Scorribande giallistiche
Incasinamenti sentimentali- Ma il noir è morto o non è morto?- Tra bassotti e mastini- Il rinnovamento della Mondadori- In giro per blog- Gli irritanti spot della pubblicità- Eco porta scompiglio e…e Jonathan che fa?
Questa volta non mi lascio trascinare da un solo argomento (vedi l’ultimo pezzo sul riso e il sorriso) ma saltello giulivo (finalmente!) di qua e di là come un fringuello appena nato. Ormai questo con il blog del giallo Mondadori è diventato per me un appuntamento assolutamente imprescindibile. Un momento di svago e di riflessione su ciò che accade nel mondo letteral-giallistico, con qualche puntatina nel personale. Un momento di relax, insomma, per togliere di mezzo incipienti paturnie senili.
Dunque, partiamo. Già assodata la sfiga tremenda dei protagonisti in altra sede, ora assodiamo un tormentato incasinamento sentimentale prodotto soprattutto dalle autrici giallistiche. Sfrutto una parte di articolo già scritto per “Corpi freddi” (visitatelo!).
“Non voglio fare distinzione tra autore maschio e femmina che mi frego qualche sudata simpatia, ma se l’autore è una dolce fanciulla (va bene per qualsiasi età) e il personaggio principale è pure dotato di “argomenti” femminili, sicuro che l’amore, quando c’è, trattasi di amore incasinato. Incasinatissimo. Su questo non ci piove.
Senza andare troppo indietro mi rifaccio agli ultimi esempi che mi sono capitati a tiro. Prendiamo Janne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre, personaggio principale di “L’istinto del sangue”, Garzanti 2010. Trentacinque anni, zitella. Vita sentimentale tribolata. Citati come fidanzati un avvocato, un ingegnere informatico, un editore fallito e “Molti altri…”. Ultimo della serie il fotografo Thomas che le fa girare gli zibidei e allora vada pure al diavolo. Non aggiungo le disgrazie che in questo genere di libri sono come il cacio sui maccheroni (rimando a http://corpifreddi.blogspot.com/2009/11/la-paura-della-sfiga-fabio-lotti.html ).
Cassandra Fallows, scrittrice in “L’amica di un tempo” di Laura Lippman, Giano 2010, non è da meno (va verso la cinquantina e la menopausa). Due matrimoni alle spalle con “relazioni prima, dopo e durante i legami coniugali” ( meglio non farsi mancare niente). Da ragazzetta incline ai giovanotti con i capelli rossi e, cito testualmente, “me ne scopai quanti più possibile” che il buon tempo si vede dal mattino. Non mancano, naturalmente, le pene d’amore e, dulcis in fundo, il sacrificio per l’Amore, quello con la a maiuscola (di solito non ricambiato, tanto per creare un’atmosfera più sofferta).
Cambiando latitudine il risultato, a dir la verità, un po’ cambia. In ” La dea cieca” di Anne Holt, Einaudi 2010, l’avvocato Karen Borg non si limita a sognare il poliziotto Håkon Sand ma salta sul letto allegramente insieme a lui (e questa volta niente da fare per il povero marito di cui taccio il nome). Qui abbiamo pure, devo dire accennato con molto garbo e tatto, il rapporto omosessuale tra Hanne Wilhelmsen “una donna straordinariamente bella, da poco promossa al grado di detective” alla centrale di Oslo, e la dottoressa Cecilie, con la quale convive da diciannove anni senza che gli altri lo sappiano (o fanno finta di non sapere).
Di solito in diversi romanzi polizieschi si creano situazioni opposte: la donna in gran spolvero fra i maschietti alla fin fine sogna l’amore vero e quella impacchettata con l’unico uomo della sua vita è percorsa da fremiti stuzzicarelli che poco hanno a che vedere con il sentimento. Difficile trovare un rapporto tranquillo e sicuro per tutte le centinaia di pagine della storia. Anche perché l’incasinamento sentimentale (in genere) serve a rendere ancor più appetibile l’incasinamento delittuoso. Il lettore, si sa, è sotto sotto, un po’ cattivello e si diverte a seguire vicende complicate e sofferte (per i personaggi) dimenticandosi, oltretutto, le proprie. Sempre che, vista la qualità di certi romanzi, non siano una frana tutti e due (più che probabile)”. Ultimamente alla ribalta tradimenti per ogni dove a rendere più appetitosa la vicenda…
Domande angoscianti che serpeggiano sulla salute delle sigle giallistiche: il noir è morto?, il thriller come sta?, il mystery che fine ha fatto? Domande angoscianti, dicevo, con risposta univoca. Una valanga di noir, thriller, mystery e via discorrendo a dimostrazione che le sigle, come gli umani, non ne vogliono proprio sapere di tirare il calzino.
Ancora sui mallopponi scandinavi che, secondo alcuni, invadono il mercato togliendo spazio agli autori nostrani, piccinini santi. Ora a me queste tonnellate di roba stanno pure in quel posto, però ricordiamoci che siamo nel villaggio globale dove tutto può entrare da tutte le parti. Come scrittore di scacchi mi sono dovuto confrontare con i colossi dell’est europeo (la Russia, l’ex Jugoslavia ecc…), padroni incontrastati del settore. Ergo, prima che spuntasse fuori il mio nome su qualche libro, centinaia di articoli, centinaia di partite per corrispondenza, un anno intero per scrivere il primo. E dunque un culo così senza avere tanti santi in Paradiso (già detto millanta volte ma i vecchietti sono ripetitivi da morire e poi ci tengono a far sapere le loro titaniche imprese. Voi, comunque, non contrariateli e assentite con la testa…). Conclusione? Un consiglio spassionato frutto di atavica saggezza: Arrangiatevi!.
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