Epilogo di IL MIO EROE È UN PISTOLERO, di Kathryn HOCKETT

ROMANZI_894A seguito dalle segnalazioni ricevute da parte di alcune lettrici, che hanno riscontrato la mancanza di una parte dell’epilogo del romanzo IL MIO EROE È UN PISTOLERO di Kathryn Hockett ( Romanzi nr. 894 , gennaio 2010 ), pubblichiamo qui di seguito l’intero epilogo, scusandoci per l’inconveniente.

Attenzione, si tratta del finale del romanzo: ne consigliamo pertanto la lettura solo a chi ha già letto il resto del libro.

————————————————————————————————————————-

EPILOGO
1889

Stephanie era seduta accanto alla finestra, con un libro aperto in grembo. Al suo fianco c’era una piccola replica di se stessa con i capelli scuri, tutta intenta a guardare le parole stampate sulle pagine.
— Per favore, mammina, leggimi la storia che hai scritto. Leggimela un’altra volta.
— Ancora? — Sebbene Stephanie scrivesse ancora romanzi d’avventura, che erano diventati più popolari che mai, al suo repertorio aveva aggiunto delle fiabe per bambini. Ora, sorridendo mentre sfogliava le pagine all’indietro per tornare all’inizio della storia, ricominciò a leggere il racconto ancora scritto a mano. Non aveva a che fare con il West, si trattava di una favola con protagonista un principe che si era travestito da giullare per trovare la principessa della sua vita.
— Tanto tempo fa, e molto, molto lontano, nella Terra del Sorriso viveva un re chiamato Gioviale. Il re aveva molto denaro e possedimenti tanto numerosi da non riuscire quasi a sorvegliarli tutti. Tuttavia, il tesoro più grande che aveva era sua figlia Merry, con i capelli scuri e tanto dolce e gentile da illuminare la sua giornata con un semplice sorriso. Lei era tutto ciò che il suo cuore potesse desiderare…
— È perché lei rendeva molto felice la vita di tutti quelli che le stavano intorno. Proprio come te, mammina. È così che lei ha conquistato il cuore del principe Bountiful e tu quello del mio paparino.
Arrivando alle loro spalle, Clint allontanò con un gesto amorevole una ciocca di capelli scuri dagli occhi della piccola. — Oh sì, Annie, tua madre mi ha proprio rubato il cuore. Anzi, tutte e due me lo avete rubato.
Non poteva esservi uomo più felice e contento di Clint. Aveva ottenuto tutto quello che voleva. Era diventato il più rispettato avvocato nella vasta zona tra il Mississipi e il confine con la California. Aveva una bella casa a Showlow, una carrozza e una stalla per otto cavalli. Ma la cosa più importante era che aveva l’amore di Stephanie e quello della loro figlia.
Felicità. Adesso capiva veramente il significato di quella parola.
Annie gli fece segno di sedersi accanto a lei. — Siediti, paparino. Ascolta, la storia di mammina è molto bella.
Lentamente, lui si accomodò sulla sedia. — Le storie della mamma sono sempre belle. Ricordami di leggertene qualcuna anche quando sarai più grande.
Chiudendo gli occhi, Clint si mise in ascolto della voce morbida e carezzevole di Stephanie, che aveva ricominciato a leggere:
— La cugina di Merry non le era molto affezionata. In segreto lei era gelosa della figlia di suo zio, soprattutto da quando lui aveva annunciato che il principe Bountiful, del regno vicino, stava cercando una sposa. Re Gioviale voleva con tutto il cuore che il principe scegliesse Merry. — Stephanie abbracciò Annie. — Ma a volte i desideri non si realizzano, almeno non all’inizio.
— Lo so! Joyless ha cercato di rovinare tutto!
— E quindi cosa ha fatto? — chiese Clint, desideroso di partecipare.
— Ha reso infelice la vita di Merry. Ecco perché Merry non riusciva più a sorridere. — Annie voltò frettolosamente le pagine del libro come se volesse aiutare la madre a proseguire subito il racconto. — Ma suo padre sapeva cosa fare. Fece venire un giullare al castello per farla divertire.
— Jingles — intervenne Stephanie. — Un bellissimo giullare con un sorriso contagioso, che fece scoprire un mondo tutto nuovo agli occhi di Merry. — Senza che la bimba la notasse, Stephanie fece l’occhiolino a Clint per comunicargli che anche quella volta era stato lui l’ispirazione per l’eroe della sua storia.
Gli ultimi cinque anni avevano messo in evidenza la forza di carattere e il coraggio di Clint. Aveva sgobbato duro per assicurare tranquillità, benessere e prosperità alla sua famiglia, lavorando di giorno e studiando di notte sui suoi libri di legge. Per tutto quel tempo, Stephanie era sempre stata al suo fianco, aiutandolo anche fino a tarda ora nella notte, fino a quando Clint poteva dirsi davvero preparato e considerarsi un bravo avvocato, considerato il numero di casi che aveva vinto. Ma non solo, nel contempo si erano anche prodigati affinché lo spettacolo sul selvaggio West di Ross Sheldon diventasse un successo, e in seguito Stephanie ne aveva perfino tratto un romanzo
Quanto a Ross, era felicemente sposato con una giovane e bella ragazza di nome Sabrina, meglio conosciuta come Pelle di daino Kitty Tremaine, che era stata un’abilissima tiratrice scelta nello spettacolo del rivale di Ross, Buffalo Bill. Stephanie sorrise tra sé e sé al pensiero che ci fosse una storia tra Ross e quella donna tiratrice.
Quando Annie la sollecitò dopo aver voltato pagina, Stephanie riprese a leggere. L’intento di Jingles era di giudicare la sua futura sposa per ciò che lei aveva nel cuore e non solo in quanto principessa, perciò si era travestito da giocoliere con l’aiuto di un mago che gli aveva detto: “Non è tutto oro ciò che luccica; senza risate le persone ben presto diventano vecchie. Prova a vedere chi è sincera tra Merry e Joyless, ma non far sapere loro che il principe sei tu…”.
Fu Annie a continuare la storia: — Ma la cugina cattiva di Merry non voleva che nessuno fosse felice. Voleva che il giullare fosse mandato via.
— Bandito — sussurrò Stephanie. — Ma Merry non le lasciò avere la meglio. Lottò con tutta se stessa per tenerlo nella terra delle risate.
— Perché sapeva che le persone non possono essere felici senza sorrisi.
— O senza amore. — Stephanie prese la mano di Clint. — Merry si innamorò del giullare, anche se non sapeva che lui, in realtà, era un principe.
Annie scrollò le spalle. — Io invece lo sapevo.
— Lo sai perché ormai hai sentito questa storia così tante volte — la prese in giro Clint, giocando con la sua treccia.
— No, l’ho capito perché Jingles era tanto buono, coraggioso e gentile, proprio come un principe. Proprio come te, papà…
— Proprio come me. L’unica differenza tra noi è la forma del nostro cappello — disse scherzando Clint, indicando il gancio su cui stava appeso un piccolo cappello nero che aveva preso il posto del suo Stetson. — Accarezzò ancora la treccia della bimba. — Cosa ne dici? Che aspetto avrei con un cappello da giullare?
Annie ridacchiò. — Stupido!
— Oh?! — Clint finse di sentirsi offeso. — Come sarebbe a dire? Ci tengo invece a farti sapere che io sono stato un giullare molto bravo a suo tempo.
— Ma tu sei meglio come principe — ribatté Annie.
— È proprio così — commentò Stephanie, stringendogli la mano.
— Un principe, eh? — Clint si allungò e sussurrò orgoglioso nell’orecchio di Stephanie: — È proprio furbetta.
— Già!
Poi Clint si rivolse di nuovo a Stephanie: — Abbiamo davvero fatto un bel lavoro con lei, che potremmo anche pensare di farne un altro…
Nonostante cercasse di mantenere il controllo, Stephanie arrossì. — Non dobbiamo pensarci… — Si mise una mano sullo stomaco.
— Steph!…
Clint pensò a tutti gli anni che aveva sprecato rifiutandosi cocciutamente di sistemarsi e formare una famiglia, e si maledì per la propria stupidità. Se solo avesse immaginato quanta gioia e felicità poteva portare amare qualcuno ed esserne ricambiato, sicuramente avrebbe sposato Stephanie nel momento stesso in cui l’aveva conosciuta. Ora sarebbero stati ancora più felici.
— Tu… Tu stai per avere un altro…
— Sì. — Stephanie si toccò lo stomaco. — Abbiamo il nostro piccolo topo di biblioteca, perciò mi sembra giusto dare al mondo un altro eroe. — Appoggiò la testa sulla sua spalla. — Ma questa volta è diverso. È come se già sapessi che sarà…
— Un maschio! — Clint si sentiva così orgoglioso che era certo che tutti i bottoni del suo vestito erano sul punto di saltare.
Con impazienza, Annie afferrò la manica della mamma, desiderosa che riprendesse la storia. Così Stephanie riprese proprio dal capitolo preferito di Annie, quello in cui appariva chiaro che Jingles altri non era che il principe.
— Immaginate la sorpresa di Merry quando Jingles si tolse il cappello da giullare e indossò la sua corona, annunciando a tutti i presenti che lui, il principe Bountiful, voleva lei come sua sposa.
— Quindi questo Jingles era un lupo vestito da agnellino? — chiese Clint, accarezzando l’orecchio di Stephanie. Oh, quanto era impaziente di averla tutta per sé, almeno per un po’.
— Più che altro un agnellino travestito da lupo cattivo — precisò Stephanie.
— Ma davvero! — Oh, sì, alla fine doveva ammettere di essersi dimostrato docile come un agnellino. Perché si era sentito così felice. — Baaaaaa! — fece poi Clint. Nonostante il suo fare scherzoso, sapeva che la rispettabilità e il ruolo di padre di famiglia ben gli si addicevano. E non li avrebbe scambiati per tutto il denaro e la fama al mondo.
Sorrise mentre ascoltava Stephanie che terminava di leggere la storia. Proprio come in quella favola, sentiva di amare quella donna con tutto il proprio cuore.
— Fine — le sentì dire.
— No, non è la fine ma solo l’inizio, sia per Merry e il principe Bountiful che per te e per me. Il nostro amore è come un cerchio che cresce, Steph, perché oggi ti amo più di ieri e domani ti amerò ancor più di oggi.
Era un sentimento così meraviglioso che Stephanie si sentì sul punto di piangere. — Anche per me è così.
Molto tempo dopo, quando si ritrovarono finalmente da soli, diedero sfogo a quell’amore con tenera passione. Un fuoco inestinguibile si sprigionava dall’intreccio dei loro corpi e dagli scambi di carezze. Erano avvolti dall’amore, nel corpo, nel cuore e nell’anima. Sazi e felici, una nelle braccia dell’altro. E consapevoli che il domani li stava aspettando colmo di speranza, con la promessa di un profondo ed eterno amore.

Aggiungi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *