Posizione di tiro – Ferro e fuoco – Romano De Marco

marzo 4th, 2009 by Moderatore

Intervista a cura di Dario pm Geraci

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1)”Ferro e fuoco” esce in un momento di grande fermento per la letteratura di genere italiana. Sergio Altieri, ha recentemente affermato che la produzione italiana, in campo editoriale, è attualmente la migliore a livello mondiale. Come ti collochi in questo scenario? Avverti un carico di responsabilità entrando a far parte di questo mondo in questo preciso momento storico? 

Sono assolutamente d’accordo con l’affermazione di Altieri e questo fa sì che io avverta non solo una grande responsabilità, ma anche e sopratutto una certa “ansia” riguardo alle aspettative venutesi a creare intorno al mio romanzo. È comunque una sensazione piacevole, di grande stimolo per me, visto che sono fortemente intenzionato a continuare a raccontare le mie storie, alimentando un vero e proprio sogno divenuto realtà. Questo mondo, come giustamente lo definisci, lo sto conoscendo e apprezzando giorno per giorno. È fatto di professionisti che pongono la passione, la competenza tecnica e il rispetto del lettore davanti a ogni altra cosa. Credo sia questo il motivo per cui la qualità delle opere prodotte in Italia ha un valore aggiunto, rispetto alla oramai stereotipata ripetitività di certa produzione estera. Io intendo dare il mio contributo con l’umiltà e, soprattutto, con quel rispetto che io stesso, come lettore, esigo.   

2)Il Tuo romanzo è fortemente contaminato da elementi, non solo letterali, ma anche cinematografici e provenienti dal mondo del fumetto. Vuoi parlarci delle Tue influenze? 

In effetti, le suggestioni alla base della storia sono innanzitutto visive e affondano le radici nella mia smisurata passione per il cinema di genere degli anni 70. Sopratutto il “poliziottesco” e il cinema di arti marziali, che hanno contribuito in maniera sostanziale alla formazione del mio immaginario e quindi della mia cultura. Nel delineare i personaggi ho attinto ad un intero universo di icone di quel cinema, ma senza spingermi in una operazione filologica o citazionistica. Ho voluto rendere omaggio ai miei miti, attualizzandoli e facendoli interagire con caratterizzazioni ispirate a persone reali, gettandoli all’interno di una vicenda che ha molto di cinematografico. Penso che anche la mia passione per la narrativa e per i fumetti (vanto una collezione personale di oltre 7000 pezzi) siano riconoscibili nelle cose che scrivo.      

3) Com’è nata l’idea che ti ha portato a scrivere “Ferro e fuoco”? Pensi in futuro di dargli un seguito? 

Devo essere sincero: ancor prima di avere in mente, nei particolari, la trama di Ferro & Fuoco, c’era in me l’idea di creare una serie. Questo perché tendo ad affezionarmi ai personaggi, ho sempre avuto il desiderio di poterne narrare l’evoluzione, soprattutto nelle interazioni a livello di rapporti personali. Non credo nella serializzazione “statica”. Per dare un’idea dei miei gusti, posso dire che sono un fan devoto di THE SHIELD, che ritengo quanto di meglio sia stato prodotto nell’ultimo decennio in fatto di serie televisive. Il seguito di Ferro & Fuoco c’è già, si intitola CODICE DI FERRO. Sono attualmente al lavoro sul terzo capitolo e posso assicurare che la voglia di scrivere, il divertimento e la passione che provo nel farlo continuano ad aumentare in maniera preoccupante. Cosa ne sarà di questi miei lavori, lo stabiliranno la Mondadori e, sopratutto, coloro che leggeranno Ferro & Fuoco.  

4) Questo mese, il Giallo Mondadori pubblica due romanzi (il Tuo e quello di Stefano Di Marino) aventi fortissimi punti di contatto. Entrambi, infatti, descrivono un paese “stuprato” da interessi politici ed economici in cui criminali di piccola e media taglia agiscono in funzioni di oscuri burattinai. Pensi che il Giallo Italiano stia intraprendendo una nuova strada o credi che la finzione sia fortemente condizionata da questo preciso momento storico (come avvenne con il cinema degli anni 70)? 

Ho avuto da poco il piacere di conoscere Stefano Di Marino, grazie alla comune frequentazione di un noto social forum. Lo ritengo un grande professionista (mai definizione fu più azzeccata) oltre che una persona squisita dal punto di vista umano. Indubbiamente i nostri interessi, i nostri gusti in fatto di cinema, narrativa e quant’altro sono convergenti, oltre al fatto che io sono un suo abituale e appassionato lettore. Devo dire, in tutta sincerità, che la sua narrativa ha un respiro più ampio, più globale rispetto alla mia, anche se con questo non intendo sminuire il mio romanzo. Semplicemente rilevo una differenza nel nostro modo di impostare le storie e di raccontarle. Credo che ciò sia dovuto anche al fatto che lui,  dall’alto della sua imponente produzione, possa permettersi di spaziare all’interno di un universo narrativo che vanta molte figure mitiche, situazioni ricorrenti, scenari consolidati. Inoltre, la sua indiscutibile competenza tecnica, le sue esperienze di vita e di viaggio, la sua visione globale della situazione internazionale, ci pongono su due piani sicuramente diversi. Io, probabilmente, tendo più a concentrarmi sui personaggi, sulle situazioni “locali”, sui volti… le mie storie sono basate su un diverso tipo di tensione e di ritmo narrativo.Credo, comunque, che la diversità all’interno di un unico “mondo” di narratori possa essere anche e sopratutto una ricchezza per i lettori e mi sento onorato di essere, in qualche modo, accomunato a Stefano.
Riguardo alla seconda parte della domanda, sono certo che il momento storico italiano che sta giustamente ispirando importanti opere in bilico fra la letteratura e il saggio sociologico (una su tutte: Gomorra di Saviano) debba essere di ispirazione anche per la narrativa di genere che, benché assolva allo scopo di intrattenere e divertire, può (nel suo ambito) servire comunque ad informare e far riflettere. Cito, a tale proposito, la saga di MONTECRISTO dello stesso Di Marino
 

5)Ultima domanda ormai diventata un must per gli ospiti di questo spazio: Se dovessi immaginare un regista dietro la macchina da presa di “Ferro e fuoco”, chi sceglieresti? 

Visto che sognare non costa nulla, se dovessi scegliere un regista straniero direi, così senza rifletterci troppo, Stuart Baird. Alcuni dei suoi lavori li ritengo dei veri e propri gioielli del genere action (fra tutti U.S. MARSHALL, un film che è fra i miei preferiti in assoluto). Scegliere un regista italiano, sarebbe un po’ più complicato. Veri e propri professionisti del genere d’azione, purtroppo, non ci sono più, da quando, all’inizio degli anni 80, il cinema di genere ha avuto il suo canto del cigno con gli ultimi squallidi episodi della saga di Nico Giraldi. Dovendo andare a pescare fra i “vecchi leoni”, un regista molto versatile, che penso sia ancora in grado di dire la sua, è Ruggero Deodato. Ma nel caso, eventualmente, chiederò consiglio a te che sei un esperto…

PS: Non perdetevi assolutamente il bellissimo booktrailer di “Ferro e fuoco”, ecco il link:http://www.facebook.com/home.php?ref=home#/video/video.php?v=1068316594857&ref=nf

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9 Responses

  1. il professionista

    forse è un caso, forse no se negli 80 anni del giallo esce un così alto numero di thriller italiani della new wave come quello di Romano.
    per me è il segnale che il giallo come filone narrativo è stato sdoganato per noi italiani. non siamo più costretti a imitare formule di una cultura che ci ha interessato ma non ci appartiene, possiamo ripescare nella tradizione del poliziesco cinematografico, nella durezza scerbanenchiana e in altre fonti che non siano la semplice riproposta del commissario clichè. Non lo dimostra solo il romanzo di Romano o quelli di Stefano Pigozzi o, se volete, il mio lavoro più recente. in coda al Giallo e a Segretissimo compaiono sempre nomi nuovi, voci originali, autentiche, dure, che sostengono questa nuova frontiera che, alla fine, resta nei nostri indomabili confini. un territorio letteralmente a Ferro e Fuoco.

  2. altros

    Quoto in pieno il prof.

    Un bemvenuto a De Marco… uno di noi.

  3. Andrea "hawksmoor" Scatena

    Più che di pattuglia italiana si deve parlare ormai di squadra d’assalto!
    E non possiamo che esserne felici!

  4. Raul Montanari

    Complimenti allo straordinario Romano da un non giallista. Che lezione di umiltà c’è dietro la sua avventura di scrittura! L’ho già raccontata e la racconterò ancora.

  5. Antonio D'Antonio

    Ciao mio caro amico ed in bocca al lupo per tutto! Te lo meriti come persona e come futoro professionista scrittore. Non vedo l’ora di acquistare il tuo Giallo! A presto.

  6. Daniele Cambiaso

    Quando esce? Non voglio perdermelo! Sono davvero contento che gli autori italiani crescano, per numero e qualità. C’è tanto da raccontare…

  7. Antonio

    Comprato ore 10.30 di ieri.
    Cominciato ore 20.30 circa.
    Finito alle 24.58.

    Semplicemente stupendo!
    Non vedo l’ora di leggere il secondo.

    Romano: sei tra i grandi!

    — Antonio

  8. Kurt Dehn

    Non l’ho ancora trovato… ricomincio a battere le edicole di Milano e Provincia

  9. alessandro

    a quando il secondo episodio codice di ferro , in edicola a volte e difficile trovare le novita’ tra tutte le pubblicazioni in circolazione .

    riguardo il primo lavoro semplicemente strupendo letto in un baleno

    alex69

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