Scorribande giallistiche V

gennaio 22nd, 2014 by Moderatore

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Con lievi spunti personali…
Stante il successo dell’ultimo pezzo (e chi può contestarlo?) continuo imperterrito in questo mio saltellare spensierato. Inizio sempre così (sono un pigrone del Toro).
Marco Malvaldi in piena forma. Dopo la combriccola dei vecchietti del BarLume e il Pellegrino Artusi di Odore di chiuso, ecco spiccare il volo con Argento vivo, pubblicato anch’esso dalla Sellerio. Componenti del successo l’umorismo, la presa in giro da toscanaccio, qualche punta di surreale, personaggi vivi che si incontrano per strada con il loro gergo popolare. E anche un po’ di bu’o di ‘ulo che non guasta, via! (un salutone a Marco).
E già che si parla di sorriso Kaminski favoloso con Giocarsi la pelle del nostro imperituro G.M. Racconto veloce. Rocambolesco. Situazioni comico-paradossali (il personaggio principale, Toby Peters, viene addirittura scambiato per uno scrittore ad un convegno di psicanalisti), morti ammazzati pure nell’armadio, ritmo serrato, scrittura ironica, gradevole e frizzante come un vinello che conosco e tengo da parte. In perfetta sintonia con lo spirito dell’autore poteva benissimo essere intitolato Giocarsi le palle.
Armadio che è stato un gran contenitore di cadaveri nella letteratura poliziesca. C’è addirittura un libro di Rufus King Il morto nell’armadio a ricordarcelo. Uno splendido lavoro che viene inserito da Howard Haycraft e Ellery Queen tra le pietre miliari del giallo.
Uno dei libri che più mi hanno divertito in questi ultimi tempi è Hanno ammazzato Montalbano di Mario Quattrucci, Robin edizioni 2013. Un libretto tascabile. Piccolo, piccolo, da mettere in tasca (appunto), portarselo dietro e tirarlo fuori al bisogno (il libretto). In qualsiasi luogo e qualsiasi momento. Leggerezza. Ecco, se dovessi esprimere la mia prima sensazione dopo lettura, direi leggerezza. Di stile e contenuto. Cinque racconti leggeri, gradevoli, spiritosi. Ironici e autoironici. Con il commissario Marè (Marelli) che si intrufola nelle storie come fosse a casa sua. Bellino!

La doppia vita di M. Laurent, di Santo Piazzese, Sellerio 2013, fa parte dei gialli “citazionisti”. Di quei gialli, insomma, dove non conta solo la storia giallistica in sé (tra l’altro discreta) ma anche la raffica di citazioni culturali (libri, film, opere, canzoni ecc…) che l’autore ti scarica addosso ad ogni piè sospinto. Dove anche i gatti si chiamano Kay e Scarpetta e uno assomiglia tale e quale a quello di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (ma guarda un po’).
Luis Sepùlveda ha scritto Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Guanda 2013, praticamente un elogio della lentezza dal sottoscritto già esaltata insieme ad altri elogi (tra cui anche quello del gabinetto) che potrete trovare qui http://soloscacchi.altervista.org/?author=66 insieme ad articoli seri.
Se volete leggere un paio di libri nei quali c’è un cadavere da qualche parte che sparisce ecco a voi Uscendo di casa una mattina di George Bellairs, Polillo 2013 e Il testimone muto di R. Austin Freeman, Mondadori 2013. Là è Mrs Jump la “trovatrice” a Londra, più precisamente lungo July Street, di Willesden; qui il dottor Jardine durante una passeggiata notturna nella zona di Hampstead. Un buon lavoro artigianale e un ottimo prodotto di un grande della letteratura poliziesca.
Se ne vanno tutti. Scrittori, attori, registi, cantanti, amici e parenti. Fermate il Tempo, maledetti!
Di Wilkie Collins arriva Il raccomandato, Polillo 2013. Una figura emblematica di tutti i tempi. Bel racconto che apre la bocca al sorriso. Ve lo raccomando.
Per chi desidera vedere come stende i suoi gialletti il vecchio Lotti (che sarei io) qui http://theblogaroundthecorner.it/2013/06/battaglie-sulla-scacchiera-di-fabio-lotti/ e qui http://theblogaroundthecorner.it/2013/11/partita-a-scacchi-con-il-morto-di-fabio-lotti/ e si accettano critiche anche disumane.
Scrittrice fine e delicata Elisabetta Bucciarelli in tutte le sue opere (partendo da Io ti perdono, Kowalski 2009). Vedi, per esempio, Dritto al cuore edizioni e/o 2013, con l’ispettore Maria Dolores Vergani presa dai dubbi e dai ricordi dopo una brutta storia. Interessa poco l’indagine se non come spunto per le vicende umane e gli assilli che si agitano dentro di noi. Una prosa semplice, tenera, leggera. Come in una fiaba. Dritta al cuore.
Altra scrittrice deliziosa Elena Vesnaver che conobbi attraverso Le ragioni dell’inverno, Agar edizioni 2009. Tre racconti di cui il primo che dà il titolo al libro. Gli altri due Aganis e Sotto un cielo di uomini. Ovvero tre gialletti con Sonia Leibowitz che scrive, beve Tocai e aiuta il commissario Leone (siamo a Cormòns) a risolvere qualche caso di morti ammazzati. Prosa semplice e intensa. Non c’è bisogno di farla lunga. Basta un tratto di penna, un piccolo tocco per creare un sentimento, una atmosfera, per disegnare un volto o una caricatura. Una breve osservazione sulla realtà a riportare il tutto alla concretezza della vita. Ora Elena si è data alla letteratura per ragazzi. Beati loro.

Passando di palo in frasca (arte di cui sono maestro) ecco la coppia Bertha Cool – Donald Lam, protagonista di ventinove romanzi che E.S. Gardner firmò con lo pseudonimo di A. A. Fair. Si tratta di un duo degli opposti. Bertha robusta (eufemismo), Donald “mezzacartuccia” secondo la presa in giro del sergente Frank Sellers. Eppure attira le donne come una calamita. Qui Gardner è più “libertino” che nelle storie di Perry Mason dove il sesso manco di nome. Donald ha un passato oscuro ed è stato radiato dall’ordine degli avvocati, prima povero in canna e ora spendaccione; Bertha ha una passione smodata per il denaro, i gioielli, è golosa e poco incline al lavoro. In carne, molto in carne ma capace di dare due sberle anche ai poliziotti. Una bella coppia riuscita.
Personaggio particolare Chen Cao di Qiu Xialong, poeta e ispettore di polizia a Shanghai che vive nella contraddizione tra la fedeltà ai vecchi schemi di partito e il desiderio di dare sfogo alla propria individualità. Uomo onesto in conflitto con il nuovo, non sempre onesto appunto, che sta emergendo e dunque costretto a compromessi.
Con lui la buona tavola. Non si scappa. Qualche esempio: ravioli con ripieno di germogli di bambù, carne e gamberetti, zuppa di nidi di rondini con orecchie d’albero, ostriche fritte in pastella di uovo strapazzato, anatra ripiena di riso, pesce vivo al vapore con zenzero fresco, cipolle verdi e pepe secco, tartaruga dal guscio molle e chiocciole di fiume. Oppure torta di riso, fritto con maiale, spaghetti ai funghi, sauna di gamberi (blurp)…
Ci sono anche delle cosettine particolari come la “Testa di Budda”, praticamente una zucca bianca a forma di testa con dentro un passero fritto dentro ad una quaglia alla griglia dentro a un piccione brasato. Una specie di scatola cinese mangereccia. Poesia per l’animo e cibo per lo stomaco (forte, direi). E, a proposito di poesie, ne troverete davvero delle belle nel suo ultimo, mentre scrivo, Le lacrime del lago, Marsilio 2013.

L’attualità si fa prepotente in Cronaca di un suicidio di Gianni Biondillo, Guanda 2013. Impersonata dalla funesta cartella esattoriale di Equitalia che distrugge la vita di Giovanni Tolusso (la troviamo anche nel già citato Argento vivo). C’è l’angoscia del momento in questa storia, l’orgoglio di essere arrivati e la disperazione di perdere tutto (anche altro che tralascio). Racconto kafkiano, stile asciutto, concreto, il sociale che entra disperato, l’impotenza e la rabbia, una sottile malinconia a braccetto per tutta la vicenda.
Agatha Christie immortale (L’assassinio di Roger Ackroyd miglior giallo di tutti i tempi secondo la Crime Writers’ Association britannica), riproposta lodevolmente nei G.M. con C’è un cadavere in biblioteca, uno dei primi che lessi con fervore negli anni giovanili. Il sogno meraviglioso della signora Bantry, che con i suoi piselli odorosi aveva vinto il primo premio dell’esposizione dei fiori, viene spezzato dalla voce isterica di Mary Oh, signora, signora, c’è un cadavere in biblioteca!. E un cadavere c’è davvero, anche se suo marito, il colonnello Bantry sonnacchioso, non ci crede. E’ quello di una fanciulla bionda strozzata da una fascia di satin della sua stessa veste. Ragazza poco raccomandabile se fa la ballerina. Con Miss Marple non ci si annoia. Occhio ai denti e alle unghie!
Superba Anne Perry, maestra di atmosfere londinesi (anche se qualche volta un po’ lungagnosa). E superbo pure Tony Hillerman (sempre dei G.M) che ci fa conoscere, tra l’altro, un mondo indiano completamente sconosciuto (parlo per me) con brividino ancestrale. Una chicca Sei delitti senza assassino di Pierre Boileau. All’inizio un po’ di perplessità, via. Il solito delitto della camera chiusa con i soliti marchingegni letti e riletti. Poi, però, con lo sfogliare delle pagine e il trascorrere della storia, aumenta il desiderio di scoprire tutto l’ambaradan. Non ci si può fermare. E le domande fioccano. Come ha fatto l’assassino ad uccidere nell’appartamento di Rue Greuze Simone Vigneray e a ferire mortalmente la moglie, sparendo come un fantasma in un ambiente perfettamente chiuso? E come ha fatto la domestica Adèle Blanchot ad apparire sotto forma di cadavere in una delle stanze prima perfettamente vuote? Un problema che assilla pure l’investigatore privato André Brunel chiamato ad aiutare la polizia per risolvere il caso pazzesco e impossibile (“impossibile!” è la parola che risuona più volte). A Parigi, in un pomeriggio di maggio. E noi siamo lì con lui a seguirlo nelle sue ricerche…(qui mi fermo). Dubbio, assillo, elucubrazioni ma anche azione. Il tutto raccontato con paurosa meraviglia dall’amico dell’investigatore. Per chi vuole saperne di più andare da Pietro http://lamortesaleggere.myblog.it/2013/12/14/dei-piu-celebrati-romanzi-camera-chiusa-assoluto-finalmente-ripubblicato-italia/ al quale mando un caloroso saluto.
Però, però Il cantuccio della strega di Carr, sempre dei nostri favolosi G.M., mi pare superiore se non altro per la grandiosa, monumentale figura di Gideon Fell e per quella straordinaria capacità dell’autore di inserire il lato ironico al punto giusto (irresistibile il breve duetto Fell e signora). Trascurando altri pregi, naturalmente. Carr in grande spolvero anche nella Polillo con Il terrore che mormora e vedete che il giallo classico è ben vivo e vegeto.
Gli speciali, sempre dei G.M., sono davvero speciali. Come Melodie di morte con Stagge, Goldsborough e Woolrich. E con Mauro Boncompagni che te lo metteresti in tasca per tirarlo fuori al momento giusto. Un grazie di riconoscenza è il minimo.
Continua con successo la spy-story, soprattutto attraverso l’apporto fondamentale del nostro Stefano Di Marino che ha riscritto quasi completamente la serie del “Professionista” http://www.thrillermagazine.it/rubriche/14737. Avanti così!
La novantatreenne P.D. James non solo risolve i gialli nella fantasia ma anche quelli nella realtà. Vedi un caso del 1931 ritenuto da Raymond Chandler “impossibile”. Quello di William Wallace accusato di avere ucciso la moglie. Per la James l’assassino è proprio lui.
Crisi dappertutto, anche in casa Lotti. Sempre più spesso, invece di acquistare, mi metto a leggere in qua e là qualche libro nelle librerie senesi. A spiluzzicare, insomma. Tra le ultime spiluzzicate positive segnalo L’estate nera di Remo Guerrini, L’anatomista di Diana Lama e Rosso veneziano di Sgardoli Guido. Se non spiluzzico fuori spiluzzico a casa su libri che ancora oggi mi dicono qualcosa. In caso di mento afflosciato agguanto i classici della satira latina (Marzialone, Giovenalone ecc…) e mi rimetto in carreggiata. Se ho qualche scintilla di ironia la devo a loro.
Per sdebitarmi nei confronti di Edgar Wallace ho beccato Il mistero delle tre querce, Polillo 2013, un libro tanto caro al nostro Omar Lastrucci (vederne il motivo qui http://assassiniegentiluomini.blogspot.it/2013/10/a-volte-basta-poco-per-provare.html). Il delitto non è un’arte né una scienza: è un incidente. Già l’incipit tira a fregarsi le mani anche se Thomas De Quincey e Austin Freeman (per dirne una) scuotono la testa. Detto da Socrates Smith a suo fratello minore Lex. Single, magro da far paura, antropologo, studioso del crimine, già appartenuto al Criminal Investigation Department, ora collaboratore esperto di impronte e di macchie del sangue. Visita (richiesta) a John Mandle, ex funzionario di polizia in carrozzella per forti reumatismi (contrasto con la bella figliastra Molly Templeton), che ha una paura terribile (diversi segni evidenti partendo dai sistemi di allarme) letta negli occhi dallo stesso Soc (Socrates). Messaggio luminoso in codice Morse visto dalla casa bianca al di là della vallata “Vieni alle tre querce”. E proprio qui, appeso ad una di esse penzola, ucciso da un colpo di pistola alla fronte, proprio il nostro Mandle. Movimento, ritmo incalzante, momenti di pathos e di paura, continui colpi di scena, sparatorie, una incessante fibrillazione con i personaggi che vanno e vengono da tutte le parti (di giorno e di notte) come su un palcoscenico. Prosa secca, essenziale (all’osso), dialoghi martellanti che non lasciano spazio al ciondolar della testa. E con Socrate Smith che tira le fila di una rocambolesca e intrigantissima vicenda. Da leggere con l’occhio vispo e la mente sveglia.
Ritrovo Massimo Pietroselli con La profezia infernale, Newton Compton 2013. Due o tre spunti. Roma 1599, a pochi mesi dall’apertura dell’anno santo. Al centro della storia l’Alfabeto di Erode, un libro dalle incisioni terribili di bambini seviziati e uccisi che dovrebbe nascondere insegnamenti ermetici (fa gola a diversi personaggi). Si aggiunga una profezia infernale dall’estasi di una suora che prevede sfracelli per il Giubileo e “innocenti che tremeranno fra le fredde mura”. E, infatti, quattro bambini con i nomi degli Evangelisti, spariscono dallo Spedale. Personaggi veri, talora sofferti, psicologicamente convincenti, andamento lento all’inizio con ritmo finale accelerato e poi convulso in cui convergono le direttrici della vicenda. Un’aura di oscuro mistero e di intrigo tenebroso che serpeggia per tutte le pagine, reso credibile dalla sapienza dello scrittore.
Il Cinquecento è un secolo che attira parecchio i nostri giallisti storici a partire da Il segno dell’untore di Franco Forte, Mondadori 2013, che ha costruito un bel personaggio come il notaio criminale di Milano Niccolò Taverna (si aspetta il prossimo). Ultimamente anche Patrizia Debicke con La Sentinella del papa, Todaro 2013 (qui un mio commento http://www.sherlockmagazine.it/rubriche/5316/) e Rosso veneziano di Sgardoli Guido, Time Crime 2013, già citato nelle spiluzzicature, dove a vestire i panni dell’investigatore è Zorzo Cigna, più conosciuto come Giorgione, il grande pittore (Leonardo c’è di già). Un detective particolare, sempre nel 500’, lo becchiamo nei libri di Lorenzo Beccati (appunto) in cui compare Pimain, il guaritore di maiali (sì, avete capito bene) che anche lui ha diritto alla sua brava indagine. E, sempre parlando di Massimo Pietroselli, citato in precedenza, sfrutto il suo nome onusto di gloria ricordando che è uno degli scrittori che hanno collaborato all’antologia Giallo Scacchi- Racconti di sangue e di mistero, Ediscere 2008, curata dal maestro di scacchi Mario Leoncini e dal sottoscritto (passatemela).
Continua il successo di Marcello Simoni dopo Il mercante dei libri maledetti che ha sbancato pure il Bancarella. Ora ha tirato fuori Il labirinto ai confini del mondo ambientato a Napoli nel 1229 con la setta dei Luciferiani che attirerà senz’altro l’attenzione dei lettori. Le sette vanno a ruba come le sfumature.
E continua pure il successo dei libri piccanti sulla scia delle diaboliche suddette. Le “signore in rosa” la fanno da padrone (vedi Cao, Moscardelli, Premoli e mettici pure le straniere). Tempo fa ci versai sopra un po’ di leggera satiretta (pure ampollosetta) E io già mi immagino una trenata di Liale debosciate a picchiettar sui tasti del computer e buttar giù a ritrecine storie sentimental piccanti con bordelloni stasatori e principi azzurri ben piantati su solidi portafogli, per recare insidie fascinose nella vita stantia di ingenue ragazzotte e di fanciulle stagionate, pronte ad un’orgia di erotismo squillante da far cantare le campane a festa. Però se il fenomeno si ingrossa l’ironia la devo fare su me stesso, bischero che sono, incancrenito nei miei stupidi libri (nel momento in cui scrivo uscito Il tasto G di Rossella Calabrò per chi è interessato a scoprirlo ).
Ogni tanto mi capita di trovare qualcuno che mi saluta Come va, professore?. Lo/a scruto ma mi pare di non conoscerlo. Come? Non si ricorda di me? E infatti non mi ricordo di un ometto un po’ bolso con la pancetta o di una signora stagionata che mi fissano sorridendo. Sono ex alunni che mi rimettono sulla cattedra e allora lo sforzo terribile per sistemarli sui banchi di scuola. Sa, ero quella/o vicino a…e giù a ritrovare particolari per restaurare le antiche sembianze. Qualche volta un dettaglio, un tic che mi aiuta, più spesso il vuoto assoluto. Alla fine un abbraccio e un sospiretto nostalgico che mi esce dal petto. Arifermate il Tempo, maledetti!
Appena letto il titolo Curarsi con i libri di Ella Berthoud e Susan Elderkin, Sellerio 2013, visto e preso. Ho diversi malanni resistenti alle cure tradizionali da debellare. Vedi un problemino alla prostata che mi fa schizzare di continuo al gabinetto. Avrei risolto con qualche piacevole lettura. Per la prostata niente da fare (ci sono rimasto male) ma se si soffre di ritenzione anale basta leggere Tristam Shandy. Il libro cura molti problemi del corpo e dell’anima. Tra poco anche in farmacia.
Gli scacchi nei romanzi polizieschi, l’ho scritto spesso, prodromi a fatti di sangue, ma anche nella cruda realtà non scherzano. Febbraio 1334. Quattro giovani Piccolomini (siamo a Siena) entrano in palazzo Malavolti, passando per il cortile. Qui sorprendono Regalino Malavolti mentre gioca a scacchi e lo uccidono conficcandogli un coltello in gola (mai distrarsi). Va bene, ho citato il fatto per citare il libro del mio amico Mario Leoncini Ottocento anni di scacchi a Siena, pubblicato a sue spese (così si fa senza rendere conto a nessuno).
Parlando ancora di scacchi, uscito Sfida cruciale di Arnaldur Indridason, Guanda 2013, una storia giallistica a cui fa da sfondo la celebre sfida scacchistica tra Boris Spassky e Bobby Fischer a Reykiavik, in Islanda nel 1972 (da lì nacque la mia passionaccia per il nobil giuoco). Intrigo internazionale bello e buono con sfondo doloroso. Sempre dello stesso autore ricordo La signora in verde, Guanda 2006, una storia di violenza sulla donna che mi colpì e commosse.
A volte mi chiedo a cosa servo tra le miliardate di esseri umani che ciondolano per la terra. Ma spesso c’è un Nonno, chiappami! a ricordarmelo.
Per I racconti del giallo ecco Non credere ai santi di Alessandro Mezzena.
Portato via un morto sepolto, ma non c’entrano i “bastardi rumeni” di Remo, custode del camposanto. Già violate altre tombe per trovare quello giusto. Trattasi di San Simonino da Trento ucciso nel 1465 quando furono incolpati ingiustamente gli ebrei. Seguono altri morti ammazzati, una ragazza seviziata salva per miracolo e qualcuno che cerca di finirla…Una vendetta del passato?.
Diamanti sotto i talloni di Sergio Donato.
Siamo a F., una cittadina allungata sulla costa abruzzese. Dal cielo piove una ragazza (Costanza Fattenotte) in tuta nella casa di Magno. La manda Tallone da killer (montagna di carne e muscoli) perché venga aiutata a recuperare la figlia rapita. Qualcuno ce l’ha con lei …(lo saprete leggendo). E insomma una sarabanda di salti, legnate, pallottole che fischiano e centrano, camorra e Sacra Corona Unita. Il solito movimento assatanato che mi mette in ambascia ma che si legge volentieri per una scrittura veloce, ricca di verve e umorismo.
Sotto un cielo distorto di Claudio Costa.
Un filmato con ricatto al dottor Arturo Socci. Centomila euro per non mettere in internet una bella prestazione della giovane mogliettina Katrina avvinghiata tra un nero e un biondino tatuato. Solo che la mogliettina russa, di lì a poco, si ritrova soffocata con un sacchetto. Gli ispettori Belmonte e Cargise al lavoro. Una discreta gatta da pelare se c’è di mezzo pure la banda di spacciatori nigeriani muniti di machete. Aggiungo fratello e sorella del morto da tenere d’occhio e un filmato di un ragazzo sospetto… Un omaggio (quanto volontario non so), in stile naturalmente diverso, al libro della Christie C’è un cadavere in biblioteca dove è inserito il racconto.
Tac di Miller Gorini.
Un serial killer che lavora metodico. ​Per una volta, però, il rito si è spezzato. C’è stato qualcosa di diverso. Ma per Livia Corbara, figlia di un carabiniere famoso morto sotto copertura, l’assassino è lo stesso. Il modus operandi è quello. Nella quarta vittima qualcosa che lo inquadra. Livia è tesa, agitata, si sente una bastarda illegittima nell’arma dei carabinieri. Ma stasera ha un appuntamento importante con Caterina. In prima e in terza. Racconto veloce e tagliente come un colpo di tacco. Tac, tac.
La fine del mondo di Mauro Falcioni.
Scontro tra Minicuccio e Pasquale con minaccia di brutta fine a quest’ultimo che arriva a buon fine (passatemela), se viene trovato morto ammazzato insieme alla moglie con un laccio di cuoio ornato di ciondolo con cuore d’argento. Questioni di cuore, dunque, e traffico di limoni che si intrecciano. Sorpresina finale. In prima persona da un barbiere siciliano piuttosto basso. Vincitore del premio Città di Cattolica 2013. Meritato.
Quando vado a Siena, spesso in quel di San Prospero, vicino ad un mitico tabacchino, trovo accoccolato per terra un uomo che chiede l’elemosina. Anzi non la chiede per niente. Se ne sta lì al freddo dell’inverno e al caldo dell’estate, a capo basso, in silenzio, mentre la gente gli passa accanto senza neppure vederlo. Se ho qualche soldo glielo do e allora mi arriva un grazie seguito da “Buona giornata”. Ed un sorriso che mi stringe il cuore.
Un saluto a tutti ed uno in particolare al curatore del blog Dario Geraci da…

Fabio, Jonathan e Jessica Lotti.

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14 Responses

  1. Antonino Fazio

    Bellissimo articolo. Il nostro Fabio è in grande spolvero. Leggere per credere! :-)

  2. Massimo

    Fabio, grazie dell’apprezzamento per La Profezia Infernale (di cui è ora in libreria il seguito, “La congiura di Praga”).
    Ti faccio però presente che, a me, onusto non l’hai mai detto nessuno! :-)

  3. Ezio G.

    Grazie per aver parlato di A.A.Fair.

  4. Fabio Lotti

    Sono contento che vi sia piaciuto. Per Massimo “onusto” è chiaramente il minimo. Devo dire per i lettori che ho spedito il pezzo con i relativi corsivi e grassetti come quello precedente ma si vede che ci sono stati motivi tecnici.

  5. Fabio Lotti

    Dimenticavo. Sono uscite le letture al gabinetto di gennaio http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/letture-al-gabinetto/

  6. Omar

    Via, allora “Il mistero delle tre querce” sembra ti sia piaciuto, o perlomeno non dispiaciuto. Mi fa piacere, grazie anche per il link al mio attualmente trascuratello blog, che però tra poco tornerà a ruggire con nuovi articoli più o meno interessanti.

  7. Mauro Boncompagni

    Continua così, Fabio! E’ sempre un piacere leggerti.

  8. Fabio Lotti

    Continuerò così. Nel leggero ci sguazzo volentieri.

  9. Liz

    Grazie Fabio per l’attenzione e per le tue parole,
    buona giornata.
    Liz

  10. patrizia debicke

    Grazie mille Fabio per la bella citazione della mia Sentinella corredata da recensione da leccarsi i baffi.
    Appuntamento a presto spero

  11. patrizia debicke

    Grazie Fabio, per la mia Sentinella, e avanti tutta

  12. Fabio Lotti

    Liz, chi? (non c’entra niemnte Renzi, è proprio una domanda). Della Debicche (alla staggese) è uscito anche “Il ritratto scomparso”, Edizioni Melino Nerella.

  13. CREPASCOLO

    La mia collisione con A.A.Fair è della seconda metà degli anni settanta e ricordo che , per me, fu poco meno letale di una curva ad U del commmander Schettino. La cover del GM presentava un tizio con il fedora sulle ventitrè che mi guardava con un muso da furetto da noir francese in b/n. Molto meglio della solita mascella quadra dei Lam che seguirono a quello pregevole di Iacono. Se oggi fosse finalmente approvato il mio progetto per una mini serie HBO su Lam e Cool, Don avrebbe la maschera scalena di Tim Roth e Bertha il tonellaggio di Platinette. Ricordo che rimasi folgorato dalla notizia – letta credo nelle note di un volumetto della serie – che la California dovette cambiare una sua legge perchè nel primo caso del dinamico duo, Lam , per difendere una Donzella In Pericolo, si autoaccusò di un reato minore ( furto di auto ) e di un omicidio che non aveva commesso dimostrando che quanto regola il passagio di rei tra due stati federali permetteva ad un assassino di farla franca se, altrove, aveva preso in prestito una quattroruote senza chiederlo al proprietario.
    Un salto mortale doppio e senza rete che nemmeno il Mason dei romanzi migliori.

  14. Willow

    A proposito di giallo comico, voglio segnalarvi i libri della serie “Delitti di provincia” (per ora sono sei) della scrittrice Annarita Coriasco:
    -Un caso comune
    -Omicidi tra le righe
    -Il suono segreto dell’arpa
    -L’incidente Chiappero – Pescottino
    -Un ricamo di fragole rosa
    -Assassinio al 3×2

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