Il Giallo Mondadori 3088: La settima ipotesi

agosto 2nd, 2013 by Moderatore

halterprev

Una figura avvolta in un mantello nero, con un cappello a larga tesa, scivola nell’oscurità per le vie di Londra. L’agente Watkins la segue, insospettito dall’ombra di un becco mostruoso proiettata dal suo viso. Proprio come la maschera di un antico medico della peste. Poi si imbatte in un’altra figura, questa volta in abiti ottocenteschi, un bizzarro individuo che sembra prendersi gioco di lui. Per poi sparire nel nulla, lasciando dietro di sé un cadavere ricoperto di orribili bubboni… La peste a Londra, in una sera dell’agosto 1938? Assurdo, assurdo, pensano tutti. E infatti si tratta di un trucco, perché la vittima è stata uccisa con due coltellate. Ma il delitto resta un enigma per l’ispettore Hurst, che insieme al criminologo Alan Twist dovrà rompersi la testa per trovare una soluzione plausibile. Un’altra ipotesi che possa spiegare l’impossibile.

All’interno, il racconto “Mammarella” di Maurizio de Giovanni.

 EBOOK IN VIA DI PUBBLICAZIONE

 

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Posted in Giallo (serie regolare), Le collane del Giallo

45 Responses

  1. Marius

    Halter è garanzia di grande giallo: senz’altro da leggere.

  2. stefano

    Nonostante fosse previsto Le diable de Dartmoor (lo disse Halter a inizio 2012) è uscito prima questo. Andranno a riempire cronologicamente i buchi del biennio 91-93 tra Testa di Tigre e A 139 passi dalla morte, parlando del ciclo Twist. Ottimo!

  3. Antonino Fazio

    Sono d’accordo. Paul Halter, nella traduzione (presumo) di Igor Longo, è imperdibile!

  4. Gianluca Carinci

    Wow bellissima uscita , tra gli autori contemporanei , senza nulla togliere agli altri , halter e’ il mio preferito . Una certezza senza nemmeno bisogno di leggere le recensioni !

  5. Alberto Minazzi

    Spero che arrivi presto in Veneto…

  6. ophiucus75 (d.f.arrigoni)

    Speriamo riprenda con cadenza periodica la pubblicazione degli ultimi romanzi inediti del ciclo di Twist! Per i racconti di Halter e/o altri cicli o romanzi è prevista qualche traduzione? Grande autore, magari dopo un po’ ripetitivo o baroccheggiante ma se letto a cadenza almeno semestrale dona ore di enigmi appassionanti. Speriamo venda una cifra e permetta di riprendere la pubblicazione di romanzi polizieschi francesi, che personalmente adoro (Boileau-Narcejac su tutti).

  7. Alessandro B.

    Applausi alla Mondadori, lo prenderò senz’altro.

  8. piero

    LO SOTTOSCRIVEREI IMMEDIATAMENTE, se non avessi capito oramai (e purtroppo) che i francesi non attecchiscono molto da noi, a causa della anglofilia imperante. Hanno avuto successo, quando i loro paladini erano in auge: Igor Longo aveva un certo peso al tempo di Sandrone Dazieri, e quindi penso che i francesi fossero anche per questo, più…tollerati. Ora..di meno.
    Non è un fatto solo di Halter. Prima che lo traducessero avevano pubblicato qualcosa di altri: Entrébe, Japrisot, Magnan, Demouzon, Boileau & Narcejac; di Very e Steeman yno per ciascuno nelle Palmine.
    Con Igor ne vennero altri: Jacquemard & Senecal, Steeman e appunto Halter. In tempi più recenti qualcosa di Leroux è stato pubblicato, tradotto sempre da lui.
    Ma, se davvero avessero voluto, ce ne sarebbe stato tanto da pubblicare!
    Il discorso però interessa anche i diritti di copyright, e per quel che ne so io, qualche autore francese costa parecchio, per es. Vindry.
    Facendo un contratto per un romanzo di Vindry (per es. La Bete urlante o La Maison qui tue) dovresti pensare di ammortizzare il costo del copyright con una certa vendita. Ma sappiamo benissimo che, messo in vendita in un solo mese, quanto vuoi che venda un romanzo per di più francese, di autore grandissimo e per di più di nicchia?
    E allora..penso sia anche per questo che non lo si prenda.
    Tutto qui.

  9. piero

    Per di più, l’errore riguardante Halter, è stato nel proporre suoi romanzi che non erano delle pietre angolari della sua produzione. Già nell’ambito della serie di Twist ci sono dei romanzi belli tosti (La Quatriéme Porte o La mort vous invite) ed altri più leggeri (per es. L’arbre aux doigts tordus). Figurarsi altri!
    L’errore, a parere mio, fu aver proposto Le crime de Dédale, ma soprattutto Le géant de pierre. Ed aver proposto quest’ultimo, che era un giallo leggero, di ambientazione storica, da leggersi in estate sotto un ombrellone, a novembre, invece. Anche la collocazione in un mese anzichè in un altro influisce sulle vendite. E io credo che questo romanzo abbia determinato un cambiamento di giudizio nei riguardi delle vendite. Sarà perchè nei mercatini e nelle edicole è un romanzo di Halter che si trova ad ufo, mentre altri non si trovano proprio? Non lo so. Ma io la penso così.

  10. Gianluca Carinci

    Io considero comunque Halter un autore di tutto rispetto nonostante i suoi scritti non siano tutti allo stesso livello , soprattutto se si pensa che persino dei “big” come Christie e Carr hanno avuto delle ricadute a loro volta , e quindi quoto in pieno l’idea di proporre qualche sua raccolta di racconti che , a quanto ne so , sono ancora inediti in Italia ( io per lo meno non sono riuscito a trovarne ancora nessuna)

  11. Marius

    Può darsi che Le geant de pierre e Le crime de Dedale siano romanzi minori nella produzione di Halter però a me sono piaciuti parecchio e li consiglio a chi se li è persi.

  12. piero

    Guarda che io non ho detto che i suoi scritti non sono tutti allo stesso livello. Ho detto che alcuni sono più tosti e altri più leggeri. I romanzi leggeri andrebbero pubblicati d’estate perchè la lettura disimpegnata si lega ad un’atmosfera di per sè vacanziera, da libro che puoi mettere tranquillamente da parte per dedicare il tuo tempo e le tue energie ad altro; il tomanzo più pesante va bene invece per un clima invernale, quando la temperatura ed il clima favoriscono lo stare chiusi in casa, e quindi il dedicarsi più proficuamente alla lettura. Io sono la classica eccezione visto che leggo moltissimo d’estate e poco in inverno.
    Pertanto il fatto che vi possano essere romanzi più leggeri in una vasta produzione è acquisito.
    Per quanto riguarda i racconti, che io sappia in italiano sono stati pubblicati pochi racconti, ma nell’ambito di una pubblicazione oramai chiusa da molti anni, Foglio Giallo.
    Se sai leggere in francese c’è la raccolta (l’unica di Paul) “La nuit du loup” oppure stessa raccolta in inglese (The Night of the Wolf). Dovrebbero essere disponibili entrambe su Amazon. Io ho l’edizione in francese, di Le Masque.

  13. piero

    E non mi permetterei neanche di fare discriminazioni nella sua produzione, visto che notoriamente io amo Halter, come Carr del resto.
    Certo Carr è Carr, e non si possono mettere Carr e Halter sullo stesso piano. Lo sa benissimo Halter, che si avvicina talora di molto ma sempre con il rispetto che si ha per i miti, visto che lui adora Carr (e lo cita in continuazione nei suoi romanzi, assieme alla Christie).

  14. Andrea

    Appena torno il Italia halter lo prendo subito. Mi unisco all’appello per boileau e narcejac e per i diversi inediti in italiano. Ma di japrisot “giallo” non e’ stato pubblicato tutto, vale a dire i 3 romanzi?

  15. piero

    Mi fa piacere che ci sia qualcuno ora che chiede i francesi: quando li chiedevo io, nel 2008, ero solo.
    Ho quasi creduto che fossi rimasto solo,”voce di uno che grida nel deserto”, e proprio per quello, ho cominciato a procurarmeli in francese. E quando chiedevo gli Halter, mi ridevano dietro. Era diventato quasi un andazzo.
    Gli unici francesi non ancora pubblicati, storici, sono un giallo di Vindry ed uno di Herbert & Wyl (il secondo è un capolavoro assoluto), ma furono pubblicati su GEM e quindi si trattava di traduzioni non integrali, e per di più, essendo delle pubblicazioni della fine degli anni ’30, non sono molto leggibili ora. La rinfrescata, comunque ci consegnerebbe copie non integrali. E poi ci sarebbero i soliti che comincerebbero a lamentarsi della non integralità del romanzo…
    Ecco perchè, quando ho detto, a più riprese, che un libro non integrale non è detto che valga meno di uno integrale: il valore lo fa la rarità.
    Gli altri due, sono Palmine, anzi gli altri tre: due Boca ed uno Steeman. Sono tre camere chiuse.
    E sono scritti veramente con un italiano parecchio desueto.
    Io non possiedo ancora solo uno dei due Boca.
    A ripensarci, ci sarebbe anche una quarta palmina, bello, molto bello: direi il capolavoro di Pierre Very.
    Continuate a chiederli, a gran voce, più d’uno: forse riuscireste a commuovere Mauro e a ripresentarli a Forte. Chissà…

  16. piero

    A proposito, a chi piace Halter, ho riservato una sorpresa.
    Tra qualche giorno.
    Una gran bella sorpresa.
    Au revoir. :-)

  17. Gaetano

    A proposito di autori francesi, non mi dispiacerebbe per niente qualche romanzo del classicissimo (ma ormai, sfortunatamente, quasi del tutto sconosciuto) Emile Gaboriau; fatta naturalmente eccezione per il lunghissimo e più conosciuto Monsieur Lecoq (che comunque possiedo già).
    Sarebbe inoltre molto bello avere una ristampa dei romanzi del ciclo di Rouletabille di Gaston Leroux.

  18. Alessandro B.

    Un altro articolo su Halter, dopo quello su La quarta porta?

  19. Ezio G.

    Devo dire sinceramente che il romanzo mi
    ha deluso:troppi colpi di scena ( o presunti tali).Il titolo di questo libro potrebbe essere ” Mai fidarsi delle apparenze”.Secondo me l’autore cerca troppo di imitare scrittori di
    ben altro spessore.Consigliato solo per
    lettori occasionali di libri gialli.

  20. Marius

    Di Boileau-Narcejac sarebbe bello che fossero pubblicati gli apocrifi inediti di Arsene Lupin.
    Se non vado errando dovrebbero essere cinque romanzi di cui solo due tradotto finora: La polveriera e Il segreto d’Eunerville.

  21. piero

    Ezio, scusa, ma tu cosa hai letto di Halter?

  22. piero

    @Alessandro: L’hai letto? Ha avuto parecchio successo sul blog inglese, a vedere dalle visite soprattutto americane, francesi e russe! Sono contento! Mi ha fatto piacere che l’abbia letto Halter stesso, e poi se ne sia discusso assieme.
    Non rispondo però alla tua domanda. E’ una sorpresa. Comunque il 13 p.v. collegati a questo Blog e…saprai.

  23. Marius

    Del ciclo di Rouletabille di Gaston Leroux sarebbe interessante se fosse pubblicara la traduzione dell’ottavo romanzo della serie e unico inedito in Italia: ‘Rouletabille chez les Bohemiens’.

  24. Ezio G.

    Caro Piero è stato il primo romanzo letto di Halter.Non mi dire che è un buon romanzo,troppo prevedibile, a tratti l’ho trovato noioso.Sicuramente
    avrà scritto libri migliori, ma questo
    per me è stato una vera delusione.
    Per un lettore occasionale può anche
    andare bene, ma per chi legge abitualmente libri gialli, come me, i continui colpi di scema non sono il massimo.

  25. piero

    Caro Ezio, se ti ho fatto quella domanda è perchè avevo capito che tu non avessi letto altri libri di Halter.
    Perchè? Perchè lo stile di Halter è quello: cerca sempre di stupire il lettore e i colpi di scena sono assai presenti nei suoi romanzi, soprattutto nei finali.
    Io non dico che Paul debba piacere per forza (c’è gente a cui non piace) ma per chi lo ama (per la grande fantasia e originalità delle sue trame, delle sfide all’impossibile, e delle sue Camere) i suoi romanzi sono sempre degli eventi.
    E siccome Mondadori ne ha pubblicati – con questo romanzo – 18, significa che è un autore molto amato in Italia.
    Il fatto che mi ha sinceramente toccato, è che tu, sulla base della tua esperienza di lettore, che non ha mai letto prima Halter, pretendi di estendere la tua esperienza agli altri. Dici per di più “Per un lettore occasionale può anche
    andare bene, ma per chi legge abitualmente libri gialli, come me, i continui colpi di scema non sono il massimo”. Non ti pare di essere un po’ avventato? Sarà il fatto che sei giovane – lo si capisce da come scrivi – ma non ti pare che dovresti essere un po’ più cauto nei giudizi? Prima di consigliare gente che non conosce ancora Halter a fare o a non fare, SULLA BASE SOLO DI UN ROMANZO LETTO, non ti pare che sarebbe più consigliabile che tu leggessi almeno la metà dei 18 romanzi che gli sono stati pubblicati in Italia? Tanto più che tu non ne conosci lo stile?
    Tu, nel caso di Halter, in pratica sei un neofita, un lettore più che occasionale che si permette di consigliare altri, sulla base di quello che leggi. Caro Ezio, io non mi sono mai permesso di consigliare qualcuno a non fare qualcosa, semmai l’ho invitato a fare, a leggere, e poi a crearsi una propria opinione, neanche curandosi della mia personale che esprimo nelle analisi dei romanzi che leggo. E il sottoscritto che tra pochi giorni compie 50 anni, di gialli ne ha quasi 4000, e non solo Mondadori, ma di una serie impressionante di case editrici, di cui la gioventù d’oggi non conosce neanche l’esistenza. Eppure non mi sono mai sognato di dire quello che hai detto tu, nè l’ha mai fatto Mauro o altra gente che conosco.
    Cerca soprattutto di leggere di più, prima di esternare un giudizio tanto netto. Non so in quale città tu abiti o lavori, ma i romanzi di Halter si trovano sulle bancarelle. Purtroppo i primi non si trovano più.
    SE TU AVESSI LETTO “LA QUARTA PORTA”, uno dei romanzi definiti suoi capolavori, forse il maggiore, non avresti detto le cose che hai scritto, perchè la quantità di colpi di scena in quel romanzo è veramente impressionante. UN romanzo memorabile per atmosfera, colpi di scena e soluzioni logiche.
    Halter può ricordare altri romanzieri, soprattutto Carr e Christie, perchè lui prima che scrittore è stato un lettore appassionato di questi autori e ne conosce l’intera opera. E quindi qualcosa che riconosci essere stato scritto da loro puoi ritrovarlo in Halter.
    Per avere idee più chiare, leggi l’intervista che ho realizzato a Paul e da ieri sera pubblicata su questo Blog in altro spazio. Forse ti farà comprendere delle cose che non conosci.
    E scusa il mio tono, ma io sono un lettore molto più vecchio di te, anche come letture, molto più svezzato.
    Esprimerò qui il mio giudizio, quando l’avrò letto.
    Poi, più approfonditamente, lo analizzerò sul mio blog.

  26. piero

    “De gustibus non disputandum est”, in altre parole.
    A te non è piaciuto (sacrosanto! ma hai letto solo un suo romanzo!), ma ad altri può piacere per gli stessi caratteri per cui a te non sia piaciuto. Non pensi che la massima latina sia sempre valida?
    A presto.

  27. Fabio Lotti

    Di fronte ai continui colpi di scena citati da Ezio ad un certo punto ho continuato a leggere il libro con spirito divertito alternando un “O vediamo ora che cosa ti inventa Halter!”.

  28. Ezio G.

    Ho solo detto che il romanzo non mi è
    piaciuto.Non ho detto che l’autore non sa scrivere libri gialli.
    Io so solo che col passare degli anni
    si cambiano gusti,probabilmente qualche anno fa avrei giudicato questo libro con più benevolenza,
    oggi i continui colpi
    di scena non mi entusiasmano più.
    E’ ovvio che la mia è solo una opinione personale.Ognuno ha i suoi gusti ci mancherebbe.

  29. gabriele

    ho letto il romanzo e non mi e’ piaciuto per niente,e’ il primo che leggo di halter.Comunque non conta secondo me leggere 100 o 1000 gialli,l’opinione di un libro e’ personale.In ogni campo sia letterale o no ,non tutto e’ di livello,ripeto non c’entrano i libri letti,io questo non lo consiglio,magari diro’ leggine un ‘altro di questo autore.

  30. piero

    Ma come fai a dirlo se non ne hai letti altri e non conosci lo stile, fermo restando che come dici tu il giudizio è strettamente personale?
    Io lo sto leggendo e mi sta piacendo moltissimo: è un continuo fuoco pirotecnico di trovate.

  31. piero

    Io invece lo consiglio a chi ne abbia letti altri di Halter. A chi non ne abbia letto neanche uno, giacchè è un romanzo molto cerebrale e complesso, consiglierei uno più semplice da interpretare, per esempio Le cercle invisible: è la stessa cosa che uno che non si è mai avvicinato al Giallo e sentisse parlare di Agatha Chrstie, prendesse in mano per leggerlo, Third Girl, anzichè uno più alla sua portata, per esempio Death on the Nile.. 😉

  32. gabriele

    Forse sono io che non mi faccio comprendere.Se come dici tu a ragione non conosco lo stile,mi verrebbe da dire se sono tutti cosi…..Penso che ogni scrittore alterna cose buone e no,magari se ne leggero altri cambiero’ idea,per ora non e’ nella mia top.ten.

  33. piero

    Caro Gabriele, il fatto è che tu come altra persona che è intervenuta prima di te, non hai letto altri romanzi di Halter. Per paradosso, i due che a me non son piaciuti molto, di cui ho parlato con Marius (mentre a lui erano piaciuti), sarebebro potuti piacere anche a te, perchè, diversamente dai restanti, sono molto semplici. Questo romanzo, invece, è la quintessenza della cerebralità: è tutto e il contrario di tutto. Posso comprendere che chi non l’abbia mai letto, rimanga frastornato. Ma…è questione di gusti.
    Del resto, ci sono molti altri esempi di questo modo di scrivere, nella produzione di altri romanzieri. Non voglio citare Il Caso Khalkis di cui ho accennato prima, che è un romanzo spaccacervelli di Ellery Queen. Ma..nella prima produzione di E.Queen di romanzi simili a quello di Halter, ce ne sono parecchi: mi fai pensare che tu non abbia letto neanche quelli!
    Non sono certamente dei Doherty, Sorpresa a mezzogiorno, Delitto alla rovescia, Un paio di scarpe (che fece venire il mal di testa persino a me), Il mistero di Capo di Spagna..
    Sono tutti così.
    Credimi, se tu avessi letto La Quarta Porta di Halter avresti dovuto allora dire peggio! Ma La Quarta porta è un capolavoro assoluto.
    Il fatto è che nella produzione di Halter, tutti i romanzi (con l’esclusione del primissimo) fino diciamo al…1996, sono tutti romanzi di livello estremamente alto. Questo è addirittura del 1991…
    Quindi..dovresti chiederti cosa tu vada a cercare in un romanzo poliziesco, questa è la domanda cruciale. Se cerchi il classico ad enigma nella migliore tradizione di Carr (del Carr prima degli anni ’50), dei primi 10-11 Ellery Queen e dei finali della sua carriera, Halter è per te, come lo è Rawson (di Death che è un altro monstre del romanzo spaccacervelli, direi lo spaccacervelli per antonomasia). Se invece cerchi il mystery alla A.Christie, Marsh, Allingham, non è per te.
    Ma Marsh, Allingham, Chrstie, piacciono anche a me. Il discorso è che io ho cominciato da queste e sono arrivato ad Halter, tu hai cominciato subito con Halter (mi verrebbe da dire). Dovresti avere pazienza e leggerne altri.

  34. piero

    Ho finito di leggere il romanzo: è spettacolare. E ha un grandissimo finale. L’unica pecca che troverei, se la cercassi, è di avere pochi personaggi indiziabili, a differenza di altri romanzi, per cui in sostanza “o è zuppa o pan bagnato”.
    Ma, nel modo come esclude uno per inchiodare l’altro, è veramente geniale.

  35. Francesco

    Salve a tutti, da modestissimo lettore di gialli volevo chiedere a Piero un suo giudizio su Le mani bruciate di Halter, che a me era a suo tempo piaciuto molto. Ho acquistato la settima ipotesi, che sarà quindi il secondo libro di Halter che leggerò

  36. piero

    Bellissimo. Molto spettacolare, e molto cinematografico (non a caso in Francia da esso fu tratto uno sceneggiato). C’è Carr e nonostante quello che lui dice nell’intervista che gli ho fatto e che è in altro spazio di questo blog, c’è anche Talbot. Anzi Talbot è alla base della Camera Chiusa.
    Se vuoi leggere di più, ho scritto, due anni fa, un articolo sul mio blog a riguardo:

    http://lamortesaleggere.myblog.it/archive/2011/08/19/paul-halter-le-mani-bruciate-la-mort-vous-invite-il-giallo-m.html

  37. stefano

    Volevo segnalare che il romanzo è inserito ed evidenziato (cosa non indifferente) nella lista rivista e corretta delle 99 camere chiuse di Lacourbe, assieme a – sempre di Halter -La quatrième porte; L’image trouble; Le cercle invisible; Les sept merveilles du crime (inedito), La ruelle fantôme (inedito).

  38. Fabio Lotti

    A me è parso un bel libro senza le esaltazioni di Piero. Ma ci vogliono sia il Piero arrapato che il Gabriele ammosciato (tanto per rimanere nella metafora) che così si discute meglio di libri. Altrimenti che barba, che noia, che barba, che noia come diceva la Mondaini.

  39. Piero

    A me è parso un gran bel libro, il miglior Halter da tanti anni a questa parte, parecchio migliore di Maledizione e di quelli che lo avevano preceduto. Direi che è spettacolare nei suoi continui cambi di prospettiva, meno spettacolare nella sostanza dell’indagine che si appunta solo su due personaggi.
    La quarta porta è senza dubbio migliore, Nebbia rossa pure, forse anche Le mani bruciate. Ma allo stesso modo supera altri romanzi pubblicati negli ultimi anni.
    A me è piaciuto, parecchio.
    Forse, il maggior difetto, sta nella sua virtù: è cioè un romanzo troppo complesso e cerebrale. I romanzi spaccacervelli, hanno successo solo presso determinate fasce di lettori, non presso tutti.
    E’ quello che ho detto a ragione di Ellery Queen, di alcuni Ellery Queen.
    Non a caso ho fatto l’esempio di Khalkis: lì vi sono 4 ipotesi, qui ve ne sono sette. In un Connington ve ne sono 6. Ditemi voi se questi romanzi sono veramente popolari..
    IO direi no, ma questo non toglie che siano degli eccellenti romanzi.
    Che poi io sia arrapato, mah.. che devo dire? Non sono sicuramente ammosciato.
    :-)

  40. Piero

    Ed è affascinante, almeno per me lo è, nelle sue citazioni, e nella maniera, anche questa carriana, di costruire tutta una tesi volta a inchiodare uno, per poi distruggerla e costruirne un’altra altrettanto valida, anzi sicuramente, con cui inchiodare l’assassino.
    Io direi che ci troviamo dinanzi ad un romanzo di levatura non eccelsa, ma sicuramente altissima, estroso nella soluzione e nelle descrizioni.

  41. Ezio G.

    Visto che si continua” amabilmente” a
    chiacchierare su P.Halter voglio precisare che il lettore occasionale
    che ho citato è quello che legge saltuariamente libri gialli,magari quelli tanto di moda, e che trova “originali” certe trovate letterarie.
    Personalmente non ho letto così tanti
    libri gialli,come ha fatto Piero, però qualcuno penso di averlo letto
    anch’io,forse anche qualche anno prima e ,in breve, il romanzo di P.Halter ,ultimo pubblicato,non mi ha
    entusiasmato.Certo se avrò l’occasione leggerò altri suoi romanzi, però lasciatemi dire E.Queen
    tanto citato è di un’altra dimensione.Quando ho letto un suo romanzo la prima volta ho avuto una
    folgorazione,situazione che si è ripetuta più volte.

  42. Lorenzo Trenti

    Cervellotico e proprio per questo divertentissimo! Mi ha ricordato certi passaggi dell’anime “Deathnote”, se mi è consentito un parallelo un po’ ardito. Molto soddisfacente, non mi stupisce che nelle edicole in cui l’h cercato sia andato a ruba.

  43. piero

    Mio caro, ho forse detto che Halter è uguale a Ellery Queen? Non ho detto questo. Ho detto che quest’ultimo romanzo pubblicato è un tipico romanzo spaccacervelli, come alcuni di quelli scritti dai due Queen (e ho citato i titoli) e il primo romanzo di Rawson che contiene una Locked Room lecture di pari valore rispetto a quella di Carr. Mi pare che riconosca anche lui il fatto che alcuni autori, sono stati i suoi modelli. Non cita Queen, ma Carr e Christie. Paul è un tipo molto modesto, per nulla presuntuoso, che non si vanta, tranne rivendicare il fatto – più che legittimo – di aver portato anche il proprio mattone all’edificio dell’enigma (può farlo avendo pubblicato già quasi quaranta romanzi). Mica niente!

  44. Alex

    Questo è il primo romanzo di Halter che leggo. Ne avevo sentito parlare spesso ma non ho mai avuto l’occasione di leggerlo fino a poco tempo fa.
    Che dire di questo romanzo? Discreto romanzo di delitti impossibili (anche se il primo delitto era facile da risolvere). Non nego che abbia talento, ma lasciatemi dire che questo romanzo mi ha ricordato “L’enigma dell’alfiere” di S.S. Van Dine. Il movente, la figura dell’assassino, le trappole per far incolpare un innocente, il finale… Forse mi sto sbagliando… o forse no… lascio ai posteri l’ardua sentenza

  45. Salvatorangelo

    io son in possesso di tutta la produzione romanzesca di HALTER attualmente pubblicata in Italia, che insieme a Carr, Talbot, Rawson costituisce un quartetto di eccellenza nella produzione di romanzi della camera chiusa. Non ho fatto in tempo ad acquistare all’uscita “la settima ipotesi” ma ho fortunatamente recuperato tramite il mercato secondario. Tra i miei preferiti di Halter, “la mani bruciate” e “la nebbia rossa”. Attendiamo che Mondadori pubblichi gli altri 5 romanzi con progatonista Twist. Chiero a Piero, invece, una valutazione perchè presumo li abbia letti in originale dei romanzi della serie con Owen Burns e Achilles Stock.

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