Posizione di tiro – Novembre 2009 – Il mio vizio..
novembre 9th, 2009 by Moderatore
Intervista a cura di Dario pm Geraci
Torniamo piacevolmente a scambiare quattro chiacchiere con Stefano Di Marino che, a differenza
delle altre volte, non è qui a presentare un suo nuovo romanzo, bensì una raccolta (da lui curata)
di racconti ispirati al cinema italiano degli anni ’70. Quello che viene comunemente etichettato
come thrilling o spaghetti horror. Allora Stefano, pronto per la nostra raffica?
–
DG Perché una raccolta sul thriller cinematografico italiano degli anni ’70?
In cosa differisce il thriller letterario italiano odierno da quello cinematografico di quel decennio?
–
SDM. È mia opinione (discutibile ma non priva di fondamento) che i migliori talenti della
narrativa thriller italiana abbiano nel loro bagaglio culturale il cinema ‘argentiano’.
Con questo termine intendo però una produzione che ha inizio una decina di anni prima dell’uscita
dell’Uccello dalle piume di cristallo. Intendiamoci di Gialli in Italia se ne sono
sempre scritti ma il classico ‘italian giallo’che sfiora a volte il paranormale ma ha come
solida base la suspense e lacaccia all’assassino ha una fortissima connotazione cinematografica.
Ovviamente i tempi cambiano e a quel genere di tradizione se ne sono aggiunte altre.
Resto convinto però che la radice del thriller italiano emergente sia quella. Certo si tratta di un’influenza,
una rilettura che ogni autore interpreta alla sua maniera.
–
DG Con che criterio hai scelto gli autori? Sei soddisfatto del risultato?
C’è un nome eccellente che avresti volutoassoldare nella squadra?
–
SDM. Il progetto è nato, come altri, da uno scambio di idee con Sergio Altieri.
A lui ho presentato il progetto assieme a un concetto di come avrei voluto che ogni autore
si muovesse(lunghezza e aderenza al genere) pur restando libero di
sviluppare come voleva il suo racconto. L ‘idea è piaciuta e siamo passati
a contattare una serie di amici e colleghi che immaginavamo avessero la sensibilità per
inserirsi nell’antologia. L’idea era di selezionare poche storie di una certa
consistenza. Racconti che cogliessero l’atmosfera di quel cinema ma che, fondamentalmente,
raccontassero delle storie. Dei piccoli film, se vuoi. Ovviamente, come per tutti i libri,
abbiamo dovuto fare i conti con tempi, budget e paginazione. Sono soddisfatto dell’entusiasmo
dimostrato dagli autori che hanno aderito subito alla mia proposta. Una volta formata la
squadra il volume era già praticamente composto. Impossibile aggiungere altri nomi.
Al di là del fatto che tra i miei colleghi non considero nessuno ‘più eccellente’ di altri,
ci sono però un paio di nomi (un’autrice in particolare) che, con più spazio e tempo per la realizzazione,
mi sarebbe piaciuto inserire. La scelta del format e la tabella di lavorazione
erano però rigidi ma, spero, ci saranno altre occasioni per replicare l’iniziativa…
–
DG Il Tuo contributo stavolta, non è di stampo narrativo bensì saggistico.
Come mai questa scelta?
–
SDM. ‘L’avventura del thrilling italiano’ è in sé un racconto di un pezzo
della nostra storia cinematografica. Una precisazione. Anche per me valeva la regola
di un numero consistente ma non illimitato di pagine. Pur avendo visionato negli anni e per
questa occasione un gran numero di film si tratta di un testo introduttivo per chi volesse muoversi in
questo filone del thriller italiano. Omissioni e scelte di gusto personale sono quindi inevitabili,
non me ne vogliano registi e sceneggiatori che non si ritrovano nello spazio che magari ritengono
più adeguato alla loro opera. Di fatto ho contenuto la mia analisi a quei film che trattano vicende
da cui è bandito l’horror e il fantastico, se non tangenzialmente. Buone vecchie storie di assassini e maniaci in carne e ossa quindi.
Recentemente ho scritto per una rivista popolare(‘Confidenze’) due thrilling di
successo(Io sono la tua ombra e Sortilegio) ai quali ho applicato solo un director’s cut eliminando
i momenti più cruenti ma che sono la mia interpretazione del filone. Qui volevo che i
protagonisti fossero i colleghi che si sono cimentati con la narrativa.
–
DG Quali sono stati secondo te i registi simbolo del Thrilling italiano?
–
SDM lo scoprirete leggendo appunto L’avventura del thrilling italiano…
scherzi a parte è stato un cinema estremamente prolifico e ricco di idee. Impossibile non citare Mario Bava,
Dario Argento, Lucio Fulci, Umberto Lenzi e Sergio Martino.
Se devo esprimere un giudizio strettamente personale ritengo Chi l’ha vista morire di Aldo Lado
uno dei capolavori del filone… ma come dicevo, una volta formulato un nome ne vengono
alla mente mille altri: Tessari, Cavara, Bido, Miraglia, Ercoli, Pradeaux, Dallamano…ù
–
DG Pensi che sia ipotizzabile un ritorno al cinema di genere in Italia o i tempi e le mode di
oggi non lo permetterebbero?
–
SDM Io me lo auguro proprio. I segnali non sono particolarmente positivi in questo senso
ma qualcosa ogni tanto si muove. Mi piacerebbe molto che i racconti dei colleghi raccolti
in questo volume diventassero una serie di telefilm.
I numeri ce li hanno sicuramente…
–
Grazie e a presto qui su Posizione di tiro.
Il sito dell’antologia http://ilmiovizio.horror.it/
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Posted in Extra, Posizione di tiro
novembre 9th, 2009 at 15:33
grazie per lo spazio, Dario….
novembre 9th, 2009 at 15:59
Sempre un grande piacere Stefano.
novembre 10th, 2009 at 22:40
Bell’intervista.
Quando Stefano è in “Posizione di tiro” colpisce nel segno!
novembre 13th, 2009 at 12:34
anche nella camera chiusa….