Il Giallo Mondadori Sherlock 14: Sherlock Holmes e la donna fatale

settembre 25th, 2015 by Moderatore

THOMAS

Sherlock Holmes è ufficialmente morto. Lo scontro finale con il nemico di sempre, Moriarty, si è concluso senza superstiti. In realtà il segugio londinese, scampato a un tragico destino nelle acque di una cascata in Svizzera, si trova dall’altra parte dell’Atlantico in missione segreta per conto del fratello Mycroft. Gli si richiede di proteggere una cantante lirica impegnata in un tour di concerti negli Stati Uniti; missione resa ulteriormente complicata dal fatto che la donna è una sua vecchia conoscenza. Nientemeno che Irene Adler: l’unica persona che, dall’epoca di un certo “scandalo in Boemia”, possa vantarsi di aver tenuto in scacco il re degli investigatori. Il quale mai avrebbe immaginato che potessero ritrovarsi un giorno a collaborare in un’indagine, addirittura fingendosi marito e moglie. Ma le circostanze gli impongono di allearsi con la sua ex antagonista. Forse così lo straordinario duo potrà sventare una macchinazione che si estende fino alla lontana Inghilterra.

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5 Responses

  1. Omar

    Uhm, ecco un caso di apocrifo che mi mette in seria difficoltà; finchè in scena ci sono solo Holmes e Watson posso accettare tutti i Dracula e i Jack lo squartatore che volete, ma qui gli States e Irene Adler anzichè il buon dottore come “spalla” mi sdubbiano un po; mi fido poco stavolta, ma tanto finirò col volerlo provare. Se qualcuno che lo legge lo potesse recensire, per farsi un’idea..

  2. Kronos H

    Per quanto mi riguarda mi stuzzica il ritorno della Adler, Watson non ci può essere visto che in quel periodo pensava che Sherlock fosse morto. Robe invece tipo Dracula e altre cose soprannaturali, quelle per me sì che sono fuori dal canone…

  3. desby

    Letto tutto d’un fiato e trovato molto godibile, a dispetto di alcuni miei preconcetti iniziali. Costruito con capitoli che alternano Holems e Irene Adler… Il grande Iato offre la possibilità di posizionare Holmes in America e l’incontro con Irene Adler riesce a reggere bene. Dall’appendice di Luigi Pachì si intuisce che l’autrice ha realizzato una serie di apocrifi basiti proprio su questo rapporto. A questo punto spero di poter leggere anche gli altri romanzi. Chissà se Mondadori riuscrà a pubblicarli?

  4. Nota

    Letto: non male, anche se mi aspettavo di più; in ogni caso leggerò, se proposti, gli altri romanzi apocrifi dell’autrice. Prima parte intrigante, poi non c’è molto pathos nei momenti nei quali invece sembrerebbe che l’autrice ne voglia proporre. Paradossalmente, in questa collana, apprezzo di meno i romanzi approvati dalla Conan Doyle estate; forse non sono un conoscitore approfondito del canone, anche se l’ho letto integralmente (Il mastino dei Baskerville è uno dei miei romanzi preferiti in senso assoluto). Molte aspettative sull’uscita di Davies del mese prossimo.

  5. Primo Prandoni

    Ottima l’idea di affidare ad Irene Adler il ruolo di co-protagonista. Il risultato, però, non è un giallo bensì un romanzo psicologico. Inoltre che fine ha fatto la misoginia di Sherlock Holmes, più volte rimarcata da Sir Arthur Conan Doyle? Infine il fantasma di Watson viene evocato un po’ troppo spesso.

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