindi, mi chiedo, perchè dimentichiamo la nostra unicità nell’esser nulla per poi divenire Qualcosa con e per Qualcuno?
Secondo me non dimentichiamo di essere scrittori.. ma a volte ci discostiamo dal racconto della nostra storia per raccontare le storie di altri che appaiono ai nostri occhi così uniche e significative da paragonarle alla nostra che la percepiamo tiepida e povera!!.. per questo è necessario il fosforo della nonna.. per non dimenticare che siamo un “nulla unico ed irripetibile” che può diventare qualcosa!! Ecco!
Io oggi sono Anonimo, ma potrò diventare un nome.
Quindi è normale sentirsi di nuovo NULLA quando QUALCUNO se ne va….?
P.
E’ una storia molto bella, è vero che nel momento in cui ci sentiamo amati diventiamo improvvisamente Qualcuno e ci sembra che la nostra vita abbia un senso nuovo e meraviglioso…
Tuttavia credo anche che, a volte, dovremmo trovare in noi stessi la forza di sentirci Qualcosa, altrimenti corriamo in rischio di sentirci Nulla quando Qualcuno se ne va…come dice Paola…
A volte un Amore, se è stato davvero tale, può continuare ad illuminare una vita, anche da lontano…
Quando ci si ama, oltre ad essere Qualcosa e Qualcuno, si è qualcosa di nuovo Insieme , si è Altro…due identità distinte ma così vicine da diventare un’Unità migliore dei singoli.
Asterope
Per Paola: credo che Asterope abbia ragione. Il dolore della separazione, di un apparente ritorno al Nulla è un prezzo da pagare. Però è anche vero che ricevendo e dando amore scopriamo noi stessi e quella conquista è definitivamente data. Abbiamo messo in gioco risorse nuove e insospettate. E questo non ci viene più tolto. Quindi non si torna al Nulla di prima. E poi, scusa se sembra duro, ma i legami autentici liberano. Bisogna chiedersi se si era veramente divenuti Qualcosa…se ci si ritrovava su un piano più alto, nella Altra creatura nuova di cui parla Asterope, la saggia…
Per l’anonimo che potrà diventare un nome: per sapere di essere un Nulla unico e irripetibile occorre conoscersi e accettarsi, e questo dipende molto da chi ti ama davvero: genitori, amici, fidanzati…
Credo che il punto
sia proprio questo…
Solo chi ci Ama Davvero
ci permette di coscerci,
accettarci e svelarci.
E questo vale per tutti:
amici, familiari, fidanzati.
Ma il difficile è capire
cosa significa amare,
arrivare alla vera essenza
di questa parola troppo abusata.
Perchè amare fa male,
a volte stritola il cuore…
eppure libera…
in maniera inspiegabile,
se si arriva ad amare
un’altra persona per quello che è
e non per quello che ci da.
Asterope
Un amore che libera e uno che incatena. Da che dipende?
Bella storia Ale!