Sul filo del rasoio (39)
maggio 31st, 2010 by Moderatore
Crimine: flagello in continuo mutamento in grado di varcare qualsiasi limite di spazio e di tempo. Tecnologia: strumento in continua evoluzione in grado sia di deformare l’arte del delitto che di adattare le modalità per combatterlo. Tra umani e biomacchine, armi inimmaginabili e moventi impensabili, alienazioni del possibile e distorsioni del reale, ventidue storie del crimine a venire. Ventidue autori fuoriclasse, tra cui alcuni vincitori del premio Tedeschi e del premio Urania, narrano il cuore di tenebra di un’Italia futura e futuribile in equilibrio sempre più instabile “sul filo del rasoio”.
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Posted in Le collane del Giallo, Supergiallo
maggio 31st, 2010 at 09:51
Uscita bomba…
maggio 31st, 2010 at 09:56
da comprare immediatamente. Super raccolta, mega idea. Teoricamente, dalla quarta di copertina, sarebbe potuto essere anche un libro pubblicato da Urania o Urania epix, ma va benissimo così, perché anche il giallo può usufruire della tecnina weird: rottura dei confini tra generi.
Speriamo che arrivi a procida questo libro, se no stavolta davvero m’incazzo!
maggio 31st, 2010 at 10:21
lietissimo di aver dato il mio contributo a questa antologia che, ancora una volta, ribadisce, che il futuro del Giallo è almeno per buona parte italiano e hard boiled. La verità rende liberi,il mio racconto, è di ambientazione genovese e come diverse mie cose negli ultimi tempi rende omaggio a Enzo G. Castellari. Segnalo la presenza anche dei miei ‘pard’ Andrea Carlo Cappi e Nerozzi..ma ce ne sono molti altri, alcuni più noti altri meno, ma direi tutti in sintonia con l’idea di Gianfranco.
maggio 31st, 2010 at 20:36
Uscita moolto interessante…
giugno 1st, 2010 at 16:02
Antologia sontuosa, molto interessante! E’ già nella lista degli acquisti. Complimenti per l’eccellente copertina.
giugno 1st, 2010 at 19:47
No, non me la perdo… proprio no.
giugno 2nd, 2010 at 10:06
Un saluto a tutti! Nell’antologia c’è anche un mio racconto: non so esattamente se sia un giallo, fantascienza o altro, ma spero in ogni caso che vi piaccia.
giugno 2nd, 2010 at 10:42
E spero Stefano di essere con te in qualche prossima antologia..a mano armata….
giugno 2nd, 2010 at 16:36
Antologia veramente interessantissima, con una intrigante commistione di generi…Non vedo l’ora di leggerla!
giugno 3rd, 2010 at 09:44
Beccato uora uora…
giugno 4th, 2010 at 10:48
L’obiettivo del curatore Gianfranco de Turris è chiaro. Via il “Commissario Cliché” del giallo tradizionale sempre uguale a se stesso e largo alla contaminazione fra generi, in questo caso soprattutto fra fantascienza e delitto. Fantascienza, cioè, che “condiziona sia il crimine sia la legge che vi si contrappone modificando la struttura del giallo tradizionale…”. Ora sul commissario Cliché posso essere anche d’accordo che a farlo uno diverso bisognerebbe inventarlo con quatto gambe e quattro braccia, e forse c’è già ( http://www.milanonera.com/?p=6230 ). Però, occhio, che i cliché spuntano fuori anche dal nuovo. E mi riferisco, per esempio, alle trame vecchie di secoli spacciate per invenzioni di oggi. Cambiando gli addendi (personaggi, ambiente, mezzi tecnici ecc…) il risultato spesso non cambia. E’ spiccicato pari pari a quello di ieri. Potrei dire le stesse cose sullo stile e il fatto che un continuo, frenetico movimento può far sorgere uno sbadiglio come un sonnacchioso tran tran. Tanto per far capire il mio punto di vista.
Il libro è senz’altro interessante e ricco di spunti felici, per quel poco che ho letto fino a questo punto. Spunti interessanti, dicevo, (bello quello di Stefano che ci riporta ai tempi dell’Olocausto) ma anche semplicistici e troppo “facili”, direi scontati, come il racconto “Francesca è scomparsa” di Pierfrancesco Prosperi.
Ma vedremo in seguito.
giugno 4th, 2010 at 13:31
Quello che mi sfugge è perché de Turris, nella prefazione, si dichiari senza problemi poco esperto di giallo classico citando, come quasi uniche sue frequentazioni, Sherlock Holmes e il giudice “Di” (immagino si tratti del giudice Dee di Van Gulik) e perché questa sua inesperienza gli sia sufficiente a dire che “una salutare iniezione di vitalità e originalità potrà venire al poliziesco di casa nostra proprio da una contaminatio fra science fiction e horror”.
In sostanza, perché occuparsi di un genere se quel genere ti interessa così poco?
Al di là di questo – che comunque non trovo un problema da poco – le annotazioni di Fabio sui cliché mi trovano largamente d’accordo, trattandosi più o meno delle stesse riflessioni che facevo tra me stamani, a lettura conclusa. Non ultimo il fatto che, in quest’antologia, appare ancor più evidente il consistente divario tra gli scrittori professionisti (che riconoscono i cliché all’odore e sanno benissimo quando e come evitarli, se del caso) e i dilettanti (nel senso più nobile del termine, beninteso).
giugno 4th, 2010 at 13:34
Grazie fabio, acuto e sempre implacabile. il briefing che avevo ricevuto era hard Boiled futuristico e così..visto che è un momento che mi piace rivedere Castellari ho unito un po’ di suggestioni sue e diverse mie, genova compresa. Poiuna notizia di cronaca s’è mescolata alal visione di un vechcio Attentia quei due…il tutto agitato e non mescolato…mi sono divertito…
giugno 5th, 2010 at 14:07
L’ho preso anch’io. Al momento ho letto il primo, quello di Giulio Leoni (Malasanità). Un ottimo esempio di humour nero.
giugno 5th, 2010 at 14:57
Continuano gli appunti che mi serviranno per la recensione, dopo una seconda, più approfondita lettura. Butto giù a casaccio. Altre idee interessanti espresse con lo stile e la forza concreta (diversa) di ogni autore. Esorcisti e lotta contro i diavoli con il povero commissario Garibaldi che non si raccapezza, il metodo Bulard che come punizione per i condannati non è male. Metafore del futuro che si riversano sul presente: lo scontro religioso molto sentito, insieme al potere religioso che tende ad espandersi, il solito problema dei ricchi e dei poveri. Nuovi ambienti, nuove forme di aggregazione, nuovi mezzi tecnologici. Grande vivacità, spunti di riflessione insieme al puro piacere della lettura (non manca il sorriso). Qualche volta lo spunto polemico sulla realtà di oggi è troppo scoperto, troppo facile, le lunghe spiegazioni (vedi De Cataldo, per esempio) appesantiscono il discorso. Non era possibile, mi chiedo, trovare un altro tipo di soluzione meno “logorroica”? Buone idee non sempre ben realizzate. Insomma per ora mi pare una antologia sbilenca dal punto di vista della resa secondo il mio opinabile giudizio.
Aggiunta: il “vecchio” non muore mai. Citato, per la milionesima volta, Sherlock Holmes e la sua famosa frase “Se togli tutto ciò che è da ritenere impossibile, allora ti rimane solo la verità”. Trovati pure gli amati scacchi, più precisamente il termine “scacchiera” (pag.23) e la frase “Appollaiata sul fianco della montagna ligure, la vecchia villa stava come l’ultima torre a difesa del re. Lo scacco matto con il tempo era inevitabile” (pag.26).
P.S. A volte una certa ipertrofia fantastica mi pare, senza volerlo, un po’ fine a se stessa.
(Continua…se non mi fermano)
giugno 6th, 2010 at 10:31
Continua la passeggiata nel futuro. Una passeggiata un po’ lenta che il caldo mi abbacchia. Tra l’altro all’aeroporto di Ampugnano, dove vado a leggere i miei libri, hanno abbattuto diversi alberi che davano un po’ di refrigerio. Quelli rimasti (due) sono oggetto di una caccia spietata. Uno è appannaggio esclusivo dell’omino zoppo della seconda guerra mondiale dal quale ormai mi tengo alla larga, per non perire sotto le sue estenuanti storie. Il rimanente protegge chi ci arriva prima e sono gare all’ultimo sangue con sorrisi sbiaditi in caso di ritardo e voglia matta di far saltare in aria la macchina dell’occupante fortunato.
Veniamo al sodo. Lettura sempre più interessante. Appunti sparsi. In pericolo la spiritualità, solo dati di fatto, il resto “utopistico ed inutile” ma l’uomo accetterà questa condizione? Solito scienziato pazzo con cavie sacrificate per il bene dell’umanità (dice lui), il giallo classico che non muore mai nella città Eterna dove anche i morti possono essere di aiuto alle indagini (da solo vale il prezzo del libro). Occhio ad un “indizio” buttato lì quasi per caso.
Mi rafforzo nella mia convinzione. La differenza di classe c’è, e si vede.
(Continua. Se non schianto prima)
giugno 6th, 2010 at 10:42
Preso dalle mani della mia ragazza, che me l’ha regalato per il compleanno. In lista di lettura, sopra il comodino.
giugno 7th, 2010 at 07:48
Ragazzi, ma è arrivato questo Supergiallo nel sud Italia? Né io, né Falcetta siamo riusciti a recuperarlo… boh! :-\
giugno 7th, 2010 at 14:15
Terminato di leggere il libro. Interessante con qualche spunto prevedibile. Ora una seconda lettura e poi la recensione.
giugno 7th, 2010 at 16:56
eheh Fabio, speravo che notassi l’omaggio scacchistico che ho inserito appunto a pag 26 come strizzata d’ochcio a chi sa vedere……
giugno 7th, 2010 at 22:23
Ed ecco l’anteprima mondiale della mia recensione proprio su questo blog (lasciatemi prendere un pò in giro…)
“Sul filo del rasoio” di A.A.V.V. a cura di Gianfranco de Turris, Mondadori 2010.
Introduzione di Gianfranco de Turris: via il “Commissario Cliché” sempre uguale a se stesso, largo alle contaminazioni, ai delitti e alle indagini fantascientifiche (occhio, però, a non ricadere in altri tipi di cliché).
Un piccolo, veloce sguardo ad una materia proposta tanto ricca e complessa. Non c’è da stare allegri sul futuro disegnato dai nostri ventidue autori (ma anche oggi non è che rida…) in varie parti del nostro paese. Intanto l’ambiente sarà devastato da qualche fenomeno naturale (terremoti, inondazioni, scontri con asteroidi), sempre più arido e povero, a meno che non si venga costretti a vivere sott’acqua protetti da cupole di vetroresina.
Le città cambiate nella loro struttura, sostenute da colossali piloni d’acciaio, nastri trasportatori, macchine a cuscino d’aria, droni che vengono guidati dal pilota automatico, palazzi in vetro e via con soluzioni nuove o già viste anche nei fumetti.
Poi la società: le differenze fra gli uomini che aumentano con una discriminazione sempre più feroce verso i più poveri, i più deboli, le donne e i diversi. Ora denominati reietti, ora extraci, ora Deformi, costretti a subire l’oppressione dei privilegiati attraverso nuovi feroci e subdoli sistemi di controllo (la Collera di Dio, per esempio, o l’assunzione di sostanze che rendono felici perfino nell’infelicità).
Folle eterogenee e multiformi, degrado, sporcizia, violenza, sopraffazione, il tema della rivolta degli umili insieme a quello degli scontri religiosi che dovrebbero infestare la nostra penisola e all’apparire di presenze animali, talvolta grottesche, come quella dei topi Berliner di dieci, quindici chili, che un certo effetto lo fanno.
Infine l’evoluzione dei mezzi tecnici, la possibilità di interrogare i morti (occhio, davvero ai defunti!), il ridurre l’uomo ad una macchina fredda e impersonale, via la spiritualità, solo dati di fatto, i biorobot, clonazioni genetiche, innesto di GPS sottocutanei, le olomaschere, il virtuale per il reale, gli esperimenti e il sacrificio di alcuni per il bene di tutti come sostiene lo scienziato pazzo.
In questo contesto le indagini dei detective del futuro: i vari Cobra, Conrad, Popescu, Saladino Rizzitano, Ines Segri, Kaled e altri ancora, ora vicini allo stampo dell’hard boiled con movimento, assalti e sparatorie varie, ora imparentati, attraverso la loro lenta tenacia e testardaggine, con il vecchio Commissario Cliché (qualcuno fuma pure il sigaro) in situazioni e modi di sviluppo che ricordano il tanto vituperato giallo classico (citato perfino Sherlock Holmes). Storie con i loro bravi colpi di scena, spesso punteggiate da una pioggia continua e assillante a rendere più penosa tutta quanta l’atmosfera.
Idee, spunti, riflessioni, digressioni che colpiscono per la loro efficacia narrativa ( non manca neppure il sorriso) o deludono per la loro scontata proposta e un modus operandi digressivo fin troppo facile e banale (a volte perfino sconcertante).
Una realtà ben triste, tragica direi, è dunque quella che ci attenderebbe, se attraverso le storie non si facesse largo tra le pieghe del male, dell’arida indifferenza, il sentimento dell’amore e della fratellanza, la voglia di vivere liberi e di sognare, di riscattare il senso vero dell’umanità a darci un po’ di fiducia nel futuro. Magari, come succede in un bel racconto, attraverso il sorriso di un bambino.
Speriamo bene.
Per concludere: una buona antologia con evidenti disuguaglianze nella qualità dei racconti.
giugno 7th, 2010 at 22:46
Correzioni. Aggiungere un “si” a “rida” e togliere l’aggettivo “digressivo”.
Non lasciatemi solo. Aspetto le vostre opinioni.
@Stefano. sarebbe più corretto dire in termini scacchistici “Lo scacco matto contro il tempo”.
giugno 8th, 2010 at 10:09
Riprendo il commento di Luca, giacchè sto leggendo il Supergiallo in questione (ho appena finito il bellissimo “Lasciateli dormire” di Massimo). Di Gianfranco De Turris andrebbe letta l’introduzione che cita a “La chiave e altri misteri”, un volume di racconti di Asimov, contaminatio voluta di Giallo e fantascienza, pubblicato da Fanucci molti anni fa. Anzi, forse, se fosse stata riportata nel Supergiallo, un bello spaccato di questa contaminatio sarebbe ora nota ai più: in quell’introduzione erano citati e richiamati molti autori che all’epoca mi erano sconosciuti, ma per es. non era citato Edward Hoch coi suoi 2 gialli fantascientifici, fino ad allora conosciuti, ma The Frankestein Factory è del 1975 quindi coeva all’introduzione; nè tantomeno le avventure gialle fantascientifiche di Randall Garrett, prima della Nord e poi ripubblicato in due volumi URANIA qualche anno fa, perchè scritte posteriormente all’introduzione. Mi fermo qui perchè i titoli sarebbero molti altri (la fantascienza ucronica e dei piani paralleli di Evangelisti, di Harris, etc..).
Volevo dire piuttosto che secondo me quel passo che cita Luca è particolarmente emblematico: non capisco cosa c’entri il riferimento al Giallo Classico, di cui egli tranquillamente si dichiara poco esperto, col fatto che voglia rinvigorire il “poliziesco di casa nostra” con una “contaminatio fra science fiction e horror”. Parrebbe che lui, avendo visto che il poliziesco italiano, dopo gli anni del boom, tenda ora al manierismo, a riproporre dei clichè, che è una caratteristica di tutti i generi (lo si imputa al Giallo Classico ma poi riguarda anche il Noir, quel Noir molto allargato di cui parla de Turris) avesse cercato nuove energie in altri generi paralleli. Fin qui, posso essere tranquillamente d’accordo: il lettore curioso, amante sia di Giallo che di Fantascienza DEVE aver letto almeno The Caves of Steel (Abissi d’acciaio) di Asimov, se non gli splendidi racconti contenuti in quel volume del 1975 (La campana canora, la pietra parlante, etc..) Ma quella era contaminatio tra Giallo Classico e Fantascienza. Qui invece de Turris tenta di rinvigorire il poliziesco nostrano, con Horror e Science Fiction, e nello stesso tempo si dichiara assolutamente inesperto di Giallo Classico. E mette assieme autori sia di Giallo Classico (Leoni, Pietroselli) sia di Fantascienza, sia ibridi, sia autori di hard-boiled prestati all’occasione. Il risultato secondo me è un’antologia veramente buona, forse la migliore da molto tempo a questa parte, ma..che col Giallo Classico c’entra poco: c’entra con quelle storie che possono richiarmavisi, ma cessa lì.
giugno 9th, 2010 at 20:27
Letto il secondo racconto (Stefano Di Marino, La memoria rende liberi): una storia d’azione, ma con dentro una riflessione storica mica da poco (pregevole anche la raccolta da lui curata “Il mio vizio è una stanza chiusa”).
giugno 10th, 2010 at 07:51
Anzitutto, grazie a Fabio e Piero per l’apprezzamento (per Fabio: il pacchetto è arrivato, grazie e a buon rendere!)
Sulla questione della contaminatio, è argomento spinoso: però è un fatto che le dinastia nobiliari rinsaldano il sangue mischiando gli umori. Secondo me, un giallo-sf dovrebbe essere costruito in modo che la trama gialla (sia classica o no, non è questione) nasca naturalmente dal presupposto fantascientifico: diverso se la fantascienza fa solo da background. Avete citato Asimov: ma quanti racconti di Dick sono in realtà dei gialli fantascientifici? Guardate Minority Report! Gli americani hanno coniato anche il nome: Future Noir. Anche il film Deja-vu appartiene a questa categoria, e così molti altri. E scusate se cito una mia serie tv con cui sono andato ultimamente in fissa: Life on Mars – io preferisco la versione americana con Keitel, per inciso.
giugno 11th, 2010 at 14:18
Per il pacco devi ringraziare Piero!
giugno 11th, 2010 at 18:25
Oggi sono riuscito anch’io a recuperare il volume.
giugno 12th, 2010 at 11:01
E fu così che il blog del Giallo tornoò a vivere dopo temporaneo trimestral sopimento! 😀
Buongiorno a tutti!
In effetti l’affermazione di De Turris secondo la quale l’ibridazione “noir”/syfy” sia il sale del rinnovamento dei generi nel nuovo millennio è una verità non nuova, resa anche un po troppo semplicisticamente. Quel binomio è solo un rivolo nella contaminazione dei generi. D’altro canto per una letteratura intesa nel senso dell’indagine speculare dei rapporti tra futuro e presente forse QUELLO è il binomio in cui l’ibridazione si fa più feconda. Forse De Turris (mi permetto di suggerire)doveva sottolineare questo implicito del suo discorso.
Mi pare comunque che la forza più grande di questa operazione, il suo valore aggiunto stia nell’aver avvicinato scrittori distanti, talvolta agli antipodi, per target, per tematiche, per stile e (perchè no?, diciamolo) per provenienza “politica”. Questo è un valore che ha il merito del confronto culturale e non può non far bene alla letteratura, soprattutto in momenti come questo. Avvicinare De Cataldo e Buttafuoco (notare due nomi antitetici “in toto” del mainstream letterario attuale) alle edicole e ai lettori degli ottimi Di Marino e Cappi può solo far bene al dibattito culturale e alla letteratura. Anche la loro 😉
Poi ci sono le esagerazioni un pò snervanti come quella di Farneti e vabbè, anche quelle per quanto “estreme” sono voci di dibattito…
Complimenti per l’idea, in ogni caso. Vedremo se la lettura confermerà le mie teorie. Intanto devo dire che questo speciale è arrivato nel Southern Discomfort con qualche settimana di ritardo…
giugno 12th, 2010 at 11:27
Preciso: quando dico “anche alla loro” mi riferisco alla letteratura di Buttafuoco e De Cataldo. Cioè: anche la loro definita letteratura “alta” è perfettibile di miglioramento in un confronto coi registri popolari e non necessariamente il contrario.
giugno 12th, 2010 at 12:37
Letti il terzo (Francesca è scomparsa, Pierfrancesco Prosperi) e il quarto (Quando il ponte saltò, Francesco Grasso). Quello di Grasso è eccellente, secondo me. Quanto a Prosperi, la storia è un po’ tenue (credo volutamente) e conta soprattutto lo sfondo ucronico (De Turris ha, credo, un debole per l’ucronia).
giugno 12th, 2010 at 16:30
In effetti anche a me non sembra che ci siano molti riferimenti al Giallo classico, considerato poi che l’har boiledè il riferimento più esplicito di Blade Runner che poiè..il fil odel rasoio. in ogni caso l’ho finito anche io. Piacere di aver partecipato e magari di aver regalato qualche spunto di interesse e un po’ d’intrattenimento a chi l’ha letto.
giugno 12th, 2010 at 19:25
@ Fabio Lotti: ho letto, per adesso, cinque racconti sparsi. Alcuni autori non li avevo mai sentiti (scusate l’ignoranza), ma altri sì eccome. su tutti: Leoni, Di Marino, Cappi. Posso sapere, con precisione, a cosa ti riferisci quando parli di ‘dislivello’ nei racconti? Alcuni sono ‘professionali’, è vero, ma se devo dirti la (mia) verità, per adesso quello di leoni l’ho trovato carino, ma non ECCEZIONALE. Di Marino eccellente come ritmo e suspance, gli altri discreti. Ma l’ho appena assaggiato, questo libro. Quindi aspetto la fine, per un giudizio completo.
giugno 13th, 2010 at 12:27
Ripensandoci, mi rendo conto che, essendo ambientato nel 2025, il racconto di Prosperi può essere inteso, a rigore, come un’estrapolazione, anziché come un’ucronia, ma confesso che la mia sensazione “immediata” è stata quella di una storia ucronica (ed è ancora la stessa).
Nel frattempo ho letto Vorago iterum aperitur, di Roberto Genovesi. Godibile e originale, anche se non ho colto bene lo sfondo esplicativo (forse dovrei leggere Inferi On Net). Mi consolo pensando che ci ha capito poco anche il protagonista…
giugno 14th, 2010 at 10:50
Un mio articoletto leggero in http://corpifreddi.blogspot.com/2010/06/lamore-fra-veleno-pistole-e-coltelli.html per ricordare anche il bel blog di Enzone.
giugno 15th, 2010 at 21:37
Letti: Il metodo Bulard, di Fabio Lombardi (breve, con una bella idea) Progetto Cybus, di Giancarlo De Cataldo (un bel noir futuristico) oltre a Maschere (Antonio Tentori) e Sangue di Luna Nera (Leo Sorge) entrambi scritti in modo insolito: il primo è in prima persona, al presente, ma senza una sola parola di dialogo. Il secondo, non so perché, mi ha fatto venire in mente Dario Argento. Ah, ho letto anche Muoia Sansone…, di Donato Altomare: intenso ed efficace.
giugno 16th, 2010 at 11:16
@Diego.
Per “dislivello” dei racconti mi riferisco alla loro qualità, secondo il mio gusto e la mia valutazione personale. Può darsi benissimo che ad altri lettori, invece, tutti quanti i racconti mantengano un certo equilibrio in questo senso.
Su “Thriller Magazine” ho cambiato la frase “in situazioni e modi di sviluppo che ricordano il tanto vituperato giallo classico”, con “in situazioni e modi di sviluppo che ricordano il giallo più tradizionale” che mi pare più appropriata.
giugno 16th, 2010 at 14:54
Riepilogo la mia posizione e poi mi cheto:
1) Sono favorevole ad ogni tipo di commistione, ibridazione ecc, insomma ad ogni tipo di novità, anche se non tutte le novità risultano poi essere in buona sostanza vere novità.Inoltre non è sempre detto che l’ibrido sia migliore delle varie “parti” di cui è costituito.
2) Ho letto quindi con grande piacere l’antologia trovandovi ottime idee insieme ad altre scontate e prevedibili.
3) Anche nellla struttura e nello sviluppo dei testi, ripeto, noto delle differenze più o meno significative in fatto di qualità.
Nel complesso mi pare una antologia interessante da leggere e da discutere.
giugno 19th, 2010 at 13:46
@ Fabio.
Concordo più o meno con tutto quello che hai detto. Fermo restando che ‘ibridare’ non è necessariamente meglio di ‘isolare’, ritengo che lo sperimentare, non dico sia d’obbligo, ma sia affascinante.
E l’unico modo per verificare le riuscita di un innesto (giallo su tronco sf o vicevera, horror su tronco thriller o viceversa, ecc) è scriverlo, produrlo e poi, infine, giudicarlo. O, meglio, lasciarlo giudicare ai lettori.
Quindi, a parer mio, non escluderei a priori alcuna forma di ibridiazione letteraria, tra generi e sottogeneri. Anzi, la riuscita, buona ma non eccellente, dell’antologia suddetta, è secondo me un ottimo spunto per altre mescolanze, magari più audaci.
Che so, su una base gialla o thriller, innestare un horror o un fantasy, e vedere cosa ne esce fuori.
Mantenedo, tuttavia, la coerenza narrativa con la collana che ospita, altrimenti si finisce per pubblicare nel GM cose che andrebbero fatte espatriare verso altri lidi (Urania, Millemondi, Epix, ecc).
giugno 20th, 2010 at 12:47
Letta un’altra tripletta: Andrea Carlo Cappi (Il grande sceneggiaotre: ottimo, quasi un romanzo condensato) Gianfranco Nerozzi (Sogni di morte: un po’ psichedelico) e Mario Farneti (Ipermondo: di nuovo l’ucronia, con una spruzzata di bondismo).
giugno 20th, 2010 at 19:27
“sceneggiaotre” è, naturalmente, un refuso per “sceneggiatore”
giugno 24th, 2010 at 10:57
Lette altre due triplette. La prima è composta di racconti basati su un’idea e con sorpresa finale (Massimo Pietroselli, Luigi De Pascalis e Nicola Verde, con Lasciateli dormire, La centesima scimmia e La costante di estinzione). Poi c’è Pietrangelo Buttafuoco con Il ritorno di Iside (un bel racconto, che non è né giallo né SF) Massimo Mongai con Extraci (un solido racconto di estrapolazione) e Annamaria Bonavoglia con Il Pifferaio magico (efficace apologo, in chiave futuristica, sui rischi etici legati alle possibili risposte fornite dalla scienza ad alcune aspettative degli umani).
giugno 26th, 2010 at 10:56
Bene. Me lo sono goduto. Per la miseria, ma ce ne sono di scrittori italiani in gamba e con idee… idee che non importa molto siano originali, importa che siano, appunto, idee. Se poi sono anche impacchettate in storie raccontate assai bene…
giugno 26th, 2010 at 16:05
Segnalo che giorno 13 luglio a Roma, alle ore 18, si terrà una presentazione dell’antologia presso la libreria Mondadori di via Piave. Saranno presenti buona parte degli autori romani del volume (Sorge, Mongai, Leoni, De Pascalis, Verde, Pietroselli, Genovesi e altri). E’ gradita la partecipazione di tutti i lettori.
giugno 26th, 2010 at 21:47
Ed eccomi alla tripletta finale. Necropolis, di Errico Passaro: come per Prosperi, lo sfondo ha più rilievo della storia; Uccel di bosco, di Giuseppe Magnarapa: un bel racconto, con una “stranezza” narrativa di cui non dico di più; e Delitto nella città verticale, di Marco De Franchi: intenso e convincente. Giudizio complessivo sull’antologia? Molto buona.
giugno 27th, 2010 at 14:05
Il migliore della raccolta, secondo me, è “Lasciateli dormire” di Massimo Pietroselli. Bello, ingengoso, colpo di scena, avvicente, scritto ottimamente.
giugno 30th, 2010 at 22:51
Già arrivati i nuovi gialli. Beccato subito “Politica del delitto” per gli Speciali curati dal nostro Boncompagni. Più precisamente “Delitto a Mosca” di Andrew Garve, “Una talpa in comune” di Dominic Devine, “I venti freddi di Adesta” di Thomas Flanagan.
luglio 4th, 2010 at 21:31
Giunti alla fine, almeno mi sembra, dei commenti sul “Filo del rasoio”, mi sembra il caso di intervenire (anche se non sono solito farlo). Intanto per ringraziare di quella che mi sembra una accoglienza tutto sommato positiva per una antologia italiana, credo prima nel suo genere, che voleva gettare una specie di “sasso nello stagno”. Poi soprattutto chi ha notato come in essa abbiano trovato spazio autori dalle provenienze narrative ma anche ideali più disparate, cosa in genere non frequente da noi.
Approfitto però anche per fare alcune precisazioni per così dire tecniche.
Ho usato nella introduzione il nome “Di” e non “Dee” (come invece nella intervista che mi ha fatto Dario Geraci) per il semplice motivo che è il nome giusto: Robert van Gulik si ispirò per il suo personaggio ad un magistrato realmente esistente che si chiamava appunto Di, ma gli inglesi per pronunciarlo così lo hanno trascritto come Dee. Dall’inglese in italiano è rimasto Dee, mentre invece doveva andare Di. Tutto qui.
Il racconto di Prosperi, se vogliamo proprio etichettarlo, non è una ucronia, ma una semplice fantapolitica. Infatti l’ucronia ha origine sempre nel passato, mai nel futuro, poiché descrive un evento che si è volto in maniera diversa da quella a noi nota, mutando la storia del presente. Non può svolgersi nel futuro perché non vi è ancora alcun Fatto Compiuto che si può modificare. La fantapolitica si svolge invece sempre nel presente e nel futuro, anche assai prossimo, spesso coinvolgendo personalità della politica reale.
Infine, credo ci sia stato un equivoco circa il mio riferimento al “giallo classico”. Nella introduzione ho scritto che sono stato un lettore del “giallo classico” e che quindi non conosco bene il giallo moderno non certo quello “classico”, ma non ho mai detto (né ho pensato) di mettere in piedi una antologia di fantagiallo che si ispirasse al “giallo classico”, quindi chi ha fatto un simile collegamento ha frainteso le mie intenzioni.
L’importante è che ne sia uscita una antologia di oltre venti racconti nuovi, intelligenti, intriganti e soprattutto leggibili.
luglio 28th, 2010 at 09:42
Scusate il ritardo, io l’ho comprato solo ieri sera, sono molto curioso di leggerlo, poi lo girerò a mio padre che è un amante dei gialli.
Ciao
agosto 12th, 2010 at 13:12
L’ho terminato di leggere questa mattina, ad essere onesto l’ho molto apprezzato, innanzi tutto un’antologia solo Italiana mi ha fatto molto piacere, così ho potuto conoscere molti autori che, per mia colpa non avevo mai letto.
Le storie sono tutte interessanti, ovviamente alcune per me sono molto belle mentre altre sono carine, ma giudico l’intero volume con un voto molto alto, di sicuro ulteriori uscite ‘similari’ saranno da me ben considerate!
Saluti