I Classici de Il Giallo Mondadori 1345: La mano di velluto

aprile 3rd, 2014 by Moderatore

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Libby non c’è. Libby è scomparsa. All’arrivo in stazione, di ritorno da un viaggio, lo scrittore Philip Haven contava di trovare la nipote ad aspettarlo, e invece no. Lei non era ad accoglierlo nemmeno sul prato davanti alla loro residenza, immersa nella quiete del tramonto. E quando l’ha chiamata dall’anticamera, gli ha risposto solo il silenzio della casa. Né la cognata né l’altra nipote di Philip l’hanno vista, quel giorno, nessuno sa dove sia. Libby la scapestrata: potrebbe averne combinata una delle sue, magari una fuga romantica… se non fosse che l’unico possibile compagno d’avventure risulta all’oscuro di tutto. E allora, dov’è finita Libby? La risposta arriverà lentamente, un indizio dopo l’altro, e si rivelerà spaventosa. Dopodiché, mentre toccherà all’ispettore McKee occuparsi delle indagini, sarà come se una mano di velluto sospingesse nelle tenebre i passi di ciascuno. Una mano leggera e invisibile, grondante sangue.

Helen Reilly (1891-1962), nata a New York, è stata autrice di gialli e madre di due gialliste, Ursula Curtiss e Mary McMullen. Caratteristica dei suoi abili intrecci polizieschi è l’ambientazione nel mondo della media e alta borghesia. Il suo personaggio più noto è l’ispettore di polizia Christopher McKee. Si è firmata anche con lo pseudonimo di Kieran Abbey ed è stata, nel 1953, presidente di Mystery Writers of America, l’associazione che assegna il premio Edgar.

All’interno, il racconto “Le sorelle Corcione” di Diego Lama.

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4 Responses

  1. Alberto Minazzi

    Preso. Conto di leggerlo quanto prima.

  2. Alberto Minazzi

    Partito questa mattina con il romanzo, ho letto ieri sera il racconto di Corcione: non mi è piaciuto, anche se devo ammettere che, se l’autore voleva trasmettere una sensazione di forte sgradevolezza riguardo agli ambienti in cui si svolge l’indagine, c’è riuscito in pieno (a termine lettura ero letteralmente nauseato).

  3. Zaplowsky

    Poi facci sapere il tuo parere sul romanzo..

  4. Alberto Minazzi

    Eccomi: finito ieri sera. Questa è la mia recensione.
    Nonostante l’autrice sia ascrivibile a tutti gli effetti al giallo “classico”, siamo in presenza di un thriller psicologico che vive per buona parte sulla storia di un rapimento, prima di veder emergere a galla una serie di “verità nascoste” sui vari personaggi, collegate in qualche modo (anche se spesso marginalmente) all’enigma centrale.
    Anche gli indizi, se tali vogliamo chiamarli sono solo di natura psicologica, ma sono riuscito ugualmente ad arrivare alla verità, per una sorta di “illuminazione” a non molte pagine dalla rivelazione della soluzione. Pur non essendo uno specialista né un amante del genere, ho trovato tutto sommato piacevole la lettura.

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