Chi ha rubato la testa di Zio Tobias? (1231)
Quale delizia le grandi famiglie felici. E quali gioiose esperienze le riunioni delle famiglie medesime. A patto di non arrivarci, come accade a Peter Coffin, alla fine di un viaggio da tregenda e nel mezzo di una notte buia e tempestosa. A patto di non ritrovarsi faccia a faccia con il molto eccentrico e troppo ricco zio Tobias, il quale, manco a dirlo, sta per cambiare il testamento. E soprattutto a patto di non essere grugno a grugno con l’immancabile manipolo di parenti serpenti, tutti decisi a strappare comunque la propria libbra di carne. Per cui nessuna meraviglia se, in questo felice e gioioso contesto, a un certo punto il famigerato testamento si volatilizza. Assieme alla testa mozzata del caro zio Tobias.
Jonathan Latimer (1906-1983), è nato a Chicago. Compiuti gli studi universitari, ha lavorato come giornalista e sceneggiatore cinematografico. L’originalità di Latimer, considerato uno dei grandi maestri dell’hard-boiled, sta nell’aver trasformato il romanzo della “scuola dei duri” in commedia di nero umorismo sorretta da toni dissacranti. Famosi soprattutto i romanzi che hanno come protagonista Crane.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
ottobre 5th, 2009 at 15:18
Anche questo me lo sono pappato anche se è una ristampa. Sull’autore consiglio la lettura del nostro Luca Conti in http://lucaconti.wordpress.com/my-kind-of-town-chicago-is/
ottobre 8th, 2009 at 11:38
Qualche spunto a braccio. Peter Coffin, trentadue anni, professore associato di storia inglese presso la Coles University, sua dimora a Colesville con la zia Nineveh, viene chiamato da zio Tobias per una classica riunione di famiglia. Camminata gotica lungo le sponde di un lago: rumori, paura, palude, pericolo, visione di un pazzo. Arisiamo nel più classico dei classici. Cambio di rotta di un testamento, conseguente brutta fine di zio Tobias (ma chi gliel’ha fatto fare di voler cambiare testamento!), gli portano via la testa tanto per gradire…L’assassino è il pazzo che sta fuori o uno della famiglia che sta in casa? Arrivato ad un terzo del libro Latimer sa, all’interno di uno schema risaputo, come tenerci attaccati alla storia…
ottobre 10th, 2009 at 13:20
Scoperti gli scacchi anche in questo libro. Pag.105 “Nel frattempo il dottor Harvey aveva riconosciuto d’essere stato sconfitto e la partita di scacchi era terminata”.
ottobre 10th, 2009 at 20:15
.. la partita di scacchi inizia a pagina 102
ottobre 11th, 2009 at 09:09
E’ vero. Ti ringrazio per la precisazione.
ottobre 13th, 2009 at 09:44
Io questo libro l’ho visto così http://www.thrillermagazine.it/libri/8768
ottobre 13th, 2009 at 11:10
Non voglio fare il guastafeste, ma anche questa non è la copertina originale del Giallo Mondadori n.2207 del 1991 !
Anche se questa è più allusiva: l’altra, inquadrava uno che seppellisce qualcosa e per terra c’è una mannaia sporca di sangue (carino..).
ottobre 16th, 2009 at 22:24
Perché Peter Coffin, professorino vanesio, si fa una passeggiata in un bosco al chiaro di luna? Perché deve raggiungere una casa isolata, bussare e farsi aprire la porta da un allampanato maggiordomo. Il maggiordomo di suo zio Tobias, per l’esattezza. Il padrone di casa ha voluto riunire la famiglia per annunciare lo stravolgimento delle sue disposizioni testamentarie, ma bastano poche ore perché venga ritrovato cadavere, per di più decollato, e che il prezioso documento svanisca nel nulla. E quando uno sceriffo pigro e probabilmente citrullo inizia le indagini, la colpa viene scaricata su un pazzo appena scappato dal manicomio specializzato nel mozzare teste che si aggira proprio nei paraggi. Ma il sega-colli non si trova e i membri della famiglia Coffin, nome omen, se ne rimangono nella villa a godersi la vita e a far passare il tempo. Fino a che sulla scena non cala un un investigatore sui generis che di nome, guarda tu a volte il caso, fa Jarvis Black. E’ chiaro che con una trama come questa o siamo di fronte al record assoluto di luoghi comuni di tutta la letteratura poliziesca o si tratta di una parodia. Per fortuna del lettore, la risposta giusta è la seconda. Chi ha rubato la testa di zio Tobias? si rivela una piacevole lettura, rilassante il giusto, che ci riporta ai tempi d’oro del romanzo poliziesco presentandoci una divertente collezione di personaggi bislacchi e un’ambientazione caratteristica. Il suo vero punto debole è il finale, un poco rafazzonato, ma visto come l’autore ha impostato l’impianto narrativo non gliene possiamo fare una colpa grave: Latimer ha scritto sicuramente di meglio, ma anche questo romanzetto gradevole merita di essere spizzicato.
coffin: bara, cassa da morto
black: nero, di color nero
ottobre 17th, 2009 at 13:07
Lo stesso Latimer considerava questo romanzo come il suo meno riuscito, tant’è vero che – malgrado dovesse essere il primo di una serie, per la quale aveva già firmato un lauto contratto, e l’edizione originale non fosse stata pubblicata a firma Latimer ma “Peter Coffin”, in una chiara imitazione delle procedure di Ellery Queen – il personaggio fu abbandonato subito, per tornare al prediletto Bill Crane.
In realtà l’idea di Latimer (da svilupparsi, sosteneva l’autore, nei successivi romanzi) era quella di creare non un solo detective ma una coppia, Peter Coffin e il colonnello Black, che in effetti risulta ben più interessante del protagonista nominale.
Curioso che l’editore di Latimer, all’epoca, intendesse lanciare questa nuova serie come la risposta americana ai romanzi polizieschi di Georgette Heyer. Ma Latimer era uno scrittore troppo intelligente per lasciarsi incasellare in quella che – giustamente – non vedeva come una serie originale ma come un semplice omaggio alla Golden Age del poliziesco classico.
ottobre 19th, 2009 at 09:43
Luca, un OT: questa mattina (in treno) mi sono letto il tuo articolo su Brubeck e mi è piaciuto assai
ottobre 19th, 2009 at 11:21
Molte grazie, Danilo.
Se ti interessa, – ma forse l’hai già visto – sul nuovo numero, uscito una decina di giorni fa, c’è un mio lungo pezzo su Ella Fitzgerald.
ottobre 19th, 2009 at 11:44
Sono abbonato… ancora non è arrivato. E sono piuttosto arrabbiato: per un disguido della vecchia casa editrice mi sono perso i primi tre numeri di quest’anno. E ce li ho tutti, a partire dal 91… Comunque da egoista avrei preferito che tu avessi scritto il pezzo su Mingus piuttosto che limitarti a tradurlo: Ah Um è nella mia Top 3
ottobre 21st, 2009 at 16:55
se questa non è una delle sue cose più riuscite devo correre a procurarmi le migliori ;D!
forse è un romanzo imperfetto, ma l’ho trovato decisamente divertente.
delle uscite di questo mese è quella che mi è piaciuta di più.
ottobre 21st, 2009 at 19:09
anne67, Latimer è uno dei grandi autori del giallo degli anni Trenta e Quaranta, anche se oggi è quasi completamente dimenticato. Nelle sue cose migliori non è molto inferiore a Chandler, per citarne uno, e ti garantisco che a me spesso piace di più.
Il guaio è che andrebbe tutto ritradotto (a parte quest’ultimo romanzo, la cui traduzione è recente anche se tagliuzzata). Purtroppo, quando Einaudi ha ristampato, qualche anno fa, La Dama della Morgue, ha usato la vecchia, improponibile versione di Camillo Pellizzi, che risale addirittura al 1948, con effetto addirittura grottesco.. L’edizione 1990 dei Classici del Giallo, invece, presentava una traduzione di gran lunga migliore, anche se a mio avviso si poteva fare meglio.
ottobre 21st, 2009 at 19:49
E il prossimo mese ci sono la Brand con ” Morte di una strega” e Day Keene..
ottobre 21st, 2009 at 20:35
@ luca
vedrò di rifarmi con le versioni originali :).
è facilmente disponibile nelle librerie online o bisogna ricorrere a ebay, etc. etc.?
oltretutto pur amando il cartaceo adesso c’è anche la possibilità di usare kindle che mi attira parecchio.
ottobre 29th, 2009 at 17:39
Uno dei gialli più brutti che io abbia mai letto.
Confesso che l’autore mi è poco familiare, ma LA TESTA DELLO ZIO TOBIAS non mi ha particolarmente invogliato ad approfondirne la conoscenza. Il romanzo mette insieme una serie di topoi scontati (se la testa manca ci sarà un motivo, le bizzarrie troppo plateali per essere vere, i due piccioncini che si amano a prima vista, lui finto imbranato e lei finta tosta… )e a mio parere non lo fa nemmeno troppo bene.
Alla prossima uscita Mondadori, sperando risulti più soddisfacente!
ottobre 29th, 2009 at 19:33
I gusti, sono materia, giustamente, insindacabile. Mi permetto di dissentire e anzi, aggiungere, che Latimer non solo è uno dei Maestri del thriller ma, senza timore di smentita uno dei più sottovalutati nella storia del Giallo. Sconsiglio vivamente di perderne le tracce, piuttosto di recuperarne altre opere sicuramente di Vostro gradimento.
Buone letture
ottobre 30th, 2009 at 13:44
Purtroppo l’attuale impostazione mondadoriana di non ritradurre i classici finisce per penalizzare proprio certi autori di grande rilievo come Latimer, per il quale in tempi più propizi sarebbe stato giusto auspicare, che so, un Omnibus con i cinque romanzi della serie di Bill Crane in versioni moderne e integrali.
Speriamo che arrivino giorni migliori.