Ritratto d’autrice: Johanna Lindsey

Johanna_LindseyIn occasione dell’uscita di L’erede ( The Heir ), pensiamo di farvi cosa gradita riproponendo qui di seguito l’intervista a Johanna Lindsey, originariamente pubblicata in appendice a Quell’unico amore (Love only once) – Romanzi nr. 858, aprile 2009.

Johanna Helen Lindsey, una delle autrici americane di romance più famose al mondo, è nata in Germania, dove prestava servizio il padre, militare dell’esercito degli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, Captive Bride (La sposa rapita), uscì nel 1977 e fu un successo. Da allora Johanna ne ha scritto più di quaranta, tutti entrati nella lista dei bestseller del “New York Times”, molti dei quali anche al primo posto.
Sono storie ambientate nelle più diverse epoche storiche, dal Medioevo all’Inghilterra del periodo Regency, all’America del Vecchio West, all’era vichinga, e persino in mondi futuri in alcuni romanzi dalle trame fantascientifiche.
Fino al 2008, i libri di Johanna Lindsey hanno venduto in tutto il mondo più di 60 milioni di copie e sono stati tradotti in 12 lingue, portandola a vincere due volte il premio alla carriera del “Romantic Times”: nel 1992 come scrittrice di romance storici e nel 1994 come scrittrice di romance futuristici.
Johanna ha vissuto in molti posti, e per un lungo periodo della sua vita si è fermata alle Hawaii. Attualmente risiede nel Maine.

Per prima cosa, grazie Johanna per aver accettato di essere intervistata e per dedicare un po’ del tuo tempo alle lettrici italiane. Con oltre trent’anni di carriera alle spalle, sei considerata una delle pietre miliari del romance storico, ma nonostante tu sia famosa in tutto il mondo, sembri essere una persona molto riservata. Per esempio, non hai un sito ufficiale su internet attraverso il quale permettere alle tue lettrici di contattarti. Come mai questa scelta? È un modo per tenere separate la tua vita privata e la tua identità di scrittrice?

È buffo, per la verità c’era un sito, qualche tempo fa, di cui non ero al corrente e che veniva considerato il mio sito ufficiale. Era fatto molto bene, elencava tutti i miei libri e aveva anche una sezione per i commenti nella quale le lettrici discutevano i miei romanzi e mi sottoponevano le loro osservazioni. Quando lo scoprii lessi tutti i commenti, lasciai le relative risposte e tornai a controllare dopo qualche settimana: erano arrivati moltissimi altri commenti ma, ovviamente, nessuno aveva pensato che quelle risposte le avessi scritte proprio io. Tutto ciò, però, non risponde esattamente alla tua domanda.
Si dà il caso che il mio agente e la mia famiglia abbiano insistito molto perché facessi un mio sito web personale, e infatti ho posseduto il dominio “johannalindsey.com” per un po’ di tempo senza però decidermi mai a usarlo, così alla fine l’ho perso e credo che ora sia di proprietà di Amazon.com. Quella di non avere un mio sito non è mai stata una scelta, è solo qualcosa che semplicemente non ho ancora fatto.

Se si interpellano le lettrici di romance, sono innumerevoli coloro che, in ogni parte del mondo, affermano di aver iniziato a leggere e ad amare questo genere storico grazie proprio ai tuoi libri. Come ti senti di fronte a questo?

Sentire queste testimonianze mi dà sempre un’immensa soddisfazione. I libri sono delle cose meravigliose, non solo i miei ma tutti i libri, e purtroppo ci sono troppe persone che non si rendono conto di quanto piacere si possa trarre dalla lettura.

Il romance è sempre stato considerato un genere di letteratura di serie B, e nonostante sia il genere più venduto è stato e continua a essere penalizzato dalla critica. Secondo te, cosa cercano le lettrici in un romance, e cosa trovano nei tuoi libri?

Il romance rappresenta la classica sensazione di felicità, il semplice leggerlo ti fa sentire bene. Per quanto mi riguarda, cerco di aggiungere nell’insieme un po’ di umorismo. Non desidero far piangere le mie lettrici, anche se in alcune occasioni ci sono riuscita, piuttosto mi sforzo di farle ridere e di lasciarle con un sorriso quando avranno finito di leggere.

Il tuo primo romanzo, Captive Bride (La sposa rapita), venne pubblicato da Avon Books nel 1977. Puoi raccontarci qualcosa a proposito del tuo debutto? Come hai iniziato a scrivere romance storici? È stato difficile trovare un editore che ti pubblicasse? Quando hai capito che scrivere sarebbe diventata la tua carriera?

Scrissi il mio primo libro per divertimento. Fu dopo l’apparizione dei primi romanzi storici, quando seguì un lungo periodo senza che ne uscissero di nuovi. Dato che quei libri mi erano piaciuti moltissimo, decisi di scriverne uno a mia volta. E poiché questo genere era “nuovo” e gli editori erano impazienti di trovare nuovi manoscritti, accadde che terminai di scrivere il mio romanzo proprio nel momento giusto e venne accettato dal primo editore cui lo sottoposi. Tuttavia non mi aspettavo che potesse avere tanto successo, e non pensavo davvero che ne avrei scritti altri. Fu solo dopo il mio secondo libro e grazie alle moltissime idee che continuavano a venirmi in mente, che capii che questa poteva essere una carriera duratura.

Nonostante un considerevole numero di romanzi ambientati in molti paesi e nei più diversi periodi storici, il tuo nome viene regolarmente associato a una serie in particolare, quella che hai dedicato ai celeberrimi Malory. Come è nata questa saga? E perché, secondo te, ha avuto e continua ad avere tanto successo?

Il mio primo libro sui Malory, Quell’unico amore [Love Only Once, “I Romanzi” n. 858 (NdR)], fu il mio primo vero tentativo di scrivere in modo umoristico. Nei miei libri precedenti c’era un po’ di comicità, ma non era stata realmente intenzionale, era venuta da sé. E per arrivare ad avere una situazione che generasse del vero umorismo, decisi di dare degli zii adorabili all’eroina, che apparissero divertenti nella loro esagerata protettività e che per questo procurassero all’eroe non pochi tormenti.
Funzionò così bene che, dopo l’uscita di questo libro, fui sommersa di richieste da parte delle mie lettrici: volevano leggere altre storie su questi affettuosi zii, e fu così che nacque la serie Malory. Perché poi questa serie ebbe tanto successo? Perché i Malory sono una banda di amabili filibustieri così adorabile che non vorreste mai lasciarli, non più di quanto lo voglia io.

Una curiosità: qual è il tuo romanzo Malory preferito? E perché?

Oceano di passione [Gentle Rogue, “I Romanzi” n. 882 (NdR)] è il mio preferito, perché ho una passione per James Malory e quel suo particolare, sardonico umorismo.

ROMANZI_858Le prime edizioni dei tuoi romanzi sono tuttora famose tra le tue fan anche grazie alle copertine molto sensuali. Pensi che questo aspetto abbia in qualche modo contribuito al loro successo? Secondo il tuo gusto personale, preferisci le vecchie copertine, che ritraevano l’eroe e l’eroina in un abbraccio “hot”, oppure quelle recenti, più anonime?

Be’, quelle copertine bollenti non hanno fatto di certo male. Mi ci volle un po’ di tempo per abituarmi, ma poi mi ci sono affezionata. Penso che le mie preferite siano quelle di Conflitto d’amore [A Gentle Feuding, “I Romanzi” n. 758 (NdR)] e Tenera è la tempesta [Tender is the Storm, “I Romanzi” n. 770 (NdR)]. È importante avere una copertina che “lavori” per la storia. Mi piacevano molto le vecchie copertine, però, pur considerando le attenuazioni di immagini nelle edizioni tascabili, sono soddisfatta dello stile adottato per quelle nuove.

Durante tanti anni di attività creativa, trovi che il tuo stile si sia evoluto rispetto ai primi romanzi? Se sì, in che cosa? E in cosa si è invece mantenuto inalterato?
Come vivi il successo di tanti romanzi? Pensi che in qualche modo influenzi i tuoi nuovi progetti?

Dunque, i miei primi romanzi rientravano in quello che nel genere veniva definito “strappa corsetti” (bodice rippers), ovvero il romance storico di carattere melodrammatico, con un eroe supervirile (super alfa) che spesso possiede l’eroina a forza. Era lo stile dei primi romance storici, che peraltro suscitò molte polemiche e di simili libri non se ne videro più molti dopo la fine degli Anni ’70. Il mio stile si è evoluto in modo da tendere sempre più verso l’umorismo e meno verso l’avventura.
Il successo dei Malory è stato probabilmente l’unico fattore concreto ad aver influito sui miei nuovi progetti. Se scrivo troppi romanzi tra un Malory e l’altro, sento un ardente bisogno di tornare da loro.

Il romance, come qualunque altro genere, è in continua evoluzione sia nel linguaggio sia nel ritratto di eroi ed eroine. Come segui questi cambiamenti?

A dire la verità, non seguo questi cambiamenti. Ho smesso di leggere per diletto personale circa quindici anni fa, perché i caratteri minuscoli mi causavano troppe emicranie. Come ho sempre fatto, scrivo quello che mi piacerebbe leggere.

Pensi che le aspettative delle lettrici di romance siano cambiate da quando hai iniziato la tua carriera ? Come fa un’autrice come te a mantenere negli anni la propria identità stilistica e nello stesso tempo adeguarsi a questi cambiamenti?

Non sono sicura che le aspettative delle lettrici siano cambiate così tanto. Se acquisti un libro è perché speri di trarne piacere. E magari di rileggerlo un giorno o l’altro. Io facevo proprio questo con i libri che consideravo dei keepers [gergalmente, da considerarsi “imperdibili” (NdR)]. Se le tue emozioni si sono risvegliate anche solo un pochino, se hai riso o pianto, allora vuol dire che io ho fatto bene il mio lavoro e spero di continuare a farlo in questo modo.

La figura dell’eroe del romance storico si è arricchita di tante sfumature diverse, ma il maschio alfa continua ad affascinare sia le lettrici sia le scrittrici. Pensi che il maschio alfa di oggi sia cambiato rispetto a quello di venti-trenta anni fa?

Sì, è cambiato. È sempre un eroe alfa ma non ha più paura di mostrare il suo lato più sensibile.

C’è un romanzo, fra tutti quelli che hai scritto, a cui sei particolarmente affezionata? Per quale motivo? Hai mai incontrato difficoltà a portarne a conclusione uno?

Il mio preferito è tuttora L’amante del guerriero (Warrior’s Woman), perché mentre lo scrivevo ho riso veramente tanto. E quella è anche la ragione per cui ebbi dei problemi a terminare il romanzo precedente! Infatti, dal momento in cui mi venne l’idea per L’amante del guerriero, e in particolare quella del computer Martha e delle sue spiritosaggini, non smisi più di pensarci. Continuavo a vedere nella mia testa una scena dopo l’altra, e non mi restava abbastanza tempo per finire il libro che stavo scrivendo. Quella è stata l’unica occasione in cui mi è capitata una cosa simile.

Quali sono i tuoi gusti in materia di letture? Leggi romance o altri generi?

Da bambina leggevo avidamente tutto ciò che mi capitava fra le mani, ma dal momento in cui il romance storico ha iniziato a essere pubblicato, ho preferito leggere solo questo genere.

Quali sono i tuoi autori preferiti? Ricordi se alcuni hanno avuto un ruolo fondamentale nella tua formazione come scrittrice?

Quando ancora leggevo regolarmente per il mio piacere personale, avevo molti autori che mi piacevano particolarmente. Tuttavia, ritengo che siano state soprattutto Kathleen E. Woodiwiss e Rosemary Rogers, le prime signore del romance storico, a influenzare molte di noi scrittrici di quegli anni, spingendoci a fare del nostro meglio per scrivere bene come loro.

Se dovessi consigliare un tuo libro a una lettrice che non ha mai letto nulla di tuo ma che desidera conoscerti come scrittrice, quale suggeriresti? Perché?

Questa è una domanda difficile. A seconda del periodo storico preferito della lettrice, probabilmente le consiglierei L’uomo del mio desiderio (Man of My Dreams, ambientato nel 1800) oppure When Love Awaits (ambientato in epoca medievale). Nessuno dei due fa parte di saghe e per me è stato molto divertente scriverli.
When Love Awaits, di fatto, è stato il primo romanzo ad ambientazione medievale in cui ho pensato di inserire un po’ di umorismo.

In questo momento stai lavorando a un nuovo progetto? Vorresti parlarcene?

Il progetto cui sto lavorando attualmente si intitola A Rogue of My Own. Potrebbe essere il terzo romanzo di una serie breve, ma potrebbe anche non farne parte. E fino a quando non avrò preso una decisione in proposito, preferirei non dare troppe informazioni. Comunque, ho già scritto più di metà libro e sarà pubblicato la prossima estate.

C’è qualcosa d’altro che vorresti dire alle lettrici italiane?

Grazie mille per avermi invitato nelle vostre vite nella forma dei miei libri, e per aver apprezzato il mio bizzarro senso dell’umorismo.

Commenti
  • Sonia aka Ainos

    Curioso, i suoi romanzi preferiti (tra quelli che ha scritto, intendo), sono anche i titoli suoi che io preferisco e considero “keepers”! ^_^

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