Il Giallo Mondadori Sherlock 13: Sherlock Holmes e i delitti di Mayfair
Jack lo Squartatore è tornato? Nell’East End londinese aleggia ancora l’ombra delle sue agghiaccianti imprese quando il terrore riprende a serpeggiare. Questa volta il dramma va in scena nelle strade del quartiere di Mayfair, il più rispettabile ed esclusivo della città, con tre giovani donne strangolate da un ignoto assalitore. Per un caso fuori dell’ordinario s’impone la consulenza di un investigatore straordinario, eppure al candidato più ovvio Scotland Yard preferisce il dottor Karl Schermann, acclamato specialista del paranormale. Uno smacco per il segugio di Baker Street, che è l’esatto opposto del suo rivale; ma verrà il momento di riaffermare la supremazia della logica sugli illusionismi delle pseudoscienze. Saranno la soluzione di un furto in una casa d’aste e una breve vacanza nel Sussex a mettere in moto gli eventi che porteranno alla verità sulla macabra catena di omicidi. E alla rivincita di Sherlock Holmes.
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Posted in Le collane del Giallo, Sherlock
settembre 1st, 2015 at 09:31
Visto che l’apocrifo con lo squartatore di Lyndsay Faye si è rivelato gradevolissimo, mi prendo anche questa ennesima variazione; questa serie mi sta prendendo sempre più, lo ammetto.
settembre 3rd, 2015 at 09:31
Mi intriga lo scontro tra il mondo razionale rappresentato da Sherlock con quello dei ciarlatani “paranormali”. Credo che lo prenderò.
luglio 14th, 2016 at 10:41
La descrizione che viene fatta della biblioteca del British Museum mi ricorda molto quella del Nome della Rosa. Ho associato, visivamente, i labirinti di questa biblioteca ai disegni delle carceri del Piranesi. Il motivo di questa associazione non lo so spiegare razionalmente. Nel finale il colpevole esce fuori come un coniglio dal cilindro di un illusionista. Nel romanzo nulla lascia pensare all’esistenza di questo personaggio. Voglio dire che poteva trattarsi di uno qualunque la cui esistenza è giustificata e svelata solo nel finale. Altro dettaglio che mi ha lasciato perplessa è lo scollamento tra prima parte e seconda. Per me potevano essere due romanzi a sé indipendenti uno dall’altro. La seconda parte, ovvero i delitti di Mayfar, è ben costruita ma se la si legge, per me, con occhio attento può essere considerata come un buon piccolo esercizio derivante dal Pendolo di Focault. Britland, secondo me, è un grande ammiratore di Umberto Eco. Ciò premesso questo romanzo è un buon apocrifo.