New York Calibro 45 (3081)

aprile 30th, 2013

spillaneprev

Mike non ci voleva tornare, a Manhattan. Aveva le sue buone ragioni per starne alla larga. Nessuna nostalgia, nessun senso di vuoto. Ma il funerale di un suo vecchio mentore in polizia, Bill Doolan, è una ragione altrettanto valida per cambiare idea. Si è ucciso sparandosi un colpo, dicono. Una versione dei fatti credibile giusto per chi non lo conosceva, o per chi è in malafede. Quindi non per lui. E imbattersi nel cadavere di una donna assassinata lungo il tragitto di ritorno dal cimitero, dopo la cerimonia, non aiuta a fugare i sospetti e rasserenare gli animi. Difficile, quando ci sono di mezzo dei diamanti,una gang di trafficanti di droga e tutto il marciume della giungla d’asfalto. No, Mike Hammer non avrebbe dovuto rimettere piede nella metropoli. Ora è tardi per ripensarci. Ora è tempo di fare pulizia.

EBOOK NON DISPONIBILE

 

Popularity: 31% [?]

Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo | commenti 4 Comments »

2 romanzi a confronto di Anthony Berkeley: The Wychford Poisoning Case vs Not to Be Taken

marzo 24th, 2014

Unknown

Non mi dilungherò a introdurre Anthony Berkeley perché è uno scrittore di cui ho già parlato in passato. Oggi parleremo in particolare di due romanzi, che a parere mio potrebbero essere speculari: The Wychford Poisoning Case (1926) e Not to Be Taken (1937).

Perché innanzitutto questi due? Perché se è vero che, nella produzione di Berkeley, parecchi sono i romanzi in cui si discute di avvelenamento, è anche vero che questi due romanzi trattano entrambi un classico avvelenamento da arsenico.

E’ da dire che nella produzione in genere britannica, vi sono vari scrittori che hanno affrontato il tema del veleno a partire dagli anni ’20. Se nel caso di Agatha Christie, la sua conoscenza di medicinali e veleni si formò durante il servizio, nel corso della Prima Guerra Mondiale, presso l’ospedale di Torquay, il fatto che molti altri scrittori in quegli anni abbiano scritto romanzi polizieschi le cui trame fossero basate su avvelenamenti ( Berkeley, Brand, Sayers, Rhode, Freeman, etc..) significa che era un argomento condiviso generalmente : esso potrebbe essere stato in relazione al bombardamento mediatico che nelle prime due decadi del secolo e anche prima ci fu a riguardo di famosi avvelenatori (Armstrong, Crippen, Maybrick, Seddon) che influirono pesantemente su scrittori che  necessariamente avrebbero dovuto andare incontro alle aspettative del pubblico; e sicuramente un bacino di utenza pesantemente influenzato da notizie di crimini basati su avvelenamenti, avrebbe meglio accolto romanzi di intrattenimento che avessero dibattuto delle stesse cause: un po’ come è oggi in cui i romanzi polizieschi in generale, in una società in cui i valori sono il sesso e i soldi, basano i loro crimini su sesso e soldi, e sulle loro implicazioni di carattere perverso.

Leggi tutto »

Popularity: 51% [?]

Posted in Extra, Pulp Corner | commenti 14 Comments »

Un “born writer”: Rufus King. Invenzioni, stile e rapporti con la letteratura di genere coeva

maggio 26th, 2010

3614558024_c46f18bd44.jpg

di Pietro De Palma

Rufus King (1893-1966) fu un romanziere molto attivo dalla fine degli anni ’20 alla fine degli anni ’50 inizio ’60, pur facendo tutto sommato vita ritirata: in vita, nulla di lui si sapeva molto, all’infuori del fatto che vivesse “nella parte rurale dello Stato di New York, che fosse single, e che ogni anno avesse problemi a causa della neve”[1], tant’è vero che si “fece una villa” a Miami; del resto proprio a Miami ambientò alcune delle sue storie.

Altra cosa che si sa è che avesse studiato a Yale[2], che nel 1916 si laureò e che si arruolò proprio in quell’anno per la Grande  Guerra e che dopo di essa lavorò per del tempo come operatore radio sulle navi

Oggi è molto poco conosciuto e i suoi romanzi vengono di rado pubblicati, ma al tempo fu molto noto: era un fine esponente di quella scuola di scrittori americani (anche J.D.Carr, Mignon Eberhart) che non volevano rinunciare alla scuola di giallo all’inglese, in favore invece della “scuola dei duri”, nata in ambiente americano.

In Italia è stato un autore, pubblicato parecchio negli anni ’30 – ’40 e ’50, e meno dopo: infatti, parecchi dei romanzi pubblicati soprattutto da Mondadori, risalgono a questi anni. Solo in pochissimi casi, altre case editrici si son cimentate in romanzi di Rufus King : tra queste, la Casa Editrice Martello con I Gialli del Veliero : “Il colombo della morte” (The Deadly Dove, 1945); la Italedit di Cremona che pubblicò “Intervallo Tragico”: questa pubblicazione, ricavabile tramite ricerca OPAC, è disponibile solo presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, ma non si ricava da alcun indizio, il suo titolo d’origine[3]; e i Gialli del Secolo di Gherardo Casini Editore.

I rapporti tra il mondo dell’editoria italiana e Rufus King, possono essere inquadrati dal carteggio assai interessante  tra un famoso traduttore degli anni trenta, Mario Benzing, e la casa Editrice Bemporad[4] .

Mario Benzing, fine traduttore, di origine tedesca, di moltissime opere di narrativa straniera in Italia, che aveva già intrattenuto rapporti con la Bemporad per altri romanzi, il 9 maggio 1933, scriveva:

“..Mi permetto d’informarvi che ho ottenuto l’esclusività per la traduzione delle opere  di Rufus King, giovane scrittore americano veramente eccezionale […]. Non soltanto incuriosisce, come Wallace e Van Dine, ma anche interessa: i suoi personaggi sono vivi, studiati, e i suoi casi anche psicologici, profondamente umani. Tutti casi circoscritti, a campo chiuso: uno yacht, una famiglia, una casa; e sono i casi più efficaci del genere e insieme anche i più difficili a congegnare con rispetto al buon senso, e a sostenere senza borra per trecento pagine. Si svolgono negli ambienti dell’aristocrazia americana, che il King conosce a fondo; e li risolve il detective Valcour, della polizia di Nuova York, uno specialista di quegli ambienti, che sa cercare indizi anche nei meandri delle anime. Per la cessione dei diritti di traduzione, Rufus King chiede soltanto L. 800  per  romanzo. La serie Valcour si compone di dieci romanzi, naturalmente indipendenti”.

Faccio notare due cose: la prima è che la serie completa con personaggio principale Valcour è di undici romanzi; la seconda, ancor più interessante, riguarda la data  riportata nel carteggio: infatti,  se non è sbagliata, dovremmo dedurne che Rufus King aveva in mente già la serie o gran parte di essa oppure l’aveva già scritta e attendeva la pubblicazione di ciascun romanzo: non potremmo infatti altrimenti comprendere come il Nostro parlasse di una serie di dieci romanzi con protagonista Valcour, (per bocca di Benzing) quando a quell’anno, 1933, di romanzi con protagonista il Tenente Valcour, ne erano usciti solo sei; gli altri quattro (Benzing parla di una serie di dieci) sarebbero usciti posteriormente: The Lesser-Antilles Case, 1934 – Profile of a Murder, 1935 – The Case of the Constant God, 1936 – Crime of Violence, 1937; infine, l’undicesimo, Murder Masks Miami, sarebbe uscito nel 1939.[5]  Quello che possiamo evincere è che Benzing volesse proporre alla Bemporad quello che per lui era un affare: Rufus King chiedeva allora solo 800 lire per ognuno dei suoi romanzi (compenso deducibile in caso di forfait, come affermato in altro passo) molto noti oltre oceano: si accontentava di poco o era solo molto modesto? Fatto sta che la Bemporad rifiutò il 12 maggio la proposta: “..Non conosciamo affatto questo autore. D’altronde abbiamo già una riserva di libri di questo genere per le nostre collezioni, fra gli altri tutti i più recenti volumi del celebre autore inglese Oppenheim”.

Allora Benzing rinnovò la proposta con altre argomentazioni: cercò di forzare l’assenso della controparte facendo riferimento al fatto che delle case editrici italiane fossero interessate alla pubblicazione dei romanzi di R.King: “..la Libri X sta per pubblicare Sangue a bordo di uno yacht..”; e il 20 maggio inviò, all’editore, l’edizione americana di Murder in the Willett family, mentre  il 1° giugno fu la volta di Valcour meets murder. La Bemporad rinviò ogni decisione al futuro pur riconoscendo la validità dei romanzi proposti, ma.. non se ne fece nulla , nonostante lo stesso traduttore ricordasse che altri editori erano in contatto e trattativa con gli agenti dello scrittore. In Mondadori, “Delitto sullo yacht” (trad. di Matilde Fanno) uscì nel 1936, e “L’agguato” (tit. orig. Valcour meets murder; trad. di Cesare Giardini), nel 1937; mentre “Delitto in casa Willett” (trad. di Carla Merlo) uscirà solo nel 1975.

Leggi tutto »

Popularity: 61% [?]

Posted in Extra | commenti 31 Comments »

Ha ottant’anni, ma è ancora un ragazzino

luglio 8th, 2009

Era il lontano 1929. Con un romanzo di S.S. Van Dine, La strana morte del signor Benson, prendeva il via il Giallo Mondadori, quella che a tutt’oggi è la collana più longeva e rappresentativa del genere poliziesco non solo in Italia, ma in tutto il mondo. L’unica serie continuativa di polizieschi che sia paragonabile a quella mondadoriana, e che sia partita prima, è l’americana Doubleday Crime Club, iniziata nel 1928 ma chiusa nel 1991. Altre serie prestigiose, come la Collins Crime Club, in Inghilterra, o la Série Noire di Gallimard, in Francia, cominciarono dopo (la prima nel 1930 e la seconda nel 1945), ma anch’esse non esistono più, almeno non nella loro versione originaria e riconoscibile.Lorenzo Montano, negli anni Venti collaboratore della “Ronda” e fine letterato in proprio, teneva un archivio piuttosto esteso sulla letteratura poliziesca.

Dal suo incontro con Arnoldo Mondadori, intenzionato proprio in quegli anni ad ampliare il catalogo della casa editrice con una nutrita iniezione di autori stranieri, nacque l’idea di creare una linea editoriale che diffondesse anche in Italia una letteratura di intrattenimento non volgare come si faceva già da tempo nei Paesi anglosassoni. Dal colore della copertina dei primi libri, si diffuse l’abitudine di designare come “giallo” un romanzo di genere poliziesco tout-court, e in breve il neologismo diventò di uso comune.Montano faceva frequenti viaggi in Inghilterra per procurarsi libri, specie quelli del prolificissimo Edgar Wallace, il primo autore di grande successo popolare nel catalogo dei Gialli.

Incontrando subito i gusti dei lettori e superando le occasionali avversità politiche (come la chiusura decisa dal Miniculpop tra il 1941 e il 1945), il Giallo Mondadori ha lanciato sul mercato italiano tutti i più grandi nomi del genere, quelli cioe’ che in Europa a in America hanno lasciato una traccia indelebile e sono ormai identificati col romanzo poliziesco tout-court. Leggi tutto »

Popularity: 33% [?]

Posted in Extra, Oscar progetti speciali | commenti 61 Comments »